Piazza Santo Stefano, BOLOGNA
aggiornato 2022
IL CORTILE DI PILATO
Il cortile mette in risalto i muri esterni del Santo Sepolcro con particolari decorativi meravigliosi. Poco marmo a disposizione, quindi tasselli in laterizio di colore diverso per impasto e cottura.
Un'arte "povera" di grande suggestione.
Il cortile, rettangolare, accoglie il catino detto 'di Pilato' donato dal re dei Longobardi Liutprando.
Dal cortile, la Chiesa del Santo Sepolcro.
Ai lati del cortile affreschi del 1300 del pittore Jacobus. I tre volti rappresentano Maria, San Giovanni e Gesù.
Sotto, un paio di forbici incastonate in una lapide mortuaria, probabilmente di un sarto.
Al centro di una finestra, su una colonna, c'è un gallo di pietra risalente al XIV secolo, simboleggia il "Gallo di San Pietro", per ricordare l'episodio evangelico del rinnegamento di Gesù.
Gesù disse a Pietro : "In verità ti dico che questa notte, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte" (versione Vangelo di Matteo).
E la predizione di Gesù si avverò.
IL MUSEO
Il Museo di Santo Stefano è disposto in due sale, anticipate da una vendita diretta di prodotti creati dai monaci benedettini, custodi del complesso già dall'anno 1000. Il prodotto più tipico è l'amaro Flora, preparato a mano secondo un'antica ricetta con 23 tipi di erbe di Monte Oliveto (Siena), ma vi sono anche tisane, creme e saponi.
Il museo espone una raccolta di notevoli opere d'arte.
Colpiscono una serie di tavole in legno che probabilmente facevano parte di un soffitto a cassettoni del complesso. Riportano un classico bestiario medievale fra il reale e il fantastico.
L'affresco "Storie della vita di San Petronio" di Michele di Matteo.
Nel reliquiario la famosa 'benda' che, secondo la leggenda, tratteneva i capelli della Madonna, rimasta intrisa del sangue e del sudore di Gesù Cristo sulla via del Calvario.
Sarcofago reliquiario Ss. Qudraginta
"Incoronazione della Vergine", osservata dai Santi, di Johanes de...non è dato sapere, tempera su tavola.
"Madonna con bambino e San Giovannino" di Innocenzo da Imola, olio su tavola.
Un'opera particolare, contemporanea (2013), di Alessandro Giusberti, pittore bolognese.
CHIOSTRO DEI BENEDETTINI
Possiede due ordini di logge, quello inferiore con ampie aperture ad arco, quello superiore è un magnifico esempio di colonnato stile romanico. Da qui è ben visibile anche il campanile, del XIII secolo, ma sopraelevato nell'Ottocento.
Il pozzo nel centro del chiostro è del 1632.
Il magnifico loggiato superiore.
Interessanti certi capitelli mostruosi, particolarmente due: uno raffigurante un uomo con la testa girata di 180°, quindi verso la schiena;
l'altro rappresentante un uomo nudo schiacciato da un enorme macigno. Avrebbero ispirato alcune forme di espiazione descritte nel Purgatorio di Dante Alighieri.
La visita al monumentale complesso si conclude, un luogo unico al mondo per l'architettura e anche per la storia, fra leggenda e realtà.
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Bibliografia:
-Bell'Italia n. 83, marzo 1993, Editoriale Giorgio Mondadori.
-Emilia Romagna, Touring Editore 2010.
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", edizioni Alfa Bologna, 1976.
Sitografia:
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