lunedì 29 ottobre 2018

IL CANALE DELLE MOLINE - Bologna

(torna all'Opificio della Grada)


Il Canale delle Moline è un tratto del Canale di Reno che scorre all'interno del centro storico.


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Il Canale di Reno entra in città alla Grada e, dopo aver percorso via Riva Reno, in prossimità di via Marconi si biforca: in direzione Mambo si chiamerà Canale del Cavaticcio, mentre in direzione via Augusto Righi diventerà CANALE DELLE MOLINE all'angolo con via Capo di Lucca e Alessandrini.
Le due diramazioni andranno poi a ricongiungersi al Sostegno della Bova dando inizio al Canale Navile.

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Nel suo percorso scoperto a partire da via Malcontenti, rinchiuso tra le case, in passato è rimasto a lungo nascosto; lo si poteva vedere solo in parte dalla famosa Finestrella di via Piella.
Oggi sono stati riaperti tre affacci sui ponti. 

Ogni anno, in occasione delle opere di manutenzione, il Consorzio delle Chiuse arresta lo scorrere dell'acqua per circa tre settimane.
Ed è in questo periodo che vengono effettuate visite guidate in alcuni tratti scoperti e sotterranei dei canali.
Il ricavato di queste iniziative andrà a costituire un fondo per progetti di illuminazione ed eventuale riapertura dei canali ove possibile, al fine di valorizzare l'intera opera ingegneristica delle Chiuse e dei Canali.

Canale-delle-Moline-Bologna-




Il tratto scoperto del Canale di Reno, che diventerà Canale delle Moline, inizia dall'affaccio sul ponte di via Malcontenti, dove è stato ricostruito il parapetto.

canale-delle-moline





Nelle foto l'affaccio è senz'acqua (ponte di via Malcontenti) e la visita si effettua camminando sull'alveo del canale, ma ho inserito anche foto con l'acqua, scattate alcuni anni fa.

Canale-di-Reno-Ponte-via-Malcontenti





GUAZZATOIO

La breve discesa del Guazzatoio è poco visibile.
Si trova dietro un cancello in via Augusto Righi e si può entrare solo in occasione di visite guidate, in quanto oggi è uno spazio privato.
Lo scivolo scende in quello che un tempo era il Guazzatoio appunto, una zona di beveraggio e lavaggio di cavalli e bovini, realizzato nel 1219, anno in cui venne aperta l'attuale Piazza 8 Agosto, un tempo Piazza del Mercato.
Il Guazzatoio a quel tempo era molto più ampio, perchè comprendeva quello spazio ora occupato dall'edificio di via Indipendenza, 43, a destra nella foto.

Canale-delle-Moline-Bologna





Scesi al Guazzatoio, l'alveo del canale prosegue verso la Finestrella di via Piella.

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LA FINESTRELLA DI VIA PIELLA

La famosa finestrella sotto al portico, è stata dimenticata per decenni e recentemente scoperta.
La sua storia è curiosa: era lo spioncino di guardia di un funzionario.
Quando i mulini erano funzionanti, per andare a vedere il livello dell'acqua e non compiere tutto il tracciato, il funzionario approfittava di questa finestrella.

Finestrella-di-via-Piella-Bologna





Noto la finestrella in alto a sinistra osservata dal canale: è meno affascinante del paesaggio che ci regala da via Piella.

Finestrella-di-via-Piella-Bologna



DA VIA PIELLA A VIA OBERDAN

Sempre su via Piella, dal ponte, l'affaccio sul canale in direzione via Oberdan.
In passato il canale era fornito di lavatoi privati con ponte levatoio, cioè tavolati di legno sospesi sul livello dell'acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.

 da via piella a via oberdan




In via Oberdan il terzo affaccio guarda indietro verso via Piella ed è riparato da cancelli, dove vengono appesi i 'lucchetti dell'amore'.

Canale-di-Reno-affaccio-di-via-OberdanCanale-di-Reno-affaccio-di-via-Oberdan



Dopo avere sottopassato via Oberdan il canale cambia direzione verso nord (cioè svolta a sinistra).
In questo punto vi è l'edificio al numero 45 di via Oberdan, edificio che prese il posto dell'Oratorio della Madonna degli Annegati, così chiamato perchè vi venivano esposti i cadaveri degli annegati nel canale, per essere riconosciuti.
La curva ad angolo retto infatti, faceva sì che i corpi dei tanti annegati che la corrente trascinava lungo il canale si fermassero nell'angolo, e lì venivano recuperati.
L'oratorio fu soppresso nel 1808 e trasformato nell'edificio attuale nel 1909.
Fu segato il muro dove era dipinta La Beata Vergine di Lippo di Dalmasio, e trasportata alla Basilica di San Martino.

Canale-delle-Moline-Bologna




In questo pozzo di luce interno curiosamente sono appese alcune Scarpe Volanti ↝ (Shoefiti), folklore adolescenziale che può avere diversi significati.

Canale-delle-Moline-Bologna





IL CANALE DELLE MOLINE

Dopo aver curvato a sinistra, il Canale di Reno prende il nome di Canale delle Moline e si allunga per 600 metri.

Canale-delle-Moline-BolognaCanale-delle-Moline-Bologna



Questo tratto di canale deve il nome al grande numero di ruote idrauliche che azionavano i mulini.
Qui una rara foto in cui compare una ruota idraulica in disuso, vista da via Alessandrini.

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 ©Paolo Mandrioli, ottobre 1971




Per tutto l'800 il canale scorreva del tutto scoperto. Le attuali coperture furono realizzate, in più tappe, durante il 1900.
Per secoli rimasero attivi fino a 18 mulini da grano dell'Università delle Moline (consorzio di mugnai), eretti sui salti d'acqua (alcuni artificiali) dovuti alla pendenza del suolo.

Canale-delle-Moline-Bologna





Dalla terrazza della bella → Caffetteria Opera, Caffè e Tulipani, che si trova in via Alessandrini, 7, si può osservare tutto l'anno il tratto scoperto del Canale delle Moline: l'alveo in secca e

Canale-delle-Moline-Bologna




l'alveo con l'acqua.

Canale-delle-Moline-Bologna




A sinistra, la terrazza della caffetteria vista dall'alveo del canale.

Canale-delle-Moline-Bologna





Lo scivolo delle Moline, in occasione della visita, permette di uscire dal canale su via Capo di Lucca.

Canale-delle-Moline-Bologna




Sulla via Capo di Lucca le casette comprese fra i numeri 9 e 25, costruite nel 1516 dall'Università delle Moline e delle Moliture, ospitarono i mugnai addetti ai mulini da grano operanti lungo il canale.
Alcune furono demolite dal bombardamento del 1944 e sono state ricostruite nel 1948-49.

Via-Capo-di-Lucca-Bologna-




Nella serata conclusiva della Notte Blu 2016, al Guazzatoio, ho calato la ninfea galleggiante sul Canale di Reno illuminato di blu. Le associazioni che insieme al Consorzio hanno organizzato l'evento hanno voluto che i partecipanti fossero i protagonisti di un gesto di buon augurio, per affidare all'acqua i propri sogni e desideri.

Canale-delle-Moline-Bologna










Bibliografia:
-Marcello Fini, "Bologna Sacra: tutte le chiese in due millenni di storia", ed. Pendragon
-cartigli blu dei canali, a cura del Comune di Bologna
-pieghevole "Bologna Città d'Acque", a cura di Stefano Pezzoli, Cecilia Ugolini, Sergio Venturi, Editrice Compositori 1998
-Tiziano Costa, "Il grande libro dei canali di Bologna", Costa Editore 2011.


Sitografia:

lunedì 22 ottobre 2018

LA CHIUSA DI SAN RUFFILLO - Bologna

(torna alla Chiusa di Casalecchio)



La CHIUSA DI SAN RUFFILLO è meno conosciuta di quella di Casalecchio, ma non meno importante. Si trova sulla via Toscana, al confine fra Bologna e Rastignano.


Chiusa-di-San-Ruffillo




Serve a immettere l'acqua del fiume Savena nel CANALE DI SAVENA, e regola l'afflusso dell'acqua dentro la città da sud-est, specularmente alla Chiusa di Casalecchio da sud-ovest.

Chiusa-di-San-Ruffillo-bologna





L'acqua, non potabile, serviva ad irrigare i campi e a produrre energia meccanica per i mulini e gli opifici.

Chiusa-di-San-Ruffillo-bologna




LA STORIA

Come sul Reno, anche sul Savena la prima opera di sbarramento era di legno; la prima struttura in muratura fu probabilmente realizzata intorno al 1250.
Oggi la vediamo completamente rivestita in cemento, lavoro tra l'altro recentissimo perchè è stato rinnovato nel 2017:
il piede d'appoggio, tutto il mantello di rivestimento e la parte a monte non visibile, sono stati consolidati.
In precedenza era stato fatto nell'immediato Dopoguerra, dopo che i tedeschi l'avevano demolita dalle fondamenta per mettere in crisi gli opifici (forza lavoro) e le campagne per l'agricoltura, in pratica misero in crisi l'intera città.

Lo scivolo è stato realizzato nella ricostruzione post-bellica, mentre i gradini furono realizzati dopo la metà dell'Ottocento.
Il canale con le due casette di guardia risalgono invece ad un momento precedente il 1913.

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L'interno della casetta di guardia con gli strumenti di manovra.

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L'edificio abbandonato al di là del ponte era la Casa del Custode della Chiusa. Nel progetto, che già ha restaurato la Chiusa e si concluderà nel 2021, anche questa casa verrà restaurata.

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Chiusa-di-San-Ruffillo-bologna





BATTAGLIA DI SAN RUFFILLO (saruffello)

Una targa posta su un caseggiato lato Chiusa spiega perchè nei pressi vi siano Via della Battaglia e Via della Bastia.
I fatti risalgono al 1361.
I Visconti, signori di Milano, approfittando di un periodo di destabilizzazione a Bologna dovuto alla fine della Signoria dei Pepoli, si fecero cedere la città dagli eredi Giovanni e Giacomo Pepoli.
Giovanni Pepoli diventò luogotenente dei Visconti ma dopo qualche anno cambiò idea e si fece nominare signore di Bologna.
Quindi i Visconti decisero di inviare le proprie truppe per riprendersi la città, le quali si accamparono a San Ruffillo realizzando una 'Bastia', cioè un luogo fortificato.
Ma a Bologna il Cardinale Albornoz aveva un buon esercito e pose fine alla dominazione dei Visconti.
I morti furono 700 di cui 200 bolognesi.


Chiusa-di-San-Ruffillo-bolognaChiusa-di-San-Ruffillo-bologna




IL PERCORSO DEL CANALE DI SAVENA

Ora vediamo come il Canale procede verso la città.

Percorso del Canale di Savena-Bologna




Il Canale di Savena è chiamato anche Canaletta del Savena per le sue ridotte dimensioni.

Chiusa-di-San-Ruffillo- bologna




 Costeggia le attuali via Toscana e via Murri, dove un tempo alimentava alcuni mulini, fra i quali, nell'ordine partendo dalla Chiusa:
1- il Mulino della Foscherara,
 che dava forza motrice a una cartiera; al suo posto oggi vi è un supermercato e, a memoria del vecchio mulino, è stata collocata una ruota in legno in prossimità della pista ciclabile.

zona ex Mulino della Foscherara
©eurospringengineering.it




2- Il Mulino Parisio,
 qui in una foto dell'inizio del 1900.

Chiusa-di-San-Ruffillo-Mulino Parisio




La ciminiera, rimasta integra per secoli, è stata parzialmente abbattuta a seguito del terremoto dell'Emilia del 2012.

molino parisio
Mulino Parisio  - ©Wikimedia-Lidia Montanari




 3- Il Mulino di Frino,
 in via di Frino, fra via Murri e i Giardini Margherita, oggi convertito in abitazioni.

Ex Mulino di Frino
Ex Mulino di Frino - ©Bologna Welcome



 In seguito il Canale di Savena attraversa i Giardini Margherita dove alimenta il laghetto.

Giardini-Margherita-Bologna




Uscito dai giardini, il Canale passa sotto la Chiesa di Santa Maria della Misericordia, davanti alla quale, prima della copertura, esisteva un tratto dotato di lavatoi pubblici.

Chiesa di Santa Maria della Misericordia
Lavandaie davanti alla Chiesa di Santa Maria della Misericordia - ©collezioni.genusbononiae.it



Quindi entra a Porta Castiglione e le sue 
acque si suddividono in altri piccoli canali che vanno a formare un reticolo nella zona est della città. 
In questo reticolo, in epoca medievale, entrarono in funzione i cartolari (produttori di pergamena), i pellacani (conciatori di pelli) e i filatoi da seta.

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Fiume Savena sotto al ponte di San Ruffillo


 La portata principale del canale di Savena si unisce al Torrente Aposa, il quale si immette nel Canale delle Moline, e il tutto va a formare (come già visto anche per il corso del Canale di Reno) il Canale Navile.








Fonti:
-resoconto visita guidata organizzata durante le giornate autunnali FAI 2018.

Sitografia:




venerdì 19 ottobre 2018

LA CHIUSA DI CASALECCHIO - Bologna

(torna ai Canali di Bologna)

via Porrettana, 187

La Chiusa di Casalecchio è di origine medievale, posta sul fiume Reno, ed è più imponente rispetto alla Chiusa di San Ruffillo, per il semplice motivo che il fiume Reno è quattro volte più grande del fiume Savena.


Chiusa-di Casalecchio-Bologna




All'entrata, su via Porrettana, è stata affissa una targa che ricorda il riconoscimento dell'UNESCO e dichiara la Chiusa di Casalecchio "Patrimonio Messaggero di una Cultura di Pace a favore dei Giovani".

Chiusa-di Casalecchio-Bologna





IL CIPPO DEL CANTAGALLO

Lungo il sentiero che porta alla Chiusa, lungo il primo tratto di canale, si trova il Cippo del Cantagallo (1723).
 Si trovava a monte della Chiusa per segnare la distanza entro la quale nessuno poteva eseguire lavori nel fiume senza autorizzazione del Consorzio. Nella foto appare il lato con lo stemma della città di Bologna.
E' stato spostato dalla sua sede nel 2010 per proteggerlo dal degrado. Si trovava infatti ormai molto distante dall'alveo del fiume, il che dimostra la capacità di un corso d'acqua naturale di spostarsi sul territorio.

 Chiusa-di Casalecchio-Bologna-Cippo-del-Cantagallo





LA STORIA DELLA CHIUSA

L'origine della prima Chiusa è databile tra il 1000 e il 1191, una palizzata di grossi legni conficcati nell'alveo.
Nel 1250 il Comune di Bologna progettò una Chiusa in pietra che integrò quella in legno.
I ruderi di questo manufatto, andati col tempo in rovina, sono ancora visibili, a fianco della casa di guardia.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




A valle dei ruderi si è creato un angolo caratteristico noto come Prà Znèin, Prato Piccolo, un'area dove sostare lungo il fiume.

Bologna-Prato Piccolo-Prà-Znèin





Fu il Cardinale Egidio Albornoz a ordinare la costruzione della Chiusa.
Nel 1400 e 1500 la Chiusa subì seri danni. 
Nel 1547 il pontefice Pio V affidò l'incarico dei restauri a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, che operò insieme al fisico bolognese Giovan Battista Guglielmini. E' a loro che si deve l'assetto attuale:
 uno scivolo lungo 160 metri e largo 35, con un dislivello di 8 metri.
La struttura venne per una parte ricostruita nel 1894, in seguito alla ↦ grande piena del 1893, che rese inutilizzabile il Canale.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




Ma vediamo precisamente di cosa si tratta:
l'opera sbarra il corso del fiume Reno, nel punto in cui il fiume arriva in pianura, a Casalecchio di Reno.
Dopo la rotta del Reno del 1893, venne costruito uno sfioratore di colmata, conosciuto come "Chiusa Nuova".

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




L'acqua, rallentata dalla Chiusa, favorisce l'origine del CANALE DI RENO.
Sul lato destro infatti, troviamo connessa la vera opera di presa chiamata Boccaccio (Grande Bocca), cioè l'apertura attraverso la quale alimentare il retrostante canale.
La presa è altrimenti detta INCILE, che deriva da incidere, cioè incisione nell'alveo avente soglia più bassa rispetto al piano di scorrimento, atta quindi a prelevare acqua anche in condizioni di scarsità.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna-Incile








Chiusa-di Casalecchio-Bologna





L'imponente "muraglia" che divide il canale dal fiume, non è solo un bastione divisorio, ma è un rivestimento di mattoni del sottostante galestro per difenderlo dall'erosione degli agenti atmosferici.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




Un'ultima porzione del complesso della Chiusa sono i paraporti idraulici, denominati scaricatori di fondo o sghiaiatori, strutture capaci di ripulire il canale dai materiali indesiderati, restituendo al fiume la ghiaia e la sabbia che depositandosi ridurrebbero la capacità dell'alveo.
In prossimità della Chiusa ne incontriamo due: vicino all'Incile vi è il primo denominato Stanza e in corrispondenza della casa del custode il secondo denominato Pra Znein, zona già nominata perchè vi sono i ruderi della prima Chiusa.

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Paraporto Stanza


Più a valle si trovano i Paraporti Scaletta, Verrocchio e San Luca.

Lo scolmatore di superficie del Paraporto Scaletta, più noto come "Casa dei ghiacci", consentiva, durante i rigidi inverni, di impedire il passaggio verso la città delle lastre di ghiaccio galleggianti che avrebbero potuto danneggiare le ruote idrauliche dei mulini.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




Nell'insieme, La Chiusa, l'Incile e i Paraporti, sono opere idrauliche collaboranti fra loro, dove l'acqua viene accellerata o rallentata, al fine di essere condotta con pendenza costante in città.

Nella gestione delle acque era fondamentale la figura del custode della Chiusa, che aveva il compito di interpretare i segnali dati dal fiume e di prevedere l'arrivo e la portata delle piene.
Visto il potere che aveva sul corretto flusso e conseguente funzionamento delle industrie, veniva considerato una delle maggiori autorità.
I primi custodi di cui si abbiano notizie certe furono i membri della famiglia Chierici, dal 1768 fino al 1966.
Risiedettero nella Casa di Guardia "Pracinino", costruita dall'ingegnere Ghedini nel 1829 per questo scopo.
Da qualche anno il lavoro di custode è affidato al geometra Davide Cella, che utilizza moderne tecnologie telematiche per monitorare in tempo reale la situazione dell'acqua.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




Ma chi sono i proprietari e paganti per le opere di manutenzione?
Sono proprietari tutti coloro che ne traggono beneficio diretto o indiretto; questi costituiscono i → Consorzi dei Canali di Reno e Savena in Bologna.



STENDHAL

Curiosamente serve citare ciò che scrisse Stendhal  sulla Chiusa, quando si trattenne per circa un mese nella città di Bologna:
"Vado quasi ogni mattina a Casalecchio, passeggiata pittoresca alle cascate del Reno: è il Bois de Boulogne di Bologna".
Naturalmente ciò che vedeva Stendhal nel 1816 era qualcosa di diverso da ciò che si vede oggi, il pendio era oltremodo completamente rivestito di legno.

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Chiusa-di-Casalecchio, antica stampa - ©Consorzi delle Chiuse



IL PERCORSO


Il Canale di Reno dopo 6 km entra in città presso un'opera denominata Opificio della Grada, e si separa in due rami nei pressi di via Marconi:
- il Canale delle Moline.
In pratica è sempre lo stesso Canale di Reno che cambia nome.

Questi canali, a loro volta, si diramano in altri piccoli canali, articolati con affluenti e defluenti, fino ad irradiare la parte ovest della città.

A nord di Bologna i due canali Cavaticcio e Moline si uniscono, in corrispondenza del Sostegno della Bova (zona di via Bovi Campeggi e via Carracci), e qui comincia a chiamarsi Canale Navile. 
Quindi il Navile non è altro che la prosecuzione del Canale di Reno dall'altra parte della città.

Il Canale Navile, un tempo navigabile, è lungo 39 km e si immette nel grande fiume Reno (restituendogli le acque) presso la località Passo Segni, nel Comune di Baricella, al confine con Ferrara.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




L'opera ingegneristica della Chiusa di Casalecchio e  della Chiusa di San Ruffillo, sono il risultato della secolare, costante manutenzione, e oggi, anche se non esiste più l'antico sistema industriale, il reticolo di canali si è convertito in una funzione di conservazione dell'equilibrio ambientale del suolo:
le funzioni principali sono quelle di portare acqua quando non c'è, o di portarla via quando ve ne è troppa per scongiurare i danni in occasione di forti precipitazioni.
Inoltre alimenta l'agricoltura della vasta area a nord della città.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna



Ed è bene inoltre ricordare che non è un semplice sbarramento, è un'opera più complessa che ha la doppia funzione di assestare l'alveo del fiume rallentandone il corso delle acque e convogliandone parte, depurata dai materiali di sospensione, nel Canale di Reno ugualmente scavato nella roccia.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna


Imponente e meravigliosa, la Chiusa di Casalecchio oggi si pregia di essere l'opera idraulica fluviale funzionante più antica del mondo.


                                                                                      la Chiusa di San Ruffillo



Bibliografia:
-Pieghevole "Appunti storici e notizie varie sulla Chiusa di Casalecchio", a cura di Fabio Marchi per il consorzio della chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno, editrice Compositori, 1998.
-Pieghevole "Acque nascoste a Bologna", a cura di Bologna Welcome.
-Pieghevole "Bologna città d'acque", a cura di Stefano Pezzoli, Cecilia Ugolini, Sergio Venturi, Per Regione Emilia Romagna, Ed. Compositori.
-Bell'Italia n. 5, settembre 1986, Ed. Giorgio Mondadori.

-resoconto visita guidata organizzata durante le giornate FAI autunnali 2018, con relatore Fabio Marchi, segretario del Consorzio della Chiusa e del Canale di Reno.

Sitografia: