mercoledì 24 maggio 2017

FONTE DELLA DEA - Bologna

via d'Azeglio, 27



Un tempietto sconosciuto risalente alla fine del 700, nascosto in un cortile interno, è una curiosa scoperta.


Bologna-Fonte della Dea






Bologna-Fonte della Dea




Ancora in auge nei primi anni del 1900, era da tutti conosciuta come L'ACQUA DELLA MASETTA, che si andava a bere proprio qui.

Bologna-Fonte della Dea





L'acqua proveniva dalla Fonte Remonda di San Michele in Bosco, cioè quella che alimentava la Fontana del Nettuno. Come si può notare, il percorso coincide con via D'Azeglio.

Bologna-percorso fonte Remonda





Tale acqua serviva per purgare il sangue, in primavera, ed era pure indicatissima contro lo scorbuto.

Bologna-Fonte della Dea




La cura si avvaleva dei seguenti ingredienti:
il crescione, la cicoria, la fumaria, l'erba querciolo, l'archetto, la coclearia e i pampini di vite. Il tutto si pestava per estrarne un succo che doveva essere bevuto, nella dose di un bicchiere da tavola, per alcuni giorni di seguito, ogni mattina a digiuno.

Bologna-Fonte della Dea




Non poteva trattarsi di una cura malvagia, visto che forniva ai malati tante vitamine vegetali.

Bologna-Fonte della Dea




Ecco dunque spiegata la funzione originale di questo curioso tempietto classicheggiante (oggi ad uso privato), che incuriosisce chiunque passi davanti a questo portone.

Bologna-Fonte della Dea






Bologna-Fonte della Dea






Bologna-Fonte della Dea

Togliamo il disturbo e chiudiamo la porta, il grazioso tempietto scoperto per caso ha rivelato una storia davvero interessante.


         (grazie a Mirka per il contributo)




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martedì 16 maggio 2017

Gelateria - Cremeria Cavour (ex Funivia) - Bologna

piazza Cavour, 1 e via Porrettana, 158


aggiornato dicembre 2020

Uno dei migliori gelati di Bologna, forse il migliore.
Batterlo o avvicinarlo è difficile.
Gusti classici e gusti speciali con una cremosità unica.
Non a caso la denominazione è 'cremeria'.


Bologna-Gelateria-cavour




Il locale si trova sotto al portico di Palazzo Guidotti, davanti a un giardino pubblico con panchine: si rivelerà perfetto per gustare il gelato.
E' il giardino di piazza Cavour, quella piazza che nel 1971 ispirò Lucio Dalla nel comporre la canzone "Piazza Grande". Da una puntata di "La storia siamo noi" Dalla, che ha abitato vicino a questa piazza da giovane, rivela che la canzone non si riferisce a Piazza Maggiore bensì a piazza Cavour. La canzone infatti parla di "panchine e di "erba", che in piazza Maggiore non ci sono. 

Bologna-Gelateria-Cavour




Negli anni 70-80 la piazza aveva conosciuto un elevato degrado con lo spaccio di eroina, tanto che "in quei giardinetti era meglio non passare" la sera, ma anche di giorno. 
Oggi tutto è cambiato, il giardino è curato e accogliente e un poco del merito di questo cambiamento è dovuto alla gelateria, che qui apre i battenti nel 2008.

Bologna-Gelateria-cavour







Bologna-Gelateria-cavour





I più affezionati sapranno che il primo locale è in zona Saragozza, aperto nel 2001, a fianco a quella che era la 'funivia' che collegava Bologna al Santuario di San Luca. 
Anche qui la fila c'è sempre.

Bologna-Gelateria-cavour
Cremeria Funivia, zona Saragozza




Nel 2018, per festeggiare i 10 anni di attività, la gelateria di Piazza Cavour ha cambiato nome: "CREMERIA CAVOUR", ma non è cambiato niente, i gelati sono sempre gli stessi come anche la gestione.

Bologna-Cremeria-Cavour







Bologna-Gelateria-cavour




La fila perenne in queste gelaterie la dice lunga sulla bontà dell'offerta, cui vanno aggiunte le torte gelato, le granite e le meravigliose focacce con panna o gelato.

Bologna-Gelateria-cavour


Ho espresso un desiderio sulla bontà del mio gelato, ed è stato
esaudito.


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giovedì 11 maggio 2017

GAMBERINI - Caffetteria

via Ugo Bassi, 12 - BOLOGNA


aggiornato  2021

Gamberini è una caffetteria, pasticceria storica targata 1907; un locale bellissimo.


Vi sono sedute esterne davanti alle vetrine di via Ugo Bassi con servizio al tavolo, e sedute senza servizio davanti alla vetrina laterale su via Testoni.

Bologna-Caffetteria Gamberini





Senza maggiorazione anche i pochi tavolini all'interno.

Bologna-Caffetteria Gamberini





Buono il caffè, pasticceria super, molto piacevole ristorarsi in un posto così bello, mentre la gente passa sotto al portico.

Bologna-Caffetteria Gamberini





Gamberini è famoso per il momento dell'aperitivo, anche perchè dietro al banco per 10 anni ha avuto Celestino, il pluripremiato barman ferrarese, bolognese d'adozione. Ora non c'è più ma l'offerta non è disattesa.

Bologna-Caffetteria Gamberini







Una cascata di finger food non delude le aspettative.

gamberini_FOTO_Monica_Galeotti









Bologna-Caffetteria Gamberini



Gentilezza e destrezza nel servizio.


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martedì 9 maggio 2017

BORGHETTO SUL MINCIO



Borghetto è una frazione del comune di Valeggio sul Mincio ed è incluso nella lista de "I borghi più belli d'Italia".


Borghetto-sul-Mincio




Si trova ad 1 chilometro da Parco Sigurtà e da Valeggio, ai piedi del Castello Scaligero, che domina tutto.

Borghetto-sul-Mincio






IL PONTE ROTTO

Detto anche Ponte Rotto, attraversa il Mincio davanti a Borghetto: fu costruito in epoca medievale per formare un unico sistema difensivo col Castello di Valeggio.

Borghetto-sul-Mincio




IL CASTELLO SCALIGERO

Dal parco Sigurtà la torre del Castello Scaligero era ben visibile e suggestivamente sembrava ne facesse parte.

Il castello è posizionato sulla sommità di una collina dalla quale domina tutta la valle del Mincio.

Borghetto sul Mincio







Borghetto sul Mincio





Del castello rimangono le torri angolari e il mastio.

Borghetto sul Mincio







Borghetto sul Mincio





In epoca contemporanea si svolse una battaglia in cui Napoleone sconfisse gli austriaci nel 1796.

Nel 1954 sono state girate alcune scene del film "Senso", di Luchino Visconti.

Fra le poche case del borgo alcuni mulini sono situati proprio a cavallo del fiume.

Borghetto-sul-Mincio





E gli scorci sul fiume regalano atmosfera.

Borghetto sul Mincio



Nei pressi vi era la stazione della ferrovia Mantova-Peschiera.
Parte della sede di questa linea è stata reimpiegata per la pista ciclabile, lunga 43 km, che dalla città di Mantova arriva Peschiera del Garda e costeggia il fiume Mincio per lunghi tratti.



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MANTOVA



Mantova-





Il terzo e ultimo percorso:

1- CHIESA DI SANTA MARIA DEL GRADARO

2- PALAZZO TE

3- PALAZZO SAN SEBASTIANO (Museo della città)

4- TEMPIO DI SAN SEBASTIANO

5- CASA DEL MANTEGNA

6- CASA DI GIULIO ROMANO

7- PIAZZA VIRGILIANA


Mantova-itinerario






1- CHIESA DI SANTA MARIA DEL GRADARO


Si trova defilata dal centro storico. 
Il termine Gradaro è riconducibile alla parola latina cretarium, cumulo di creta, caratteristica del terreno dove sorge la chiesa.
Fu costruita nell'anno 1256 e dopo quattro anni fu aggiunto il convento.
Vi risiedevano canonici mantovani, poi alla fine del 700 divenne magazzino militare; durante la seconda guerra mondiale si trasformò in campo di concentramento e campo profughi.

Mantova-Chiesa di Santa Maria del Gradaro




Nel 1952 è stata acquisita dal comune di Mantova, restaurata e affidata alle Oblate dei Poveri di Maria Immacolata.

Mantova-Chiesa di Santa Maria del Gradaro







uno dei più bei palazzi italiani, merita una pubblicazione a parte.



Dal CHIOSCO RIFUGIO GRAFFER,
il Parco del Te e il Palazzo, dietro agli alberi.

Mantova-chiosco






Mantova-palazzo-te







3- PALAZZO DI SAN SEBASTIANO (Museo della città)


Mantova-Palazzo San Sebastiano





Il palazzo fu la dimora preferita del marchese Francesco II Gonzaga, il quale vi morì, nel 1519.
Fu marito della splendida Isabella d'Este, che persino Leonardo ritrasse; e l'Ariosto, il Bembo e il Tasso la esaltarono come una benefica dea.

Nel salone superiore vi erano le nove tele del Mantegna raffiguranti "I Trionfi di Cesare", oggi conservate ad Hampton Court presso Londra.
 Vi sono sette sezioni tematiche che raccontano i momenti più emblematici della storia di Mantova, attraverso varie opere.

Mantova-Palazzo San Sebastiano





Busto in terracotta di Francesco II, opera di Gian Cristoforo Romano, uno dei più importanti pezzi della collezione del museo.

Mantova-Palazzo San Sebastiano





L'opera più significativa è "Occasio e Poenitentia" di Andrea Mantegna, decorava la cappa di un camino a Palazzo Cavriani.
L'affresco vede un uomo con le braccia aperte che tenta di afferrare l'elusiva Occasio (Occasione), che ha le sembianze di una vergine con il volto coperto da uno spesso ciuffo di capelli (perchè essa non è conosciuta dall'uomo), la testa calva e le ali ai piedi.

Mantova-Palazzo San Sebastiano




L'uomo starebbe per cogliere l'occasione al volo afferrandole il ciuffo di capelli prima che essa scompaia: la sfera ai suoi piedi ne rappresenta infatti l'istabilità.
L'uomo è trattenuto dalla Poenitentia (Penitenza), in senso di virtù, collocata su un piedistallo quadrato simbolo di stabilità.
L'uomo sarebbe quindi una personificazione del pentimento, il cui esempio sembra voler essere un invito a non lasciarsi catturare dall'imprendibile fortuna, preferendo la prudenza e la virtù.

Mantova-Palazzo San Sebastiano






4- TEMPIO DI SAN SEBASTIANO

Si trova dall'altra parte della strada; fu progettato da Leon Battista Alberti e oggi adibito a Famedio dei Caduti per la Patria.

Mantova-Tempio di San Sebastiano






5- CASA DEL MANTEGNA

Poco distante l'edificio che Andrea Mantegna costruì nel 1476 su un terreno donatogli dal marchese Ludovico Gonzaga, probabilmente premio per gli affreschi della Camera degli Sposi.

Mantova-Casa del Mantegna





Il disegno architettonico è caratterizzato da un disegno geometrico perfetto: un cerchio incluso in un quadrato, in cui il cortile cilindrico e racchiuso in un corpo di fabbrica quadrato.
Oggi ospita esposizioni temporanee.

Mantova-Casa del Mantegna





Andrea Mantegna, chiamato a Mantova nel 1460, visse nella città fino alla morte, avvenuta nel 1506.

Mantova-Casa del Mantegna







6- CASA DI GIULIO ROMANO

Si trova al numero 18 di via Carlo Poma.
Uno dei primi esempi di edifici progettati da un artista per se stesso, una sorta di autobiografia in forma di edificio.

Mantova-Casa di Giulio Romano





Con opere di questo genere si voleva quindi sia innalzare il proprio status sociale, sottraendolo al concetto di artigiano di bottega e portandolo alla statura di intellettuale e nobile, a mostrare pubblicamente le proprie capacità artistiche e il proprio programma estetico, in una sorta di opera-manifesto.

Mantova-Casa di Giulio Romano







7- PIAZZA VIRGILIANA

Qui si conclude il percorso su Mantova.
Una bella e ampia area verde, voluta nel 1797 dal generale francese De Miollis per onorare il poeta latino Virgilio.

Mantova-Piazza Virgiliana





La devozione che Mantova riservò sin dai tempi più antichi a Virgilio, favorì l'inserimento nello stemma cittadino del busto di Virgilio laureato. Su alcuni edifici del centro storico si conservano gli antichi stemmi comunali, utilizzati in origine per segnare i confini delle piazze entro i quali si svolgeva il mercato. 

Mantova-Scudetto comunale con Virgilio
Stemma cittadino con l'immagine di Virgilio



Virgilio nacque nel 70 a.C. vicino a Mantova.
Morto a Brindisi nel 19 a.C., i suoi resti furono trasportati a Napoli sulla collina di Posillipo, anche se l'urna che conteneva i suoi resti andò persa nel Medioevo.

Mantova-Piazza Virgiliana




Sulla tomba fu posto il celebre epitaffio:
"Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua, rura, duces" - ovvero - "Mi generò Mantova, la Calabria (il Salento) mi rapì: ora mi custodisce Partenope (Napoli); cantai i pascoli (le Bucoliche), i campi (le Georgiche), i condottieri (l'Eneide).

Mantova-Piazza Virgiliana








Mantova-skyline








Mantova skyline



Mantova città di grande incanto, di storia antica, di insolito splendore.




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