martedì 31 ottobre 2017

IMOLA

Bologna


Imola si estende sulla sinistra del fiume Santerno, allungata sulla via Emilia, che la divide in due parti pressochè equivalenti.


Si trova anche fra Emilia e Romagna, il confine storico è attestato lungo il torrente Sillaro.
Pur legata amministrativamente a Bologna, si sente profondamente romagnola.

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E' stata uno degli epicentri del socialismo italiano, con Andrea Costa suo primo deputato (1882), e primo comune italiano ad amministrazione socialista (1889).

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Oggi la città è nota soprattutto per la presenza dell'Autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari, che fino al 2006 ha ospitato il Gran Premio di San Marino di Formula 1.

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Autodromo "Enzo e Dino Ferrari", 1986, fotocamera reflex Olympus OM1 - © Monica Galeotti




E' una piccola città, in una sola giornata si può visitare il centro storico in passeggiata, da Piazza Matteotti alla Rocca, e poi procedere fino all'Autodromo.

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Il percorso:

1- PIAZZA GIACOMO MATTEOTTI

2- PALAZZO del fascio

3- PALAZZO DELLA VOLPE

4- FARMACIA DELL'OSPEDALE

5- PALAZZO SASSATELLI

6- BIBLIOTECA COMUNALE

7- CATTEDRALE DI SAN CASSIANO

8- PALAZZO TOZZONI

9- ROCCA SFORZESCA


Imola-mappa





1- PIAZZA GIACOMO MATTEOTTI

 Gradevole e proporzionato spazio, risultato della riqualificazione urbanistica  di Girolamo Riario (marito di Caterina Sforza) fra il 1474 e il 1484. 
Girolamo Riario fu insignito del dominio sul Principato di Forlì e Imola.
Questo portò diversi vantaggi alla città, che fu abbellita con splendidi palazzi, molti dei quali su progetto del celebre Melozzo da Forlì, e luoghi d'arte.

PALAZZO SERSANTI (1480), già dimora della signoria Riario-Sforza e poi della famiglia Sersanti, presenta armoniche linee rinascimentali.
Oggi, di proprietà della Cassa di Risparmio di Imola, ospita la raccolta d'arte Margotti.

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Di fronte, il PALAZZO COMUNALE, due-trecentesco ma ristrutturato nel '700 da Alfonso Torreggiani e Cosimo Morelli.

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L'edificio si rivela sul fianco destro dove, nel 1230, con l'acquisto di una casa adiacente, viene inglobata al palazzo una torre, che divenne la torre del Comune con orologio.
Questo fa sì che alle spalle si sia formato uno spazio raccolto, piazza Caduti per la Libertà.

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Mi allontano da piazza Matteotti e inizio a percorrere la VIA EMILIA.

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2- PALAZZO del fascio.

Costruito durante la dittatura fascista.
In Italia la Costituzione Repubblicana prevede il divieto di usare simboli del fascismo, quindi sul pavimento della galleria del palazzo sono state tolte alcune tessere che mostravano il simbolo del potere fascista, il fascio littorio.

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3- PALAZZO DELLA VOLPE

Voluto da Girolamo Riario nel 1480, con la facciata principale su via Emilia n°140 e l'ingresso su via Orsini.

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Al numero 95 la 

4- FARMACIA DELL'OSPEDALE,

 che faceva parte dei beni dell'Ospedale di S. Maria della Scaletta, con quattro botteghe, granai e un portico a quattro arcate.
Nel 1927 l'architetto Gualtiero Pontoni impresse all'edificio un'impronta liberty.

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5- PALAZZO SASSATELLI, via Emilia 69.

Il palazzo si impone con la sua grande mole. Gli antichi signori della Rocca, gli Alidosi, furono i primi proprietari del palazzo che fu poi acquistato e ingrandito dalla potente famiglia dei Sassatelli.

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La severa facciata nasconde un ampio cortile interno, con porticato e loggia superiore lungo due lati.

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Il palazzo non era solo la sede della corte dei Sassatelli, ma alloggiava anche le milizie private che di qui partivano per scorribande sanguinose contro l'opposta fazione dei Vaini.

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6- BIBLIOTECA COMUNALE

Sull'altro lato, al numero 80, ha sede la Biblioteca Comunale, all'interno dell'antico Convento di San Francesco.

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La biblioteca gestisce un patrimonio librario di 480.000 volumi, come anche l'Archivio Storico della città. 

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Abbando la via Emilia e mi fermo alla 

7- CATTEDRALE DI SAN CASSIANO,

 in piazza del Duomo.
Sorge maestosa e isolata, quasi gigantesca nel contesto urbano che la circonda.

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Dedicata a San Cassiano, risale al XII secolo, ma si presenta del tutto rifatta da Cosimo Morelli (1781), che lascia tuttavia intatto il volume, l'immanenza e il peso dell'antica chiesa romanica.

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Bellissima la pavimentazione esterna, davanti la cattedrale.

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All'inizio della navata sinistra una pregevole fonte battesimale, di cultore toscano del primo '500.

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Nella 2𝖺 cappella destra, un mirabile Crocifisso ligneo, forse di provenienza spagnola (XV-XVI secolo).

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La Cattedrale di San Cassiano vista dall'Autodromo. 

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Prima di arrivare alla Rocca, volendo, si può fare una breve deviazione per visitare 

8- PALAZZO TOZZONI,

 una dimora nobiliare settecentesca donata al Comune, che ne ha fatto una casa-museo con una raccolta di collezioni d'arte.




9- ROCCA SFORZESCA,

 piazzale Giovanni dalle Bande Nere.

Del 1200, è la più rappresentativa delle fortezze romagnole.

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Eretta dagli Alidosi, viene ristrutturata con una trasformazione rinascimentale nel 1472 dalla signoria Riario-Sforza, aggiornata alle moderne esigenze di difesa dalle armi da fuoco, quindi si dota dei torrioni angolari circolari.

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La morte di papa Sisto IV, di cui Riario era nipote, segna l'inizio della crisi della signoria Riario-Sforza, fino all'assedio di Cesare Borgia, detto il Valentino.

Nel 1502 il Valentino ricorre alla consulenza di Leonardo da Vinci, per ispezionare le fortezze romagnole, fra cui quella imolese.
Ne è testimonianza una pianta di Imola che Leonardo stese, dove è ben visibile anche la Rocca.

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Il Valentino desiderava l'annessione diretta del dominio pontificio, e così fu.
 Con questo dominio la fortezza diventa carcere, situazione che si mantiene fino al 1958, quando si avviano i restauri e si destina il monumento a museo.

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Il museo è aperto dal 1973 e conserva una collezione di armi e di maioliche medievali.
Per orari e pagamento d'ingresso allego 

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Imola, nella pur breve stagione di Cesare Borgia (1499-1503), vede all'opera Leonardo da Vinci che, progettando migliorie alle fortificazioni, esegue un rilievo urbano che costituisce la prima mappa moderna di una città.



Bere e mangiare in zona → CAFFETTERIA DELLA ROCCA, all'ombra della Rocca.
                            → OSTERIA DEL VICOLO NUOVO, via Codronchi.















martedì 24 ottobre 2017

BIENNALE DI FOTOGRAFIA DELL'INDUSTRIA E DEL LAVORO


Bologna-Biennale-di-fotografia-dell'industria-e-del-lavoro-2017-Joan Fontcuberta

Bologna, 12 ottobre - 19 novembre 2017


La Biennale di Fotografia Industriale nasce a Bologna nell'ottobre del 2013, in concomitanza con la creazione del → MAST, Centro Polifunzionale e Spazio Espositivo, realizzato dall'imprenditrice e filantropa Isabella Seragnoli.


L'iniziativa è la prima al mondo dedicata alla fotografia industriale, quest'anno curata da François Hébel.

La mostra di espande in 14 sedi espositive storiche nella città.
L'accesso è completamente gratuito, ma è necessario ritirare il badge in piazza Nettuno o nelle sedi delle mostre.

Di seguito al completo le 14 esposizioni, anno 2017.


1 - JOAN FONTCUBERTA



L'artista è considerato uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea; docente, saggista e scrittore spagnolo.
Maestro nel manipolare la fotografia attraverso la quale riesce a dare una percezione distorta eppure plausibile della realtà, allo scopo di instillare il dubbio sulla veridicità della comunicazione.
Il confine fra realtà e illusione è spesso così sottile da non poter essere colto.

©Opera d'arte di Ivan Istochnikov negli anni '60 - Monica Galeotti©photo

Fotoindustria-2017-bologna





La mostra vede Ivan Istochnikov, cosmonauta russo, fotografato nella sua vita e nel suo lavoro sulla navicella spaziale Soyuz 2 che doveva agganciarsi alla Soyuz 3 nel 1968.

Ivan ascolta un commento della sua "ombra".
©Joan Fontcuberta - Monica Galeotti©photo

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Ivan e Kloka durante la loro storica attività extra veicolare.
©Joan Fontcuberta - Monica Galeotti©photo

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Scherzo postumo o SOS disperato? Un messaggio in una bottiglia di vodka fluttua nello spazio.
©Joan Fontcuberta - Monica Galeotti©photo

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In realtà Ivan Istochnikov è la traduzione in russo del nome del fotografo Joan Fontcuberta.

Il cosmonauta non è mai esistito, l'artista cerca di risvegliare il senso critico e dimostrare che le immagini non sempre rappresentano la verità (vedi Cosmonauti Perduti).
Ci fa riflettere sull'importanza di interrogare tutto perchè, dice:
"Se sono riuscito a farlo con una sola telecamera, pensate cosa può ottenere un governo con risorse illimitate".


Joan Foncuberta - ©sabiduriainutil



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2 - LEE FRIEDLANDER

Palazzo Paltroni, via delle Donzelle, 2.


Conosciuto per le sue immagini asimmetriche in bianco e nero aventi paesaggi sociali urbani degli Stati Uniti.
Inizia fotografando soggetti da copertina per album Jazz-Blues e immagini di nudo di Madonna, all'epoca studentessa e pagata 25 dollari per il servizio fotografico. Una delle immagini fu poi battuta all'asta di Christie's a 37.000 dollari.

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Le immagini qui mostrate ci restituiscono un'America al lavoro, a partire dagli anni '70, mostrando fabbriche e uffici.

Cleveland, Ohio, 1980.
©Lee Friedlander - Monica Galeotti©photo

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Friedlander, pur fotografando su commissione, ha sempre salvaguardato la propria libertà artistica.

©Lee Friedlander - Monica Galeotti©photo

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Boston, Massachusetts, 1986.
©Lee Friedlander - Monica Galeotti©photo

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Le sue testimonianze rappresentano una preziosa memoria dei processi di lavoro e degli strumenti utilizzati.

Boston, Massachusett, 1986.
©Lee Friedlander - Monica Galeotti©photo

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3 - JOSEF KOUDELKA

Museo Civico Archeologico, via dell'Archiginnasio, 2.


Nato in Moravia nel 1967, decise di rinunciare alla carriera di ingegnere per dedicarsi completamente alla fotografia.
Nel 1970 le sue fotografie dell'invasione di Praga da parte dei carri armati del patto di Varsavia, lo costringono a lasciare la Cecoslovacchia.
Quelle foto diventarono simboli internazionali, a testimonianza di quegli eventi.

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Riceve asilo politico in Gran Bretagna e diventa apolide, infine ottiene la nazionalità francese.
Negli anni 70-80 il lavoro è concentrato su Gypsies, il suo libro sugli zingari.
La sua opera è il frutto di un vagabondare solitario, libero da ogni vincolo, e caratterizzata dalla capacità di catturare lo spirito umano sullo sfondo di paesaggi malinconici.
Desolazione, abbandono, partenza, disperazione e alienazione, sono temi costanti nel suo lavoro.

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Alla fine degli anni 80 il fotografo decide di rivolgere l'obiettivo al paesaggio e alle sue trasformazioni ad opera dell'uomo contemporaneo (Rivoluzione Industriale), scegliendo un formato panoramico.
Nella mostra al museo Archeologico le più affascinanti foto dei maestosi paesaggi industriali.

©Josef Koudelka - Monica Galeotti©photo

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©Josef Koudelka - Monica Galeotti©photo

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©Josef Koudelka - Monica Galeotti©photo

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4 - MIMMO JODICE




Nasce a Napoli nel Rione Sanità e si avvicina alla fotografia negli anni 50.
Negli anni 60 collabora con Andy Warhol e dal 1970 al 1994 insegna fotografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli.
Negli anni successivi e fino ad oggi si susseguono le sue mostre personali nei musei di tutto il mondo.

Qui mostra le fotografie legate al suo impegno politico degli anni 70, quando ha messo il suo sguardo esperto al servizio della stampa di sinistra, per illustrare le condizioni del lavoro, soprattutto quello minorile, all'epoca molto diffuso.

©Mimmo Jodice - Monica Galeotti©photo

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Oggi questi scatti di Napoli dimostrano che la fotografia può avere un ruolo di testimonianza militante nell'ambito delle lotte dei lavoratori.

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Inutile ricordare che ↦ l'Oratorio della chiesa è un luogo magnifico.