domenica 26 maggio 2019

PARCO GIARDINO SIGURTÀ

via Cavour, 1 - Valeggio sul Mincio - VR


Il Parco Giardino Sigurtà, premiato come parco più bello d'Italia, misura 60 ettari.



Parco-Giardino-Sigurtà






Ci troviamo fra le colline che separano il Garda dal mantovano, su un rilievo che domina le anse del fiume Mincio.

Parco-Giardino-Sigurtà




La storia del parco inizia nel 1407, quando il patrizio CONTARINI acquistò la proprietà che aveva funzione puramente agricola.

Anche i successivi 190 anni della proprietà della famiglia GUARIENTI, mantenne la struttura agricola.

Nel 1626 la proprietà passò alla famiglia MAFFEI, che ne restò in possesso per 210 anni.
i Maffei portarono grandi modifiche: una dimora più grande e nobile e la trasformazione di diversi ettari della proprietà in un giardino all'inglese.

Parco-Giardino-Sigurtà
©www.villasigurta.org



La scelta dello stile del giardino fu influenzata dal poeta Ippolito Pindemonte, che nel 1792 era ospite e vide in quel luogo un'atmosfera romantica all'inglese.
Vennero così inseriti un tempietto (eremo) e un castelletto neo gotici. 

Alla morte di Maffei  la proprietà passò ai Nuvoloni per 93 anni, dal 1836 al 1929.
Fu un periodo di lento declino del giardino, a causa di divisioni ereditarie e disinteresse.

Nel 1941 l'industriale farmaceutico Giuseppe Carlo Sigurtà acquista la proprietà per 800.000 lire.
Il parco si presentava arido e abbandonato ma, grazie all'arrivo di una multa, Sigurtà scoprì che questa terra vantava del diritto di prelevare acqua dal Mincio.
Grazie a questa possibilità il parco fu riportato al suo splendore originario e non solo:
Sigurtà ne aumentò le dimensioni, da 22 a 60 ettari e lo aprì al pubblico nel 1978.

Tutto questo lo fece insieme al figlio adottivo Enzo, professore universitario e psichiatra.
Enzo, morto nel 2009, ha lasciato il parco in eredità ai figli Magda e Giuseppe, che ne curano attualmente la gestione.

LA VILLA

Oggi la villa non appartiene al parco e non è visitabile.
Viene utilizzata per matrimoni ed eventi.

Parco-Giardino-Sigurtà




IL PARCO


E' aperto da marzo a novembre e si può scegliere di muoversi all'interno con bici, trenino e golf cart, a pagamento.
Personalmente ho preferito a piedi, senza fretta, con pause caffè o ristoro nei numerosi chioschi con tavolini all'interno del parco.
In circa tre ore lo si vede tutto.

Parco-Giardino-Sigurtà




Attraverso un percorso ideale si vedranno:

IL VIALE DELLE AIUOLE FIORITE


Parco-Giardino-Sigurtà







Parco-Giardino-Sigurtà








Parco-Giardino-Sigurtà




L'EREMO

Il tempietto neogotico voluto dalla famiglia Maffei.

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IL CIMITERO DEI CANI

Attorno ad un laghetto riposano i cani della famiglia Sigurtà.

Parco-Giardino-Sigurtà





LA COLLINA DEGLI ULIVI


Parco-Giardino-Sigurtà




MONUMENTO A SIGURTA'

Realizzato dallo scultore Dante Carpigiani.

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La statua di Sigurtà osserva dall'alto i verdeggianti spazi aperti.

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Ovunque eleganti cespugli di ginepro.

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L'aglio da fiore (allium), una bellissima pianta da fiore strettamente imparentata con il comune aglio o cipolla dell'orto.

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Parco-Giardino-Sigurtà






LA MERIDIANA ORIZZONTALE

Venne realizzata nel 1990, progettata per avere una validità di 26.000 anni.

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LA VALLE DEI DAINI


Parco-Giardino-Sigurtà








Parco-Giardino-Sigurtà








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LA FATTORIA

Riaperta al pubblico nel 2009 per le attività didattiche degli alunni delle scuole.

La Pecora Veneta o Brogna.

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L'Asino San Domenico.

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La Gallina Ermellinata.

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Passeggiando amabilmente, le Galline Padovane tengono il passo facendo conversazione.

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IL BOSCHETTO DEI VERDI ACERI


Parco-Giardino-Sigurtà





VIALE DELLE ROSE


Parco-Giardino-Sigurtà





Questo celebre viale è l'immagine simbolo del parco.
Oltre 3.000 piante di rose, al momento della mia visita ancora in germoglio.
Sullo sfondo il Castello Scaligero di Valeggio sul Mincio, che sembra sorgere all'interno del parco, grazie ad un effetto ottico.

Parco-Giardino-Sigurtà





IL CASTELLETTO

Commissionato da Antonio Maffei, un tempo sala d'armi, vi sono conservate le memorie storiche e letterarie della famiglia Sigurtà.

Parco-Giardino-Sigurtà





A terra una lapide romana e, sopra le colonne, la pietra recante un invito alla fratellanza.

Parco-Giardino-Sigurtà





Un'altro tocco architettonico: il Leone di San Marco scolpito nella pietra.

Parco-Giardino-Sigurtà





La parete laterale del Castelletto oggi appare interamente ricoperta d'edera.

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LA PIETRA DELLA GIOVINEZZA

Incorniciata da bossi molto antichi, la pietra riporta l'inno alla giovinezza di spirito e di cuore, del poeta americano Samuel Ullman.

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LA GRANDE QUERCIA

Con un tronco di 6 metri di circonferenza è l'albero più antico del parco: 4 secoli d'età.

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LA GROTTA VOTIVA

Il luogo devozionale della famiglia.

Parco-Giardino-Sigurtà








Parco-Giardino-Sigurtà





IL LABIRINTO

Dopo sei anni di lavoro è stato inaugurato nel 2011 il Labirinto, su disegno di Giuseppe Sigurtà.
Una composizione geometrica con 1.500 piante di bosso alte più di 2 metri.


Parco-Giardino-Sigurtà





Una cupola al centro del dedalo, ispirata a quella del Bois de Boulogne di Parigi, per ammirare le geometrie del percorso.

Parco-Giardino-Sigurtà






Sullo sfondo il Castello Scaligero.

Parco-Giardino-Sigurtà





I GIARDINI ACQUATICI

Diverse vasche fanno da specchio agli alberi del parco e accolgono diverse specie di Ninfee.

Parco-Giardino-Sigurtà






La suggestione dei paesaggi di Monet.

Parco-Giardino-Sigurtà





Meraviglioso parco, dai tappeti erbosi perfettamente mantenuti.

Parco-Giardino-Sigurtà


E poi i fiori, le piante, gli stagni; si è valorizzato al meglio il paesaggio in cui si trova.

Seguendo la moda del landscape gardening, Ippolito Pindemonte (ospite della villa nel 1792) nel suo "Dissertazione sui giardini Inglesi", scriveva del desiderio di abbellire un terreno, in modo tale che "sembrar possa che la natura l'abbia in quella guisa abbellito essa stessa,...ma dando a quelle bellezze una perfezione e un finimento maggiore".

Parco-Giardino-Sigurtà



Il Parco Sigurtà, dall'anno 2000, continua a ricevere premi ogni anno.




                                    → Borghetto sul Mincio



                                → gli altri Diari di Viaggio



Bibliografia:
-Bell'Italia n. 96, aprile 1994, p.74
-plico informativo Parco Giardino Sigurtà


Sitografia:

lunedì 20 maggio 2019

SESTIERI SAN POLO E SANTA CROCE - Venezia

TERZO PERCORSO

(torna al secondo percorso)

aggiornato novembre 2020


Venezia-I-Frari



Il terzo e ultimo percorso:

1- I FRARI

2- SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO

3- CASA GOLDONI

4- CHIESA DI SAN POLO E Campo San Polo


Sestieri San Polo e Santa Croce - terzo percorso





I primi due siti sono strettamente connessi con l'epidemia di peste che colpì l'Europa alla fine del 1500.
Venezia sembra sia stata la prima al mondo ad adottare la quarantena, con ispezioni a bordo delle navi e un'attesa di 40 giorni presso l'Isola del Lazzaretto per gli equipaggi in arrivo.
Questa tecnica divenne uno standard per la salute pubblica, che nel corso dei secoli ha salvato moltissime vite.

1- I FRARI (Basilica di Santa Maria Gloriosa)


Venezia-I-Frari





 I Frari (frati minori francescani) intitolarono questa basilica a Santa Maria Gloriosa, cioè alla credenza dell'Assunta.
Contiene il monumento funebre di Tiziano Vecellio, che a questa chiesa ha dato inestimabile contributo.
La sua sepoltura rimane un mistero tutt'ora irrisolto.

Fu terminata nel XV secolo, in mattoni anzichè in pietra.

Venezia-I-Frari




La facciata è decorata con un rosone centrale e due laterali e modanature bianco rosse.

Venezia-I-Frari





Il campanile è del 1386.

Venezia-I-Frari




Contiene molti capolavori:
in primo luogo la pala d'altare di Tiziano dipinta nel 1518, "L'Assunta", al momento della mia visita in restauro e sostituita da una copia.

Venezia-I-Frari



La Madonna è dipinta mentre lascia gli spazi terreni e si eleva verso il cielo.
L'Assunzione di Maria in cielo è una credenza di alcune chiese cristiane, secondo la quale Maria vive in cielo non solo con l'anima ma anche con il corpo.

Venezia-I-Frari



Il Coro

Gli stalli del coro presentano un meraviglioso lavoro di intaglio.

Venezia-I-Frari






Venezia-I-Frari





La Sacrestia

Il trittico di Giovanni Bellini "Madonna in Trono con Bambino", 1488, è un incanto.

Venezia-I-Frari



Cappella Corner
"San Marco assiso in Trono", 1474, di Bartolomeo Vivarini.

Venezia-I-Frari



A metà della navata sinistra il monumento funebre al doge Giovanni Pesaro, di Baldassare Longhena.

Venezia-I-Frari



Il monumento è sollevato da figure in marmo nero con vesti bianche stracciate.

Venezia-I-Frari




Altro capolavoro, il Monumento funebre a Canova, un mausoleo piramidale in marmo bianco di Carrara, 1827.
Antonio Canova faceva parte della Massoneria e la piramide è il simbolo del Grande Architetto dell'Universo (la divinità suprema per i Massoni).

Venezia-I-Frari




 Venne eretto dai discepoli su disegno e modello che il Canova aveva preparato per Tiziano nel 1794.
La piramide ha una porta aperta che conduce alla camera mortuaria.
Sopra la porta due angeli sorreggono l'effige dello scultore circondata dal serpente, simbolo dell'immortalità.

Venezia-I-Frari



Davanti alla porta si vedono avanzare figure di donna che rappresentano la scultura piangente, la pittura e l'architettura.

Venezia-I-Frari




A sinistra il genio del Canova con la torcia spenta 

Venezia-I-Frari



e il leone di Venezia desolato.

Venezia-I-Frari







Venezia-I-Frari






Il monumento funebre di Tiziano si trova sulla destra appena varcato l'ingresso.
Tiziano morì di peste nel 1576, a novant'anni.
Le rigide regole dell'epoca per la quarantena non permettevano la sepoltura in chiesa, forse per Tiziano chiusero un occhio, ma non vi sono certezze e il luogo di sepoltura dell'artista rimane un mistero.

Venezia-I-Frari




Venezia-I-Frari




2- SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO

Nella seconda metà del Duecento, nell'Italia centro-settentrionale, nacquero confraternite laiche religiose, con finalità di culto e di mutuo soccorso.
A Venezia queste confraternite erano chiamate Scuole.
I loro membri appartenevano alla borghesia i quali, essendo esclusi dal governo oligarchico della Repubblica, potevano rivestire un ruolo di prestigio nella società veneziana.

Nel '400 vi erano vari tipi di scuole e pian piano, quelle artigiane, quelle di nazionalità (membri di nazionalità straniera) e quelle di devozione, andarono a formare le Scuole Piccole.
Quelle di devozione dei Battuti, che praticavano l'autoflagellazione pubblica come atto di penitenza, assunsero un ruolo dominante e divennero le Scuole Grandi, che erano 6.

La Scuola di San Rocco nacque nel 1478 come scuola dei Battuti e la profonda venerazione popolare nei confronti del santo, protettore degli appestati, lasciava ricche elemosine e la scuola divenne la più ricca confraternita veneziana.

La facciata, disegnata da Antonio Scarpagnino, ha cornici di marmi intarsiati, e dai capitelli sporgono figure scolpite.
Le ghirlande in fiore che cingono le colonne sono un segno del trionfo della vita sulla peste.

Venezia-Scuola-Grande-di-San-Rocco



Se la Basilica I Frari vede in primo piano Tiziano, la Scuola Grande di San Rocco ha come protagonista Tintoretto, che impiegò 23 anni per concludere il ciclo di dipinti che qui sono conservati.
La grande Sala Terrena è circondata da grandi dipinti dedicati ad episodi della vita della Vergine e dell'infanzia di Gesù.

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Le tele, dipinte dal Tintoretto, riguardano scene di disperazione e redenzione fra i sopravvissuti.
Qui i veneziani potevano andare a pregare per essere liberati dall'epidemia.

Il ciclo inizia dalla parete sinistra con "L'Annunciazione", dove gli angeli entrano attraverso un muro sgretolato mentre Maria è intenta a cucire.

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Il ciclo si conclude con l'Assunzione di Maria, una versione scura e opprimente rispetto a quella brillante di Tiziano custodita a I Frari.

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Salendo lo scalone dello Scarpagnino

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 si raggiunge la Grande Sala Superiore (detta la "Cappella Sistina" del Tintoretto) il cui soffitto è coperto di dipinti con scene dell'Antico Testamento.

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Vi sono specchi a disposizione del visitatore per ammirare il soffitto.
Colpisce "La Miracolosa Caduta della Manna nel Deserto".

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Alle pareti scene del Nuovo Testamento, non in ordine cronologico.

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La sala è elegantissima, con sedute lungo la linea perimetrale, dalle quali ammirare le opere.

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Sopra le sedute numerose sculture allegoriche in legno, di Francesco da Pianta, realizzate a metà del 1600.
Fra le tante si notano: a sinistra l'allegoria della Scultura, impersonata dal grande oratore Cicerone e, a destra, l'allegoria della Pittura, ovviamente impersonata da Tintoretto con i suoi pennelli.

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Attigua a questo grande salone, la Sala dell'Albergo, dove domina "San Rocco in Gloria" di Tintoretto, circondato dall'allegoria delle quattro stagioni con Felicità, Generosità, Fede e Speranza.
La Speranza si appoggia sul gomito, provata dalla Peste, viva per miracolo.
Tintoretto si aggiudicò la commissione del dipinto giocando d'astuzia: presentò un pannello per il soffitto dedicato al santo cui la scuola era intitolata, contrariamente ad altri che producevano una serie di schizzi.

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In questa sala si conclude il Nuovo Testamento con La Crocifissione.

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Salendo ancora le scale si aprirà la sala chiamata del tesoro, dove è custodito il Gioiello di San Rocco: un candelabro realizzato con un ramo di corallo.

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La CHIESA DI SAN ROCCO, attigua alla Scuola, possiede una bella facciata barocca, con un grande portale e statue di Giovanni Marchiori.

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Oggi la Scuola ha circa 300 confratelli fra uomini e donne, è attiva e persegue gli antichi compiti caritativi, oltre a curare il suo notevole patrimonio artistico.





3- CASA GOLDONI

Il commediografo veneziano Carlo Goldoni è stato colui che meglio rappresentò vizi e virtù della società veneziana del Settecento.
Laureato in Giurisprudenza, conosce attori e registi, chiamati allora comici e capocomici, e inizia a scrivere come poeta e compositore di testi teatrali.

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Questa fu la sua casa natale, in seguito visse in numerose case a Venezia e all'estero.

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Al piano terra una scala con colonnine in pietra d'Istria, inserita in una piccola corte, porta al primo piano, dove vengono ripercorse le tappe della sua vita.
Aperta al pubblico negli anni '50, è anche centro di studi teatrali.

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Gli attori all'epoca avevano la tradizione della Commedia dell'Arte, teatro di strada di stampo medievale, con l'uso di "canovaccio" e improvvisazione. Si inventavano le battute recitando con una maschera e muovendosi in maniera acrobatica (nascono da qui le maschere di Arlecchino, Balanzone, ecc...).

La riforma di Goldoni, considerato padre del teatro moderno, è quello di avere inventato un "carattere", dando identità al personaggio, che non usa più la maschera e il solo canovaccio, ma utilizza un "copione".

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I suoi testi possiedono un illuminismo popolare, che critica ogni forma di ipocrisia, dando importanza alla classe sociale dei piccoli borghesi.
Goldoni aspira ad un pacifico mondo razionale (matrice razionalistico-illuminista), conscio dei conflitti che possono sorgere fra le varie classi, convinto che un uomo si può affermare indipendentemente dalla classe cui appartiene, attraverso l'onore e la reputazione di fronte all'opinione pubblica.

L'intera sua opera racchiude tutta la vita della Venezia di quel tempo e dell'Italia contemporanea, attraverso un moderno realismo.

Il suo testo più importante è "La Locandiera", rappresentata a Venezia nel 1753.
E' la storia di una giovane locandiera, Mirandolina, che ha molti ammiratori e li tiene in sacco.

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Molto bello il teatro dei burattini e delle marionette, naturalmente del Settecento.

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4- CHIESA DI SAN POLO e Campo San Polo.



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Non la si nota, ma una volta entrati si capisce perchè valeva la pena rintracciarla.

Costruita in mattoni, è di origine bizantina, IX secolo.

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"L'Ultima Cena" del Tintoretto.

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Ma è la Sagrestia a colpire con il ciclo della Via Crucis, di Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista.

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Molto bello il dipinto con il Cristo dalle vesti strappate, deriso da spettatori.

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Sul soffitto la "Resurrezione di Cristo"

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 e "La Gloria degli Angeli".

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Campo San Polo prende il nome dalla chiesa omonima ed è la piazza più grande di Venezia dopo quella di San Marco.

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Nel 1493 il campo venne interamente pavimentato e venne sistemato il pozzo al centro. Dopo la pavimentazione venne utilizzato come luogo di mercati, fiere e grandi riunioni.

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A Campo San Polo nasce, nella grande casa di famiglia, Franco Basaglia, psichiatra e riformatore della grave situazione dei manicomi in Italia con la legge n.180 (vedi ↝ ex Ospedale Psichiatrico Roncati, Bologna).



Qui si concludono i Sestieri San Polo e Santa Croce, attraverso tre itinerari.
Tra calli, campi e campielli:
 Venezia, città unica al mondo.

Venezia





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