domenica 25 luglio 2021

PARCO LUNGO RENO

 BOLOGNA


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Porta sul Reno, Nicola Zamboni.

Il Reno attraversa la parte occidentale del territorio bolognese per circa 8 km, separando il quartiere di Borgo Panigale dai quartieri Reno e Navile.


Il Parco Lungo Reno, compreso nelle zone Pontelungo e Santa Viola, si inserisce nel settore centrale di questi 8 km, in un tratto di circa 2,5 km. 


L’accesso può avvenire attraverso diverse strade parallele al fiume. 
Sono entrata da via della Berleta, laterale di via Triunvirato, per poi percorrere il parco verso sud. 
Dalle mura di Bologna dista circa 4,5 km.

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©Google Earth -©mappatura Monica Galeotti





UN PÒ DI STORIA

Il settore centrale del parco intorno al Pontelungo, cioè alla via Emilia, è il più segnato dalla storia.

La via Emilia romana fu conclusa secondo la tradizione da Marco Emilio Lepido nel 187 a.C.

Sul Reno i romani costruirono un grande ponte di 18 arcate lungo circa 200 m. 
Danneggiato diverse volte dalle piene fu sostituito nel 1257 da un "Ponte Nuovo" di 21 arcate.

45 massi di macigno dei Colli Euganei e di marmo rosso di Verona, appartenuti all'antico ponte romano, furono rinvenuti nel 1845 nel letto del Reno.
Tre di questi massi sono conservati oggi al Museo Civico Archeologico, gli altri furono utilizzati per la pavimentazione della Basilica di San Petronio.

 Il Ponte Nuovo di 21 arcate, anch’esso più volte danneggiato dalle piene, venne rimpiazzato nell'Ottocento dall’odierno Pontelungo con 18 arcate.
Il Ponte Nuovo scomparso era tristemente famoso perchè vi si appendevano i condannati per impiccagione sino alla completa consumazione. 

Giovanni Barbieri, Il Ponte Nuovo 1840 ca. - ©Collezioni Genus Bononiae





Per secoli nei gruppi di case sorti ai lati del fiume vivevano coloro per i quali il fiume era la principale fonte di lavoro.

Così ebbe origine la comunità di Santa Viola, che ancora oggi dà il nome alla zona che si trova fra Porta San Felice e il fiume Reno (Pontelungo). 

I lavori esercitati erano tradizionali:
-i maccabreccia spaccavano con particolari martelli i ciottoli del fiume, per creare la "breccia", pietra a spigoli vivi usata per sistemare le strade comunali sterrate.

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Maccabreccia al lavoro - ©Fondazione Villa Ghigi



-i vallatori scavavano nel letto del fiume con picconi e badili separando sabbia e ghiaia con il "vallo", un setaccio fatto di quattro assi e una rete a maglie di differente larghezza, a seconda del materiale da selezionare.

-i birocciai trasportavano massi, ghiaia e merce in genere con il loro carro tirato da un cavallo.



Queste attività creavano altre attività locali nei pressi del ponte, come le botteghe artigiane di sellai, maniscalchi e costruttori di carri.


Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’estrazione di ghiaie e sabbie divenne automatizzata con macchinari che presero il posto del lavoro manuale (Cave di Reno).
I birocciai passarono alla guida dei camion e i vecchi mestieri scomparvero. 

Sino ai primi anni del Novecento Santa Viola era un vasto territorio rurale.
L’area in seguito divenne uno dei principali poli industriali bolognesi con la presenza di grandi aziende come Calzoni, Sabiem, GD e altre.

Stabilimento Calzoni 1834-1984 - ©Storia e Memoria di Bologna





PUNTI DI INTERESSE
Il parco concede una piacevole passeggiata incontrando vari punti di interesse.

1- VIA BERLETA
2- L’AMPIA GOLENA
3- PONTE FERROVIARIO
4- FOCE DEL TORRENTE RAVONE
5- IL PONTELUNGO 
6- I CAMPI DELLA RUZZOLA
 7- CANNE 
8- VIA ARETUSI
9- PORTA SUL RENO


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©Google Earth - ©mappatura Monica Galeotti









1- VIA BERLETA

Via Berleta, laterale di via Triunvirato, si trova in quella zona nota come "La Birra", per via della scomparsa Fabbrica Birra Bologna (di fronte alla chiesa), poi acquisita dalla Birreria Ronzani nel 1929.
La Birra è situata fra il ponte della ferrovia BO-MI e la tangenziale.

©Google Earth - ©mappatura Monica Galeotti



In passato la strada conduceva appunto ad una "berleta", greto incolto e cespuglioso con deposito di ghiaie e sabbie grossolane.

Oggi da qui si accede ad una delle zone più naturali del fiume.

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2- L’AMPIA GOLENA

Sulle sabbie cespugli di senape selvatica.

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In lontananza il ponte ferroviario.

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3- PONTE FERROVIARIO

È il 1857 quando papa Pio IX posa la prima pietra del ponte ferroviario sul fiume Reno, la linea storica Bologna-Piacenza-Milano e Bologna-Verona.
Nonostante le opere di protezione predisposte, crollò durante la rovinosa piena del 1894, che ispirò a Riccardo Bacchelli la novella "Il ponte della ferrovia".
Inoltre fu molto danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale.

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Vista panoramica del ponte, lato valle, sponda Milano.



Il ponte ha 15 campate, costruito con il tipico mattone bolognese pieno.
In affiancamento al ponte storico esistente altri due viadotti ferroviari a travata, in semplice appoggio in cemento armato precompresso.

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I viadotti moderni sono stati realizzati nel 2002-2003 e, inseriti alla destra e alla sinistra del ponte storico, andando quasi a nasconderlo. 
Su uno dei due corre la linea dell'Alta Velocità Roma-Bologna-Milano, sull'altro la linea FS Bologna-Pistoia, conosciuta anche come Ferrovia Porrettana che, subito dopo aver scavalcato il Reno, devia a sinistra per correre parallela alla via Porrettana

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Per ridurre i problemi dovuti alla interazione alveo/strutture, il fondo del fiume è stato in parte rifatto.

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Un improvvisato campo da tennis.

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4- FOCE DEL TORRENTE RAVONE

Dopo un percorso di circa 12 km il Torrente Ravone sfocia nel Reno.
Si origina nei pressi di Parco Cavaioni e scende fra le pendici coltivate della collina prima di scomparire sotto via di Ravone; attraversa in sotterraneo il settore occidentale della città e torna allo scoperto per costeggiare il lato nord dei Prati di Caprara in parallelo con la Canaletta Ghisiliera.
Infine, a breve, la foce a lato del viadotto ferroviario, nei pressi del tiro a segno.

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I ponti ferroviari assurgono a linea di separazione fra il tratto pedecollinare del Reno (dalla Chiusa di Casalecchio fino a qua, 6 km) e quello di pianura, che prosegue per altri 120 km prima di sfociare in Adriatico.

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 Oltrepasso i ponti e la fascia di vegetazione ripariale si restringe. 
Spiccano grandi pioppi e, fra gli alberi, suggestivi scorci sul fiume. 
All’epoca degli antichi lavori tradizionali la vegetazione era assente. 

©Google Earth - ©mappatura Monica Galeotti




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5- IL PONTELUNGO 

A valle del ponte si trova un tratto di greto, da sempre utilizzato come spiaggia dai residenti del Pontelungo.
Sino a metà del '900 nel fiume si sciacquavano i panni e i birocciai portavano a lavare i cavalli.

Bagni al Pontelungo, educatori e colonie estive, 1915 - ©Museo del Risorgimento




Il Pontelungo sulla via Emilia fu costruito fra il 1878 e il 1880 su progetto di Adriano Panighi.

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I quattro capi delle spallette vennero ornati da grandi statue di sirene di Carlo Monari (1831-1918), uno dei protagonisti della scultura bolognese di questo periodo, autore di numerosi monumenti sepolcrali alla Certosa.
Oggi le sirene soffrono i segni del tempo.

©Biblioteca Sala Borsa




Fu danneggiato da una grande piena nel 1893 e poi dalle incursioni aeree alleate dell'aprile del 1945.
Negli anni successivi fu ampliato e rimodernato con l'eliminazione della linea tranviaria e nuovi marciapiedi.

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Al ponte è legato il libro di Riccardo Bacchelli "Il Diavolo del Pontelungo", del 1927. 

Narra la vicenda di un prete che incontra il diavolo travestito, ma lo riconosce e si precipita a suonare le campane per avvisare la popolazione.

Vistosi scoperto, Satana svanisce al di là delle arcate del Pontelungo e abbandona Bologna.

È un ironico racconto sui fatti legati ai Moti dei Prati di Caprara del 1874, con il fallito tentativo da parte dei rivoluzionari Mikhail Bakunin e Carlo Cafiero, di realizzare un’insurrezione anarchica a Bologna.

L’insurrezione, che puntava ad allargarsi all’intera nazione, avrebbe dovuto prendere forma dalla riunione degli anarchici ai Prati di Caprara, a breve distanza dal Pontelungo.
L’insurrezione fallì e portò in carcere il giovane Andrea Costa.




6- I CAMPI DELLA RUZZOLA 

Oltrepasso il Pontelungo e percorro un'ampia zona golenale prativa impiegata per l'antico Gioco della Ruzzola, che consiste nel lanciare un disco di legno mediante una fettuccia di canapa.









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7- CANNE

Il parco è attraversato da sentieri che portano ad affacciarsi sul Reno, come quello che mi conduce a ridosso del ponte trafficato di viale Togliatti, un angolo periodicamente allagato dalle piene del fiume, dove trovano posto salici bianchi, pioppi e gruppi di canne.

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Altre erbe palustri dalle fioriture stagionali, fra le quali riparano i Germani Reali.

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8- VIA ARETUSI

Su via Aretusi vi è l'antico portale in muratura, affiancato da un gelso, che è quel che resta della villa del pittore Cesare Aretusi, distrutta dai bombardamenti nel 1944 e ricostruita come ristorante.

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Nella parte superiore, sopra l'iscrizione, si trovava un'affresco di Guido Reni, ospite in villa alla fine del '500, ora conservato nella Collezione Villani.

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9- PORTA SUL RENO

L'imponente portale in pietra serena (arenaria) dello scultore Nicola Zamboni si trova su un dosso che domina la sponda del fiume.
Fino ad ora ho percorso il Parco Lungo Reno sulla sponda lato Borgo Panigale, con i suoi numerosi punti di interesse.
La Porta sul Reno si trova sul lato Santa Viola. Continuando l'itinerario a piedi fin qui percorso, si oltrepassa il fiume tramite il ponte di via Togliatti, oppure si arriva da via Speranza di fronte al MAST.
L'area verde che circonda la porta è stata creata nel 1980.
La Porta è del 1984.



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Il Parco Lungo Reno è un meraviglioso esempio di riqualificazione urbana. 
Ho ritenuto di toccare alcuni punti di quelli segnalati dal pieghevole "Parco Lungo Reno" a cura dell'Associazione Villa Ghigi.
Vi sono naturalmente vari sentieri, sterrate e argini che permettono di percorrere il lungo fiume per quasi tutto il suo sviluppo, su entrambe le sponde.

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Bibliografia:


Sitografia:



mercoledì 14 luglio 2021

CHRISTIAN BOLTANSKI


Ci ha lasciato oggi Christian Boltanski.







Boltanski ha sempre mantenuto un forte legame con la città di Bologna:

fu protagonista della mostra antologica Pentimenti a Villa delle Rose nel 1997, in occasione della quale lasciò al museo l’opera Les Regards, appositamente realizzata in omaggio ai partigiani commemorati al Sacrario di Palazzo D’Accursio.

LesRegards © Christian Boltanski
Les Regards © Christian Boltanski





Autore dell’istallazione permanente A proposito di Ustica presso il Museo per la Memoria di Ustica nel 2007, una delle opere d’arte contemporanea più suggestiva e amate presenti a Bologna.

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 ©Christian Boltanski A Proposito di Ustica - ©foto Monica Galeotti




Nuovamente protagonista del progetto speciale Anime. Di luogo in luogo. Christian Boltanski a lui dedicato dalla città di Bologna nel 2017.

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©Christian Boltanski Anime. Di luogo in luogo
veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, 2017
©foto Matteo Monti




Nel 2018, infine, fu insignito della Laurea honoris causa in Discipline storiche e orientalistiche dall’Università degli Studi di Bologna.

Il Consiglio di Amministrazione, la Direzione e tutto lo staff dell'Istituzione Bologna Musei lo ricordano con rimpianto e commozione per la sua grande generosità umana e per la capacità di evocare con le sue opere, talvolta con toccante profondità, talvolta con delicata ironia, l’inestricabile intreccio tra i grandi eventi storici, la fragilità delle vite individuali e i processi di trasmissione della memoria.

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martedì 6 luglio 2021

VILLA SCARANI

via dell’Osservanza, 41 - BOLOGNA



La villa dei marchesi Scarani, fatta costruire da Niccolò Scarani per le sue vacanze, risale alla fine del Settecento e possiede grandi saloni affrescati, 
4 ettari di parco e due meravigliosi terrazzi belvedere sulla città di Bologna. 


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Si trova fra Villa Aldini e la Chiesa di San Paolo in Monte dell’Osservanza. 

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Viene utilizzata dai proprietari, che risiedono al primo piano, per matrimoni, convegni, sfilate e aperitivi.

Nei terreni circostanti vi è un oliveto dell’azienda agricola "Ca’ Scarani", dell’imprenditore agricolo Michelangelo Ranuzzi de' Bianchi, attuale proprietario della villa, con produzione di olio extravergine biologico. 

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Fa strano parlare di olio di oliva bolognese, in realtà già nel 1487 per le nozze di Annibale II Bentivoglio vennero offerti in dono 1500 libbre d’olio prodotto sui colli di Bologna.
La coltura infatti era molto diffusa in epoca medievale e oltre.
Ne è un esempio Oliveto, una piccola frazione a breve distanza da Monteveglio che fin dal X sec. prese questo nome per via della collina in cui si trova, Monte Oliveto, coperto da una vegetazione costituita da olivi. Vi erano gli olivi e anche il frantoio.

In seguito, dal '700 in avanti, il clima e i cambiamenti economici della città e la sua provincia ridussero gli oliveti.

In anni recenti, circa trent’anni fa, con il cambiamento climatico, quindi una temperatura più alta e un diverso tipo di pianta, comunque più resistente al freddo, si è deciso di tornare a inserire olivi nel bolognese. 

Per lo stesso motivo oggi ci sono oliveti addirittura in Valtellina e Friuli. 

Nella tenuta di Villa Scarani vi sono circa 1000 olivi. 
L’azienda fa parte di una rete di imprese, da Zola Predosa a Imola, che si pregiano di produrre olio IGP dei Colli Bolognesi.
Il frantoio più vicino è a Imola.



L'ENTRATA

Da via dell'Osservanza una strada alberata porta all'entrata della villa.

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LE SALE DEL PIANO TERRA

Gli affreschi che decorano le stanze e i soffitti dell’edificio sono attribuiti alla scuola di Antonio Basoli (1774-1843).

Prima sala a destra.

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Sulla sinistra una sala cui sono appese le piante, la facciata e gli spaccati del Palazzo Senatorio Ranuzzi.
La famiglia Ranuzzi, proprietaria di villa Scarani, lo fu anche di uno dei più importanti palazzi senatori, costruito probabilmente su disegno del Palladio, oggi sede della Corte d'Appello di Bologna.

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Una grande sala da pranzo dove, alle pareti, si notano alcuni ricami dell'Aemilia Ars, la manifattura artistica fondata dal restauratore e letterato bolognese Alfonso Rubbiani nel 1898.

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Dalle finestre la vista su San Luca.

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Prima di uscire sulle terrazze vi sono due ambienti speculari con dipinti in prospettiva e splendidi lampadari di Murano.

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IL PRATO TERRAZZATO


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Dopo il breve percorso alle stanze mi dirigo all'esterno.

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È questo il punto di forza della villa: 
due livelli di prato terrazzato e lo splendido panorama che guarda verso la città.


Il primo terrazzo.

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Il secondo terrazzo.

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L’occasione di sedermi qui ad osservare è stato un aperitivo organizzato da l’Associazione Succede solo a Bologna. 

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E sul far della sera, Bologna by night.

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 E San Luca che vuole la sua parte.

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