venerdì 28 ottobre 2022

MONTE AGNELLO

Pampeago - Tesero (Trento)


La cima del monte Agnello è un crinale spoglio, facile da raggiungere, che permette di avere un panorama spettacolare sulla catena del Latemar e sulla catena del Lagorai. 


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DA PAMPEAGO AL MONTE AGNELLO 
andata e ritorno sullo stesso percorso


Segnavia numero 515
Difficoltà: E*
Dislivello: 202 m.
Tempo: ore 1,30 andata e ritorno
Lunghezza: 2,7 km.


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©escursione GPS Relive 3D - ©didascalie Monica Galeotti



Un anno fa ho effettuato l’itinerario ad anello alla croce del Monte Cornon salendo con la seggiovia Agnello.
Questa volta, con la stessa seggiovia, stazione a monte, ho la possibilità di deviare verso il sentiero 515 e proseguire verso la cresta del Monte Agnello.

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Per un tratto il sentiero è ripido ma ben tracciato.

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Mi accompagnano splendidi fiori: la Genzianella delle Dolomiti (Gentianella Anisodonta).
È una pianta di piccole dimensioni, diffusa dai 500 ai 2600 metri di altitudine.
La fioritura stellata, dal delicato colore azzurro-violetto, dura fino al mese di ottobre.

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Raggiungo così la cresta del Monte Agnello, che raggiunge i 2357 m. nel punto più alto. 
Sulla cima si trova il ripetitore radio amatoriale RU7 gestito dai radio amatori della Val di Fiemme insieme al ripetitore del soccorso alpino gestito dagli stessi.

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Pochi metri più in basso si trova invece il ponte ripetitore dei vigili del fuoco della Val di Fiemme.
Insieme al Monte Cermis, il Monte Agnello è uno dei più strategici posti dove distribuire ponti ripetitori. 

Ci arrivo rimanendo lungo il sentiero in cresta.

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Da qui posso ammirare il Latemar a NORD.

Ai piedi del Monte Agnello l'invaso Buse di Tresca per l'innevamento delle piste da sci sul gruppo del Latemar.

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NORD-OVEST
Mi sposto in senso antiorario e a nord-ovest trovo la Pala di Santa.

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SUD
Il Monte Agnello è una propaggine meridionale del gruppo del Latemar, insieme a Pelenzana, Pisancae, Monte Cornon e Pala di Santa. 
Ai piedi di queste montagne la Val di Fiemme e, ancora più a sud, la Catena del Lagorai.




SUD-EST
A sud-est vedo le Pale di San Martino.

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EST
Lascio le Pale e sposto lo sguardo ancora una volta in senso antiorario e a est trovo la Val di Fassa, la Marmolada, il Gruppo del Sella e il Sassolungo.
Che magnifica giornata!

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Al ritorno ripercorro il sentiero dell’andata e solo ora riesco a fare caso ai cespugli che mi circondano, mi rendo conto che sono numerosissimi: si tratta dell’ Ontano Alpino. 

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L'Ontano Alpino è un arbusto che può arrivare anche ai tre metri di altezza.
È considerata una pianta pioniera per via del suo apparato radicale che riesce a stabilizzare pendii in via di erosione.
Resiste alle slavine invernali, poichè si piega ma non si spezza.

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Raggiungo la stazione a monte della Seggiovia Agnello, segnalata oltre modo dalle installazioni artistiche del bellissimo museo a cielo aperto Respir Art.

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Respir Art, "Simulacro", di Federico Seppi, 2017.








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Note:

-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 24 agosto 2022 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.


-carta topografica Tabacco 029 - Sciliar/Catinaccio/Latemar - 1:25.000


-*per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi → Dolomiti presentazione


-le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna

→ #prudenza in montagna




Sitografia:



martedì 18 ottobre 2022

ANTICA SEGHERIA VENEZIANA STEGER SÄGE

 Bagni di Lavina Bianca - Tires (BZ)


La segheria veneziana a Bagni di Lavina Bianca presso Tires, si trova all’interno del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio.
È un edificio musealizzato diventato Centro Visite del Parco.


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La segheria si raggiunge da Bolzano (uscita Nord), Prato Isarco, poi direzione Tires. Infine, all'altezza di San Cipriano, si devia per Bagni di Lavina Bianca dove si trova un grande parcheggio.

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©google map - ©didascalie/tracciati Monica Galeotti



Per maggiore chiarezza:
al punto 1: Parco naturale Sciliar-Catinaccio
al punto 2: Centro Visite del Parco nell’Antica Segheria Veneziana Steger Säge.


1- PARCO NATURALE SCILIAR CATINACCIO
Il parco è un’area naturale protetta di 6796 ettari, primo dei 7 parchi naturali in Alto Adige.

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Nasce nel 1974 come tutela paesaggistica della zona dell’Alpe di Siusi e dall’anno 2003 anche il Catinaccio fa parte dell’area naturale.

Il Parco comprende territori dei comuni di Castelrotto, Fiè allo Sciliar e Tires.

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©google earth - ©didascalie/tracciati Monica Galeotti




I Parchi naturali tutelano gli habitat, le piante e gli animali.
È vietata l'attività edilizia, l'apertura di cave e miniere e vengono preservati per la ricerca, la formazione e l'educazione ambientale.
La mappa a seguire mostra i 7 Parchi naturali dell'Alto Adige.

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©mappa opuscolo Provincia Autonoma di Bolzano - ©foto e didascalie Monica Galeotti




2- CENTRO VISITE DEL PARCO NELL'ANTICA SEGHERIA STEGER SÄGE 

Le segherie dette "alla veneziana" si diffondono ai tempi della Repubblica di Venezia nelle zone ricche di legname e la denominazione permetteva di distinguerle da quelle "Angustiane" originarie dell’Europa centrale.

La segheria è un impianto azionato ad acqua, usato per ricavare le tavole dai tronchi, realizzato su modello di un disegno di Leonardo da Vinci.

La Steger Säge è del 1568 e rimase in funzione fino alla fine degli anni 1950.
È stata recuperata nel 1996 grazie ad un restauro che ha consentito il completo ripristino ed è perfettamente funzionante.

Si trova all'ingresso della Val Ciamin.
Il sentiero di questa valle porta al Rifugio Bergamo, Rifugio Alpe di Tires e Rifugio Bolzano (quest'ultimo più brevemente anche dal sentiero n.2 del parcheggio in ore 4 o da Siusi in ore 2,30).
Dal parcheggio anche i sentieri n.4 e 9 per la classica escursione del luogo a Monte Balzo.

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Entro nella segheria e mi accoglie il grande salone del piano superiore dove viene illustrata la sua storia. 
In primo piano la principale parte del macchinario: la grande lama taglia con precisione il tronco per ridurlo in tavole. 

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Trovo inoltre stazioni interattive che illustrano gli animali del parco.

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Ecco il Colubro d'Esculapio (Zamenis longissimus)
Vive nel parco e non è velenoso.
Il nome scientifico "longissimus" si riferisce alle dimensioni, può raggiungere una lunghezza di 170 cm.
Il suo nome volgare è dovuto a Esculapio, dio greco della medicina, rappresentato con un bastone, sul quale è intrecciato un serpente, simbolo della forza vitale che guarisce i mali.

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Al piano superiore l’abitazione del segantino.
Gli ambienti rispecchiano la tradizione artigianale alpina.

La cucina.

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La camera da letto.

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Mi dirigo nell’area esterna dove, attraverso un percorso definito, posso osservare la roggia per la derivazione dell’acqua.
La roggia è un canale artificiale di portata moderata proveniente da un corso d’acqua più ampio utilizzato per l’irrigazione e per alimentare i mulini ad acqua e piccole centrali elettriche. 

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Il troppopieno, per far defluire l'acqua in eccesso.

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La vasca per la decantazione.

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Il piano intermedio della segheria ricorda che  
per secoli l’energia dell’acqua ha determinato l’attività economica in montagna.

A Tires esistevano più di 40 impianti lungo i torrenti Ciamin, Schwaiger e Brei: segherie, mulini, e fucine.

Alcuni attrezzi fanno ricordare quei tempi e sono qui esposti:
attrezzi per fucine, mulini, segherie e per il trasporto del legno e la sua lavorazione.

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Qui si trova la parte meccanica più complessa dal punto di vista tecnico: l’avanzamento del carrello e la raccolta della segatura.

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Da dove deriva il toponimo Bagni di Lavina Bianca (Weißlahnbad), luogo in cui si trova il Mulino Steger Säge?
Deriva dall'edificazione di un albergo termale (bagni) che sfruttava l'effetto curativo dell'acqua sorgiva della zona, ad altissimo contenuto di calcio e magnesio.
Tale particolarità è dovuta all'acido carbonico contenuto nell'acqua che scioglie i minerali dolomite e calce, notoriamente bianchi.
Posso ben notare il bianco alveo del Torrente Ciamin che alimenta il mulino.

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La mia visita e documentazione del luogo è terminata, concludo questa splendida giornata (iniziata la mattina con le Piramidi di Collepietra) con un aperitivo alla Malga Ciamin che si trova davanti al mulino e un panorama da cartolina sulla via del ritorno con il gruppo del Catinaccio che incornicia la Val di Tires.

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Note:
durante i mesi estivi la segheria viene messa in funzione in giornate e orari selezionati; per assistere alla dimostrazione non è necessaria la prenotazione.
L'ingresso è sempre gratuito (con o senza dimostrazione).


Sitografia:


domenica 9 ottobre 2022

PIRAMIDI DI COLLEPIETRA

Collepietra - BOLZANO



Le Piramidi di terra di Collepietra sono immobili testimoni della bellezza di questo territorio.


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©foto Mirco Bianchi



Il paese di Collepietra si trova sopra la Valle di Tires. 
Si raggiunge attraverso una strada di montagna con 15 tornanti, che collega Prato Isarco (uscita Bolzano Nord) al paese di Collepietra.
Vi si può arrivare anche dalla Val di Fiemme, attraverso Passo Lavazè-Ponte Nova e salire lungo la strada LS 132 con altrettanti tornanti. 

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©google map - ©mappatura in rosso Monica Galeotti



Arrivo a Collepietra e sistemo l’auto nel parcheggio libero della piazza, di fronte ad un piccolo supermercato.

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Seguo le indicazioni che si trovano proprio accanto al supermercato e percorro un tratto di strada asfaltata prima di arrivare al sentiero: non è il massimo camminare sull'asfalto, d’altronde non sarebbe possibile avvicinarsi ulteriormente in auto e parcheggiare lungo la strada, si rischierebbe una multa salata!

Eccomi girare a sinistra, all’altezza di un antico fienile, al cui muro sono affisse le indicazioni dei due sentieri per visitare le piramidi:
 -un percorso breve di andata e ritorno, 1,3 km e 25 minuti di tempo, proseguendo a destra lungo la strada asfaltata.
-un percorso più lungo ad anello di 3,4 km percorribile in un’ora e 30 circa, che inizia a sinistra dietro il fienile.

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Non mi posso sbagliare, sul retro vi sono le chiare riproduzioni delle piramidi in miniatura, che danno inizio al percorso.
 Sullo sfondo lo Sciliar. 

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IL SENTIERO DELLE PIRAMIDI 
percorso ad anello
Sentiero n. 2


Difficoltà: E
Tempo: ore 1,30
Lunghezza: 3,4 km
Dislivello: 280 m


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©escursione GPS Relive 3D - ©mappatura Monica Galeotti



Scendo lungo il prato tappezzato di erba medica (Medicago sativa), detta anche erba Spagna.
È considerata la pianta foraggera per eccellenza, soprattutto come coltura da fieno o per produrre farine zootecniche attraverso disidratazione.

Il nome "erba medica", contrariamente a ciò che lascerebbe supporre, deriva dalla Media (Persia), antica provincia del primo impero persiano (odierno Iran nordoccidentale), da cui si pensa abbia origine.
Significa dunque "erba della Media".

Il nome specifico "sativa" è un aggettivo latino che significa "atto a essere coltivato".

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Il lontananza vedo già le piramidi. 

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Oltrepasso il cancello in legno ed entro nel bosco scendendo fin giù nella gola.

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Arrivo così al ponte in legno che attraversa l'alveo di un torrente asciutto.

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 Il sentiero è vario, ci sono gradini, si scende, si sale, a tratti è esposto, insomma è divertente ma adatto a bambini e adulti abituati a camminare.



Risalgo ed esco dal bosco.

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©foto Mirco Bianchi




Prati verdi, malghe e la vista sulla Valle di Tires. 

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La sezione Cichoriinae è una sottotribù della famiglia delle Asteraceae.
Di questa sottotribù fa parte la Cichorium Endivia che trovo nel prato, dal colore blu brillante.

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Oltrepasso il Maso Dosser-Hof e risalgo il sentiero, prima su asfalto...

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...poi per un breve tratto di bosco, seguendo le chiare indicazioni, dove la salita si fa di nuovo ripida.

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Quindi di nuovo sull'asfalto, ma qui passano solo le auto dei residenti.

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Infine trovo l’accesso in discesa del sentiero che mi porterà ad ammirare le piramidi da vicino; intravedo le punte di argilla e il paese di Collepietra lasciato poco fa.

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Eccomi alle piramidi e inizio ad osservarle da un bel percorso terrazzato.

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Come si sono formate?
Durante l'epoca glaciale il territorio di Collepietra era coperto da giganti masse di ghiacciaio.
Le piramidi sono colonne di argilla morenica formatesi con l'erosione dovuta alla pioggia e alla sciolta della neve nel corso dei millenni. 

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Sono alte fino a 30 metri, ciascuna delle quali porta sulla sommità una grande pietra, la quale impedisce che il terreno sottostante venga rimosso da pioggia e vento, andando così a generare, nel corso del tempo torrette e coni, diventati monumenti. 

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La loro formazione avviene per la presenza di un terreno particolare e condizioni metereologiche specifiche. 

IL TERRENO
Nel materiale morenico di cui sono composte è presente un'argilla di sabbia e limo con ciottoli e sassi nelle giuste proporzioni.
Se fossero presenti troppi ciottoli, l’argilla sarebbe permeabile e potrebbe franare facilmente.

Inoltre non vi è presenza di dolomie (il deposito risulterebbe troppo resistente) e di marne (il deposito risulterebbe troppo fragile). 

Naturalmente nel corso del tempo può avvenire che la piramide si assottigli per erosione, il masso soprastante crolla e la colonna si disfa.

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LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE 
Le piogge devono essere intense e distribuite in pochi giorni dell’anno per dare al sole il tempo di asciugare completamente la morena.
E non devono essere presenti venti costanti che potrebbero inclinare la pioggia rendendo inefficace la protezione del masso.

Infine è importante anche la forma del masso, perché se fosse ad esempio troppo arrotondato le gocce dell’acqua lo aggirerebbero scavando il deposito sottostante e facendolo cadere.


Più in basso il sentiero permette di passare in mezzo a questi spettacolari elementi naturali. 

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Proseguo nel mio percorso di ritorno, ogni tanto voltandomi indietro perché da qui le piramidi, sullo sfondo di un imponente Sciliar, diventano paesaggio da cartolina.

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Un affettuosissimo gatto nero mi accompagna per un breve tratto e poi mi saluta. 

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Raggiungo infine nuovamente il paese di Collepietra a recuperare l’auto.

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Note:

-il fenomeno delle piramidi di terra è diffuso nell'intera regione, in particolare sull'Altopiano del Renon, sopra Bolzano, e a Plata, vicino a Brunico.


-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 23 agosto 2022 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.


-*per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi  Dolomiti presentazione


-le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna

 #prudenzainmontagna





Sitografia: