domenica 28 marzo 2021

CORNO ALLE SCALE

 Appennino Tosco-Emiliano - Lizzano in Belvedere 
 BOLOGNA



Il crinale del Corno alle Scale si inserisce nell’omonimo Parco Regionale. 


La ripida parete est è caratterizzata da stratificazioni arenacee a strapiombo, dalle quali trae origine il toponimo di Corno "alle Scale". 
Con i suoi 1945 metri è la cima più alta di tutto l'Appennino Bolognese.


Corno-alle-Scale-


PER ARRIVARE AL CORNO ALLE SCALE

Dista da Bologna circa 75 Km.
Si percorre la Valle del Reno sulla statale 64 Porrettana fino a Silla (pochi chilometri prima di Porretta), dove ha inizio, deviando a destra, la strada provinciale 324 che conduce a Lizzano in Belvedere. 
In seguito vengono toccate Vidiciatico e La Cá. 
Infine Madonna dell’Acero e il Laghetto del Cavone, dove esiste un ampio parcheggio. 

©google map - © Monica Galeotti mapping
©google map - © Monica Galeotti mapping




È un luogo a cui i bolognesi sono molto legati, della serie "almeno una volta nella vita".
Ho visitato queste zone innumerevoli volte e sto pensando alle mie foto vintage dei ricordi mentre
osservo le montagne che si alzano ripide dai versanti della valle del Silla, raggiungendo in breve quote che sfiorano i 2000 m. 

Corno-alle-Scale





LE CIME DEL MASSICCIO

Il monte si articola su tre cime:
-Punta Sofia, 1939 m, sulla quale è posta una grande croce metallica.
-Punta del Corno alle Scale, 1945 m
-Punta Giorgina, 1927 m


ITINERARIO CLASSICO AD ANELLO SUL CORNO ALLE SCALE 

Di seguito vado a descrivere uno splendido itinerario ad anello che permetterà di raggiungere le tre cime del Corno.
In seguito procederò lungo il facile sentiero che andrà a toccare il Lago Scaffaiolo e infine la discesa al Laghetto del Cavone, punto di partenza. 

-DISLIVELLO: 530 m
-DIFFICOLTÀ:*
-dal termine del primo tratto di seggiovia fino al lago Scaffaiolo difficoltà E.
-dal lago Scaffaiolo al lago del Cavone difficoltà T.

-TEMPO DI PERCORRENZA: 2 ore

©google earth - ©mappatura Monica Galeotti 




Il Lago del Cavone è il punto di inizio alla salita senza seggiovia, sentiero CAI 337, ed è anche un gradevole punto di sosta circondato da boschi di faggio. 
È alimentato dalle acque che si raccolgono nell’omonima conca glaciale. 
Su un lato è situato il Rifugio del Cavone.
Completando il sentiero 337 fino a Punta Sofia si attraversano i Balzi dell'Ora, difficoltà EE.
Effettuando la deviazione verso Porticciola il sentiero è più facile, difficoltà E, e ci si ricongiunge al termine del primo tratto di seggiovia.

Corno-alle-Scale-cavone




Questo itinerario illustrato prevede la salita con il primo tratto di seggiovia, situata a pochi metri dal Cavone. 

Corno-alle-Scale-seggiovia





I tratti di seggiovia aperti d'estate sono due: il primo tratto arriva al Rifugio delle Rocce.
Il secondo tratto arriva proprio in corrispondenza del punto più alto del massiccio, la Cima del Corno. 

Salgo in seggiovia solo per il primo tratto.

Corno-alle-Scale-FOTO-seggiovia




 L'arrivo è in corrispondenza del Rifugio Le Rocce.
Inizio a salire verso Punta Sofia (difficoltà E).

Corno-alle-Scale-rifugio-alle-rocce





Oltre il limite degli alberi, a partire dai 1600 m, un basso manto vegetale raggiunge le cime: è la brughiera a mirtillo, con bassi arbusti di mirtillo nero. 

Corno-alle-Scale-mirtilli





Sono quasi arrivata, la cima di Punta Sofia è lì che mi aspetta.

Corno-alle-Scale







Corno-alle-Scale





PUNTA SOFIA m. 1939

Raggiungo la croce in ferro, simbolo del comprensorio del Corno alle Scale, alta 15 metri.

Corno-alle-Scale-croce-cima-sofia




Dalla cima si aprono estesi panorami spettacolari.
 
Salta all’occhio sul fronte settentrionale il crinale dei famosi Balzi dell’Ora (CAI 129), impervi ed aspri, attraverso i quali si raggiunge la Cima de La Nuda, m.1828 (difficoltà EE).
Si possono altresì percorrere, per raggiungere la cima di Punta Sofia, arrivando dal Laghetto Cavone, come già visto.

Corno-alle-Scale-balzi-dell'ora






Gli avvallamenti di origine glaciale che circondano il circo del Cavone hanno fianchi ripidi e vanno ad abbracciare la conca dal fondo dolce e pianeggiante. 

Corno-alle-Scale-circo-del-cavone




CORNO ALLE SCALE m. 1945

Mi allontano da Punta Sofia e procedo verso la cima del Corno alle Scaleil punto più elevato della provincia di Bologna.

Corno-alle-Scale



L'asta della segnaletica CAI è piantata esattamente nel punto più alto della Cima Corno alle Scale.

Corno-alle-Scale




Dalla ripida parete est ammiro l’alta Valle del Silla, quella che guarda verso Monteacuto delle Alpi e Madonna del Faggio. 

Corno-alle-Scale-monteacuto




Da qui si può avvistare l’aquila reale e più frequentemente la poiana, di più modeste dimensioni, con la quale l'aquila viene spesso confusa.

Corno-alle-Scale



È ben visibile anche il Cupolino che sovrasta il Lago Scaffaiolo. 
Nelle giornate di sole si riescono a scorgere le Alpi Apuane, purtroppo coperte dalle nubi durante la mia escursione. 

Corno-alle-Scale-lago-scaffaiolo




Sono nel sentiero CAI 129, che arriva dai Balzi dell'Ora e terminerà al Passo Strofinatoio.

Corno-alle-Scale-CAI-129





PUNTA GIORGINA m. 1927

Per raggiungere Punta Giorgina abbandono il sentiero e salgo in pochi istanti.

Corno-alle-Scale





Eccola!

Corno-alle-Scale-punta-giorgina


 


Torno ai piedi della cima e mi preparo a scendere verso Passo Strofinatoio.
Il panorama è splendido.

Corno-alle-Scale-FOTO-Mirco-Bainchi





PASSO STROFINATOIO m. 1632

In discesa qualche detrito un po’ instabile, ma in breve sono al Passo dello Strofinatoio.
 Il passo viene raggiunto dal sentiero CAI 00, che arriva dal Passo della Nevaia in provincia di Pistoia, e con questa numerazione prosegue fino al Lago Scaffaiolo.

Corno-alle-Scale-passo-strofinatoio





Corno-alle-Scale






MONTE CORNACCIO m. 1881

Bypasso il Monte Cornaccio e mi dirigo verso il secondo passo di questa dorsale.

Corno-alle-Scale-monte-cornaccio





PASSO DELLA CALANCA O DEI TRE TERMINI

 m. 1780

È segnalato da un cippo confinario in pietra che rappresenta la sua memoria storica: a fine Settecento fu il confine tra lo Stato della Chiesa, il Ducato di Modena e il Granducato di Toscana.
Tradotto ai giorni nostri questa sella è il punto in cui si uniscono e dividono le province di Bologna, Modena e Pistoia. 

Corno-alle-Scale-passo-dei-tre-termini





Corno-alle-Scale-passo-dei-tre-termini





Dal passo si ammira un vasto panorama sulla valle del Dardagna.

Corno-alle-Scale-valle-del-dardagna





IL CUPOLINO m. 1852 e il LAGO SCAFFAIOLO m. 1794

In questa mia foto vintage anno 2013, ben visibile è la punta del Cupolino, che abbraccia il piccolo Lago Scaffaiolo.
Il lago è ai piedi del Rifugio Duca degli Abruzzi (m.1800).
Il rifugio risale al 1878, il primo costruito sull'Appennino Tosco-Emiliano, grazie ad un'iniziativa congiunta del CAI di Bologna e di Firenze.
Varie cause, come il clima, la guerra e gli atti vandalici, hanno contribuito a numerose riedificazioni: 1902, 1911, 1926, 1965 e 2001.

Corno-alle-Scale-lago-scaffaiolo





Nel 1997 è stato inaugurato il ricovero invernale Maurizio Musiani, ricavato dal rudere del quarto rifugio, quello del 1926, del quale era rimasto il pianterreno e la scala esterna che conduceva al piano sopraelevato.

Corno-alle-Scale-ricovero-invernale-maurizio-musiani





Dal rifugio osservo la strada fin qui percorsa e la Croce di Punta Sofia mi appare alta un millimetro.

Corno-alle-Scale-lago-scaffaiolo




È il luogo ideale per fare sosta e per l'occasione ho pensato ad un pranzo al sacco come si deve: crescente bolognese e prosciutto cotto!
Che appagamento....trekking, esercizio fisico, montagna spettacolare, ricordi vintage ed estasi del gusto.

Corno-alle-Scale-lago-scaffaiolo





Il lago non è di origine glaciale, contrariamente agli altri specchi d’acqua della zona, le sue acque si mantengono grazie alle precipitazioni, all’innevamento e alle nebbie.
Numerose sono le ipotesi del toponimo del lago, una di queste, e a me piace pensare sia quella giusta, sembra supporre che
Scaffaiolo derivi da "scaffa", cioè "conca". Le rocce impermeabili che caratterizzano il piccolo bacino idrico del Cupolino trattengono l'acqua e l'assenza di ogni forma vegetale dovuta alla quota elevata, ne impedisce l'interramento.
La zona dello Scaffaiolo è una delle più piovose e instabili d’Italia. 

Corno-alle-Scale-lago-scaffaiolo





DI RITORNO AL CAVONE

La discesa a valle è facile e sbrigativa, si tratta di un’ampia carrareccia chiusa al traffico ma utilizzabile dai gipponi del rifugio. 
Sfioro il Rifugio Le Malghe di Baggioledo (m.1650), punto di ristoro, aperto specialmente nella stagione sciistica ma a volte anche in estate. 





È la parte meno interessante del percorso, se escludo le sorprese floreali del territorio:
l'Epilobio.

Corno-alle-Scale-epilobio






L'avevo già incontrato lungo il 
→ sentiero del Bletterbach (Corno Bianco) sulle Dolomiti di Passo Oclini.
 Fiorisce in luglio e agosto.

Corno-alle-Scale-epilobio




La Carlina
Dalla tipica infiorescenza stellata, questa pianta era conosciuta già dal Medioevo grazie alla sua proprietà meteorologica: le popolazioni alpine usavano apporle fuori dalle proprie case perchè le foglie esterne si chiudono all'arrivo della pioggia e si riaprono con il sereno.

Corno-alle-Scale-carlina





Raggiungo le acque delle prime vene del Dardagna.

Corno-alle-Scale-dardagna





 Di qui a poco sono di nuovo al lago e Rifugio del Cavone. 

Corno-alle-Scale-cavone



E infine.
Conosco il Corno alle Scale da sempre, un luogo che amo, dove ritorno ciclicamente per rilassarmi.

Corno-alle-Scale






LE FOTO DEI RICORDI

Laghetto del Cavone, gita in moto, 1983.

Corno-alle-Scale-1983




Sui gradini Rifugio del Cavone, 1983.

Corno-alle-Scale-1983





Piste da sci Corno alle Scale, 1984.

Sentiero CAI 337, Cavone - Porticciola - Punta Sofia, 2002.

Corno-alle-Scale-2002






______________________________

Note:
 -l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.

-l’innevamento del Corno alle Scale è spesso consistente fino a tutto aprile, a volte singoli nevai permangono fino a giugno. 

*-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi

________________________________________




Bibliografia:
-pieghevole "Parco regionale Corno alle Scale", a cura del Centro Villa Ghigi, serie Parchi e Riserve dell'Emilia Romagna n. 9, 1992.


Sitografia:


mercoledì 17 marzo 2021

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FAGGIO

PORRETTA TERME - BOLOGNA


Il Santuario della Madonna del Faggio dista circa 60 km da Casalecchio di Reno (Bologna) e si trova nella zona di Porretta Terme. 


Madonna-del-Faggio-bologna




Lungo il viaggio la strada costeggia il Parco Storico di Monte Sole e, una volta raggiunta Porretta Terme, il santuario dista 4 km. 
Ma è Castelluccio il paese che lo protegge.
Il santuario infatti si trova sul terreno di questa comunità.
Si trova anche al confine con il Parco Regionale  del Corno alle Scale.

©google map - ©Monica Galeotti mapping
©google map - ©mappatura Monica Galeotti




Procedo con ordine.
Le parole chiave da tenere presente, una volta superata Porretta, sono: Castelluccio, Pennola, il borgo di Tresana e Monteacuto delle Alpi. 

Le prime tre località precedono il santuario. 
Monteacuto delle Alpi invece lo si ammira lontano, ma ben visibile lungo il camminamento. 



CASTELLUCCIO

Questo borgo a 810 metri di quota, di origine medievale, è la località che ha contribuito, insieme a Monteacuto delle Alpi, alla costruzione del santuario di Madonna del Faggio. 
La bella chiesa di Santa Maria Assunta, del Seicento, 
si aggrappa alla terrazza panoramica del paese. 

Madonna-del-Faggio-bologna




Da qui un primo punto panoramico:
ben visibili il Corno alle Scale, La Nuda e Monteacuto delle Alpi.

Madonna-del-Faggio-bologna






PENNOLA 

In questa piccola frazione c’è un parcheggio dove lascio l’auto. 

Madonna-del-Faggio-bologna



Non è obbligatorio lasciare qui l’auto, vi sono alcuni posti anche in prossimità del santuario, ma in questo modo la camminata sarebbe troppo breve: solo 600 metri.
Da Pennola al sentiero pedonale ci sono 2,9 km, circa 40 minuti a piedi. 
Dal sentiero pedonale fino al santuario 10 minuti. 

©google map - ©Monica Galeotti mapping
©google map - ©mappatura Monica Galeotti




Un tronco d'albero attira la mia attenzione perchè vi è affisso un cartello che si burla dei suoi abitanti e un curioso termometro: una corda.

Madonna-del-Faggio-bologna





Inizio a camminare su una strettissima strada asfaltata che attraversa la faggeta.

Madonna-del-Faggio-bologna




Incontro un’edicola con l’immagine della Beata Vergine di San Luca, in relazione molto stretta con la storia della Madonna del Faggio (vedi storia del santuario a breve).

Madonna-del-Faggio-bologna





Madonna-del-Faggio-bologna




Seguo le indicazioni e volto a destra sopra un piccolo ponte, dal quale la strada diventa forestale. 

Madonna-del-Faggio-bologna




I panorami che si aprono lungo il percorso sono meravigliosi, anche per questo mi è convenuto percorrere il tragitto a piedi.

Madonna-del-Faggio-bologna





Lizzano in Belvedere

Madonna-del-Faggio-bologna




Il maestoso Corno alle Scale e l’incantevole paese di Monteacuto delle Alpi, ai suoi piedi sì, ma su un altro crinale. 

Madonna-del-Faggio-bologna





Madonna-del-Faggio-bologna





TRESANA


Madonna-del-Faggio-bologna




Prima di raggiungere il sentiero del santuario, trovo il bivio che porta allo storico borgo di Tresana, quindi effettuo una deviazione, con un piccolo strappo in salita, per fare poi ritorno in questo stesso punto.

Madonna-del-Faggio-bologna



Tresana è il paradiso delle ortensie e questi fiori meravigliosi sono ovunque in mezzo alle case di pietra.

Madonna-del-Faggio-bologna





Madonna-del-Faggio-bologna




In primavera e in estate è un’esplosione di colore.

Madonna-del-Faggio-bologna






Il borgo è circondato da un bosco di castagni. 
Le famiglie che vivevano anticamente queste case hanno vissuto utilizzando come uniche risorse le castagne, i maiali e qualche mucca per latte e formaggi. 
Oggi il borgo è stato completamente ristrutturato dagli eredi di quelle famiglie.

Madonna-del-Faggio-bologna





Madonna-del-Faggio-bologna





Madonna-del-Faggio-bologna




Ritorno alla strada forestale che ho lasciato e in breve tempo arrivo al sentiero pedonale segnalato da una sbarra.

Madonna-del-Faggio-bologna



La faggeta si fa ancora più fitta.

Madonna-del-Faggio-bologna





Madonna-del-Faggio-bologna





LA STORIA DEL SANTUARIO

Il santuario fu costruito nel 1722 per opera della popolazione di Castelluccio, in collaborazione con quella di Monteacuto delle Alpi. 

Nel 1756 iniziò una tradizione analoga a quella bolognese della Madonna di San Luca: una processione per trasportare l’immagine sacra dal Santuario a Castelluccio. 
Qui rimaneva fino al giorno dell’Ascensione e poi veniva riportata indietro .

Madonna-del-Faggio-bologna




L’edificio ha subìto vari ampliamenti nel corso del Settecento e dell’Ottocento. 

Madonna-del-Faggio-bologna




Nel 1769 venne costruito il ponte. 
Nel 1837 fu innalzato il campanile e in seguito le tre campane 🔔 

Madonna-del-Faggio-bologna




Nel 1789 la fontana con una statua di Sant’Anna, poi di Santa Lucia.

Madonna-del-Faggio-bologna





GLI INTERNI


Madonna-del-Faggio-bologna




L’immagine della Madonna è una copia recente su gesso di una maiolica settecentesca, rubata due volte, nel 1975 e nel 1988. 

Madonna-del-Faggio-bologna




A lato la riproduzione dell'antica immagine della Madonna del Faggio, di Giorgio Dall'Olio.

Madonna-del-Faggio-bologna



Il faggio che diede il nome al santuario si trova a pochi metri da qui, ma nel 1970 il faggio è crollato e da allora conservato in una teca all'interno dell'edificio.

Madonna-del-Faggio-bologna





Nel corso dei secoli, dal 1756 al 1964 il santuario è stato custodito dal "romitto", l’eremita che abitava nel romitorio dietro la chiesa.
L’ultimo, Gino Ronchi, è ricordato in una lapide collocata nel portico sinistro.
Da quando la figura del romitto 
non esiste più, cioè dal 1964, il santuario ha subìto una lunga serie di furti. 

In qualche modo questa figura non è del tutto scomparsa, perchè nei mesi estivi, ogni domenica, un volontario tiene aperto il santuario per i turisti e i fedeli. 

Madonna-del-Faggio-bologna




Quando tutto ebbe inizio, l’immagine in ceramica della madonna qui collocata si chiamava Madonna di Rio Scorticato, il rio che gli passa davanti, poi chiamata Madonna del Faggio perché si trovava appesa ad un grande faggio, poco più in alto del santuario (250 metri), dove si diceva facesse miracoli. 

Madonna-del-Faggio-bologna




Dopo il crollo del faggio, in questo luogo si trova solamente la base del tronco, protetto da una tettoia.

Madonna-del-Faggio-bologna



La processione con l'immagine sacra che ricorda quella di Bologna non avviene più.
Un'altra processione invece si è mantenuta fino ai giorni nostri: nata sempre nello stesso anno, 1756, le persone sfilano sino al faggio durante la Festa di Sant'Anna (madre della Vergine), il 26 luglio di ogni anno.
Viene accompagnata da una festa enogastronomica organizzata dalla Proloco. 



Il ritorno non lo effettuo sulla strada già percorsa e fin qui illustrata.
Da queste parti c'è il Mulino della Squaglia di cui ho sentito parlare, quindi seguo le indicazioni che partono dal santuario e intraprendo il sentiero nel bosco.
Dal mulino farò ritorno al parcheggio di Pennola.

©relive map - ©Monica Galeotti mapping
©relive map - ©Monica Galeotti mapping





IL MULINO DELLA SQUAGLIA 

Il sentiero intrapreso dal santuario, CAI n.109, si mantiene sulla destra del Rio Barricello, che un tempo dava l'acqua al mulino. 

Arrivo al mulino in circa 15 minuti.

Madonna-del-Faggio-bologna




Anche se non è occupato da tempo, è ancora ben tenuto: il fabbricato è imponente, con i sistemi per il flusso dell’acqua in gran parte interrati. 

Madonna-del-Faggio-bologna





Madonna-del-Faggio-bologna








Madonna-del-Faggio-bologna




Il mulino serviva per la macina di cereali e soprattutto castagne 🌰, quelle castagne che sono state per lungo tempo sostentamento delle popolazioni di montagna. Arrivavano uomini e muli carichi di castagne secche e ripartivano con la farina ottenuta dopo la macinatura. 

Madonna-del-Faggio-bologna




Il mulino è stato anche un luogo cruciale perché proprio da qui passavano gli abitanti di Monteacuto che scendevano per la processione dell’immagine della Madonna del Faggio.

Madonna-del-Faggio-bologna




Il sentiero CAI n.109 prosegue fino a Monteacuto delle Alpi, mentre io mi dirigo di ritorno verso Pennola.

Madonna-del-Faggio-bologna








____________________________

Bibliografia:
- cartiglio Santuario Madonna del Faggio, gruppo studi Alta Valle del Reno.