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martedì 6 settembre 2022

LA PANCHINA DEL BLETTERBACH

Aldino (BZ) - Val di Fiemme -Passo Oclini


Un facile sentiero nel bosco per approcciarsi alla stratificazione del Bletterbach, un Canyon spettacolare ai piedi del Corno Bianco che racconta la storia delle Dolomiti. 


La visita al Bletterbach l'ho descritta ampiamente in una precedente pubblicazione, attraverso una lunga e spettacolare escursione (vedi a piè di pagina).


Questa volta, partendo sempre da Passo Oclini, ho l’occasione di rivedere, seppur in lontananza, questa straordinaria stratificazione della montagna con un percorso breve.


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©foto Mirco Bianchi

Eccomi allora partire dal Passo.
 Sono avvantaggiata, perché ogni anno alloggio per qualche giorno allo storico Berghotel Jochgrimm, un tempo fattoria alpina. 
La sua collocazione coincide con il Passo.

Esiste comunque un grande parcheggio per chi arriva dalla Val di Fiemme o dalla Val d’Ega.
Le due strade si incontrano a Passo Lavazè, da cui Passo Oclini dista pochi chilometri.



DA PASSO OCLINI ALLA PANCHINA DEL BLETTERBACH


Difficoltà: T*
Tempo: ore 1,30 andata e ritorno
Lunghezza complessiva andata e ritorno sullo stesso percorso: 5 Km
Dislivello: 167 m


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©escursione GPS Relive 3D - ©mappatura Monica Galeotti


Dal Berghotel raggiungo la Gurndin Alm con una facile passeggiata su strada sterrata di circa 20 minuti. 

Sulla destra la segnaletica indica PERCORSO PANORAMICO BLETTERBACH. 

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Proprio dove a terra mi segnalano che questo sito dolomitico è protetto dall’UNESCO (Sistema Numero 8).

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Il sentiero entra subito nel bosco e lo attraversa, sempre ben visibile e in progressiva salita.

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In breve ecco la prima panchina che si affaccia sul ciglio del Canyon.

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Il Bletterbach prende il nome dal torrente che scorre nella gola che, con la sua velocità, ha scavato nella roccia, sino a creare una spaccatura di oltre 900 metri di dislivello fra la cima e il fondo della gola.

La spaccatura permette di guardare dentro la montagna compiendo un viaggio nel tempo dal punto di vista geologico.

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Ammiro questa straordinaria stratificazione di dolomia, arenaria, gesso, porfido.

Osservando bene, meglio con un binocolo, al di là del Canyon, si può individuare il Santuario di Pietralba.

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Salgo lievemente oltre la panchina lungo il ciglio del Canyon, in questo modo vado ad osservare meglio gli ampi spazi di questo spettacolare panorama.

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Ed ecco la seconda panchina.

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Il Corno Bianco.

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La spaccatura del Corno Bianco: il Bletterbach.

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Riprendo il percorso di ritorno, uguale a quello dell’andata.

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©foto Mirco Bianchi





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Note:

-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 20 agosto 2022.


-*per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi  Dolomiti presentazione




giovedì 27 agosto 2020

CORNO BIANCO

Dolomiti


(torna a Dolomiti presentazione)




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Il Corno Bianco è una delle due cime che abbracciano Passo Oclini; fa parte del SISTEMA DOLOMITICO NUMERO 8 UNESCO.


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©dolomitiunesco




Questa montagna è famosa per essere, nel versante nord-ovest, spaccata in due dal Torrente Bletterbach, il quale ha formato nel tempo una profonda gola a cui ha dato il nome, dalla quale è possibile osservare la stratificazione geologica dolomitica con i diversi livelli rocciosi.
Il percorso della gola è stato ampiamente illustrato nella pubblicazione → Il Bletterbach.


Il Corno Bianco dal Rifugio Torre di Pisa, lato est.

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Il Corno Bianco lato ovest, con la spaccatura causata dal torrente Bletterbach.

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Oggi, partendo sempre dai 1989 m. di Passo Oclini, percorro il Corno Bianco non verso il Bletterbach, cioè verso il basso, ma verso la cima, 2317 m.



IL PERCORSO AD ANELLO SUL CORNO BIANCO


-Dislivello: 328 m.

Tempo di percorrenza: 
-ore 0,50 da Passo Oclini alla cima, sentiero H (diff. E)
-ore 0,20 discesa, dalla cima alla cresta del Bletterbach (diff. EE)
-ore 0,50 discesa, dalla cresta del Bletterbach a Passo Oclini (diff. E)

Tempo totale: ore 2.

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©google earth -©tracciato Monica Galeotti



Il sentiero H (segnavia 5) mi porterà alla cima in circa 50 minuti senza particolari difficoltà.

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Nel primo tratto prativo incontro bellissimi asinelli al pascolo.

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La cima dolomitica è circondata da un bosco di Pino Mugo, il cosiddetto mugheto.

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Raggiungo il mugheto.

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Mi volto e posso ammirare il Corno Nero sull'altro versante, che fa da contraltare, da tempi immemorabili, al Corno Bianco.


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Incontro la bella ma velenosa pianta di Aconito Napello (Aconitum napellus L.).
Le sue foglie sono palmate e ha fiori di colore blu-viola.

 Come il mugheto, vive bene nella boscaglia d'altura, fino e oltre 2000 m.

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La velenosità delle foglie è inferiore a quella dei tubercoli, ma è bene non toccare la pianta a mani nude in quanto è tossica anche per contatto con la pelle.

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L'ultimo tratto è più ripido.

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LA CIMA - 2317 m



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Dalla cima un panorama spettacolare a 360°.

Il lato ovest mi regala la Valle dell'Adige e la Catena del Brenta.

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Il lato est regala tutta la catena del Sistema Numero 7: Sciliar-Catinaccio, Latemar.



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Con il teleobiettivo riesco ad individuare il Rifugio Torre di Pisa sul Latemar.

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Al lato nord-ovest l'orrido del Bletterbach, attraversato dal torrente omonimo.

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Mi allontano dalla cima per affrontare, in discesa, un breve ma più difficoltoso tratto (diff. EE), in parte attrezzato: quello che separa la cima del Corno Bianco dalla cresta del Bletterbach.


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Cresta del Bletterbach.


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Sul finire della cresta riesco ad avere una buona visione d'insieme.

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Il Corno Bianco con le sue bianche rocce, costituite da banchi carbonatici (Formazione di Contrin) e il bacino che si apre sul Bletterbach: misura 600-700 metri.

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Più in basso i depositi di spiaggia, carbonati e ambienti di rampa terrigeni (Formazione di Werfen), sui quali si sono depositati i conglomerati dovuti a una fase erosiva.

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All'altezza dell'indicazione Monumento Naturale Bletterbach, ha inizio il sentiero che introduce nuovamente nella macchia boschiva di mugheto e ritorna in difficoltà E. 

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In 50 minuti sarò a Passo Oclini.

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Il Pino Mugo è stato inserito nell'elenco delle piante officinali spontanee: dai rametti non ancora lignificati viene estratto l'olio essenziale di mugolio.
Cresce sulle montagne fra i 1500 e i 2700 m (ha il suo "optimum" fra i 1600 e i 2300 m, ossia nel piano subalpino).

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È una pianta pioniera e stabilizzatrice di terreni sterili e pietrosi. Frammentando il manto nevoso invernale contribuisce a proteggere i fondovalle dalle slavine.
Offre riparo e rifugio di molte specie animali, come il gallo forcello e il camoscio. Quest'ultimo si nutre dei germogli e degli aghi nelle stagioni più ingrate.

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Il territorio di questo tratto di sentiero è panoramico e rilassante. Incontro qualche fiore di montagna.

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Il Tarassaco (Taraxacum Officinale)
Comunemente conosciuto come Dente di Leone o Cicoria selvatica, possiede un'infiorescenza giallo-dorata fra le più conosciute. Evolve in seguito nel particolare "soffione".

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Il Cardo Dentellato (Carduus Defloratus)
Una bellissima pianta perenne.

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Il sentiero si ricongiunge ad anello al tratto iniziale, alla base del mugheto.

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Note:
-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 5 agosto 2020 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.

-carta topografica Tabacco - Sciliar Catinaccio Latemar - 029 - 1:25.000


-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi ↦ Dolomiti presentazione

Sitografia: