domenica 19 marzo 2023

MODENA presentazione


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Modena, città di pianura, è ricchissima di varietà storiche e culturali.

Un elenco incredibile:

1- Città della cultura
 Dal punto di vista culturale e architettonico
il centro di Modena possiede monumenti spettacolari come il Duomo, la torre Ghirlandina che, insieme alla Piazza Grande, sono diventati siti protetti dall'UNESCO.
E poi pregevoli musei, come la Galleria Estense, che raccoglie il patrimonio artistico accumulato dai duchi d’Este.

Il centro storico medievale possiede portici che, nella lunghezza, hanno sempre sfidato la città di Bologna.

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2- Città dei motori
Ferrari, Maserati, Stanguellini.

3- Città della musica
Pavarotti, i Modena City Ramblers e Francesco Guccini, nato a Modena e vissuto a Bologna.

4- Città del cibo
 L’arte culinaria è radicata in tutta Italia ma qui si trova l’Osteria Francescana di Massimo Bottura, classificatasi migliore al mondo nel 2016 e nel 2018.

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Ecco perché Modena vale più di una visita se ci si trova a pochi chilometri, oppure due-tre giorni in loco se ci si sposta da lontano.


Si trova al centro della Val Padana fra i fiumi Secchia e Panaro, che la fiancheggiano senza attraversarla.

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©google earth - ©didascalie e tracciamento idrografico Monica Galeotti


Abitando a Bologna, a soli 40 minuti di auto, sono andata a Modena tante volte a passeggiare fra le case del centro storico, per un caffè, per il teatro, per mangiare, per un concerto.
In questa occasione, cioè la decisione di pubblicare attraverso percorsi ideali tutta la città, l’ho visitata approfonditamente a più riprese.

Eccomi quindi a descrivere la città di Modena attraverso tre percorsi, i primi due percorribili a piedi nel centro città e il terzo con l’auto in alcuni siti poco lontani.

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martedì 14 marzo 2023

DUOMO DI MODENA

Piazza Duomo


Principale luogo di culto della città, il suo nome ufficiale è Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano.
 
Le reliquie di San Gimignano, patrono della città di Modena, si trovano nella cripta del Duomo.
Dal punto di vista architettonico si tratta della testimonianza più antica e completa di stile romanico, sia all’esterno che all’interno, conservatosi fino ai giorni nostri.

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Duomo di Modena, facciata meridionale.

Gli altri edifici depositari della grande arte romanica nella valle del Po (duomo di Parma, di Cremona, Ferrara, Mantova, Lodi e Reggio Emilia) hanno subìto modifiche successive che ne hanno alterato la struttura originaria.

Come mai il Duomo di Modena non ha subìto la stessa sorte?
Perché la sua costruzione è stata relativamente breve per quell’epoca.
La costruzione degli altri edifici invece era stata così prolungata, tanto da attraversare la mutazione dei gusti estetici del popolo e degli artisti. In corso d’opera, l’edificazione continuava con altre forme più gradite secondo il gusto del momento.

L’anno di fondazione é il 1099. 
Nel 1106 (in soli 7 anni) la costruzione era già coperta e si poté trasportare il corpo del santo patrono alla cripta della nuova basilica con una cerimonia alla presenza di Papa Pasquale II e della contessa Matilde di Canossa.
Nel 1184 venne consacrato da Papa Lucio III, attestando in questo modo che il duomo era ormai completato in tutte le sue parti.

Il Duomo di Modena, insieme alla sua torre campanaria detta Ghirlandina e alla Piazza Grande è stato inserito nel 1997 nella lista UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.


LA STORIA 

L’antica Mutina era una fiorente colonia romana. La chiesa principale, dove erano conservate le spoglie del santo patrono, si trovava all’esterno delle mura romane e con il tempo, con un andamento a raggiera lungo le vie d’acqua che attraversavano la città, si andò a formare intorno alla chiesa un nucleo abitativo che oggi conosciamo come centro storico di Modena. 

Questa prima chiesa dell’antica Mutina fu sostituita da una seconda chiesa e poi dall’edificio che vediamo oggi, il bellissimo Duomo, iniziato a costruire nel 1099.

Il nuovo duomo fu fortemente voluto sia dagli ecclesiastici che dalla popolazione.
La costruzione fu affidata all’architetto lombardo Lanfranco, uno dei pochissimi artisti medievali di cui si conosce il nome, perchè spesso all'epoca lavoravano nell'anonimato.
 Venne a Modena insieme ad un gruppo di muratori e lapicidi (i cosiddetti Maestri Comacini, cioè provenienti dal lago di Como).

Una lapide a lui dedicata si trova all’esterno dell’abside maggiore e porta la data della fondazione, 26 maggio 1099:
"...INGENIO CLARUS LANFRANCUS DOMACTUS ET ACTAPTUS EST OPERIS PRINCEPS HUIUS RECTORQUE MAGISTER" (famoso per ingegno, sapiente e esperto, direttore e maestro di questa costruzione).

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Sul lato opposto (facciata principale) un’altra lapide con i profeti Enoch ed Elia (simbolo di lunga vita per la cattedrale) a ricordare la posa della prima pietra, 6 giugno 1099, e l’altro nome fondamentale per questa cattedrale: lo scultore Wiligelmo.

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Wiligelmo non solo è ricordato per la decorazione scultorea, i testi riportano che probabilmente si occupò anche dell’architettura: lavorò insieme ai suoi allievi ai lavori della facciata, mentre Lanfranco partì dalle absidi.

Questa doppia partenza è confermata, oltre che dalle lapidi, da una irregolarità nel punto di incontro.

Successivamente a Lanfranco e Wiligelmo subentrarono alcuni seguaci e Maestranze Campionesi, cioè provenienti da Campione d’Italia.
A loro si deve il completamento della torre campanaria (la lanterna a base ottagonale) e la grandiosa Porta Regia sulla Piazza Grande che conferisce al fianco meridionale l’aspetto di una seconda facciata.

Viene segnalato l’anno 1389 come data definitiva di completamento.

In seguito vi sono stati interventi di ripristino e restauro.
Il più importante e particolare fu quello effettuato ai primi del '900 che abbassò di una ventina di centimetri il pavimento e liberò i fianchi del Duomo dalle costruzioni che, nel tempo, si erano appoggiate.




ESTERNO

LA FACCIATA DI WILIGELMO

La facciata con l'entrata principale si trova in Piazza del Duomo, attigua a Piazza Grande.
 È a salienti, cioè possiede una copertura con una successione di spioventi, che riflettono la forma interna delle navate.

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Il portale maggiore è arricchito da un protiro a due piani con un’edicola dalla volta a botte.
Il protiro, cioè il piccolo portico a cuspide e a protezione dell’ingresso, è retto da due leoni stilofori, cioè reggenti una colonna ciascuno.

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I due portali laterali invece furono aggiunti dai Maestri Campionesi. 

Quattro sono i celebri e bellissimi pannelli a rilievo con le Storie della Genesi di Wiligelmo.
Due si trovano al di sopra dei portali laterali e gli altri due a fianco di quello centrale.

Le scene si leggono da sinistra a destra.
All'epoca i pannelli erano posti alla medesima altezza, per essere comodamente letti dai fedeli, in pratica analfabeti, che potevano così "leggere" la storia biblica illustrata.
Oggi i due pannelli esterni sono rialzati dopo la costruzione delle porte laterali.

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1- Creazione dell'uomo, della donna e Peccato Originale.

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2- Cacciata dal Paradiso Terrestre.

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Cacciata da Paradiso Terrestre, particolare.




3- Sacrificio di Caino e Abele, Uccisione di Abele e Rimprovero Divino.

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4- Uccisione di Caino, l'arca del diluvio, uscita di Noè dall'arca.

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Di Wiligelmo sono anche altri rilievi, come leone e pantera che cercano di divincolarsi dalle spire dei serpenti (simbolo dell'uomo che si libera dal peccato).

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Sopra i portali sei arcate racchiudono trifore e vanno a comporre un loggiato.

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Il grande rosone venne aggiunto dai Maestri Campionesi assieme al Cristo in Gloria in alto.

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IL FIANCO MERIDIONALE

Il fianco meridionale affacciato su Piazza Grande è caratterizzato dal loggiato (che prosegue quello della facciata) e da due porte riccamente decorate: Porta Regia e Porta dei Principi.

Sui salienti dei muri diaframma si susseguono, quattro per parte, una serie di Metope, con soggetti misteriosi, mostruosi, singolari.
Per motivi di conservazione negli anni 1950 sono stati staccate e si conservano presso il Museo Lapidario del Duomo.
Sono sostituite da copie realizzate dallo scultore Benito Boccolari.

Ho trattato le Metope in una pubblicazione dedicata al Museo (vedi a piè di pagina).

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PORTA REGIA

Porta Regia è opera dei Maestri Campionesi , databile fra il 1209 e il 1231.
È in marmo rosa e presenta alcuni gradini.

Il protiro è retto da quattro colonne.
Le due colonne posteriori sono formate ciascuna da quattro colonnine intrecciate, simbolo della Trinità.
Le due anteriori sono sorrette da grandi leoni stilofori.

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Quello di destra protegge con una zampa un animale mansueto (simbolo del Cristo che protegge il fedele giusto).

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Quello di sinistra doma con due zampe un animale che si ribella (simbolo del Cristo giudice che condanna il peccatore).

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Alla porta, definita a strombo, viene conferita imponenza da quattro colonne per lato, tutte diverse, decorate a tralci vegetali che corrono lungo la lunghezza del protiro.

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Tra gli stipiti e l’architrave della porta, vi sono un drago e un leone che simboleggiano i pericoli che il fedele deve affrontare nella vita e che lascia all’esterno quando entra in chiesa.

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Il secondo piano del protiro vede tre arcate sorrette da otto colonnine.
All’interno una statua di San Geminiano (il cui originale è ai Musei del Duomo) e una curiosa costola fossile di balena.

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PORTA DEI PRINCIPI 

Questa porta è opera di scultori della scuola di Wiligelmo.
Vi entravano i battezzandi, infatti la porta di chiama anche del Battistero.

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All'interno degli stipiti le Storie di San Giminiano, con i 12 apostoli, mentre sotto l'architrave due angeli sorreggono l'Agnus Dei.

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LE ABSIDI

Continua nelle tre absidi il motivo di archi con trifore, già visto nella facciata e sul fianco meridionale, posto ad altezze diverse per via delle dimensioni minori delle absidi laterali rispetto a quella centrale.

Al di sopra si vede la parte posteriore del presbiterio, fiancheggiato da due torrette a base ottagonale.

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Al di sotto della lapide dedicata a Lanfranco, già vista in precedenza, noto meravigliosi ornamenti.

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IL FIANCO SETTENTRIONALE

Questo fianco non è ben visibile per via degli edifici vicini e dei due muri trasversali con arco gotico aggiunti nel 1338 per consolidare la torre campanaria.

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Vi si trova la Porta della Pescheria, realizzata dalla scuola di Wiligelmo fra il 1110 e il 1120.
Così si chiama perchè di fronte si trovava il mercato del pesce.
È protetta da un protiro poco profondo retto da leoni stilofori.

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A differenza delle altre porte, negli stipiti e nell'architrave sono raffigurati soggetti profani: favole della mitologia greca, credenze popolari e romanzi letterari cavallereschi.
Affacciandosi sulla via Emilia, accoglieva i pellegrini: da qui il contenuto internazionale e pagano dei rilievi.

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Negli intradossi degli stipiti i bassorilievi raffigurano i dodici mesi dell'anno con le allegorie dei mesi.

Dal basso, stipite destro:
. gennaio concia il maiale: un uomo incappucciato brandisce una zampa di maiale
 . febbraio si scalda al fuoco avvolto in una coperta: un uomo è avvolto e coperto
 . marzo pota le viti: un contadino esegue il lavoro

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. aprile reca in mano mazzolini di fiori: un uomo ben vestito si trova in mezzo ai fiori
. maggio mese in cui si iniziavano le guerre: un uomo conduce un cavallo
. giugno taglia l'erba con la falce: un contadino esegue la falciatura

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Dal basso, stipite sinistro:
. luglio falcia le spighe di grano: un contadino prepara i covoni
. agosto batte il grano: un contadino esegue il lavoro
. settembre pigia l'uva dentro una botte: un contadino pigia l'uva

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. ottobre versa il vino: un contadino travasa il vino nelle botti
. novembre semina: un contadino semina il grano
. dicembre prepara la legna: un uomo esegue il lavoro

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INTERNO DEL DUOMO

La pianta della chiesa è di tipo basilicale a tre navate, senza transetto, cioè quello spazio laterale che interseca perpendicolarmente il corpo centrale della chiesa, costituendo così simbolicamente la forma di una croce.

Le pareti che separano le navate sono scandite da archi a tutto sesto poggianti su pilastri alternati a colonne.

Il presbiterio è sopraelevato sulla cripta.

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IL PONTILE CAMPIONESE

Dopo Lanfranco e Wiligelmo, il Duomo fu abbellito da interventi architettonici e scultorei di Anselmo e i Maestri Campionesi, suoi allievi.

Il magnifico pontile, opera di Anselmo, è sorretto da colonne.

Sopra il pontile pende un notevole crocifisso ligneo del 1270.

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Le colonne poggiano su telamoni seduti e curvi (simbolo di uomini di fede che sorreggono la chiesa) e da leoni stilofori che sono accucciati sulle loro prede ribelli.

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Le sculture che esaltano la maestria dei Campionesi sono i rilievi che ornano il pontile:
nell’ambone, cioè la tribuna sopraelevata dalla quale vengono proclamate le letture, vi sono figure dei dottori della chiesa con i simboli degli Evangelisti.

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Nel parapetto i rilievi marmorei dipinti attraggono per la loro particolare bellezza.
Raffigurano scene della Passione di Gesù:
la Lavanda dei piedi,
l'Ultima Cena
il Bacio di Giuda,
la Cattura di Cristo,
Giudizio di Pilato,
Cireneo che porta la croce.

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LA CRIPTA 

La cripta è una vera e propria chiesa sotterranea a nove navate e quattro campate.
Vi accedo dalla navata centrale scendendo alcuni gradini.

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Sulla destra la "Madonna col bambino, una fantesca e due committenti", gruppo in terracotta dipinta, di Guido Mazzoni, del 1480.

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È detto anche "Madonna della Pappa" per il gesto compiuto dalla serva che soffia sulla ciotola per raffreddare la pappa prima di darla al bambino. 
Particolarmente originale il tema trattato.

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TOMBA DI SAN GEMIGNANO

San Geminiano nasce a Cognento, 5 km da Modena, nel 312 d.C.

È stato vescovo dell’antica città di Modena, Mutina, fra il 342 e il 396 d.C.

Alla sua morte, nel 397, fu sepolto nella necropoli. Sul sepolcro venne poi costruita una chiesa, che divenne la prima cattedrale, poi sostituita dall’attuale Duomo, quindi l’urna con le spoglie del santo non è mai stata allontanata.

Le reliquie sono conservate all’interno di un sarcofago in pietra del IV secolo, a sua volta riparato da una teca in cristallo. 

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Il sarcofago, che si trova dietro l'altare della cripta, viene aperto ogni anno in occasione della festa del santo, il 31 gennaio, e le spoglie vengono esposte ai fedeli.

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Il pontile e la cripta sono due parti di questa basilica di massimo interesse, ma naturalmente non si possono trascurare le altre opere conservate all’interno.

Ecco quindi:

NAVATA SETTENTRIONALE


"Altare delle statuine", una grandiosa ancona di terracotta del 1440, a forma di polittico gotico, opera di Michele Niccolò Dini, detto Michele da Firenze.
Vi sono scene della vita di Gesù e un alto e slanciato coronamento di pinnacoli.

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Sopra l’altare un piccolo dipinto su pietra detto Madonna delle Ortolane o Madonna di Piazza, del 1345, perché in origine era posto all’esterno sul fianco meridionale del Duomo.

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Il pulpito di Enrico da Campione, 1322.

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PRESBITERIO

All’inizio del presbiterio si trova la statua "San Geminiano salva un fanciullo caduto dalla Ghirlandina", 1442 circa, di Agostino di Duccio, in marmo di Aurisina.
 La leggenda vuole che il santo patrono lo abbia salvato acciuffandolo per i capelli.

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LE ABSIDI

Furono affrescate da due pittori modenesi alla fine dell'Ottocento in stile bizantino: sono considerati dipinti mediocri e anacronistici.

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Affreschi abside maggiore


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Abside minore





NAVATA MERIDIONALE

Il monumento funerario in marmo di Francesco Maria Molza, poeta di nobile famiglia modenese, è opera di Bartolomeo Spani, 1516.

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Presepe in terracotta di Antonio Begarelli, 1527, di notevole finezza con figure ispirate all’arte classica.

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Infine, attigua alla Porta dei Principi (o del Battistero), vi è la fonte battesimale.
Alla parete l'affresco attribuito a Cristoforo da Lendinara, 1472, in parte danneggiato dai bombardamenti del 1944: "Madonna aureolata e Giudizio Universale".

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Il Duomo di Modena è un'antologia e una miniera della scultura medievale romanica.


La scuola modenese degli allievi di Wiligelmo fu molto importante nel Nord Italia, come ad esempio nell'Abbazia di San Silvestro nella vicina Nonantola.

→ NONANTOLA

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ORARI DI APERTURA
Lunedì : 7-12.30 /15.30-19
Martedì-Domenica : 7-19

Non è visitabile durante le funzioni e la domenica mattina.

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Sitografia: