giovedì 17 novembre 2022

JOSÉ SARAMAGO CENTENARIO

Il 16 novembre 2022 Josè Saramago avrebbe compiuto 100 anni.

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©Fondazione Josè Saramago



Per l’occasione nella sua "A Casa", come viene chiamata la sua ultima abitazione a Tías sull’isola di Lanzarote, ci sono state le porte aperte per la visita, per la lettura continuata nella biblioteca del libro "Le piccole memorie" e la musica di Juan Pablo Alemán al violoncello.

Infine un caffè portoghese e un brindisi.
Saramago avrebbe apprezzato.

Visitare la sua casa è il modo migliore per commemorare e celebrare questo grandissimo genio della letteratura.
 Casa diventata definitiva in seguito all’esilio volontario che lo condusse a lasciare il Portogallo per vivere a Lanzarote nel 1993.

Io la visitai nel 2019, fu un’emozione grandissima.

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"A Casa" di Josè Saramago, Tias, Lanzarote ©foto Monica Galeotti



Leggo i suoi libri e, nel frattempo, ho finito di leggere "Il Quaderno di Saramago", blog che lo scrittore aggiornava quasi quotidianamente, tenuto dal settembre 2008 al 2010.
Articoli e commenti da recuperare, da leggere e rileggere.

Il suo ultimo post si intitola "Né leggi, né giustizia", datato 14 febbraio 2010.
Poi la Fondazione intitola un ultimo post "Adeus Josè", scrivendo che venerdì 18 giugno 2010 Josè Saramago è spirato alle 12:30 nella sua casa di Lanzarote, all’età di 87 anni, dopo una lunga malattia.

Avendo salvato gli scritti che più mi avevano colpita, ho deciso per questa occasione di riportarne alcuni. 

Nonostante il tempo passato, Saramago è ancora godibilissimo e la forza della sua scrittura diventa potere per chi legge, il potere attivo che ci fa riflettere sulle persone e sul mondo.

©Fondazione Josè Saramago
©Fondazione Josè Saramago



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FINO A QUANDO?
di Josè Saramago - 15 maggio 2009

Duemila e cinquanta anni fa, giorno più giorno meno, a quest'ora o a un'altra, il buon Cicerone declamava la sua indignazione nel Senato romano o nel foro: "Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?, chiese una volta e molte altre ancora al perfido cospiratore che voleva assassinarlo e acquisire un potere a cui non aveva diritto. La storia è così prodiga, così generosa, che non solo citati eccellenti lezioni sull'attualità di certi avvenimenti passati ma ci lascia anche, a nostro uso, una serie di parole, alcune frasi che, per questo o quell'altro motivo, finiscono per radicarsi nella memoria dei popoli. La frase sopraddetta, fresca, vibrante, come se fosse stata appena pronunciata, è senza dubbio una di quelle. Cicerone è stato un grande oratore, un tribuno con grandi mezzi, ma è interessante osservare come, in questo caso, preferì utilizzare termini più comuni, che sarebbero potuti venire fuori anche dalla bocca della madre che chiamava il figlio irrequieto. Con l'enorme differenza che quel figlio di Roma, Catilina, era una carogna della peggior specie, sia come uomo sia come politico.

La Storia d'Italia sorprende chiunque. È un lunghissimo rosario di geni, siano essi pittori, scultori o architetti, musicisti o filosofi, scrittori o poeti, scopritori o inventori, una infinità di persone sublimi che rappresenta il meglio che l'umanità abbia pensato, immaginato, fatto. Non le mancarono mai catiline più o meno della stessa pasta, ma da questo nessun paese è esente, è la lebbra che tocca a tutti. Il Catilina odierno, in Italia, si chiama Berlusconi. Non ha bisogno di congiurare per il potere perchè è già suo, ha abbastanza denaro per comprare tutti i complici necessari, con inclusi giudici, deputati e senatori. È riuscito nell'impresa di dividere il popolo d'Italia in due parti: quelli che vorrebbero essere come lui e quelli che lo sono già. Adesso ha appena promosso l'approvazione di leggi assolutamente discriminanti contro l'immigrazione clandestina, mette pattuglie di cittadini a collaborare con la polizia nella repressione fisica degli immigrati senza documenti e, il peggio del peggio, proibisce che i figli degli immigrati siano iscritti all'anagrafe. Catilina, il Catilina storico, non avrebbe fatto di meglio. Ho detto prima che la storia d'Italia sorprende chiunque. Sorprende, per esempio, che nessuna voce italiana (almeno fra quelle arrivate al mio orecchio) abbia citato, con una leggera variazione, le parole di Cicerone: "Fino a quando, Berlusconi, abuserai della nostra pazienza? Sarebbe da sperimentare, chissà che non dia risultati e che, per questa ulteriore ragione, l'Italia non torni a sorprenderci.

(In seguito a questo articolo la casa editrice Einaudi, controllata da Berlusconi dal 1994 tramite il gruppo Mondadori, annunciò che non avrebbe pubblicato la raccolta dei suoi scritti denominata "Il Quaderno". Saramago decise quindi di passare l'intero corpus delle sue opere a Feltrinelli, tuttora l'editore italiano di tutti i suoi libri).




8 MARZO
di Josè Saramago - 9 marzo 2009

Ho appena finito di guardare in televisione manifestazioni di donne in tutto il mondo e nuovamente mi chiedo che mondo sventurato è questo in cui metà della popolazione deve ancora scendere in strada per rivendicare quello che dovrebbe già essere ovvio per tutti...
Mi arrivano notizie ufficiali da solenni istituzioni che dicono che a parità di lavoro la donna guadagna il sedici per cento in meno, e certamente questa cifra è alterata per evitare la vergogna di una differenza maggiore. Dicono che i consigli di amministrazione funzionano meglio se composti da donne, ma i governi non si azzardano a confermare che il quaranta per cento, per non dire il cinquanta, sia composto da donne, anche se, quando arriva il crollo, come in Islanda, le chiamano a dirigere la cosa pubblica e la banca. Dicono che per evitare la corruzione nell'organizzazione del traffico a Lima assumeranno vigili donne, perché è stato dimostrato che non si lasciano intimidire ne chiedono bustarelle. Sappiamo che la società non funzionerebbe senza il lavoro delle donne, e che senza le conversazioni delle donne, come già scritto tempo addietro, il pianeta uscirebbe dalla sua orbita, né la casa né chi la abita avrebbero la qualità umana che le donne portano, mentre gli uomini passano senza guardare, o, guardando, non si rendono conto che si tratta di un affare per due e che il modello maschile non serve ormai più. Continuo a guardare manifestazioni di donne per strada. Loro sanno quello che vogliono, questo, non essere umiliate, trattate come oggetti, disprezzate, assassinate. Vogliono essere apprezzate per il loro lavoro e non per le contingenze di ogni giorno.

Dicono che i miei personaggi migliori sono donne e credo abbiano ragione. A volte penso che le donne che ho descritto siano modelli che io stesso avrei voluto seguire. Forse sono solo esempi, forse non esistono, ma di una cosa sono certo: con loro il caos non si sarebbe insediato in questo mondo perché da sempre conoscono la dimensione dell'umano.



ALLA RICERCA DI SENSO, NELL'INSENSATO MOTIVO DELLA VITA
di Josè Saramago - 8 luglio 2009

Nonostante il tempo, tanto, tanto, il vecchio che oggi sono contempla con gli stessi occhi innocenti le montagne e il fiume di Castril, le vie strette e abbarbicate del villaggio, le case basse, gli ulivi che gliene ricordano altri alla cui ombra si rifugiava in passato e i cui frutti ha raccolto, i sentieri tra erbe e fiori, qualche animaletto spaventato che corre a nascondersi, lasciando dietro di sé la rapida agonia di una pianta strappata al suo passaggio. Alcune persone passano la vita alla ricerca dell'infanzia che hanno perduto. Credo di essere uno di loro.



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