lunedì 22 luglio 2019

PALAZZO FAVA DA SAN DOMENICO

via del Cane, 9 - Bologna


La famiglia Fava a Bologna è rimasta al centro della vita pubblica per nove secoli, ricoprendo incarichi al servizio della chiesa e dei vari governi che nel tempo si sono susseguiti. Sono conosciuti come grandi mecenati delle arti e delle scienze.


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Fra i numerosi palazzi e ville posseduti, il più importante è il complesso di via Manzoni, di grande prestigio perchè conserva gli affreschi dei Carracci.

La famiglia era numerosa e, suddivisa in vari rami, prendeva il proprio nome dalla diocesi più vicina.

In questa pubblicazione viene illustrato Palazzo Fava da San Domenico, ramo della famiglia così chiamato per la vicinanza all'omonima chiesa.

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Vi è un'altra particolarità:
lo stemma della famiglia Fava è composto da strisce verdi sormontate da un cane bianco.
Il cane quindi, animale totem della famiglia, dà il nome alla via in cui si trova il palazzo.

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Dal libro "Cronologia di famiglie nobili di Bologna", Pompeo Scipione Dolfi.



Il palazzo è poco conosciuto perchè la via è di scarso passaggio.

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Si affaccia su via Marsili e via del Cane.





LA STORIA


Giacomo di Giovanni Fava, giovane mercante iscritto all'Arte della Lana, costruisce il palazzo nel 1573.

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Non vi sono documenti che attestino la paternità del progetto, ma si dà per certo l'intervento dell'architetto bolognese Terribilia, cioè Antonio Morandi, celebre per l'Archiginnasio.
Il Terribilia morì nel 1568, quindi si presume abbia lasciato il progetto al figlio Francesco, il quale abitava davanti al palazzo.

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GLI INTERNI


Dieci anni dopo la costruzione del palazzo fu Girolamo Fava ad apportare migliorie:
affidò al pittore Cesare Baglione la decorazione dei fregi e dei soffitti.

Cesare Baglione fu un'artista originale e carismatico che lavorò moltissimo a Parma e Bologna, ma dei suoi lavori purtroppo rimane poco, a causa delle ristrutturazioni e dei danni bellici.


Le stanze del piano nobile presentano soffitti in legno a cassettoni con decorazioni a grottesche.
Qui illustrate le due maggiori delle sei presenti:
1- LA SALA DEL CAMINO
2- LA SALA DELLA PRESIDENZA


1-La Sala del Camino
E' l'ambiente più prestigioso, decorato interamente da Cesare Baglione.
Era il luogo destinato alle feste e al ballo.
Lungo le quattro pareti del fregio vi sono otto storie dell'Antico Testamento, due su ogni lato, incorniciate da riquadri con effetto a rilievo e sormontate da stemmi nobiliari.
I racconti biblici sono separati da figure allegoriche delle Arti Liberali, donne dai voluminosi corpi michelangioleschi che escono da nicchie dipinte.

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Gli episodi biblici non sembrano avere un filo conduttore. Luigi Malaguti sostiene l'ipotesi dei Dieci Comandamenti, illustrati con le conseguenze della loro trasgressione.
Se questa lettura fosse corretta, il ciclo pittorico sarebbe unico nel suo genere.

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Gli elementi religiosi del fregio convivono con gli elementi pagani del soffitto, dove sono dipinte eleganti grottesche.

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2-La Sala della Presidenza
Anche in questa sala affreschi meravigliosi, ma qui vi è l'intervento della bottega del Baglione.

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Dopo essere appartenuto alla famiglia Costa, il palazzo nel 1953 è passato alla Croce Rossa Italiana, Comitato di Bologna.

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In esposizione una barella con sistema a bascula, dei primi anni del '900.

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Nelle sale minori, adibite ad uffici amministrativi, dispiace notare il sistema di illuminazione inserito infelicemente nei soffitti di pregio.

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Una curiosità:
dalle finestre del palazzo si scorge la seconda casa in cui visse Lucio Dalla, in vicolo Mariscotti, dove si trasferì dalla casa natale di piazza Cavour e dove compose i primi capolavori.

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Il palazzo è visitabile saltuariamente attraverso le associazioni culturali presenti sul territorio.

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Bibliografia:
-Pompeo Scipione Dolfi, "Cronologia di famiglie nobili di Bologna", 1670.
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", 1976, ed. Alfa Bologna.
-Michele Danieli e Davide Ravaioli, "Palazzo Fava da San Domenico, Dimore Storiche Bolognesi", 2016, ed. Minerva Bologna.






lunedì 15 luglio 2019

PALAZZO MARESCOTTI BRAZZETTI

via Barberia, 4 - Bologna


Questo palazzo rinascimentale così importante si riconosce dalla facciata incompiuta: da via Barberia si vede solo il portico. Oggi è sede del DAMS, Dipartimento delle Arti, Musica e Spettacolo.


Palazzo-Marescotti-Brazzetti-bologna




Custodisce una storia medievale di distruzione e saccheggio.
A partire dal 1501, attraverso una serie di vicende e di vendette fra i Bentivoglio e i Marescotti, venne distrutto prima lo splendido Palazzo chiamato Domus Aurea, poi il Palazzo dei Marescotti.

Più tardi, a definire la cacciata dei Bentivoglio e chiudere la faccenda, intervenì il cardinale legato Francesco Alidosio, il quale costrinse, anche facendo uso della forza e della tortura, gli amici dei Bentivoglio a pagare forti somme per la ricostruzione del Palazzo Marescotti, ma pensò di tenersene una buona parte, ed è per questo che mancarono i soldi per terminare il palazzo.

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Questa preziosissima storia si trovava presso la superstite famiglia che ne permise un copia per la biblioteca universitaria, e poi a Giuseppe Guidicini.

Il tutto nel 1508, anno in cui fu inserito il bellissimo portale, probabilmente del palazzo dei Bentivoglio.

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Ma sarà l'ultimo discendente del ramo senatorio della famiglia, l'ambizioso e colto Raniero Marescotti, nel 1680, a ristrutturare, nei sette anni a seguire, gli spazi interni dell'edificio così come oggi li vediamo, decisamente barocchi, secondo lo stile dell'epoca.

Doveva ricalcare una architettura residenziale autocelebrativa.
Raniero approfittò della ricca dote ricevuta a seguito delle nozze avvenute nell'anno precedente tra Filippo Marescotti, suo nipote, ed Elena Pepoli.

Naturalmente, nella ristrutturazione vennero inseriti anche gli appartamenti per i novelli sposi.

Superato il portone medievale, all'interno una loggia e un ampio cortile.

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Fu l'architetto Gian Giacomo Monti, il più celebre e apprezzato del momento, già esperto per aver lavorato alla corte degli Estensi e dei Gonzaga, e a Bologna artefice dei Portici di San Luca, ad inserire il grande scalone scenografico, illuminato da grandi finestre che hanno dipinte prospettive illusionistiche.

Palazzo-Marescotti-Brazzetti-bologna



Due rampe simmetriche si fronteggiano.

Palazzo-Marescotti-Brazzetti-bologna







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Lo scalone permise di realizzare al piano nobile accessi indipendenti per gli appartamenti e un vasto atrio con balconata per il salone delle feste.

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Vediamo con ordine le cinque sale affrescate:

1- SALA DEL CAMINO

Un tempo Sala delle Udienze, nel 1682 viene dipinto il soffitto con
 "Felsina (Bologna) tra la Guerra e la Pace incoronata dalla Fama",
 ad opera di Marcantonio Franceschini.
Sotto Felsina, un leone e un agnello rappresentano un augurio di pace.

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Le quadrature intorno al dipinto sono di Enrico Haffner.

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2- CAMERINO DA TOILETTE

Un tondo a monocromo con "Tre Putti reggenti la Chioma di Berenice", all'interno di una variopinta cornice di Haffner.

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La Chioma di Berenice, elegìa del poema greco di Callimaco (300 a.C.), ben si addice a questa sala da toilette.
La versione latina di Catullo (I sec. a.C.), fu 
→ tradotta dal Foscolo nel 1803.

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La cornice di Haffner, particolare.

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3- SALA DELL'ALCOVA

"Venere che ha disarmato Cupido", del Franceschini.

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4- SALA DI DIONISO


Fa da anticamera al Salone da Ballo e vede l'affresco "Giove che affida Bacco fanciullo a Mercurio", di Domenico Maria Canuti, 1682.
Allude all'allontanamento di Raniero da Bologna.

Bologna-Palazzo-Marescotti-Sala-di-Dioniso







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Il contributo più importante nell'opera decorativa del palazzo arriva dai fratelli Antonio e Giuseppe Rolli, rispettivamente quadrista e figurista, che li vede al lavoro nel Salone da Ballo (oggi sala didattica).


5- SALONE DA BALLO


Insieme allo scalone monumentale, il salone è il pezzo forte del palazzo.
"Esaltazione della Casa Marescotti" è il grande affresco nel soffitto.

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Al centro le Allegorie "Sapienza" e "Gloria" a sostenere una Piramide.
Il Cerchio sulla piramide simboleggia l'Eternità.
Le Allegorie sono circondate da Putti con i simboli del potere militare e delle cariche religiose ricoperte dalla famiglia.

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Nei medaglioni ovali, agli angoli del dipinto, figure femminili rappresentano quattro luoghi:
1- la Scozia, regione dalla quale ritenevano di discendere i Marescotti.

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Le città dove risiedevano i vari rami della casata:
 2- Bologna,

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 3- Roma,

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 4- Siena.

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Nel 1709 Giovanni Battista Caccioli dipinse ritratti di famiglia sulle pareti.

Bologna-Palazzo-Marescotti-Salone-da-Ballo





Nel 1947, estinta la famiglia, il palazzo fu acquistato dal Partito Comunista Italiano, il quale, dopo averlo ristrutturato, vi collocò la storica sede del PCI, l'Istituto Gramsci e la Redazione dell'Unità.
Il PCI era il primo partito in città dopo la caduta del fascismo.

A seguito della caduta del muro di Berlino e conseguente scioglimento del PCI, nel 1991 diventa sede del giornale satirico "Cuore", diretto da Michele Serra, giornale divenuto indipendente e non più allegato al quotidiano dell'Unità.

Nel 1997 il palazzo passa all'Alma Mater Studiorum, che lo restaura dal 2003 al 2007.
Oggi i 5200 mq del palazzo ospitano il DAMS, Dipartimento delle Arti, Musica e Spettacolo, che qui ha la sua sede centrale.
Un vero privilegio assistere a lezioni universitarie in aule così belle.

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Per concludere: all'esterno, sotto al portico del palazzo, si nota la bella Madonnina della Provvidenza nel muro di chiusura, affrescata da ignoto.

Bologna-Palazzo-Marescotti-madonna-della-provvidenza







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Questa visita è stata possibile grazie alle giornate FAI di primavera 2019; normalmente si può accedere a piccoli gruppi facendone richiesta alla pagina dell'Università.






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Bibliografia:
-Tiziano Costa, "Bologna raccontata strada per strada", collana C'era Bologna, anno 2014, Costa Editore.
-foglio informativo del FAI
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", 1976, ed. Alfa Bologna

-resoconto visita guidata FAI


Sitografia:
-www.bolognawelcome/palazzo-marescotti-brazzetti
-www.baroqueart/discover
-www.originebologna/via-barberia-4





venerdì 12 luglio 2019

MUSEO CORRER - Venezia

piazza San Marco, 52



Il MUSEO CORRER è uno dei più importanti, illustra l'arte, la civiltà e la storia di Venezia.


Venezia-Museo Correr

Il museo ha origine con il lascito del nobile veneziano Teodoro Correr, morto nel 1830.
La sede originaria fu Palazzo Correr, poi il Fondaco dei Turchi, oggi sede del Museo di Storia Naturale.

In seguito, nel 1922, definitivamente, vi fu il trasferimento nell'attuale sede presso l'Ala Napoleonica e le Procuratie Nuove, cioè l'ex Palazzo Reale.

Bernardino Castelli, "Ritratto di Teodoro Correr".

Venezia-Museo-Correr
Antonio Canova (foto da Wikipedia)


Per capire al meglio la collocazione del museo è bene sapere cosa siano le Procuratie:
sono gli imponenti edifici che avvolgono su tre lati Piazza San Marco, così chiamate perchè vi alloggiavano i procuratori di San Marco.
Osservando gli edifici dalla Basilica, il lato destro è occupato dalle Procuratie Vecchie, al lato sinistro le Procuratie Nuove, al centro l'Ala Napoleonica (o Procuratie Nuovissime) che chiude la piazza a ferro di cavallo.

Venezia-Museo Correr

 Napoleone fece abbattere una chiesa su Piazza San Marco per costruire l'Ala Napoleonica e creare una grande sala da ballo.

Ma prima che il suo palazzo fosse completato dovette cedere Venezia all'imperatore asburgico Francesco Giuseppe (non prima di sottrarre alla città tutti i capolavori d'arte che si potevano trasportare).

Francesco Giuseppe completò i lavori agli inizi del 1800.
Egli era il marito dell'imperatrice Sissi, la quale fece arredare in modo sontuoso una serie di stanze.


IL PERCORSO


Il museo ricopre un'area molto vasta: l'Ala Napoleonica e le Procuratie Nuove, in pratica l'intero ex Palazzo Reale, prima di Napoleone, poi degli Asburgo.
Nel tempo la collezione si è ampliata, tanto da andare a creare e inglobare il Museo Archeologico Nazionale di Venezia nell'ala delle Procuratie Nuove.

SESTIERE-SAN-MARCO-Venezia




Ma procediamo con ordine:


 ALA NAPOLEONICA


L'Ala Napoleonica possiede un primo piano, al quale si accede mediante un monumentale scalone d'entrata.
In questa ala si trovano:
 1- la SALA DA BALLO
 e parte delle
2- SALE NEOCLASSICHE.

Venezia-Museo Correr




Lo Scalone.

Venezia-Museo Correr-scalone





Venezia-Museo Correr




1- LA SALA DA BALLO

Il sontuoso e ricco salone da ballo è un classico dello Stile Impero.
Venne progettato da Lorenzo Santi nel 1822 e decorato da Giuseppe Barsato nel 1838.
I lati brevi della sala hanno logge che poggiano su colonne corinzie in stucco con capitelli dorati, concepite per accogliere l'orchestra.

Venezia-Museo Correr-sala-da-ballo




In fondo alla Sala da Ballo si accede alle

 2- SALE NEOCLASSICHE,

 che iniziano nell'Ala Napoleonica e finiscono alle Procuratie Nuove.
Questa sezione museale raccoglie il legame di ANTONIO CANOVA con Venezia, sua città d'elezione.

Canova nasce a Treviso nel 1757 e muore a Venezia nel 1822, in una casa a pochi metri dal Museo Correr.
E' a Venezia che lo scultore inizia la propria formazione classicista, incontrando i primi sostenitori e committenti, che lo portano sulla scena internazionale.

Venezia-Museo Correr-
(foto www.wikipedia)



Per questo la Fondazione dei Musei Civici ha deciso di valorizzare l'opera del Canova allestendo una meravigliosa statuaria negli ambienti dell'ex Palazzo Reale.

Orfeo ed Euridice, 1776.
L'artista, appena diciottenne, crea la sua prima scultura 'in grande'.
Le statue si trovavano originariamente sui pilastri del cancello della villa del senatore Falier ad Asolo. 

Venezia-Museo Correr-Orfeo-ed-Euridice




Dedalo e Icaro, 1779.
Pochi anni dopo crea il capolavoro che gli permise di andare a Roma ed avere la definitiva consacrazione.
Nella splendida sala stile impero "Sala delle Vedute", del pittore Giuseppe Borsato, la scultura "Dedalo e Icaro" fu realizzata per il procuratore Pietro Vettor Pisani e il suo Palazzo Pisani sul Canal Grande.

Venezia-Museo Correr-Dedalo-e-Icaro


Il padre Dedalo, col dubbioso volto contratto, sta assicurando le ali, formate da penne tenute insieme con la cera, alle braccia del figlio Icaro, che lo asseconda con tranquilla fiducia, pregustando la gioia del volo che lo farà fuggire dal labirinto e dalle minacce del Minotauro.

Venezia-Museo Correr-Dedalo-e-Icaro



Dopo la sua morte Canova divenne personaggio di culto, come testimonia il Mobile Canova, allestito dal ricco commerciante veneziano Domenico Zoppetti, che riunisce strumenti di lavoro, disegni e cimeli personali appartenuti all'artista.

Venezia-Museo Correr-mobile-Canova



Incontriamo la "Venere Italica", 1804-1812, calco in gesso sempre del Canova, conservato in marmo alla Galleria Palatina di Firenze.
L'opera fu realizzata come compensazione per il trasferimento in Francia della "Venere de' Medici", rastrellata dai napoleonici (verrà poi recuperata con la Restaurazione, oggi si trova agli "Uffizi").

Venezia-Museo-Correr-Antonio-Canova-Venere-Italica



Le PROCURATIE NUOVE

L'itinerario prosegue interamente alle Procuratie Nuove, cioè l'edificio che va dall'Ala Napoleonica fino al Campanile San Marco.
Qui si esploreranno:
1- LE SALE IMPERIALI
2- LA CIVILTA' VENEZIANA
3- LA QUADRERIA
4- IL MUSEO ARCHEOLOGICO

Venezia-Museo-Correr




1- LE SALE IMPERIALI


Oggi il Museo Correr conserva le varie sezioni della storia di Venezia; quel che rimane e ricorda i vecchi fasti del Palazzo Reale, sono la Sala da Ballo e le Stanze dell'Imperatrice Sissi, riportate allo splendore originario dopo dieci anni di restauri.

Venezia-Museo-Correr


Le decorazioni di questi spazi risalgono al 1838, quando arrivò l'imperatore Ferdinando I, incoronato re del Lombardo-Veneto.
Ma soprattutto in funzione della visita di Stato dei giovani sovrani Francesco Giuseppe ed Elisabetta detta "Sissi", durata 38 giorni, nel 1856.
L'imperatrice poi abiterà qui nel 1861 per sette mesi e il marito la raggiungerà in treno da Vienna una decina di volte.

Sala dei Pranzi Settimanali.
Di evidente gusto neoclassico era la stanza dei pranzi non ufficiali.
Alle pareti affreschi policromi a candelabra.

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Sala del Trono Lombardo-Veneto.
Si realizza in previsione dell'arrivo dell'imperatore Ferdinando I.
Gli eleganti mobili impero sono originali.
Il lampadario in vetro con fiori policromi è muranese del secolo XVIII.

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Sala delle Udienze.
L'ultimo degli ambienti 'pubblici' risale all'epoca della Repubblica di Venezia, quando queste sale erano sede dei Procuratori di San Marco.
Per il soggiorno di Sissi e Francesco Giuseppe si rinnovano il pavimento in legno e la tappezzeria in rosso e crema.
Le dieci poltrone veneziane settecentesche conservano i broccati in velluto originali.
Il dipinto è di Pietro Menegatti, "Il Giuramento del Primo Doge Paolo Anafesto", 1845.
Il lampadario è di Murano.

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Boudoir dell'Imperatrice.
Questa piccola stanza da toilette è in finissimo marmorino grigio-azzurro, con intrecci di stucchi a ghirlanda.
In omaggio alle preferenze di Sissi spiccano ovunque mughetti e fiordalisi.
Sulla parete la "Toeletta di Venere".

Venezia-Museo-Correr-sale-imperiali


Camera da Letto dell'Imperatrice.
Il rinnovamento del 1854 comporta la posa della ricca tappezzeria neobarocca in blu e oro.
Scomparso il letto a baldacchino dell'imperatrice, oggi la camera è ricordata con il letto da riposo in puro stile impero del figliastro di Napoleone, Eugenio di Beauharnais.

Venezia-Museo-Correr-sale-imperiali




2- LA CIVILTA' VENEZIANA


In queste sale sono illustrati i diversi aspetti della civiltà veneziana: i ritratti di alcune personalità della Repubblica, la raccolta di monete, le piantine acquerellate dell'Arsenale.

Venezia-Museo Correr-la-civiltà-veneziana


Un aspetto importante è quello del rapporto che Venezia ha sempre avuto con il mare: una fortunata posizione geografica fra Oriente e Occidente.
Nelle sale modellini di navi, strumenti di navigazione e della vita di bordo.
Sulle pareti dipinti evocativi di grandi battaglie navali veneziane contro i turchi.
Un bellissimo dipinto del XII secolo è lo "Schieramento delle Flotte Veneziana e Turca".

Venezia-Museo-Correr-la-civiltà-veneziana


Le sale intitolate alle Arti e ai Mestieri fanno riferimento alle Corporazioni di Mestiere alle quali erano iscritti gli artigiani e i commercianti fino alla caduta della Repubblica.
Nelle vetrine vari oggetti, esempi della produzione artigianale, fra cui curiose calzature da donna (zoccoli o calcagnetti), molto alte per non sporcarsi sulle strade fangose.

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Zoccoli intarsiati in osso, manifattura veneziana, XVI-XVII sec.

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Scarpe femminili, manifattura veneziana, 1770-80.

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Un meraviglioso porta parrucche in legno dipinto, dell'arte dei Petteneri (parrucchieri), sec.XVIII.

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3- LA QUADRERIA


Tutto il museo si trova al primo piano. Un'unica zona si trova al secondo piano ad è La Quadreria, 19 sale con celebri dipinti in un allestimento di Carlo Scarpa.

Venezia-Museo Correr-Museo-Archeologico



Il ragazzo che si toglie una spina dal piede (scultore veneto, statua in bronzo, anno 1500 ca.) è la celebre riproduzione dello "Spinario", I secolo a.C.,  conservato ai → Musei Capitolini.

Venezia-Museo Correr-la-quadreria



Il percorso delle collezioni d'arte antica si conclude con la Biblioteca della Quadreria, con armadi in radica di olmo del 1700 con libri antichi di varia epoca e provenienza.

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4- IL MUSEO ARCHEOLOGICO


Le sculture antiche qui conservate sono un'insieme di donazioni a partire da quelle della
 → famiglia Grimani, che fin dal 1523 lasciò in testamento alla città di Venezia il frutto degli scavi eseguiti nei loro possessi romani.
Sono qui allestite dal 1923.

Venezia-Museo Correr-Museo-archeologico



Molte opere meravigliose degli scultori greci, come Prassitele e Skopas, sono andate perdute; le loro opere sono conosciute quasi esclusivamente attraverso copie romane, disseminate nei musei europei e spesso riconducibili ad un archetipo perduto, che gli archeologi hanno potuto identificare confrontando gli originali descritti dalle fonti.

Ecco allora alcune splendide sculture:

"Dionisos e Satiro", copia romana di un originale forse ateniese, seconda metà del II sec. a.C. (collezione Giovanni Grimani).

Venezia-Museo Correr-Museo-archeologico




I tre Galata, copie romane di originali di Pergamo, II sec. a.C. (collez. Domenico Grimani):
-il Galata in atto di cadere
- il Galata in ginocchio
- il Galata morto

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"Statua di Eros che incorda l'arco", copia romana dell'originale di Lisippo, 320 a.C. (collez. Giovanni Grimani).

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LA BIBLIOTECA MARCIANA


Il palazzo della Biblioteca Marciana fu costruito nel 1537, progettato da Jacopo Sansovino e completato nel 1588 da Vincenzo Scamozzi.
La Sala Monumentale costituisce il termine del percorso del Museo Correr e vi si accede direttamente dal Museo Archeologico.
Le sale di lettura sono state ricavate nell'adiacente Edificio della Zecca, costruito anch'esso dal Sansovino.

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(foto da www.quadricottero.com-indicazioni arancioni dell'autrice)

E' una delle più grandi biblioteche italiane e la più importante di Venezia.
Grazie a questa raccolta, Venezia fu il più importante centro dello studio dei classici greci, attirando i più grandi studiosi umanisti.

La Sala Monumentale è decorata da tele di Tiziano, Tintoretto, Veronese e altri pittori del Rinascimento.
Attualmente è sede di mostre.

Venezia-Museo Correr-biblioteca-marciana


Oltre a esemplari importanti di volumi antichi, manoscritti e codici, la biblioteca conserva una notevole collezione di mappe e atlanti, storici e attuali.
Inoltre conserva il Globo di Coronelli, abitualmente esposto nelle sale museali, oggi in restauro in modalità di cantiere aperto, per evitare i rischi legati al trasporto lagunare e permettere ai visitatori di seguire l'andamento.
Coronelli (1650-1718) fu un francescano italiano, cartografo ed enciclopedista.
L'intervento è finanziato grazie alle erogazioni liberali per il sostegno della cultura, tramite la piattaforma "Art Bonus".

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Con la biblioteca si chiude il percorso museale, un percorso articolato che mi colpisce specialmente per la statuaria greco-romana e quella neoclassicista del Canova.

Nel mondo classico l'uomo temeva, più che la morte, la dimenticanza di sè e delle proprie opere, quindi l'arte scultorea conserva un'idea filosofica.
Poi nell'Umanesimo e nel Rinascimento gli aristocratici, i principi e i cardinali scoprirono il gusto del collezionismo.
I musei ci raccontano anche questo: uno stimolo per indagare e comprendere passato e presente, un'eredità culturale, patrimonio di tutti.

Venezia-Museo Correr






Venezia-Museo Correr














Bibliografia:
-legende Museo Correr

Sitografia:
-www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sitoMiBAC/Contenuti/Mibac
-www.correr.visitmuve.it/it/il-museo/percorsi-e-collezioni/civilta-veneziana/
-www.wikipedia.org/wiki/Venere_italica
-www.wikipedia.org/wiki/Biblioteca_nazionale_Marciana
-www.artbonus.gov.it/cose-artbonus.html