Esisteva il grande palazzo della famiglia Bentivoglio, chiamato anche Domus Aurea dai bolognesi, perchè i capitelli e i cornicioni erano ricoperti di oro. Simbolo del potere e dell'ambizione della casata, fu voluto fermamente da Ginevra Sforza, moglie di Sante Bentivoglio. Si trovava dove oggi c'è il Teatro Comunale, che si affaccia su piazza Verdi.
Venne distrutto dalla furia popolare nel 1507, su istigazione delle famiglie più ostili ai Bentivoglio, tra cui i Marescotti, e su approvazione di papa Giulio II.
Si trovava in quella che oggi è via Zamboni, e su quelle rovine venne eretto il Teatro Comunale.
I Giardini del Guasto, sopraelevati, si trovano sopra alle macerie accumulate dell'antico palazzo, e da queste prendono il nome.
Ricostruzione della Domus Aurea, l'antico palazzo Bentivoglio distrutto ©Wikipedia
Dopo 40 anni dalla distruzione della Domus Aurea, nel 1551 venne iniziata la costruzione di un nuovo palazzo, voluto da Costanzo Bentivoglio, discendente di un ramo collaterale della casata (non dominante), su progetto di Bartolomeo Triachini.
"La ragione sta nel fatto che questa famiglia volle costruire il suo fastoso palazzo il più vicino possibile al grande "guasto" del Palazzo Bentivoglio-Domus Aurea, appartenuto al ramo regnante della famiglia con la quale aveva in verità una parentela molto lontana; ma il cognome era famoso e quindi questa specie di rivalsa poteva portare ulteriore lustro alla casata superstite." (©Tiziano Costa)
L'edificio che ne risultò, dall'impaginato classico, mostra un'imponente facciata in arenaria priva di portico.
In quegli anni l'aristocrazia locale, approfittando della propria appartenenza al Senato, sfuggiva agli editti che imponevano il portico (equivalente a Palazzo Fantuzzi).
Foto di Pietro Poppi, 1871 - ©Archivio Genus Bononiae |
All'interno si apre un grandioso cortile incompiuto, di notevole effetto scenografico, con loggiato a due ordini, progettato da Tibaldi e poi continuato da Giovanni Battista Falcetti.
Disegni antichi mostrano il cortile e grandi saloni nel corso di sontuosi ricevimenti, di cui rimangono resoconti entusiastici.
Si narra ad esempio quello del Conte Girolamo che, per festeggiare la fine del suo mandato come gonfaloniere della città, allestì nel 1713 nella vasta sala del palazzo un laghetto con isole e rive fiorite, attraversato da numerose barchette che portavano le vivande ai commensali.
La cartolina mostra una festa popolare nel 1699, in onore della Regina Maria Casimira di Polonia, durante il viaggio che a tappe l'avrebbe condotta a Roma.
©Archivio Genus Bononiae |
Il loggiato al primo piano, seconda metà del 1800.
(©Archivio Genus Bononiae) |
Oltrepassato il cortile si attraversa un sontuoso corridoio con magnifici arredi, e si entra sul retro nel giardino del palazzo.
IL GIARDINO
È grande ed elegante.
Le stanze dell'edificio sono ad uso privato e il giardino è condominiale.
L'ultima erede naturale dei Bentivoglio, la marchesa Giovannina Bentivoglio, si è spenta una trentina di anni fa lasciando in eredità l'intero palazzo ad una famiglia di parentela collaterale, a cui ancora oggi resta la proprietà della maggioranza del palazzo.
Il tetto e la facciata sono stati restaurati ed oggi molti abitano in appartamenti ricavati dalle antiche stanze nobili.
Un magnifico albero di melagrana.
Il giardino termina su via del Borgo di San Pietro.
Palazzo Bentivoglio, giardino muro interno. |
Palazzo Bentivoglio, giardino muro esterno su via del Borgo. |
L'area complessiva dell'antico palazzo, comprese le metrature cedute ad attività commerciali, comprende un'area molto grande.
In via Mascarella, numero 4/B, nella parte laterale del palazzo, vi è uno storico locale, → l'Osteria Cantina Bentivoglio, ricavato dalle cantine di Palazzo Bentivoglio.
L'accesso al sito è stato possibile grazie alle giornate del FAI autunnali 2017, mentre il solo cortile è liberamente visitabile nei giorni feriali quando il grande cancello è aperto.
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