mercoledì 11 luglio 2018

SANTUARIO DELLA MADONNA DI SAN LUCA


In cima al Colle della Guardia (300 m), così chiamato per le milizie che anticamente vi si stanziavano a difesa della città, si erge il Santuario della Madonna di San Luca, meta di pellegrini, per venerare la Vergine con il Bambino, un'icona mariana bizantina.


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Insieme alle → Due Torri detiene il primato di simbolo di Bologna.

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Il santuario è raggiungibile con il famoso portico (vedi percorso illustrato nella precedente pubblicazione).

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In questa vecchia cartolina si vede il portico affiancato da una strada non ancora asfaltata.

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Santuario della Madonna di San Luca - ©Paola Galeotti collezione personale





STORIA E LEGGENDA

La leggenda racconta che l'icona raffigurante la Madonna col Bambino, creduta dipinta dall'evangelista Luca, fu donata dai sacerdoti della Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli ad un pellegrino eremita greco in pellegrinaggio, affinchè lo portasse sul Monte della Guardia.
Così l'eremita s'incamminò in Italia alla ricerca di questo colle nei pressi di Bologna e una volta accolto dalle autorità cittadine la tavola della Madonna venne portata in processione sul monte.
Poi la leggenda con il tempo si arricchì di altri particolari e supposizioni.

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In realtà le origini dell'edificio, che si basano su documenti ritenuti autentici, parlano di una figura femminile: ANGELICA BONFANTINI.

Nel 1192 decise di darsi alla vita eremitica insieme ad altre donne sul Monte della Guardia con il proposito di costruirvi un oratorio e una chiesa, sotto la protezione di una immagine della Madonna, quella che tutti credevano fosse stata dipinta da San Luca in persona.
 Angelica professò i voti nel ramo femminile dei Canonici di Santa Maria in Reno e donò loro dei terreni di sua proprietà sul monte, chiedendo in cambio un aiuto nella costruzione della chiesa.

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La prima pietra, ottenuto l'interessamento di Papa Celestino III e portata direttamente da Roma e benedetta dal pontefice stesso, fu posata il 25 maggio 1194.
In seguito divenne sì meta di pellegrinaggio ma anche disputa con i Canonici Renani di Santa Maria in Reno, che intendevano subordinare Angelica alla loro congregazione rivendicando tutti i diritti relativi alla comunità eremitica, alle offerte e alle donazioni.
Le controversie si conclusero diversi anni dopo a favore di Angelica che, donna forte e intelligente, non si fece mettere i piedi in testa e alla fine la spuntò.

Più tardi il monastero attraversò assoggettamenti, rifacimenti e ampliamenti.
Oggi il santuario è gestito da sacerdoti diocesani diretti da un vicario arcivescovile.

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Dal 1930 al 1994 è stato attivo un orfanotrofio femminile, ospitato prima nei locali sottostanti il santuario stesso, e successivamente trasferito in una nuova costruzione lungo il porticato, tuttora chiamata "le orfanelle", che dà anche il nome ad un tratto di strada particolarmente ripido.

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Dal 1931 al 1976 era possibile raggiungere il santuario mediante una funivia panoramica.

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©corrieredibologna.it





La stazione a valle era posta in quella zona che ancor oggi chiamano 'alla funivia', in via Porrettana, 129.

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©flickr-Alberto Cisotto




La vecchia stazione è stata trasformata in condominio, ma senza alterarne la struttura originaria.

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©flickr-Alberto Cisotto





La stazione a monte invece è in stato di abbandono.

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IL SANTUARIO

Il risultato dell'edificio attuale è del 1765, inaugurato dopo 42 anni di lavori.
La vecchia chiesa fu demolita e ricostruita sotto la guida di Carlo Francesco Dotti.
Lo stile dominante è il barocco e, con le sue forme e volumi in continue sporgenze e rientranze, va a sposarsi felicemente alle linee del colle.

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Il corpo centrale ha una grande cupola con lanterna.
La cupola, la facciata e le due esedre pentagonali ai lati, furono terminati da Giovanni Giacomo Dotti nel 1774, su disegni lasciati dal padre.

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Il portale d'ingresso è affiancato dalle statue di San Luca e di San Marco, con gli attributi iconografici che li identificano: il toro e il leone.
Sono state eseguite nel 1716 da Bernardino Cametti.

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L'INTERNO

E' caratterizzato da una pianta a croce greca, con pieni e vuoti e un presbiterio rialzato, sulla cui sommità è posta l'icona della Vergine con Bambino.
Gli archi principali sono sostenuti da pilastri a fascio composti da tre colonne corinzie giganti.

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La cupola è stata affrescata dal fiorentino Giuseppe Cassioli dal 1919 al 1932.

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Nella seconda cappella di destra troviamo "L'Incoronazione della Vergine", una delle ultime opere di Donato Creti.

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Nel terzo altare a destra "La Madonna del Rosario", lavoro giovanile di Guido Reni.
Il dipinto non è considerato di pregio ma è importante per conoscere i primi passi dell'autore:
vede la Vergine consegnare il Rosario a San Domenico.
I 15 misteri del Rosario fanno da cornice alla scena principale e fioriscono da un arbusto che nasce da una bella anfora.
©slideshare.net

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Il Rosario prende il nome dalla rosa, che è una delle tante attribuzioni che la pietà popolare ha dato alla Vergine.
©slideshare.net

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Di Donato Creti, " Vergine coi santi protettori della città", 1745, seconda cappella a sinistra.
 Sullo sfondo Bologna e le sue torri.

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I fini marmi dell'altare maggiore conservano l'icona della Madonna.

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La santa immagine è ornata di bronzi dorati.
Dal 1625 il dipinto è ricoperto da una lastra che lascia scoperti solo i volti, opera di Jan Jacobs di Bruxelles.

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Al di sotto la Vergine porta una veste di colore blu-verde e una sottoveste rossa, come di colore rosso è anche la tunica del bambino, il quale ha il braccio destro atteggiato nel gesto di benedizione, mentre la mano sinistra è chiusa a pugno.
Il dipinto sembra attribuibile ad una mano occidentale ma certamente appartenente ad un clima culturale bizantineggiante.
A seguito di studi radiografici si è appurata l'esistenza di un altro dipinto più antico sotto l'immagine oggi visibile. In questo caso lo stile è bizantino.
©tatarte.it

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IL CULTO

Le celebrazioni nacquero nel 1433, quando la primavera fu estremamente piovosa, minacciando di rovinare i raccolti.
Per scongiurare una carestia il giureconsulto Accarisi promosse la discesa dell'icona della Madonna col Bambino per implorare la grazia per la fine delle piogge.
Quando l'icona entrò in città il 5 luglio, la pioggia cessò e, dopo una grande festa con processione durata giorni e giorni, si riaccompagnò l'immagine al santuario.

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Per voto cittadino da allora queste celebrazioni si ripetono ogni anno.
Inizialmente l'icona veniva trasportata in diverse chiese cittadine per raggiungere la basilica di San Petronio.
Dal 1799 l'icona viene portata nella cattedrale di San Pietro:
l'immagine scende dal colle il sabato precedente la quinta domenica dopo Pasqua.
Rimane in città tutta la settimana e fa ritorno al Santuario la domenica dell'Ascensione, rigorosamente sotto il portico.

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Così, attraverso la storia, abbiamo scoperto che è grazie a una donna, Angelica, forte e tenace, se oggi esiste il Santuario di San Luca.

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San Luca la si può intravedere da ogni zona di Bologna, di notte e di giorno.

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La si può fotografare da mille angoli e più, 
ma i bolognesi sanno che solo quando la si vede da lontano in autostrada di ritorno da un viaggio si ha quella bella sensazione di essere tornati a casa.


("Lungo l'autostrada da lontano ti vedrò ecco là le luci di San Luca" - Dark Bologna, Lucio Dalla)✳

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"Dark Bologna" - omaggio a Lucio Dalla




Il Santuario è aperto tutti i giorni dalle 7 alle 17, e da marzo ad ottobre fino alle 19.




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Bibliografia:
-C.Ricci e G.Zucchini, Guida di Bologna, ed.Alfa Bologna, 1976
-Emilia Romagna, Touring Editore 2010
-Santuario della Madonna di San Luca, plico informativo città metropolitana di Bologna
-Guida Bianconi per la città di Bologna e i suoi sobborghi, tipografia di San Tommaso d'Aquino di Bologna, 1845
-Tiziano Costa, Donne da prima pagina nel passato di Bologna, Collana C'era Bologna, Costa editore
-Marcello Fini, Bologna Sacra: tutte le chiese in due millenni di storia, ed. Pendragon


Sitografia:


Videografia:
-"Il Santuario di San Luca", di Pupi Avati
-"I luoghi della devozione popolare", di Pupi Avati


✳ la foto "Dark Bologna" è fra le 31 selezionate del contest 2018 → #bolognafotografata:


IL VOSTRO SGUARDO SU BOLOGNA
31 foto · 1 febbraio 2018
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