PASSO ROLLE - TRENTO
Un’escursione ad anello molto panoramica che raggiunge alcune ex postazioni di guerra sulle Cime Cavallazza Piccola e Cavallazza, e infine raggiunge i Laghi di Colbricon.
Il percorso prevede un tratto di seggiovia, ma c'è anche la possibilità di effettuare l'itinerario evitando la salita con la seggiovia.
Da Predazzo percorro in auto la Val Travignolo, superando Bellamonte e Paneveggio.
Poco prima di Passo Rolle raggiungo il parcheggio della Malga Rolle, proprio a lato della strada.
Dal parcheggio a grandi linee posso intravedere il percorso: stazione a monte Seggiovia Paradiso, Cavallazza Piccola e Cavallazza.
CIMA CAVALLAZZA E LAGHI DI COLBRICON
percorso ad anello
Segnavia numero R02, 348
Difficoltà: E
Dislivello: da stazione a monte seggiovia Paradiso a Cima Cavallazza 232 m
Tempo complessivo: ore 2,30
Lunghezza complessiva: 8 km circa
Effettuo alcuni metri in discesa e salgo sulla Seggiovia Paradiso.
Alla stazione a monte della seggiovia mi trovo nel bel pianoro di Cima Tognazza, a quota 2207 m.
A ovest le due cime dell'escursione odierna.
A est le spettacolari Pale di San Martino, molto spesso nascoste dalle nuvole.
Ha inizio il mio percorso.
Scendo all'insellatura fra la Tognazza e la Cavallazza Piccola, nei cui pressi vi sono alcuni laghetti.
La Cavallazza Piccola sembrava così vicina!
Le prospettive cambiano in fretta in montagna, davanti a me un lungo sentiero a lastre di roccia mi porta in cresta. Le tracce sono poco evidenti e tengo d'occhio costantemente gli ometti di pietra.
La Cavallazza Piccola presenta tre elevazioni.
Raggiungo la prima.
Oltrepasso la prima elevazione della cresta e inizio ad incontrare resti di sentiero militare e trincee.
Passo sotto una breve ma strapiombante parete, con rocce umide e nere.
Una nicchia/rifugio militare per ospitare uomini, munizioni e viveri; nel dialetto locale sono chiamate "stoli".
Noto che la nicchia è incorniciata da steli di bellissimi fiori: è l'Aconito Napello (Aconitum napellus L.).
L'Aconito possiede un fiore tanto bello quanto pericoloso: è estremamente velenoso.
Persino a contatto con la pelle è tossico.
Raggiungo quindi la seconda elevazione, il punto più alto, 2310 m, corrispondente ad un torrione roccioso, un enorme sasso nero, dove sono state scavate caverne militari che guardano in tutte le direzioni.
Gli austriaci realizzarono alcune difese, in seguito modificate dagli italiani, quando conquistarono queste cime.
Da quassù è molto bello il panorama verso la conca di San Martino di Castrozza.
Le corde fisse mi consentono di superare un piccolo tratto esposto intorno al torrione in completa sicurezza.
Il tratto esposto.
Oltrepasso la terza elevazione e scendo alla Forcella Cavallazza (2226 m).
Raggiungo la forcella e inizio a risalire il monte della Cavallazza.
Il sentiero si impenna subito con qualche zig-zag su un pendio di sassi piuttosto faticoso.
Poi la pendenza si addolcisce fino alla cima.
Sulla vetta una povera croce di legno con il filo spinato, a ricordare gli anni bui della Prima Guerra Mondiale.
Per arrivare qui ho impiegato circa ore 1,15 dalla seggiovia a monte.
Trovo il libro di vetta dove lascio il mio messaggio.
Posso vedere bene dall'alto gli splendidi laghetti di Colbricon.
E le imponenti, spettacolari manifestazioni rocciose di Cima Colbricon e la lunga bastionata del Colbricon Piccolo.
PERCORSO DI RITORNO
Lascio alle spalle la Cavallazza e da ora in poi sarà sempre e solo discesa.
La discesa è ripida per pendii sassosi con zolle erbose, meglio procedere a passi corti.
Come scrive Erri de Luca nel suo breve vademecum "Accorgimenti alpestri":
"I passi corti permettono di recuperare l'equilibrio in caso di scivolata. Il passo lungo comporta la caduta. Poggiare tutta la pianta del piede anticipando l'appoggio di tallone. La tenuta del passo sfrutta l'intera suola e aumenta l'aderenza.
Un adagio ingannevole dice che in discesa vanno pure i sassi. Certo, ma bisogna evitare di andare come loro, i sassi".
Comunque senza problemi particolari raggiungo i Laghi di Colbricon, quota 1927 m, e il rifugio omonimo.
(nella foto il lago maggiore)
Anatre selvatiche.
È il Germano reale femmina, con gli anatroccoli che nuotano dietro in fila.
Qui in tutta la sua bellezza mostra lo specchio alare (speculum), piume secondarie situate nella parte interna posteriore dell'ala, di colore blu iridescente.
Oltrepasso il rifugio con il Monte Colbricon sullo sfondo e intraprendo la mulattiera n.348.
La facile mulattiera attraversa un bosco di conifere e mi riporta al parcheggio della Malga Rolle in 30 minuti.
→ MONTAGNE
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Note:
-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 28 agosto 2022 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.
-"Lagorai, escursioni scelte con annotazioni naturalistiche", di Giuseppe Borziello", con cartine itinerari 1:50.000, ed. Athesia, 1993.
-*per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi → Dolomiti presentazione
-le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna
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Conosco bene quel percorso e la descrizione è assolutamente coerente con la realtà. Segnalo solamente che il medesimo itinerario può essere fatto, senza faticare tanto di più, partendo a piedi da Passo Rolle evitando di utilizzare la seggiovia.
RispondiEliminaMaurizio
Certo Maurizio, la seggiovia può essere omessa, hai fatto bene a segnalarlo. Grazie
EliminaGilberto Volcan, Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino: L'impianto funiviario non funziona sempre ma solo durante il periodo centrale dell'estate e durante la stagione sciistica. Consiglio pertanto di non basarsi solo su questo. In effetti è meglio e più interessante partire da passo rolle, ove si lascia l'automobile, e da lì fare il giro ad anello. Da passo rolle (1984 m slm), lungo la pista di sci, si raggiunge la stazione di arrivo dell'impianto di risalita e da lì si percorre l'itinerario descritto. ATTENZIONE: ITINERARIO SOLO ESTIVO, DA NON FARE IN INVERNO. CON NEVE E GHIACCIO (QUINDI AUTUNNO E PRIMAVERA) L'ITINERARIO E' PERICOLOSO, SOPRATTUTTO NEL TRATTO ESPOSTO DELLA PICCOLA CAVALLAZZA E NEL TRATTO CHE DALLA FORCELLA TRA PICCOLA E GRANDE CAVALLAZZA SALE IN CIMA ALLA CAVALLAZZA. In quella zona negli ultimi due anni sono morte due persone per caduta. E' anche possibile saltare la piccola cavallazza, e - passando vicino al lago della cavallazza - raggiungere direttamente la forcella tra le due cavallazze.
RispondiEliminaItinerario molto bello paesaggisticamente, fate attenzione ai camosci, lì numerosi e confindenti. Al Lago grande di Colbricon vi sono alcuni pannelli che illustrano la frequentazione da parte dei primi Sapiens durante il neolitico. Nel lago, oltre ai germani, vi è anche il tuffetto, un piccolo uccello acquatico. Giusto per completezza: meglio parlare di specchio alare dei germani. Buona gita!
Salve Gilberto, grazie per le tue puntualizzazioni.
RispondiEliminaPer ciò che riguarda gli itinerari della montagna do per scontato siano da effettuarsi in estate, anche in virtù della data a pié di pagina in cui l’itinerario è stato percorso.
Anche nel link #prudenzainmontagna, sempre a pié di pagina, vengono riportati 10 consigli dedicati al trekking, mentre le escursioni sulla neve o sul ghiaccio, arrampicate e vie ferrate sono consigli a parte.
Sono attratta dalla flora alpina, che cerco di evidenziare nelle pubblicazioni: a mio avviso rendono la gita ancora più gratificante ed arricchente. Questo esclude a priori la frequentazione durante l'autunno e la primavera.
È vero, le piume interne dell'ala del germano sono lo specchio alare, io volevo riportare la parola latina (piume speculum), che per un errore di battitura è riuscita male: vado a correggere!
Ottimi i consigli da esperto del Parco Naturale, grazie ancora per l'attenzione!