aggiornato 2024
I Portici sono un simbolo di Bologna, al pari delle torri. Misurano dentro le mura quasi 40 km ma raggiungono i 53 km con quelli di fuori porta.
Nel podcast "Chiedilo a Barbero", episodio 77 Altre città, si discute dell'origine dei portici nelle città del Nord Italia:
"A livello globale, parlando di portici o strutture simili, si pensa subito ai templi greci, con i loro frontoni e ingressi caratterizzati da colonne.
Alcuni templi greci erano addirittura interamente circondati da portici.
Fuori dall’Italia, un esempio di città con portici è Chambéry, ex capitale dei Savoia, che nell’Ottocento ha adottato questa struttura urbana per influenza di Torino. A parte questo, non sembra che altre città al mondo abbiano sviluppato questa caratteristica."
Barbero sottolinea che il Nord Italia è ricco di portici, presenti sia nelle grandi città, come Torino e Bologna, sia in molti piccoli centri storici tra Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.
Confrontando i portici torinesi con quelli bolognesi, emerge una differenza interessante: a Torino i portici sono più uniformi e solenni, frutto della pianificazione di un potere centrale, con grandi vie porticate concepite in modo omogeneo.
A Bologna, invece, i portici sono nati dall’iniziativa privata dei cittadini, risultando più vari e anarchici, con differenze evidenti ogni pochi metri.
Il motivo per cui i portici non si siano diffusi anche all’estero rimane incerto.
Potrebbe sembrare una risposta logica per il clima piovoso del Nord Italia, ma questo non spiega perché, per esempio, i tedeschi non abbiano adottato strutture simili.
In definitiva, l’origine di questa peculiarità urbanistica sembra tuttora un mistero.
Quindi a Bologna ogni portico è diverso dall'altro, anche per via dei periodi storici, perciò si noteranno:
portici medievali,
portici rinascimentali,
portici ottocenteschi,
portici di età moderna.
Palazzo Vizzani, via Santo Stefano |
In questa pubblicazione ho attuato due percorsi, a partire dal portico degli Alemanni, cercando di toccare i tratti più interessanti.
Il primo percorso è circolare e interessa il centro storico; il secondo confluisce nel lungo portico di San Luca.
Inoltre sarà divertente trovare e percorrere IL PIU' ALTO, IL PIU' STRETTO, IL PIU' LARGO, IL PIU' LUNGO.
DUE PILLOLE DI STORIA
Secondo le parole di Barbero, i portici si sono sviluppati su scala globale solo nel Nord Italia, per ragioni che rimangono in gran parte un mistero.
per far fronte all'aumento della popolazione, dovuto anche anche all'immigrazione dal contado, furono ampliate le cubature delle case, sorrette da travi portanti in legno.
Questi ampliamenti si chiamano "sporti".
Un esempio di sporti ancora esistente sono le Case Schiavina al Mercato di Mezzo.
Case Schiavina |
Con il tempo questi sporti aumentarono in grandezza e fu necessario inserire colonne di sostegno dal basso.
Vennero così, in maniera spontanea, a crearsi i portici di Bologna.
A differenza di altre città, dove le amministrazioni decisero di rimuoverli, a Bologna invece si pensò di regolamentarli per renderli obbligatori:
dal 1288 un bando del Comune stabiliva che tutte le case dovessero avere il portico, perchè si era convenuto che il portico offriva riparo dalle condizioni atmosferiche, potevano espandersi le attività commerciali e artigiane e isolavano meglio gli appartamenti ai piani terreni dalla sporcizia e dai liquami delle strade.
Divennero dunque un'istituzione democratica, costruiti nei palazzi nobiliari come nelle case del popolo, aperti a tutti per accogliere persone di ogni ceto.
Grandi promotori furono gli artigiani, che usavano il portico come laboratorio all'aperto, protetto dal sole e dalla pioggia e più luminoso delle botteghe poste al pianterreno delle loro abitazioni.
Via Farini |
Inizialmente erano realizzati in legno poi, nel 1568, fu emanato un decreto per convertirli in laterizio o pietra.
Alcune nobili famiglie vollero distinguersi e seguire la cosiddetta "moda romana", ecco perchè vennero costruiti palazzi rinascimentali senza portico, come i Palazzi Davia Bargellini, Boncompagni, Fantuzzi, Bentivoglio.
Palazzo Fantuzzi |
Palazzo Bentivoglio |
IL PERCORSO CIRCOLARE ALL'INTERNO DELLE MURA
1 - IL PORTICO DEGLI ALEMANNI.
Si trova in via Mazzini ed è uno dei più antichi di Bologna, costruito fuori dalla cerchia delle mura, ed è il secondo per lunghezza dopo quello che porta al Santuario di San Luca.Bologna-portico-degli-Alemanni-acquaforte del '600 - ©genus bononiae |
È meno imponente e spettacolare rispetto al Portico di San Luca, ma gli vanta il primato di essere più antico: fu costruito fra il 1619 e il 1631 (quello di San Luca 1674-1721).
VIA BROCCAINDOSSO.
2 - TEATRO COMUNALE
3 - PORTICO DELLA CASA EDITRICE ZANICHELLI.
Nonostante il decreto del 1568 per convertirli in laterizio possiamo ancora oggi ammirare due edifici con portico in legno medievale che si fronteggiano.
Il più bello è quello di PALAZZO GRASSI, attuale sede del Circolo Ufficiali dell'Esercito, raro esempio di portico a stampella, simile a quello di Palazzo Isolani.
5 - VIA INDIPENDENZA
Ha una tipologia di portico a destinazione prevalentemente commerciale. La via allaccia il centro storico alla Stazione.PORTICO PIU' ALTO DELLA CITTA',
quello del
6 - PALAZZO ARCIVESCOVILE.
Del XIII secolo, sfiora i 10 metri d'altezza.Torno in via Indipendenza, ed ecco il
7 - LOGGIATO DEL MONTE DI PIETA'.
8 - PALAZZO DEL PODESTA',
Il percorso prosegue verso Piazza Malpighi, quindi mi mantengo sotto ai
9 - PORTICI DI VIA UGO BASSI.
10 - PORTICO DELL'EX ANTICO CONVENTO DI SAN FRANCESCO,
oggi Palazzo degli Uffici Finanziari.Proseguo in via Nosadella,
ma devio subito a sinistra in via del Fossato,
poi a destra in Vicolo della Neve, così da imbattermi quasi subito in
11 - VIA SENZANOME e nel PORTICO PIU' STRETTO di Bologna,
con appena 90 cm. di larghezza.Un tempo si chiamava via Fregatette, forse perchè sede di case di tolleranza.
La tradizione dice che un Papa di passaggio, venuto a conoscenza del nome esclamò: "Oh che sozzonome!". Da quel momento la strada si chiamò Via Sozzonome, modificata nel tempo, con lo slang bolognese, in via Senzanome.
Il portico si stringe ad imbuto sino ad arrivare al punto più stretto quando va a finire in via Saragozza.
12 - VIA SARAGOZZA
I portici e i colori sono fra i più belli della città.
Verso il centro storico via Saragozza diventa
13 - VIA URBANA.
Arrivo in
14 - VIA D'AZEGLIO,
dove l'altissimo e interessante portico è quello dell'ex Ospedale dei Bastardini (o degli Innocenti), così chiamato perchè sotto le sue volte ebbe sede fino al 1797 l'orfanotrofio della città.16 - PORTICO DEL PAVAGLIONE,
che si estende da via Farini fino a via dei Musei.E' lungo 139 m. con 30 archi sorretti da colonne di macigno e costituisce uno dei luoghi più frequentati e più eleganti di Bologna.
Al termine del Pavaglione trovo, a destra in via del Musei, il
17 - PORTICO DELL'OSPEDALE DI SANTA MARIA DELLA MORTE.
L'Ospedale era un antico centro assistenziale tardo medievale dove venivano portati i moribondi, i condannati a morte e i cadaveri dei giustiziati, che erano pure presi in carico dai medici dello Studio (Archiginnasio), per le loro analisi anatomiche.Oggi l'ex ospedale è sede del Museo Civico Archeologico.
Il portico era luogo del cuore di → Pasolini, che a Bologna visse l'adolescenza e la giovinezza fino alla laurea.
Qui infatti esiste la storica libreria Nanni, con espositori all'esterno sotto al porticato in cui, racconta il poeta, trascorse tanti pomeriggi sfogliando i libri a poco prezzo e dove maturò la sua passione letteraria.
Al termine del portico mi trovo di fronte alla Chiesa di Santa Maria della Vita; così, imboccando via Clavature sono introdotta nel Mercato di Mezzo dove ci sono i famosi
18 - 'SPORTI' DELLE CASE SCHIAVINA.
In fondo a via Clavature giro a sinistra in via Castiglione per incontrare la
19 - LOGGIA DEL PALAZZO DELLA MERCANZIA,
un porticato capolavoro dell'architettura tardo gotica, con ampie volte a crociera, rette da pilastri polistili.La loggia incornicia le Case Seracchioli.
Le → 20 - CASE SERACCHIOLI
21 - PIAZZA SANTO STEFANO
Una suggestiva sequenza di portici tardo medievali e rinascimentali costeggia i due lati della via Santo Stefano, dominata dal meraviglioso complesso religioso omonimo.Particolarissimo è il portico davanti all'ingresso della Chiesa barocca di San Bartolomeo, adiacente alle Due Torri, chiamato
22 - PORTICO DEI TEATINI,
cui possenti pilastri presentano raffinate decorazioni rinascimentali in arenaria, purtroppo oggi alquanto rovinate.E' ciò che resta di un palazzo mai edificato, voluto dal priore Giovanni di Bernardino Gozzadini.
23 - IL PORTICO DELLA CASA DELLE TRE FRECCE
Più avanti sulla destra incontro una delle Case Isolani, meglio conosciuta come Casa delle Tre Frecce. Il portico medievale è sorretto da altissime travi di legno di circa 9 metri, ed è del 1250.Uno dei pochi esempi superstiti con travi in legno che sostengono lo sporto del terzo piano dell'edificio.
Concludo in bellezza con
IL PORTICO PIU' LARGO della città:
24 - IL PORTICO DELLA BASILICA DI SANTA MARIA DEI SERVI.
Fu costruito alla fine del 1300 da Antonio di Vincenzo.A metà del 1800 furono aggiunte altre arcate, in modo da formare un originale quadrilatero davanti alla chiesa.
Considerando il tempo in cui il portico fu cominciato non si può fare a meno di restare ammirati per la novità architettonica e per l'audacia della costruzione, che fu ragionevole dove la fece Antonio di Vincenzo, ossia nel fianco della chiesa alla quale si appoggia, ma irragionevolissima nell'isolamento del quadriportico, di cui i frequenti restauri prolungano l'esistenza, ma non assicurano la solidità, già più volte compromessa.
Nel 1967 è stato anche uno spazio cinematografico utilizzato da Pasolini per ambientare la passeggiata del protagonista mendicante, ormai vecchio e cieco, nel suo moderno "Edipo Re".
Franco Citti e Ninetto Davoli durante le riprese di "Edipo Re" di Pasolini. |
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