lunedì 28 novembre 2022

CIMA CAVALLAZZA E LAGHI DI COLBRICON

PASSO ROLLE - TRENTO 


Un’escursione ad anello molto panoramica che raggiunge alcune ex postazioni di guerra sulle Cime Cavallazza Piccola e Cavallazza, e infine raggiunge i Laghi di Colbricon. 


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Il percorso prevede un tratto di seggiovia, ma c'è anche la possibilità di effettuare l'itinerario evitando la salita con la seggiovia.

Da Predazzo percorro in auto la Val Travignolo, superando Bellamonte e Paneveggio. 
Poco prima di Passo Rolle raggiungo il parcheggio della Malga Rolle, proprio a lato della strada.

Dal parcheggio a grandi linee posso intravedere il percorso: stazione a monte Seggiovia Paradiso, Cavallazza Piccola e Cavallazza. 

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CIMA CAVALLAZZA E LAGHI DI COLBRICON
percorso ad anello
Segnavia numero R02, 348 


Difficoltà: E
Dislivello: da stazione a monte seggiovia Paradiso a Cima Cavallazza 232 m
Tempo complessivo: ore 2,30
Lunghezza complessiva: 8 km circa


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Escursione GPS Relive - ©️didascalie Monica Galeotti 




Effettuo alcuni metri in discesa e salgo sulla Seggiovia Paradiso.

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Alla stazione a monte della seggiovia mi trovo nel bel pianoro di Cima Tognazza, a quota 2207 m.
A ovest le due cime dell'escursione odierna.

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A est le spettacolari Pale di San Martino, molto spesso nascoste dalle nuvole.

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Ha inizio il mio percorso.

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Scendo all'insellatura fra la Tognazza e la Cavallazza Piccola, nei cui pressi vi sono alcuni laghetti.

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La Cavallazza Piccola sembrava così vicina!
 Le prospettive cambiano in fretta in montagna, davanti a me un lungo sentiero a lastre di roccia mi porta in cresta. Le tracce sono poco evidenti e tengo d'occhio costantemente gli ometti di pietra.

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La Cavallazza Piccola presenta tre elevazioni.
Raggiungo la prima.

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Da qui vedo in una conca il bel Lago della Cavallazza. 

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Oltrepasso la prima elevazione della cresta e inizio ad incontrare resti di sentiero militare e trincee.

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Passo sotto una breve ma strapiombante parete, con rocce umide e nere.

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Una nicchia/rifugio militare per ospitare uomini, munizioni e viveri; nel dialetto locale sono chiamate "stoli". 
Noto che la nicchia è incorniciata da steli di bellissimi fiori: è l'Aconito Napello (Aconitum napellus L.)

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L'Aconito possiede un fiore tanto bello quanto pericoloso: è estremamente velenoso. 
Persino a contatto con la pelle è tossico.

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Raggiungo quindi la seconda elevazione, il punto più alto, 2310 m, corrispondente ad un torrione roccioso, un enorme sasso nero, dove sono state scavate caverne militari che guardano in tutte le direzioni.

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Gli austriaci realizzarono alcune difese, in seguito modificate dagli italiani, quando conquistarono queste cime.

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Da quassù è molto bello il panorama verso la conca di San Martino di Castrozza.

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Le corde fisse mi consentono di superare un piccolo tratto esposto intorno al torrione in completa sicurezza.

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Il tratto esposto.

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Oltrepasso la terza elevazione e scendo alla Forcella Cavallazza (2226 m).

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Raggiungo la forcella e inizio a risalire il monte della Cavallazza.
Il sentiero si impenna subito con qualche zig-zag su un pendio di sassi piuttosto faticoso.
Poi la pendenza si addolcisce fino alla cima.

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Sulla vetta una povera croce di legno con il filo spinato, a ricordare gli anni bui della Prima Guerra Mondiale.
Per arrivare qui ho impiegato circa ore 1,15 dalla seggiovia a monte.
Trovo il libro di vetta dove lascio il mio messaggio. 

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Posso vedere bene dall'alto gli splendidi laghetti di Colbricon.

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E le imponenti, spettacolari manifestazioni rocciose di Cima Colbricon e la lunga bastionata del Colbricon Piccolo.

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PERCORSO DI RITORNO 
Lascio alle spalle la Cavallazza e da ora in poi sarà sempre e solo discesa.

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La discesa è ripida per pendii sassosi con zolle erbose, meglio procedere a passi corti.

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Come scrive Erri de Luca nel suo breve vademecum "Accorgimenti alpestri":
"I passi corti permettono di recuperare l'equilibrio in caso di scivolata. Il passo lungo comporta la caduta. Poggiare tutta la pianta del piede anticipando l'appoggio di tallone. La tenuta del passo sfrutta l'intera suola e aumenta l'aderenza.
Un adagio ingannevole dice che in discesa vanno pure i sassi. Certo, ma bisogna evitare di andare come loro, i sassi".

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Comunque senza problemi particolari raggiungo i Laghi di Colbricon, quota 1927 m, e il rifugio omonimo.
(nella foto il lago maggiore)





Anatre selvatiche.
È il Germano reale femmina, con gli anatroccoli che nuotano dietro in fila.

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Qui in tutta la sua bellezza mostra lo specchio alare (speculum), piume secondarie situate nella parte interna posteriore dell'ala, di colore blu iridescente.

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Oltrepasso il rifugio con il Monte Colbricon sullo sfondo e intraprendo la mulattiera n.348.

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La facile mulattiera attraversa un bosco di conifere e mi riporta al parcheggio della Malga Rolle in 30 minuti.

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Note:

-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 28 agosto 2022 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.


-"Lagorai, escursioni scelte con annotazioni naturalistiche", di Giuseppe Borziello", con cartine itinerari 1:50.000, ed. Athesia, 1993.


-*per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi  Dolomiti presentazione


-le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna

  #prudenza in montagna




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lunedì 21 novembre 2022

CIMA CAURIOL

ZIANO DI FIEMME - VAL DI SADOLE (VAL DI FIEMME)


La Catena del Lagorai, già descritta in una pubblicazione dedicata, regala scorci molto diversi dalle vicine e più "nobili" Dolomiti, ma altrettanto belli e affascinanti.


Fra tutte le cime presenti, Cima Cauriol non è la più alta ma la più leggendaria: è stata teatro delle tristi vicende della Prima Guerra Mondiale ed è ambita da molti escursionisti. 


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Lo scorso anno 2021 avevo provato a salire ma una volta raggiunto Passo Sadole ero stata costretta a rientrare per il sopraggiunto maltempo, e questo è il post dedicato → da Ziano di Fiemme a Passo Sadole.


Quest’anno il meteo è stato dalla mia parte e andrò quindi a descrivere questa faticosa e meravigliosa escursione a Cima Cauriol. 


Si parte!
Arrivo a Passo Sadole (segnavia n.320) dopo circa due ore di cammino dal Rifugio Cauriol.

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Mi trovo alla base del Piccolo Cauriol, ma prima di salire mi fermo a pensare che
sulle cime di questa valle hanno combattuto gli austriaci e gli italiani durante la guerra del '15-'18. 
Famosi sono gli accessi al Monte Cauriol che hanno il nome di Via Italiana e Via Austriaca.


Sulla cima troverò le iscrizioni commemorative del più conosciuto avvenimento degli scontri avvenuti nel corso della guerra:
la presa di Cima Cauriol da parte degli Alpini dei Battaglioni Feltre, Val Cismon, Val Brenta e Monte Rosa, contro i reggimenti degli austriaci, avvenuta il 27 agosto 1916.


CIMA CAURIOL  2494 m
Percorso ad anello
Segnavia numero 320 e 302

Difficoltà: EE*
Dislivello: 442 m (+ 566 m della Val di Sadole)
Tempo: ore 3,30 (+ 3 ore della Val di Sadole)
Lunghezza: 3,6 km (+ 10,8 km della Val di Sadole)
(tempo e lunghezza complessivi)

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©escursione GPS Relive 3D - ©didascalie Monica Galeotti


Va da sé che salirò attraverso la Via Italiana, perché mi trovo a Passo Sadole. 
La salita attraverso la Via Austriaca si attua da Pian del Maseron, prima di Passo Sadole. 

Qui sul passo vi sono resti di postazioni militari. 
Le oltrepasso e inizio a seguire la "Via Italiana".

Il sentiero costeggia la base della parete est del Cauriol Piccolo.
Sullo sfondo la Cima d'Asta.

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Dietro di me Castel d'Aie.

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E a fianco le altre cime.

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A breve incontro un bivio dove una roccia con freccia dipinta mi indica a sinistra per il Cauriol.

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Da qui il cammino diventa faticoso perchè il sentiero sale rapidamente fino a raggiungere una conca erbosa.

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La conca è la base del vallone fra il Cauriol Piccolo e il Cauriol. 

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VIA ITALIANA

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©escursione GPS Relive 3D - ©didascalie Monica Galeotti




Qui trovo uno splendido esemplare di Genzianella delle Dolomiti (Gentianella Anisodonta), già incontrata sul sentiero del Monte Agnello.

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Oltrepasso la conca e un secondo tratto molto ripido mi porta alla Selletta Carteri (2343 m), intaglio che separa le due cime.

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La Selletta è così chiamata in onore del sottotenente Attilio Carteri, caduto il 27 agosto del 1916.
 Un palo con le indicazioni di marcia e, sullo sfondo, il Cauriol Piccolo.

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Da qui posso osservare i due valloni: quello della Via Italiana appena percorsa e quello della Via Austriaca che percorrerò in discesa.

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La "Via Austriaca".




Ora però salgo la cresta che porta a Cima Cauriol: è un percorso ripido a roccette.
Non è difficile ma bisogna fare un po’ di attenzione. 

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Sulla cima l’iscrizione commemorativa della presa degli alpini contro gli austriaci il 27 agosto 1916, e la targa ricordo del tenente degli alpini Francesco Giuntoli, medaglia d’argento al valor militare.

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Dietro la grande croce di legno trovo il libro di vetta della SAT, Società Alpinisti Tridentini, dove lascio il mio messaggio.

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In Italia normalmente la conservazione dei libri di vetta é delegata alle sezioni CAI, mentre in tutto il territorio del Trentino se ne occupa la SAT, che li raccoglie presso la Biblioteca della Montagna (via Manci, 57, Trento), dove si provvede a catalogarli e conservarli.

Chi trova il libro esaurito è invitato a consegnarlo al gestore del rifugio più vicino, il quale lo consegnerà in biblioteca.
Il gestore darà un libro di vetta nuovo a chi intraprenderà la successiva salita.

I contenuti dei messaggi sono molto vari; di solito viene riportata la partenza, la salita e la previsione di discesa. 
Queste informazioni diventano utili durante le ricerche di escursionisti dei quali si sono perse le tracce.

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La vetta è estremamente panoramica.

NORD
A nord Ziano di Fiemme, Predazzo e il percorso che attraversa tutta la Val di Sadole sino al Passo omonimo. 
In lontananza le Dolomiti della Val d'Ega e di Fassa.

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OVEST
La Catena del Lagorai che proviene dalla Panarotta.

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SUD
Il massiccio della Cima d'Asta.
Vista la contiguità geografica, viene considerato da alcuni un sottogruppo della catena del Lagorai, ma essendo costituito da rocce granitiche e non da porfidi, secondo la classificazione SOIUSA, dalla catena ne rimane escluso.

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La Valle del Vanoi.

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EST
La Catena del Lagorai che prosegue fino a Passo Rolle.

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Per il rientro torno alla Selletta Carteri e scendo verso nord, attraverso il ripido zig-zag della Via Austriaca.
In questo modo andrò a completare la traversata del Cauriol.

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©escursione GPS Relive 3D - ©didascalie Monica Galeotti



La via diventa quasi subito una pietraia di grossi blocchi, molti dei quali ricoperti di licheni, decisamente scivolosi in caso di pioggia, come è successo a me, ed ho cercato di evitare il rischio caduta procedendo lentamente a piccoli passi.

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Arrivo ad un bivio (2060 m circa) con l'indicazione per la Forcella Cardinal.

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Nei pressi trovo un cunicolo di guerra.

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Costeggio il versante nord del Cauriol Piccolo, che mi riporta in orizzontale al Pian del Maseron, dove riprendo il sentiero n. 320 (un tempo stradina militare) della Val di Sadole.

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IL RIFUGIO CAURIOL
Un caffè all’andata e uno al ritorno.
Al ritorno mi sono fermata per osservare i cimeli della Grande Guerra che conserva.
Questo piccolo museo fa parte della rete "Trentino Grande Guerra".

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Dalle parole di Carlo Zorzi, storico del luogo e figlio del primo gestore del rifugio Aldo Zorzi, intervistato da Federico Quaranta nella trasmissione RAI "Il Provinciale":
"Fu mio padre ad adattare questo edificio a rifugio nel 1968.
Allo stesso tempo iniziò la raccolta di cimeli della Grande Guerra provenienti dal Cauriol, Cardinal, Busa Alta; raccolta incrementata anche dai cimeli raccolti dagli escursionisti, che trovavano e portavano al rifugio".

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Oggi il rifugio, di proprietà del comune di Ziano e ristrutturato nel 2020, è gestito da Tommaso Pacher, il quale, nella stessa puntata, condivide l'idea di una montagna solitaria e poco sfruttata, naturale, integra come quella del Lagorai. 

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Conclusioni:
l'escursione è abbastanza impegnativa, occorre prudenza soprattutto se le roccette sono bagnate (o innevate).
Consigliato ad escursionisti di media esperienza senza capacità alpinistiche.
Riguardo la direzione del circuito ad anello ho seguito i consigli della mia preziosa guida "Lagorai" di Giuseppe Borziello, ereditata da mio padre.
 Posso confermare che: "la salita per la Via Italiana è certamente più varia e meno faticosa di quella per la Via Austriaca".








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Note:

-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 25 agosto 2022 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.


-Escursioni Lagorai, di Giuseppe Borziello, con cartine itinerari 1:50.000, ed. Athesia, 1993.


-*per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi  Dolomiti presentazione


-le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna

#prudenza in montagna



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Videografia:

→  "Il Provinciale. Val di Fiemme Comunità magnifica", con Francesco Quaranta, 12/03/2022. RaiPlay  (Rifugio Cauriol dal minuto 0:25 al minuto 0:31)




Sitografia:


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