lunedì 28 maggio 2018

BASILICA DI SAN PIETRO - parte seconda

(torna Basilica di San Pietro - prima parte)


La basilica sembra riceva più di 20.000 visitatori al giorno. C'è da spaventarsi ma così è, meglio mettermi il cuore in pace e dare per scontato che la mia visita sarà accompagnata da una marea di persone e gruppi di visite guidate.


E' la basilica più vasta del mondo, impossibile descrivere tutti i capolavori che conserva.



NAVATA DESTRA

"Ecco la grandiosità, il lusso schiacciante di una chiesa trionfalista, ma ecco anche la vittoria dell'opera dell'uomo, il coronamento della sua intelligenza e dell'audacia delle sue mani:
 la "Pietà" di Michelangelo"."¹

È l'opera che suggellò l'artista  alla definitiva consacrazione nell'arte scultorea a soli 22 anni, prima sua opera in marmo di Carrara, che da questo momento divenne la materia primaria per la sua creatività.
È anche l'unica opera che reca la sua firma, sulla fascia che cinge il petto della Vergine.
Colpisce la serena bellezza della Vergine, dall'aspetto fanciullesco, sulle cui ginocchia è posto il Cristo, abbandonato come un bimbo dormiente.

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Si trova dietro a un vetro a prova di proiettile, dopo che un geologo australiano nel 1972 la colpì con un martello per quindici volte al grido di: 'Io sono Gesù, risorto dalla morte!'.
Riconosciuto psicolabile, fu tenuto in un manicomio italiano per tre anni e poi rimpatriato in Australia.
La Pietà subì danni seri, ma il restauro fu subito effettuato nei vicini laboratori dei Musei Vaticani e, grazie all'esistenza di numerosi calchi, fu possibile restaurare l'opera fedelmente.

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Sul pilastro dopo la Pietà, trovo il Monumento alla regina Cristina di Svezia, una delle tre donne sepolte a San Pietro, che abdicò al trono svedese e si convertì al cattolicesimo nel 1655.
L'opera è di Carlo Fontana.
La conversione di un personaggio così importante fu molto apprezzata dal Vaticano, e Cristina passò gran parte dei suoi ultimi anni a Roma.
La sua turbolenta vita privata fu argomento di pettegolezzi: relazioni peccaminose con membri della corte, di entrambi i sessi.
A lei prestò il volto niente meno che Greta Garbo nel film del 1933 "Queen Christina".

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Subito dopo, la griglia di ferro del Borromini che separa la basilica dalla Cappella del Santissimo Sacramento, con opere molto importanti, ma è riservata alla preghiera, si entra pochi alla volta e non è possibile scattare foto.

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Gli artisti più grandi si sono impegnati attraverso i secoli per realizzare i monumenti funebri dei pontefici, ospitati nella basilica come celebrati "memento mori".

Vedo la Cappella Gregoriana, fatta costruire dal Papa bolognese Gregorio XIII, il riformatore del calendario.
La cappella e il grandioso monumento sono su disegni di Michelangelo.

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Il dipinto della "Madonna del Soccorso" chiude la galleria fotografica della navata.
Proviene dalla primitiva basilica Vaticana, XI secolo.

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NAVATA CENTRALE

Il centro della basilica è dominato dal baldacchino barocco di Bernini, realizzato in onore di Papa Urbano VIII, Maffeo Barberini.

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Sembra che per poter raccogliere tutto il metallo necessario, il Papa abbia ordinato di adoperare i bronzi del pronao del Pantheon.
Ebbe origine da questo fatto il malizioso detto:
"Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini", ossia ciò che nemmeno i barbari vollero fare, seppero invece farlo i Barberini.

Si eleva per 29 metri sorretto da quattro colonne a spirale, e allude intenzionalmente alla foggia dei baldacchini che si innalzavano nelle chiese romane in occasione delle cerimonie religiose.
 Si trova sopra l'altare maggiore, dal quale può officiare solo il Papa.
L'altare maggiore a sua volta è posto sulla tomba di San Pietro.
Davanti all'altare si trova una cripta chiamata confessio, opera di Carlo Maderno, alla cui balaustra vi sono 99 lampade sempre accese, dove i vescovi si avvicinano a pregare in presenza del Papa.

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Il baldacchino è circondato, in alto, dalla cupola di Michelangelo, che si eleva per 119 metri ed è sorretta da quattro possenti pilastri di pietra.

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In ognuno di questi pilastri vi sono le reliquie di quattro santi, custodite dalla statua del santo.
Alla destra del baldacchino si trova la famosa statua in bronzo di San Pietro.

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La statua è oggetto di venerazione, tanto che i pellegrini hanno reso il piede destro lucido e liscio.
Il 29 giugno, giorno dedicato ai santi Pietro e Paolo, la statua viene vestita con abiti papali. 

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Dietro l'altare, sul fondo della basilica, il Trono di San Pietro, facente parte della Cattedra di San Pietro del Bernini.
Il grande trono è in bronzo dorato sorretto da statue di santi e ha un sedile in legno con intarsi di avorio.

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I raggi del sole filtrano dall'alto attraverso una sontuosa finestra incorniciata da una schiera di angeli dorati, mentre nel pannello centrale è rappresentata una colomba in volo, simbolo dello Spirito Santo.

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NAVATA SINISTRA

La porta della Sagrestia vede il sontuoso monumento a Pio VIII di Pietro Tenerani, 1866. 

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Il monumento a Papa Pio VII, realizzato da Bertel Thorvaldsen, un artista danese protestante: la cosa generò grande scalpore all'epoca.

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L'altare di San Gregorio.

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Innocenzo XI, dello scultore Pietro Stefano Monnot.

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Speculare il monumento a Leone XI, di Alessandro Algardi.

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La Cappella della Presentazione contiene due opere moderne:
a destra il monumento a Giovanni XXIII di Emilio Greco.

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A sinistra il monumento a Benedetto XV di Pietro Canonica.

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Al centro la "Presentazione di Maria al Tempio" di Francesco Romanelli, 1642.
La vergine fanciulla sale i gradini del tempio accompagnata dai genitori Anna e Gioacchino.
Nell'altare sono custodite le spoglie di Papa San Pio X.

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Il meraviglioso monumento sepolcrale della famiglia Stuart è di Antonio Canova e qui in San Pietro non ha un posto felice, si trova fra due pilastri, ma nonostante tutto il Canova seppe trarre il massimo da questo spazio.
Una porta conduce al sepolcro, dedicato a Giacomo Edoardo Stuart e i suoi due figli, ultimi membri della famiglia, valorosa casata inglese, che morirono in esilio a Roma.
Fanno da guardia i due Geni della Morte, scolpiti a mezzo rilievo (un simbolo tratto dalle urne cinerarie etrusche).

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Il Canova trasforma tali modelli in due figure androgine di eterea bellezza.
All'epoca si gridò allo scandalo perchè il Vaticano trovò le due figure immorali e Canova fu invitato a coprire le nudità ritenute sconvenienti al luogo sacro, ma rifiutò deciso.
Stendhal, che fu un severo critico d'arte, giudicò i due Geni funebri come una delle maggiori opere d'arte europee.
Si dichiarò incapace di descrivere la loro bellezza ma affermò di aver passato ore davanti a loro, restando in estatica ammirazione:
"Di fronte c'è una panca sulla quale ho trascorso le ore più dolci del mio soggiorno a Roma.
Soprattutto nell'approssimarsi della notte, la bellezza di questi angeli appare celestiale.
Giungendo a Roma bisogna venire presso la tomba degli Stuart, per provare se si abbia per caso un cuore fatto per comprendere la scultura".

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Fra i due piloni a fronte, il monumento a Clementina Sobieska, nipote del re di Polonia e moglie di Giacomo Stuart, morì a 33 anni di tubercolosi.
L'opera fu disegnata da Filippo Barigioni e scolpita da Pietro Bracci nel 1742.
La personificazione allegorica della Carità con il braccio sinistro alzato sorregge un cuore. Un angelo la aiuta a sostenere il ritratto ovale della defunta.
Il sarcofago è in parte celato alla vista da un drappo rigonfio, scolpito nell'alabastro, che scende fino alla porta.

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Il sepolcro costituisce uno dei più preziosi esempi di scultura monumentale funebre del Settecento, con le sue immagini che si librano nell'aria in posizione precaria e senza peso.

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Conclude la navata sinistra la Cappella della Fonte Battesimale, di Carlo Fontana.
Alcuni documenti riportano che il coperchio era in origine del sarcofago di Adriano, nel suo mausoleo.
Sullo sfondo "Battesimo di Cristo sulle acque del Giordano", di Carlo Maratta, 1698.

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La splendida cupola vede la rappresentazione allegorica del battesimo.

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Si nota la bella statua di Carlo Magno, eseguita da Cornacchioni, all'uscita sotto al portico.

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Saluto San Pietro con un'occhiata alle Guardie Svizzere che si occupano della sicurezza del Papa e del controllo degli accessi al Vaticano.

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Roma è la più antica città vivente, e la storia ha prodotto un'accumulazione di strati.
Con i suoi tre livelli (area pagana-cristiana di epoca romana, fondamenta della basilica costantiniana e forma attuale), la basilica di San Pietro è il principale modello di questa incessante sovrapposizione.




                                                   ↪ i Musei Vaticani


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¹Josè Saramago, "Manuale di pittura e calligrafia", 1983, ed. Feltrinelli 2011, p.162.

Bibliografia:
-Bell'Italia n. 50, giugno 1990
-Lonely Planet, Roma 2012, 7à edizione italiana, ed. EDT 
-La Grande Storia dell'Arte, vol. 10. Il Settecento, ed. Scala Group, Gruppo Editoriale l'Espresso
-La Grande Storia dell'Arte, vol. 7. Il Seicento, ed. Scala Group, Gruppo Editoriale l'Espresso
-La Grande Storia dell'Arte, vol. 5 Il Cinquecento, ed. Scala Group, Gruppo Editoriale l'Espresso





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