Il Rifugio Francesco Chiarella all’Amianthe, circondato da spettacolari paesaggi montani, si trova ai piedi del massiccio del Gran Combin. È punto di partenza ideale per escursioni che si affacciano sui ghiacciai.
Domina la Conca di By.
COME ARRIVARE
Si lascia la macchina a Glacier, dopo avere superato Valpelline e Ollomont.
La mulattiera con segnavia n. 4 diventerà sentiero boscoso e raggiungerà Casa Farinet.
Solo andata, da Glacier al rifugio ore 4,15.
Oppure, ma il percorso è più lungo, dal parcheggio del punto panoramico Doues-Champillon, passando da Doues.
Camminando su strada sterrata si arriverà alla Conca di By.
Solo andata, da Doues-Champillon al rifugio ore 5 circa.
AL RIFUGIO DALLA CONCA DI BY
©escursione GPS Relive 3D - ©mappatura Monica Galeotti |
Parto dalla Conca di By, dopo aver dormito all’alpeggio Evecoz. Proseguo con l’incurvatura della strada, che segue la conca verso destra.
Incontro l’indicazione per il rifugio.
È da qui che inizia la mia traccia.
Lascio quindi il sentiero che porta alla Fenetre Durand e risalgo poco ripidamente attraverso prati.
Il sentiero prosegue sotto le pendici di Punta Ratti: devo raggiungere l’alpeggio Le Baracche (2303 m).
Una volta raggiunto seguo il perimetro dell'alpeggio e proseguo nel mio itinerario.
Arrivo al bivio con il sentiero "Sergio Queirolo", che porta al bivacco Savoia. Si può raggiungere anche partendo dal Rifugio Amianthe.
Proseguo sul sentiero n.4 abbastanza ripido.
Ora la traccia è su detriti e placche.
©foto Lauro Borsato |
Raggiungo una meravigliosa postazione panoramica.
©foto Alessandro Cocchi |
©foto Alessandro Cocchi |
Una volta terminato il tratto attrezzato, raggiungo rapidamente il rifugio.
IL RIFUGIO
La vecchia capanna "Amianthe", fu eretta nel 1912 dal CAI di Torino: oggi ha la funzione di ricovero di emergenza durante il periodo invernale.
Nel 1969 la sessione del CAI di Chiavari organizzò un campeggio sociale a Glacier, dove i soci e l’allora presidente ingegnere Francesco Chiarella cominciarono a conoscere questi luoghi.
Nel 1975, in accordo con il CAI di Torino, l’ingegnere ideò e progettò la struttura esterna che fu eretta accanto al vecchio rifugio.
Nel 1976 si completò l’arredo interno e, il 10 luglio 1977, il rifugio fu inaugurato.
10 luglio 1977 - ©pagina FB Rifugio F. Chiarella all'Amianthe. |
L’ingegnere Chiarella, che così tanto aveva contribuito alla realizzazione dell’edificio, venne a mancare nel 1985.
Si decise di dedicare il rifugio alla sua memoria e nel 1987 fu posata la targa:
il Rifugio Amianthe prese quindi la denominazione di "Rifugio Francesco Chiarella all’Amianthe".
Il rifugio si trova a 2979 m. su uno sperone roccioso che domina la bellissima Conca di By.
All’orizzonte si staglia la catena montuosa meridionale della Val d’Aosta con il Monte Emilius e il massiccio del Gran Paradiso con una delle sue cime: la Grivola.
Il termine "L'ardua Grivola bella" è stato coniato da Giosuè Carducci nel primo libro delle "Odi Barbare", nella lirica → "Courmayeur".
Il rifugio è gestito con passione da volontari del CAI di Chiavari.
Si alternano nelle circa 10 settimane di apertura nei mesi di luglio e agosto.
Un volontario spiega che, nonostante l'impianto fotovoltaico garantisca un notevole risparmio energetico, il rifugio non potrebbe sopravvivere pagando stipendi, poiché i visitatori non sono sufficienti per sostenere il rifugio in modo convenzionale.
Durante la mia visita, il rifugio stava ancora ultimando l'allestimento in vista dell'apertura ufficiale prevista per il giorno successivo, domenica 1 luglio. Nonostante ciò, il personale è stato estremamente gentile nel servirci il piatto tipico della tradizione ligure: maccheroni con pesto alla genovese.
©foto Monica Lemoli |
©foto Monica Lemoli |
La struttura possiede 20 posti letto nel rifugio in muratura e 12 posti letto nella capanna Amianthe.
Il bagno è esterno con un efficiente depurazione delle acque bianche e nere.
Il bagno esterno. |
Il Rifugio Chiarella rappresenta una solida base per svolgere ascensioni ed escursioni.
. Il Gran Combin de Grafeneire (4314 m), massima altezza del massiccio, alpinistico, solitamente é affrontato dalla parete sud-est, ma da alcuni anni questo "attacco" è sconsigliato se non accompagnati da guide.
Il volontario del rifugio spiega che questa montagna, subisce particolarmente il surriscaldamento globale.
Oltre al crollo di seracchi vi è la scomparsa del permafrost, ossia la porzione di terreno perennemente ghiacciato, che lo rende compatto.
Quando si avvicina agli 0 °C viene a mancare l’effetto di coesione e per questo motivo si innescano frane su interi versanti.
. L’altro "attacco" alpinistico è al Grande Tête de By (3588 m).
Da un punto di vista escursionistico, ci sono due itinerari principali:
. Tête Blanche (3413 m): sempre in un’ora di tempo si arriva alla terrazza che guarda la Svizzera e vari ghiacciai, con un panorama a 360°.
A malincuore, lascio dietro di me questo storico rifugio e la bellezza del panorama, per poi scendere lungo lo stesso percorso dell'andata.
Al ritorno noto il bellissimo Timo selvatico (Thymus serpyllum).
L'Eliantemo maggiore, dai fragili fiori gialli.
Sono rimasta profondamente colpita dalle persone volontarie: con il loro contributo sottolineano l'importanza di preservare e valorizzare il patrimonio culturale e naturale che il Rifugio Chiarella rappresenta.
Invito a visitare questo rifugio, per vivere un'esperienza autentica e un legame con la storia e la bellezza della montagna.
Mi auguro che gli sforzi per la manutenzione e la conservazione di questo luogo continuino ad ispirare generazioni future.
→ MONTAGNE
→ DOLOMITI
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Note:
-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 31 giugno 2023 consultando preventivamente le previsioni meteo e prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.
-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi → Dolomiti presentazione
-le 10 regole base per affrontare un'escursione in montagna → #prudenzainmontagna
Bibliografia:
-pieghevole "Rifugio Francesco Chiarella all'Amianthe"
Sitografia:
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FOTO DI GRUPPO
©foto Alessandro Cocchi |
©foto Lauro Borsato |
©foto Sylvie Papin |
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