sabato 9 settembre 2023

RIFUGIO TARAMELLI

Valle dei Monzoni - Pozza di Fassa (TN)



Torquato Taramelli è stato un geologo italiano: a lui é dedicato il mitico rifugio della Val Monzoni.
Il rifugio infatti fu costruito nel 1904 per motivi di studio geologico.


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Perché "mitico" rifugio? Per me lo è a causa dei ricordi degli anni '70 e '90.
 Credo si possa comunque definire così per tutti coloro che hanno frequentato o frequentano le Dolomiti della Val di Fassa. È l'ultimo rifugio rimasto costruito nella tipica struttura a cubo dei primi del '900.


COME ARRIVARE

La passeggiata classica e più conosciuta per arrivare al rifugio prevede un tempo di 1 ora 30 minuti e prende avvio dalla Valle di San Nicolò (Cappella del Crocifisso), laterale della Val di Fassa. 
In questo percorso, nel periodo estivo e da diversi anni, vi è un servizio di navetta che raggiunge Malga Monzoni, andando a coprire la prima ora di camminata.
In pratica quello che era un largo sentiero oggi è diventato una strada asfaltata e percorrerla a piedi non è entusiasmante.

Io sono arrivata al Rifugio Taramelli partendo da → Passo delle Selle, percorrendo in discesa la Valle delle Selle e una parte della Val Monzoni.



ESCURSIONE DAL RIFUGIO PASSO DELLE SELLE AL RIFUGIO TARAMELLI


Segnavia n. 604
Difficoltà: E
 Tempo: 1 ora all'andata in discesa
1,45 ore al ritorno in salita
Dislivello totale: 495 m
Lunghezza complessiva: km 5

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©escursione GPS Relive 3D - ©mappatura Monica Galeotti





Parto dal Passo delle Selle (2528 m) e scendo lungo la conca più alta della Valle delle Selle. 

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Quando alle mie spalle vedo il Rifugio delle Selle a questa distanza, trovo nel prato lattine arrugginite della Prima Guerra, probabilmente contenevano il cosiddetto "rancio" del soldato.

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Come ricordano le linee guida del Trentino, considerato oggi un grande parco della memoria della Grande Guerra 1914-18, i reperti che vengono trovati sulle montagne non devono subire danni né essere raccolti, in quanto sono testimoni silenziosi dell'epoca bellica, 
costituiscono un inestimabile patrimonio culturale e una testimonianza storica accessibile a tutti.

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Raggiungo il bellissimo Lago delle Selle (2232 m).

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Sul fianco destro la Catena di Crapela.

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Supero il lago e mi fermo ad ammirare il maestoso massiccio del Catinaccio all'orizzonte.

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Continuo la discesa in Val Monzoni su un pendio notevolmente più ripido, consapevole di ciò che mi attenderà al ritorno: l'ardua salita!

Il panorama è fantastico: le cime di questa vallata, con Punta Vallaccia e il rifugio omonimo.

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Ed ecco, molto più in basso, apparire il Rifugio Taramelli.

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IL RIFUGIO TARAMELLI (2046 m)

L'idea di erigere un rifugio nel cuore della Valle dei Monzoni, notevole dal punto di vista geologico, risale al 1903. In quell'anno, la Società Alpinistica Trentina (SAT) prese la decisione di costruirlo al fine di accogliere i rinomati studiosi partecipanti al Congresso Geologico Internazionale che si sarebbe tenuto a Vienna l'anno successivo.

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Il socio Garbari offrì 2000 corone e il terreno fu acquistato dal Comune di Pozza di Fassa al costo di 915 corone. Normalmente, per la costruzione dei rifugi, il terreno veniva donato, ma in questo caso, a causa dell'intervento di un funzionario filo-austriaco del Comune di Pozza, dovettero pagarlo. 
La SAT, infatti, in quegli anni, quando il Trentino era ancora parte dell'Impero Austro-Ungarico, era nota per le sue forti simpatie patriottiche verso l'Italia.

Costruito in pochi mesi, il rifugio venne inaugurato il 9 agosto 1904 con una festa di grande risonanza, alla quale partecipò anche Torquato Taramelli, illustre geologo dell'Università di Pavia, veterano garibaldino della battaglia di Bezzecca e socio onorario della SAT.

Il giorno dell'inaugurazione: il ballo davanti al rifugio - ©rifugiotaramelli.it



Il pranzo dell'inaugurazione:
 Taramelli, con baffi e occhiali, seduto vicino al parroco - ©rifugiotaramelli.it



Taramelli (1845-1922), professore di Mineralogia e Geologia all'Università di Pavia, di cui fu anche rettore, fu il fondatore dell'Istituto Geologico Italiano.




Tra i suoi contributi più significativi spiccano la creazione della Carta geologica d'Italia e i suoi studi avanzati in sismologia.

Il gruppo di geologi al quale apparteneva diede origine alla cosiddetta "nuova geologia", che innalzò il livello della geologia italiana ai vertici europei.

Inoltre, il minerale taramellite prende il nome da Taramelli in riconoscimento dei suoi notevoli contributi.


Durante la Prima Guerra Mondiale, essendo situato sulla linea del fronte, il rifugio fu impiegato come quartier generale austriaco e come ospedale da campo. 
Come si è già visto a Passo delle Selle, ancora oggi, si possono trovare numerose tracce dei camminamenti e delle fortificazioni militari.

1916: il rifugio trasformato in ospedale durante la Prima Guerra - ©rifugiotaramelli.it



In seguito alla Seconda Guerra Mondiale, il rifugio fu gestito per un periodo dal Museo Tridentino di Scienze Naturali, grazie alla sua rilevanza scientifica.

Una svolta nella storia del rifugio avviene nel 1961, quando la sua gestione viene affidata alla SUSAT, la sessione universitaria della SAT. In quel periodo, la SUSAT organizzò corsi di divulgazione geologica sotto la guida del professor Leonardi per tre anni consecutivi. Grazie al successo come punto d'incontro tra geologi e studenti alpinisti, il rifugio divenne la casa in montagna della SUSAT.

Fu in questo contesto che al Rifugio Taramelli fu inaugurata la tradizione, che continua ancora oggi, delle gestioni settimanali operate dai soci volontari della SUSAT.

Oggi, dopo aver approfondito la sua storia, comprendo il motivo per cui nel 1975 ho trovato studenti universitari volontari a gestire il rifugio, mentre ci preparavano la polenta, mescolandola all'interno di un paiolo.
E il pranzo a base di polenta e salsiccia è una tradizione ancora oggi.

Per la serie "foto dei ricordi": mia sorella Paola, io e mamma Teresa al Rifugio Taramelli, anno 1975.

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©foto Paolo Galeotti


2023: il rifugio al foto confronto.

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1975

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©foto Paolo Galeotti


2023





Dal Rifugio Taramelli, ritorno seguendo la stessa strada dell'andata che mi condurrà nuovamente a Passo delle Selle. Da lì, proseguirò fino alla seggiovia Costabella e al Passo San Pellegrino, dove ho lasciato l'auto questa mattina.

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Ho spesso avvistato le marmotte da lontano e ascoltato i loro fischi, ma questa è stata la prima volta in cui le ho viste e registrate così da vicino.
Era un'intera famiglia: due adulti e quattro cuccioli, mentre giocavano tra di loro.

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Questa esperienza ha suscitato in me molte emozioni, ha fatto riaffiorare felici ricordi del passato, mi ha permesso di scoprire la storia del rifugio e, infine, mi ha regalato lo spettacolo delle marmotte.
Grazie al Rifugio Taramelli!









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Note:
-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 31 luglio 2023 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.

-carta topografica Tabacco - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 06 - 1:25.000

-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi → Dolomiti presentazione

-le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna → Prudenza in montagna




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Sitografia:

-rifugiotaramelli.it



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FOTO DEI RICORDI 1996
Rifugio Taramelli da Valle San Nicolò.

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Monica e nonna Franca








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Cartolina acquistata al Rifugio Taramelli 1975.






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2 commenti:

  1. Che piacere rivedere il Rifugio Taramelli dopo tanti anni. Ci sono stata, quando la strada non era asfaltata, bellissimo rifugio, partiti dalla chieesetta che c'è in val San Nicolò, sulla destra, prima dell'imbocco per la valle suindicata. Tante GRAZIE.

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  2. Ciao! È un piacere condividere esperienze comuni. Pure io, come avrai visto era il 1975 la prima volta che sono stata, ho percorso l'itinerario da Valle San Nicolò su strada non asfaltata e la navetta non era stata ancora "inventata". Altri tempi! Grazie a te che mi hai scritto. Monica

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