lunedì 18 marzo 2019

PALAZZO ZANI

via Santo Stefano, 56 - Bologna


Palazzo Zani fu costruito dall'architetto Floriano Ambrosini nel 1594, su incarico della famiglia Zani, con una severa architettura dal sapore palladiano.


Bologna-Palazzo-Zani



LA STORIA

Alla famiglia Zani succedettero nei secoli molte altre famiglie; da menzionare l'abate Odorici, cui si devono modifiche e decorazioni delle sale e Pietro Ercole Pallavicini per la trasformazione del giardino.
La famiglia Rossi, ultima ad averlo ereditato, lo cedette al Consorzio della Bonifica Renana nel 1948, che già qui aveva la propria sede dalla sua fondazione (primi anni del 1900).
La Bonifica Renana è un ente che si occupa di garantire il corretto scorrimento delle acque di un'area importante intorno al Reno.

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CORTILE D'ENTRATA

 Si può notare l'ottocentesco innalzamento di un ulteriore piano del palazzo.

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Attorno al cortile le pitture illusionistiche di Antonio Bonetti, realizzate nel 1785.

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Pianterreno - SALA DEL CONSIGLIO

Sopra un grandioso camino "Muzio Scevola che mette la mano nel fuoco", di Girolamo Mattioli.
A fianco Cesare e Cleopatra. Le due statue, come gli stucchi e le dorature, sono di Gabriele Fiorini.

Bologna-Palazzo-Zani-Sala-del Consiglio




Anche la pittura al centro della volta è di Mattioli, e rappresenta "La Pace che brucia gli strumenti della guerra".

Bologna-Palazzo-Zani-Sala-del Consiglio





IL PIANO NOBILE

Dallo scalone del pianterreno si accede al piano nobile, dove il percorso di visita è fra 3 sale principali:

 1- SALA DI FETONTE 
2- SALA AURORA (oggi Sala del Comitato)
3- SALA DELL'ALCOVA



1- SALA DI FETONTE

È il nucleo fondamentale.
L'affresco al centro del soffitto è di Guido Reni e rappresenta un episodio della mitologia greca, dal libro Le Metamorfosi di Ovidio (ultimi versi del I libro, primi versi del II libro):
LA CADUTA DI FETONTE.

Bologna-Palazzo-Zani-Sala-del-Fetonte




Secondo il mito, Fetonte, per dimostrare all'amico Epafo la sua discendenza divina, pregò il padre, Febo (Apollo)-Elio, Dio del Sole, di lasciargli guidare il Carro del Sole, ma a causa della sua inesperienza ne perse il controllo, i cavalli si imbizzarrirono e corsero, prima troppo in alto bruciando un tratto del cielo che divenne La Via Lattea, poi scesero troppo vicino alla terra, devastando la Libia che divenne un deserto.
Gli uomini chiesero aiuto a Zeus il quale, adirato, scagliò un fulmine contro Fetonte, che cadde alle foci del fiume Eridano (secondo la maggior parte degli scrittori l'Eridano è il Po, secondo Eschilo è il Rodano).

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Agli angoli della volta i Quattro Elementi (Terra, Aria, Fuoco, Acqua) sono di Gaetano Gandolfi, mentre la finta architettura di colonne è di Serafino Barozzi.

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 Alle pareti della sala notevoli sono gli stucchi, dello scultore Giacomo de Maria, paraste in scagliola e foglie d'oro. 

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In seguito furono aggiunti sei bassorilievi sopra le porte, di Vincenzo Testoni, che illustrano altri episodi del Mito di Fetonte.

Bologna-Palazzo-Zani-Sala-del-Fetonte




Grazie alla trasformazione, dovuta alle incorniciature e ai bassorilievi, la sala divenne l'ambiente più sfarzoso e prezioso per custodire l'affresco di Guido Reni.

Bologna-Palazzo-Zani-Sala-del-Fetonte




Nel 2009 la Bonifica Renana, in occasione del centenario della fondazione, ha realizzato il restauro e la pulitura della sala. Gli stucchi si presentavano infatti scuri per i depositi di polvere, e alcune parti della scagliola pericolanti.
Oggi la sala è l'ufficio del presidente della Bonifica Renana.

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2- SALA DELL'AURORA (oggi Sala del Comitato)

Adiacente alla Sala di Fetonte, si trova la Sala dell'Aurora, un tempo famosa per aver ospitato il prezioso affresco "L'Alba che separa il Giorno dalla Notte", di Guido Reni.

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L'affresco, qui riprodotto, fu venduto nel 1840, e oggi conservato al Kingston Lacey, nel Dorset, in Inghilterra.

Bologna-Palazzo-Zani-Sala-dell-Aurora





Al centro del soffitto l'ovale di Giuseppe Manfredini che dà il nome alla sala: Eos, dea greca dell'AURORA.
Opera che ha voluto sostituire, con lo stesso tema, l'affresco venduto del Reni. 

Bologna-Palazzo-Zani-Sala-dell-Aurora




L'Aurora, con una fiaccola in mano, separa il cielo notturno da quello dell'alba. La dea è raffigurata durante il rapimento del giovane amante, Cefalo, che trascina con sè, sul cavallo alato Pegaso.
Da questa unione, secondo il poeta greco Esiodo, sarebbe nato Fetonte.
Sulla nascita di Fetonte sono attestate due tradizioni: a differenza di Esiodo, Ovidio segue quella secondo la quale Fetonte è figlio del Sole e di Climene (Guido Reni, "Caduta di Fetonte").

Omero chiama Aurora "la dea dalle rosee dita", per l'effetto che si vede nel cielo all'alba.

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3- STANZA DELL'ALCOVA

Sulla volta la figura di una Danzatrice, con decorazioni neoclassiche ottocentesche, sulla scia dei rinvenimenti delle pitture di Ercolano e Pompei.

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Bologna si pregia di Palazzo Zani, che conserva l'opera giovanile di Guido Reni, "La Caduta di Fetonte". Era il 1599 e aveva 24 anni, epoca in cui era uscito da poco dalla bottega di Ludovico Carracci, dove già si era distinto. Il Reni ebbe poi una carriera di rapida ascesa: l'anno dopo sarebbe partito alla volta di Roma, dove crebbe velocemente di fama e notorietà.

La Bonifica Renana avrà cura dei restauri e della conservazione del Palazzo, che normalmente non è aperto al pubblico.





Bibliografia:
-"Palazzo Zani, conservazione e tutela di un patrimonio comune", pieghevole a cura del Consorzio della Bonifica Renana.
-C.Ricci e G.Zucchini, "Guida di Bologna", Ed. Alfa Bologna, 1976.
-Ovidio, "Le Metamorfosi", Ed. BURrizzoli, 2008 - Libro I, versi 745-775; Libro II, versi 1-408.


-resoconto visita guidata durante le giornate FAI autunnali 2018.


Sitografia:





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