sabato 16 settembre 2023

VECCHIA PARROCCHIALE DI GRIES

 via Martin Knoller,  5 - BOLZANO

Il territorio di Gries fu per molti secoli il vigneto dei vescovi di Frisinga.
Tra il XIV e il XV secolo il suo nome era Keller, che significa "cantina" in tedesco.


 È in questo periodo che, nel terreno dell'ex maso Lofferer (abbattuto nel 1908 per costruire l'attuale scuola elementare), appartenente al capitolo del Duomo di Frisinga, fu eretta la parrocchiale, con le sue eleganti e sobrie forme tardo-gotiche, andando a costituire il più antico nucleo di Gries.


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Oggi, Gries è un quartiere di Bolzano, ma la sua annessione è avvenuta di recente, precisamente negli anni che hanno preceduto la Seconda Guerra Mondiale.

Fino a quel momento, Gries aveva avuto il suo status di municipalità autonoma.

Mentre Bolzano era rinomata come città-mercato, Gries svolgeva un ruolo di primo piano come centro turistico. Competeva con Merano nell'accogliere visitatori interessati al turismo climatico, alle piacevoli passeggiate tra i vigneti e ai trattamenti termali offerti dai bagni di zolfo.




La vecchia parrocchiale di Gries non è sempre aperta al pubblico, gli orari di accesso sono limitati a causa dell'attenzione dedicata alla sua conservazione.

 Questa precauzione è comprensibile quando si considera che al suo interno sono custoditi due dei più grandi capolavori artistici della regione: un crocifisso romanico e l'imponente altare a scrigno realizzato da Michael Pacher.

Mi dirigo verso la chiesa seguendo un breve vialetto pedonale alberato.

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Si trova leggermente separata dalle abitazioni e circondata dal suo piccolo cimitero, mantenuto con la stessa cura tipica di tutti i cimiteri tirolesi.

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Fra le lapidi di questo cimitero storico spicca la croce in ferro battuto della famiglia Aufschnaiter, del 1740.

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Di fronte alla chiesa si estendono i vigneti.

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Entro in chiesa.

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Mi dirigo immediatamente verso destra, attratta dal maestoso altare realizzato in legno da Michael Pacher.

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Michael Pacher nacque nei pressi di Brunico circa nel 1430 ed è considerato il più grande artista dell'Alto Adige. Il suo primo incontro con le tendenze artistiche dell'epoca avvenne durante un viaggio a Padova, da cui acquisì il gusto per la scultura realistica, dimostrando abilità nel modellare con maestria i drappeggi attorno alle figure umane.

Successivamente, intraprese un lungo viaggio in Germania alla ricerca delle tecniche del realismo tedesco, con influenze notevoli dal mondo fiammingo. Questa ricerca lo portò a sviluppare un'arte potente e coinvolgente.

L'altare della parrocchiale di Gries , realizzato dopo il suo ritorno dalla Germania a partire dal 1471, riflette il pieno sviluppo artistico raggiunto da Pacher. Quest'opera rappresenta il culmine di un genere tipicamente tirolese, l'altare ligneo a scrigno.

Nonostante non sia giunto fino a noi in condizioni complete, l'altare si trova in uno stato di conservazione molto buono.

Il soggetto principale è l'incoronazione di Maria da parte della Santissima Trinità.

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 Una serie di angeli dipinti su tavola, anche se estranei a Pacher, sembrano sostenerla come una sorta di quinta, ed è all'interno di questo spazio che emerge la raffigurazione della colomba, simboleggiante lo Spirito Santo.

Inoltre, a connettere la composizione alle figure, ci sono sei angeli. Due di essi sostengono le vesti di Maria, mentre gli altri, posizionati tra le colonnine di delimitazione, suonano strumenti a corda e a fiato.

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Le figure più straordinarie, però, si trovano ai lati dell'altare. A sinistra, San Michele appare come un giovane guerriero, radiante di forza e determinazione. Con la sua spada, si prepara a trafiggere un essere maligno, un drago-demonio.

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Dall'altro lato, c'è un Sant'Erasmo benedicente, vestito con abiti sontuosi ma con una barba leggermente trascurata. Rappresenta l'immagine di un pastore d'anime di montagna.

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Delle ante si sono conservati solo due dei quattro rilievi a intaglio:
"Annunciazione"

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e "Adorazione dei Magi".

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Il pannello posteriore dell'altare mostra con alta probabilità delle tavole realizzate dallo stesso Pacher.

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È la complessità a determinare il fascino di quest'opera. Per l'altare di Gries, Michael Pacher lavorò circa quattro anni, dal 1471 al 1475. L'opera gli venne commissionata dalla municipalità di Bolzano.



L’altra opera conservata nella chiesa é un crocifisso risalente al Duecento. Sebbene primitivo nella sua concezione, questo crocifisso è straordinariamente espressivo.

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La sua storia è avvolta nel mistero; intorno al 1930, adornava una delle case lungo Via dei Portici, la via centrale di Bolzano. Successivamente, fu trasportato nella chiesetta di Gries .

Ciò che sorprende è che non si trova nulla di simile né nell'arte tirolese dell'epoca né nelle regioni circostanti. L'unico punto di riferimento contemporaneo sembra essere quello francese.

Si possono formulare solo due ipotesi: potrebbe trattarsi dell'opera di un artista isolato, emergente in un contesto culturale altrimenti modesto, oppure potrebbe essere stato parte di un lungo viaggio, un evento del tutto insolito per quel periodo.

Per Gries, del resto, l'anomalia è la norma.
La piazza centrale di ciò che oggi è un quartiere di Bolzano conserva ancora chiaramente l'atmosfera di un borgo autonomo. Il suo aspetto è dominato dall'imponente presenza del Convento dei Benedettini, che richiama le maestose mura di un castello.

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Attualmente, questo convento è abitato dai Benedettini di Muri, un centro svizzero, e ancora oggi si dedicano alla coltivazione delle vigne per la produzione del pregiato vino rosso Lagrein della conca bolzanina, seguendo così le antiche tradizioni risalenti ai tempi di Keller.







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Note:
dal 1° luglio al 30 agosto la parrocchiale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.
Durante il resto dell'anno gli orari sono diversificati a seconda del periodo, conviene sempre telefonare per informarsi.



Bibliografia:
-Fabio Amodeo, "Miracolo a Gries", Bell'Italia n. 2 Speciale Dolomiti, dicembre 1988, Editoriale Giorgio Mondadori.


Sitografia:

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