lunedì 24 luglio 2023

LA CONCA DI BY

Ollomont - Val d'Aosta


La Conca di By si trova a 2000 m di altitudine, circondata da un'anfiteatro di montagne che superano i 3000 metri.
Montagne che a loro volta si trovano ai piedi del massiccio del Grand Combin (4314 m).


È un pianoro verdeggiante ricoperto di fiori coloratissimi in giugno e luglio.


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Anticamente la conca era abitata tutto l’anno, coltivata a segale e frumento, ed è dal 1400 che il canale di irrigazione ("ru") a piè della conca raccoglie le acque per i pascoli di Ollomont e Doues.

Numerosi sono infatti ancora oggi gli alpeggi per la transumanza estiva e la produzione di fontina.

Sul finire degli anni '50 è stato costruito un piccolo bacino che raccoglie le acque dei torrenti e alimenta la centrale idroelettrica di Valpelline.

Qui è presente Casa Farinet, che ospitò il presidente della Repubblica Luigi Einaudi durante la sua fuga in Svizzera in epoca fascista.

Alcune di queste case d’alpeggio sono state trasformate in residenze estive.

Ho avuto la fortuna di essere ospitata nella casa d’alpeggio di Evécoz, ed è attraverso la sua storia che illustrerò la magnifica Conca di By. 


LA STORIA DELL’ALPEGGIO DI EVÉCOZ


Victor Diémoz nasce a Roisan, sopra ad Aosta, nel 1856, figlio del notaio Jean Barthélémy (1792-1861), il quale aveva accumulato una fortuna considerevole.
Rimane orfano bambino e, dopo avere compiuto gli studi liceali ad Aosta, rimane in contatto con i notabili del tempo. 

Diventa segretario comunale a Doues, poi sindaco e podestà di Roisan. 
Allo stesso tempo deve occuparsi dell’amministrazione delle consistenti proprietà agricole. 

Il suo carattere riservato lo porta ad una vita solitaria a Roisan e lo conduce a sposarsi molto tardi.

I sei figli nasceranno dopo il 1900 e la famiglia trascorrerà tutti i mesi estivi nella Conca di By, dove Victor fu costretto, in tempo di guerra, fra il 1916 il 1920, a gestire le sue proprietà agricole, soprattutto la conduzione dell’alpeggio di Evécoz. 

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Alpeggio di Evécoz prima del 1930.




Nel 1923 scrive il poemetto "A Mon Edvige", dedicato alla figlia, ispirato al periodo trascorso a By, dove descrive la vita d’alpeggio attraverso i suoi valori (la montagna, la fede, la famiglia) e diventa uno spaccato del mondo rurale di quel tempo, oggi quasi sparito.
(il poemetto è pubblicato interamente nella brochure "A Mon Edvige" di Victor Diémoz, curato da Bruno Germano, edizioni Duc Arti Grafiche, 2007). 

La storia genealogica familiare prosegue articolata e complessa e, pur sintetizzando, vorrei provare a illustrare e tracciare il legame che ancora oggi questa famiglia mantiene nel gestire l’alpeggio di Evécoz. 

Edvige Diémoz di Roisan, la protagonista del poemetto, sposa il torinese Attilio Germano, dal quale avrà 12 figli.
Durante la sua vita, sebbene avesse ottenuto il titolo di maestra, non ebbe mai la possibilità di esercitare la professione, poiché doveva prendersi cura dei suoi numerosi figli, con l'aiuto di una governante.

Nel 1930 il marito Attilio prende le redini della Sica, industria dolciaria di Bari sull’orlo del fallimento.

Nel corso di 10 anni riesce, attraverso una conduzione virtuosa, a rendere produttiva l’azienda, realizzando anche numerosi negozi e laboratori, con un indotto di 7 milioni e mezzo di lire all’anno.

Furono realizzati i "Baci Sica". 
Poi i gelati da passeggio.

Germano, sicuro di un successo ormai raggiunto, si dedica alla politica, una passione che aveva da sempre, trascurando l’impresa.

Ma la sua assenza provoca ruberie da parte del personale, gravando sul bilancio, quindi Attilio modifica l’azienda inserendo alcuni soci esperti del settore e può così proseguire in politica, fondando il patronato Acli a Bari nel 1944.

Allo stesso tempo cede alcune sue quote ad un esperto professore di chimica, per potenziare il settore degli alcolici con il Cordial Caffè, già in produzione.

I soci, così numerosi, diventano un problema per l’azienda e, nel giro di poco tempo, la Sica accumula milioni di debiti.

Germano, grazie ad un finanziamento, salva l’azienda e 300 dipendenti ma, nonostante tutto, fu tradito ed escluso dalla società che aveva salvato più di una volta.

Successivamente, in pochi anni, i soci rimasti non furono in grado di gestire l’azienda, che terminò la sua corsa.

Per Attilio Germano questa avventura dura in tutto 15 anni, e di quella fabbrica, che venne definita la Perugina del sud, oggi non vi è più traccia. 

Attilio nel 1945 diventa consultore nazionale della DC e membro dell’Assemblea Costituente.

Inoltre direttore del settimanale di ispirazione cattolica "Pensiero e vita", a cui collaborò anche Aldo Moro.

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Victor Diémoz con il genero Attilio Germano, sorveglia la partenza per il pascolo, Evécoz, 1930.




L’ARRIVO

Da Aosta raggiungo Roisan e poi Doues.

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©mappatura in giallo GPS Relive 3D; didascalie Monica Galeotti.


Da Doues una sola strada porta a By. 
Nella zona denominata Doues-Champillon é d’obbligo lasciare l’auto e proseguire a piedi; possono proseguire in auto solo i proprietari degli alpeggi.

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©mappatura in giallo GPS Relive 3D; didascalie Monica Galeotti.



Sono arrivata, è brutto tempo ma il Bacino di By e la sua conca anticipano paesaggi affascinanti, fino ad ora soltanto immaginati. 

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Le case degli alpeggi sono costruzioni tradizionali realizzate con materiali locali come pietra e legno, concepite per essere funzionali alla vita in montagna. 

Sono strutture semplici, solitamente a due piani, con un piano inferiore utilizzato per ospitare il bestiame e il piano superiore destinato a funzioni abitative per i pastori o i visitatori.

Ecco la casa d'alpeggio Evècoz, ristrutturata e mantenuta a partire da quel lontano fine '800.

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I discendenti del fratello di Edvige, Evenzio Diémoz,
proprietari di un edificio limitrofo, lo concedono in affitto a pastori.
Questi pastori, durante l'estate, portano al pascolo le mucche e producono una fontina d'alpeggio Dop eccellente.
La Val d'Aosta è l'unica zona di produzione di questo formaggio.

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Le mucche dell'alpeggio di Evécoz.

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L'alpeggio rappresenta un importante patrimonio culturale per la Val d'Aosta, mantenendo vive le tradizioni legate alla vita di montagna.

Di questo si tratta: l'insegnamento istintivo del colto contadino (campagnard) Victor Dièmoz, tramanda ancora oggi i valori della vita di montagna ai suoi discendenti che continuano a preservare una costruzione centenaria nella meravigliosa Conca di By.


"Con il cuore in alto,
la montagna qui sotto, 
che il Dio della bontà ci protegga, figlia mia,
in ogni tempo sulla terra,
così come la famiglia".
(Victor Dièmoz, "A mon Edvige", 1923)


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Inizio ad esplorare la conca.

I punti di interesse sono:
 
1- IL BACINO DI BY
2- CASA FARINET
3- LA MINIERA DI GRANGE DE BALME
4- LE SALITE ALLA FENÊTRE DE DURAND E AL RIFUGIO CHIARELLA ALL'AMIANTHE

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©google earth - ©mappatura e didascalie Monica Galeotti




1- IL BACINO DI BY
Lo sbarramento di By è stato costruito nel 1958.
A forma di arco, ha una profondità di 13 m e una capacità di 33.800 m³. 

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La sua forma frastagliata è alimentata da torrenti che scendono da una corona di montagne.

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Le acque sono indirizzate e accumulate nella diga di Place Moulin, opera di presa principale della centrale idroelettrica di Valpelline. 

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2- CASA FARINET
Questo ambiente di alta montagna era molto amato dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che qui trascorse alcune vacanze estive, ospite della famiglia Farinet. 
Già prima della Seconda Guerra veniva invitato dal proprietario della casa, Paul-Alphonse Farinet, che era stato suo studente alla facoltà di Giurispridenza.

La casa si trova di fianco al Bacino di By.

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Dopo l’8 settembre 1943 e la conseguente invasione dell’Italia da parte dei nazisti, 
Farinet fece da tramite ospitando ancora una volta i coniugi Einaudi in questa casa.

Insieme alla moglie Ida, Einaudi riuscì a superare il valico della Fenetre de Durant per riparare in Svizzera, con l’aiuto dell’alpinista Ettore Castiglioni, uno dei migliori alpinisti italiani ed eroe della Resistenza.
Castiglioni riuscì a far espatriare molti ebrei in Svizzera, perseguitati dal fascismo.

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Ettore Castiglioni



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Luigi Einaudi e la moglie Ida




Il toponimo fenêtre, che in francese significa finestra, è molto diffuso in Val d’Aosta per indicare dei colli. 

Il valico si trova fra il Mont Avril e il Mont Gelé.

Storicamente è stato sempre un luogo di passaggio per l’ampiezza del colle e per la facilità dell’accesso; collega la Valpelline con la Val di Bagnes. 

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©google earth - ©mappatura e didascalie Monica Galeotti




Prima di riuscire a rientrare in Italia il 9 dicembre 1944, Einaudi scrive "Lezioni di politica sociale", e si tiene in corrispondenza con molti intellettuali antifascisti.

Nel dopoguerra, già con la carica di Presidente della Repubblica, che ricoprirà dal 1948 al 1955, Einaudi trascorrerà ancora numerose estati ospite di questa famiglia.

L'attuale proprietaria, nipote di Paul-Alphonse Farinet, ha completamente ristrutturato la casa e affidato la gestione dell'edificio a persone appassionate e competenti che producono la squisita fontina Dop.

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Le mucche dell'alpeggio di Casa Farinet.

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Poco più in basso di Casa Farinet il luogo dove Einaudi si fermava a leggere, una targa lo ricorda.

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Molti terreni in quest'area sono di proprietà dell'alpeggio Evécoz e, a pochi passi dalla targa di Einaudi, è stata costruita l’edicola religiosa in ricordo di Edvige Diémoz Germano e i suoi 12 figli.

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La madonnina è opera dell'artista Edvige Lonero, figlia di Maria Fernanda, la prima dei 12 figli di Edvige Diémoz.

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3- LA MINIERA DI GRANGE DE BALME
Superata casa Farinet trovo la posizione di questa antica miniera, dove la 
Società Anonima Ollomont estraeva il rame a partire dal 1909.
Nel 1911 vi lavoravano cinque minatori, due manovali, un fabbro e un sorvegliante.
Si sviluppa su tre livelli e 30 m di profondità; rimase attiva fino alla metà degli anni '40, quando il materiale andò in esaurimento.

Il progetto di cooperazione Italia-Svizzera per valorizzare le vecchie miniere intorno al Mont Velan è stato approvato, rendendo fattibile il recupero di questa miniera. In futuro saranno visitabili i primi 100 metri.

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4- LE SALITE ALLA FENÊTRE DE DURAND E AL RIFUGIO CHIARELLA ALL'AMIANTHE

Per un escursionista di media esperienza che non possiede capacità alpinistiche, la Fenêtre e il Rifugio Amianthe sono le mete più interessanti presenti alla Conca di By.

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Non ho potuto effettuare la salita alla Fenêtre Durand, causa meteo avverso, ma ...

... al termine di questa rilassante passeggiata nel cuore di By, un fiore viola è sbocciato: è il raponzolo orbiculare (Phyteuma orbiculare).

 I suoi petali, come dice il nome, circolari, morbidi e avvolgenti, si aprono verso il cielo, rivelando un colore intenso.

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Una lumaca dal guscio delicato e lucente fa capolino tra i sassi umidi del terreno di montagna.
 Questa piccola creatura, nonostante la sua apparente semplicità, rappresenta la tenacia e l'adattabilità della vita selvatica che si svolge tra le vette delle montagne.

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Avverto un senso di gratitudine e meraviglia per la bellezza della natura. La sinergia tra il fiore viola e la lumaca, simboli di fragilità e perseveranza, conferisce un'aura di serenità all'atmosfera circostante.

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Il presentimento (confermato dalle previsioni meteo), è che nel mio arrivo a By ci sarà almeno una giornata splendida,
 come se la natura stessa fosse in grado di anticipare uno spettacolo indimenticabile.

In questo scenario e le sue relative premesse si è certamente capito che sono riuscita a salire al
l’itinerario protagonista della prossima pubblicazione.


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Note:
-la Conca di By è stata percorsa personalmente il 30 giugno 2023.

Bibliografia:

-Bruno Germano, "Fragments du sèjour de montagne", articolo apparso sulla rivista semestrale "Pagine della Val d'Aosta", n.10, giugno 1999, Priuli e Verlucca Editori.


Sitografia:

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