Appennino Tosco-Emiliano - Lizzano in Belvedere
BOLOGNA
Il crinale del Corno alle Scale si inserisce nell’omonimo Parco Regionale.
La ripida parete est è caratterizzata da stratificazioni arenacee a strapiombo, dalle quali trae origine il toponimo di Corno "alle Scale".
Con i suoi 1945 metri è la cima più alta di tutto l'Appennino Bolognese.
PER ARRIVARE AL CORNO ALLE SCALE
Dista da Bologna circa 75 Km.
Si percorre la Valle del Reno sulla statale 64 Porrettana fino a Silla (pochi chilometri prima di Porretta), dove ha inizio, deviando a destra, la strada provinciale 324 che conduce a Lizzano in Belvedere.
In seguito vengono toccate Vidiciatico e La Cá.
Infine Madonna dell’Acero e il Laghetto del Cavone, dove esiste un ampio parcheggio.
È un luogo a cui i bolognesi sono molto legati, della serie "almeno una volta nella vita".
Ho visitato queste zone innumerevoli volte e sto pensando alle mie foto vintage dei ricordi mentre
osservo le montagne che si alzano ripide dai versanti della valle del Silla, raggiungendo in breve quote che sfiorano i 2000 m.
LE CIME DEL MASSICCIO
Il monte si articola su tre cime:
-Punta Sofia, 1939 m, sulla quale è posta una grande croce metallica.
-Punta del Corno alle Scale, 1945 m
-Punta Giorgina, 1927 m
ITINERARIO CLASSICO AD ANELLO SUL CORNO ALLE SCALE
Di seguito vado a descrivere uno splendido itinerario ad anello che permetterà di raggiungere le tre cime del Corno.
In seguito procederò lungo il facile sentiero che andrà a toccare il Lago Scaffaiolo e infine la discesa al Laghetto del Cavone, punto di partenza.
DISLIVELLO: 530 m
DIFFICOLTÀ:*
-dal termine del primo tratto di seggiovia fino al lago Scaffaiolo difficoltà E.
-dal lago Scaffaiolo al lago del Cavone difficoltà T.
TEMPO DI PERCORRENZA: 2 ore
©google earth - ©mappatura Monica Galeotti |
Il Lago del Cavone è il punto di inizio alla salita senza seggiovia, sentiero CAI 337, ed è anche un gradevole punto di sosta circondato da boschi di faggio.
È alimentato dalle acque che si raccolgono nell’omonima conca glaciale.
Su un lato è situato il Rifugio del Cavone.
Completando il sentiero 337 fino a Punta Sofia si attraversano i Balzi dell'Ora, difficoltà EE.
Effettuando la deviazione verso Porticciola il sentiero è più facile, difficoltà E, e ci si ricongiunge al termine del primo tratto di seggiovia.
Questo itinerario illustrato prevede la salita con il primo tratto di seggiovia, situata a pochi metri dal Cavone.
I tratti di seggiovia aperti d'estate sono due: il primo tratto arriva al Rifugio delle Rocce.
Il secondo tratto arriva proprio in corrispondenza del punto più alto del massiccio, la Cima del Corno.
Salgo in seggiovia solo per il primo tratto.
L'arrivo è in corrispondenza del Rifugio Le Rocce.
Inizio a salire verso Punta Sofia (difficoltà E).
Oltre il limite degli alberi, a partire dai 1600 m, un basso manto vegetale raggiunge le cime: è la brughiera a mirtillo, con bassi arbusti di mirtillo nero.
Sono quasi arrivata, la cima di Punta Sofia è lì che mi aspetta.
PUNTA SOFIA m. 1939
Raggiungo la croce in ferro, simbolo del comprensorio del Corno alle Scale, alta 15 metri.
Dalla cima si aprono estesi panorami spettacolari.
Salta all’occhio sul fronte settentrionale il crinale dei famosi Balzi dell’Ora (CAI 129), impervi ed aspri, attraverso i quali si raggiunge la Cima de La Nuda, m.1828 (difficoltà EE).
Si possono altresì percorrere, per raggiungere la cima di Punta Sofia, arrivando dal Laghetto Cavone, come già visto.
Gli avvallamenti di origine glaciale che circondano il circo del Cavone hanno fianchi ripidi e vanno ad abbracciare la conca dal fondo dolce e pianeggiante.
CORNO ALLE SCALE m. 1945
Mi allontano da Punta Sofia e procedo verso la cima del Corno alle Scale, il punto più elevato della provincia di Bologna.
L'asta della segnaletica CAI è piantata esattamente nel punto più alto della Cima Corno alle Scale.
Dalla ripida parete est ammiro l’alta Valle del Silla, quella che guarda verso Monteacuto delle Alpi e Madonna del Faggio.
Da qui si può avvistare l’aquila reale e più frequentemente la poiana, di più modeste dimensioni, con la quale l'aquila viene spesso confusa.
È ben visibile anche il Cupolino che sovrasta il Lago Scaffaiolo.
Nelle giornate di sole si riescono a scorgere le Alpi Apuane, purtroppo coperte dalle nubi durante la mia escursione.
Sono nel sentiero CAI 129, che arriva dai Balzi dell'Ora e terminerà al Passo Strofinatoio.
PUNTA GIORGINA m. 1927
Per raggiungere Punta Giorgina abbandono il sentiero e salgo in pochi istanti.
Eccola!
Torno ai piedi della cima e mi preparo a scendere verso Passo Strofinatoio.
Il panorama è splendido.
PASSO STROFINATOIO m. 1632
In discesa qualche detrito un po’ instabile, ma in breve sono al Passo dello Strofinatoio.
Il passo viene raggiunto dal sentiero CAI 00, che arriva dal Passo della Nevaia in provincia di Pistoia, e con questa numerazione prosegue fino al Lago Scaffaiolo.
MONTE CORNACCIO m. 1881
Bypasso il Monte Cornaccio e mi dirigo verso il secondo passo di questa dorsale.
PASSO DELLA CALANCA O DEI TRE TERMINI
m. 1780
È segnalato da un cippo confinario in pietra che rappresenta la sua memoria storica: a fine Settecento fu il confine tra lo Stato della Chiesa, il Ducato di Modena e il Granducato di Toscana.
Tradotto ai giorni nostri questa sella è il punto in cui si uniscono e dividono le province di Bologna, Modena e Pistoia.
Dal passo si ammira un vasto panorama sulla valle del Dardagna.
IL CUPOLINO m. 1852 e il LAGO SCAFFAIOLO m. 1794
In questa mia foto vintage anno 2013, ben visibile è la punta del Cupolino, che abbraccia il piccolo Lago Scaffaiolo.
Il lago è ai piedi del Rifugio Duca degli Abruzzi (m.1800).
Il rifugio risale al 1878, il primo costruito sull'Appennino Tosco-Emiliano, grazie ad un'iniziativa congiunta del CAI di Bologna e di Firenze.
Varie cause, come il clima, la guerra e gli atti vandalici, hanno contribuito a numerose riedificazioni: 1902, 1911, 1926, 1965 e 2001.
Nel 1997 è stato inaugurato il ricovero invernale Maurizio Musiani, ricavato dal rudere del quarto rifugio, quello del 1926, del quale era rimasto il pianterreno e la scala esterna che conduceva al piano sopraelevato.
Dal rifugio osservo la strada fin qui percorsa e la Croce di Punta Sofia mi appare alta un millimetro.
È il luogo ideale per fare sosta e per l'occasione ho pensato ad un pranzo al sacco come si deve: crescente bolognese e prosciutto cotto!
Che appagamento....trekking, esercizio fisico, montagna spettacolare, ricordi vintage ed estasi del gusto.
Il lago non è di origine glaciale, contrariamente agli altri specchi d’acqua della zona, le sue acque si mantengono grazie alle precipitazioni, all’innevamento e alle nebbie.
Numerose sono le ipotesi del toponimo del lago, una di queste, e a me piace pensare sia quella giusta, sembra supporre che
Scaffaiolo derivi da "scaffa", cioè "conca". Le rocce impermeabili che caratterizzano il piccolo bacino idrico del Cupolino trattengono l'acqua e l'assenza di ogni forma vegetale dovuta alla quota elevata, ne impedisce l'interramento.
La zona dello Scaffaiolo è una delle più piovose e instabili d’Italia.
DI RITORNO AL CAVONE
La discesa a valle è facile e sbrigativa, si tratta di un’ampia carrareccia chiusa al traffico ma utilizzabile dai gipponi del rifugio.
Sfioro il Rifugio Le Malghe di Baggioledo (m.1650), punto di ristoro, aperto specialmente nella stagione sciistica ma a volte anche in estate.
È la parte meno interessante del percorso, se escludo le sorprese floreali del territorio:
l'Epilobio.
L'avevo già incontrato lungo il
→ sentiero del Bletterbach (Corno Bianco) sulle Dolomiti di Passo Oclini.
Fiorisce in luglio e agosto.
La Carlina
Dalla tipica infiorescenza stellata, questa pianta era conosciuta già dal Medioevo grazie alla sua proprietà meteorologica: le popolazioni alpine usavano apporle fuori dalle proprie case perchè le foglie esterne si chiudono all'arrivo della pioggia e si riaprono con il sereno.
Raggiungo le acque delle prime vene del Dardagna.
Di qui a poco sono di nuovo al lago e Rifugio del Cavone.
E infine.
Conosco il Corno alle Scale da sempre, un luogo che amo, dove ritorno ciclicamente per rilassarmi.
LE FOTO DEI RICORDI
Laghetto del Cavone, gita in moto, 1983.
Sui gradini Rifugio del Cavone, 1983.
Piste da sci Corno alle Scale, 1984.
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Note:
-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.
-l’innevamento del Corno alle Scale è spesso consistente fino a tutto aprile, a volte singoli nevai permangono fino a giugno.
*-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi
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Bibliografia:
-pieghevole "Parco regionale Corno alle Scale", a cura del Centro Villa Ghigi, serie Parchi e Riserve dell'Emilia Romagna n. 9, 1992.
Sitografia:
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