PRIMO PERCORSO
1 - BORGO SAN GIULIANO
2 - PONTE DI TIBERIO
3 - VISITOR CENTRE
4 - CINEMA FULGOR
5 - MUSEO DELLA CITTÀ
6 - DOMUS DEL CHIRURGO
7 - PIAZZA CAVOUR
8 - CASTEL SISMONDO
9 - CHIESA DI SANT'AGOSTINO
10 - PORTA MONTANARA
©screenshot google earth - ©didascalie Monica Galeotti |
1 - BORGO SAN GIULIANO
Il Borgo San Giuliano, originariamente un antico insediamento di marinai e pescatori, è oggi rinato dopo essere stato minacciato di demolizione negli anni '70.
Si trova nelle vicinanze del centro storico della città.
Le sue case basse e colorate, le piazzette e le strade lastricate, insieme ai murales, conferiscono al quartiere un'atmosfera pittoresca e suggestiva, e in questo dedalo di strade strette ci si può perdere e girovagare casualmente.
Oltre alla sua atmosfera unica, il borgo ospita la chiesa di San Giuliano Martire (via San Giuliano, 16) un esempio di architettura rinascimentale.
Attraverso testimonianze orali e alcuni documenti, i rappresentanti della Società de Borg (Società del Borgo), hanno ricostruito la composizione sociale del borgo dalla fine dell'Ottocento alla metà del Novecento.
La Società de Borg è un'associazione democratica, culturale e sociale, fondata da alcuni abitanti del Borgo San Giuliano nel 1984.
Il suo obiettivo è svolgere attività di utilità sociale senza scopo di lucro, concentrandosi sul recupero e la valorizzazione delle tradizioni culturali e sulla solidarietà.
Oltre all'organizzazione della biennale della Festa de Borg, che si tiene il primo fine settimana di settembre negli anni pari, l'associazione promuove una serie di eventi e azioni durante tutto l'anno.
Attraverso la ricerca storica è emerso che la maggior parte degli abitanti era dedita alle attività legate al mare, vivendo in condizioni di estrema povertà e precarietà abitativa.
Nel 1860, su 2000 abitanti, circa 400 erano lavoratori, principalmente naviganti e pescatori.
Nel 1918, la presenza di marinai si ridusse a 150, mentre la popolazione rimase stabile.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, lo spopolamento portò a una ulteriore diminuzione dei lavoratori del mare, che nel tempo scesero a non più di 80.
Oggi nessuno esercita più queste attività, ma i valori di solidarietà della comunità rimangono evidenti, più che in ogni altra categoria di lavoratori. Sin dall'Ottocento infatti i marinai fondarono la Società di Mutuo Soccorso per affrontare le disgrazie e le difficoltà economiche, mostrando una forte solidarietà verso le famiglie dei naufraghi.
Dall'esperienza marinara, i residenti del borgo oggi mantengono la virtù dell'integrazione tra culture e stili di vita diversi, in risposta alle mutate condizioni economiche e sociali.
Negli anni '60 e '70, nuovi abitanti arrivarono principalmente dalle campagne e dal meridione d'Italia, e la tradizione dell'accoglienza è rimasta forte.
Nati negli anni '80, durante le prime feste de Borg, questi dipinti sono una tradizione che continua ancora oggi, arricchendo il patrimonio del borgo di pescatori con ritratti di persone e personaggi storici.
Inizialmente dipinti dal pittore Mauro Dallonda, i murales hanno trasformato le mura del borgo in una testimonianza vivida della vita quotidiana, rappresentando figure come pescatori, marinai, lavandaie, artisti ambulanti e partigiani, offrendo così uno spaccato autentico della comunità locale.
Nel 2009, la Società de Borg censì i marinai e i pescatori che vi abitavano dagli anni '50, realizzando piastrelle in ceramica con i loro nomi e applicandole sulle case da loro un tempo abitate.
I murales rappresentano la storia del borgo e, contemporaneamente, omaggiano Federico Fellini per aver incluso nei suoi film alcuni caratteristici personaggi cittadini.
Giulietta Masina in "La strada", sullo sfondo il Ponte di Tiberio - Paoluzzi 1998. |
Omaggio a Fellini e ai suoi personaggi - Agim Sulaj, 2020. |
La Gradisca di Renè Gruau. Questo artista è stato un grande illustratore che ha segnato la storia della moda, come evidenzierò in seguito con il Museo della Città.
Gradisca, omaggio ideale a Fellini. |
Lo sceicco bianco, Alberto Sordi - Agim Sulaj |
Il Scureza di Amarcord - Massimo Teresio, detto Troll, 2004. |
La nave va, disegno di F. Fellini, riproduzione di F. Manfroni. |
Ora esco dal Borgo e mi dirigo verso il vicinissimo Ponte di Tiberio.
2 - PONTE DI TIBERIO
Costruito sul fiume Marecchia per decreto dell'imperatore Augusto e completato durante il regno di Tiberio (14-21 d.C.), il ponte in stile dorico a cinque arcate in pietra d'Istria è un esempio della maestria costruttiva romana.
Le arcate sono integrate nella fondazione, garantendo stabilità.
Questo ponte segna l'inizio delle antiche vie consolari Emilia e Popilia e collega Corso Augusto (la via storica principale della città) al Borgo San Giuliano.
Meravigliosa la nuova area verde sull'acqua, con vista sul ponte.
Al tramonto, il ponte offre uno spettacolo incantevole, con gli archi che si riflettono nelle acque del fiume.
Dal ponte proseguo in Corso d'Augusto verso il centro storico.
3 - VISITOR CENTRE
Corso d'Augusto, 235
Ho trovato molto interessante il centro visitatori ad ingresso libero, un percorso multimediale interattivo che svela i segreti della città e del territorio circostante, e si trova all'interno della chiesa sconsacrata di Santa Maria ad Nives.
È il punto di partenza ideale per esplorare Rimini e la sua provincia.
Il cicerone in questo caso è Giulio Cesare, che introduce in quattro tappe la storia di Rimini.
Esco per proseguire lungo il Corso d'Augusto; questo centro visitatori (funge anche da informazioni turistiche) è davvero notevole: mi ha offerto un'esperienza coinvolgente e formativa.
4 - CINEMA FULGOR
Corso d'Augusto, 162
Questo è il cinema dove è nata la passione di Federico Fellini, che vide il suo primo film, "Maciste all'Inferno", sulle ginocchia del padre, come raccontato in "Amarcord".
Descriveva l'ambiente dicendo: "Sotto lo schermo c'erano le panche. Poi uno steccato, come nelle stalle, divideva i popolari dai distinti. Noi pagavamo 11 soldi; dietro si pagava una lira e 10".
Oggi, il cinema è stato completamente restaurato secondo i progetti del maestro Dante Ferretti, con un richiamo allo stile hollywoodiano degli anni '30, ispirato alle atmosfere care a Fellini, con foyer e due sale cinematografiche intitolate a Giulietta e Federico.
5 - MUSEO DELLA CITTÀ
via Tonini, 1
Il Museo Luigi Tonini, dedicato alla storia della città, si trova nel settecentesco ex collegio dei Gesuiti, progettato dall'architetto bolognese Alfonso Torreggiani.
Luigi Tonini (1807-1874), come indica la targa che lo commemora nella casa in cui abitava in piazzetta Ducale, 2, a pochi passi dal museo, era il bibliotecario della Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini e ha contribuito con il suo nome all'illustrazione delle memorie patrie. Era un profondo investigatore, un critico di valore, archeologo, letterato e grecista. Il municipio ha eretto questa lapide commemorativa augurandosi che l'Italia possa continuare ad avere cittadini di valore come lui.
Il museo ospita:
1- LAPIDARIO ROMANO
2- PINACOTECA
3- SEZIONE ARCHEOLOGICA
1- LAPIDARIO ROMANO
Il lapidario romano, nel giardino, presenta iscrizioni dal I secolo a.C. al IV secolo d.C., offrendo un'idea della vita dell'epoca.
Al piano terra, c'è una mostra permanente su
RENÈ GRUAU (1909-2004).
Nato a Rimini, Renato Zavagli Ricciardelli, noto come René Gruau, è stato uno dei più grandi illustratori della moda contemporanea.
Ha collaborato con prestigiose aziende di moda, produttori di accessori e cosmetici di lusso, contribuendo alla definizione dello stile italiano attraverso le sue opere negli anni '20 e '30.
Diventa l'interprete grafico della femminilità degli anni '40 e '50 durante la rinascita della couture francese con l'amico Christian Dior dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il suo stile elegante ed espressivo ha permeato la memoria collettiva attraverso manifesti pubblicitari e illustrazioni di riviste, rendendolo una figura iconica nel panorama della moda. René Gruau si è spento a Roma.
2- PINACOTECA
La pinacoteca, al secondo e terzo piano, presenta una ricca collezione.
Le opere principali:
CRISTO MORTO CON QUATTRO ANGELI
Giovanni Bellini, tempera e olio su tavola, 1475 ca.
La tavola della Pietà di Bellini è menzionata per la prima volta in un documento del 17 febbraio 1499, situata nella chiesa di Sant'Antonio nel complesso del Tempio Malatestiano a Rimini.
Il testamento di Rainerio di Ludovico Migliorati, consigliere di Pandolfo di Roberto Malatesta, attesta che la tavola era sull'altare del suo sepolcro, quindi il sepolcro rappresenta la collocazione originaria, nonostante l'opera sia stata creata circa vent'anni prima.
PALA DI SAN VINCENZO FERRERI
Domenico Ghirlandaio e bottega, tempera e olio su tavola, 1493-1496.
Domenico Ghirlandaio e bottega, tempera e olio su tavola, 1493-1496.
Questa pala proviene dalla chiesa domenicana di San Cataldo.
Il dipinto vede i santi Vincenzo Ferreri, Sebastiano e Rocco, con ai loro piedi Pandolfo Quarto Malatesta, la madre Elisabetta Aldobrandini, la moglie Violante Bentivoglio e il fratello Carlo, ritratti attribuiti a Fra' Bartolomeo. Dopo l'espulsione definitiva di Pandolfo IV da Rimini nel 1528, le immagini dei Malatesta furono coperte di vernice, rimossa solo durante il restauro del 1924.
VISIONE DI SAN GIROLAMO
Giovan Francesco Barbieri detto il GUERCINO, olio su tela, 1641.
Nel Seicento, opere provenienti da Bologna, Roma e Venezia affluirono a Rimini, influenzando l'arredo pittorico delle chiese locali secondo nuove tendenze estetiche.
Il Guercino esercitò un'influenza predominante sul gusto artistico della città, specialmente tramite il suo capolavoro conclusivo, il San Girolamo, commissionato dal padre teatino Tommaso da Carpegna al mercante Francesco Manganoni, proprietario di una collezione di dipinti del Guercino , andata dispersa.
SCINTILLANTE
Fernando Gualtieri, olio su tela, 2000.
Fernando Gualtieri è celebre come il "re della trasparenza" per la sua abilità nel dipingere la luminosità e la trasparenza, evidenziando riflessi cristallini, tessuti splendenti e dettagli impeccabili, accompagnati da una luce quasi magica.
Nel 2008, l'artista donò questo dipinto e altre opere al museo cittadino come omaggio al Comune di Rimini.
3- SEZIONE ARCHEOLOGICA
Nei sotterranei, un percorso illustra la storia della città dalla preistoria alla fine dell'antichità:
. protostoria e colonizzazione
. età repubblicana
Ariminum, fondata nel 268 a.C. come colonia latina dopo la vittoria romana del Sentino nel 295 a.C. e la sottomissione definitiva dei Senoni nel 283 a.C., vide la migrazione di 6000 famiglie per popolare la zona alla foce dell’Ariminus (oggi Marecchia).
Il centro fu riorganizzato secondo un piano urbanistico, con la cinta muraria e un reticolo di vie interne.
Il cardo maximus e il decumanus maximus (oggi corso d’Augusto) furono importanti vie di comunicazione nel II secolo a.C.
Il foro principale si trovava nell’attuale piazza Tre Martiri.
Nel I secolo a.C., Ariminum divenne municipium e le mura difensive e le porte urbiche furono restaurate, incluso il futuro Arco di Augusto.
Gli otto capitelli italo-corinzi, databili a quel periodo, appartenevano probabilmente a un grande complesso templare.
. età imperiale
Ricostruzione Arco di Augusto, sormontato da una quadriga.
Calchi dei medaglioni con immagini di divinità sull'Arco di Augusto:
1- Nettuno con tridente e delfino.
2- Minerva con gladio e corazza-trofeo.
Stele funeraria di Egnathia Chila, prima età imperiale.
I mosaici
Il mosaico delle barche proveniente dalla domus di Palazzo Diotallevi mostra il porto, con le navi onerarie galleggianti nel mare di Ariminum, circondate da pesci e delfini.
La seguente immagine del mare Adriatico raffigura una varietà di pesci e crostacei. I piatti di pesce nella mensa romana, accompagnati da salse piccanti come il garum, ricordano le nostre fritture, grigliate e persino la paella, sebbene risultino più decisi e intensi.
Pavimentazione delle case romane.
LA RICOSTRUZIONE DELLA TABERNA MEDICA NELLA DOMUS DEL CHIRURGO
Qui è stata ricostruita con precisione la taberna medica di un chirurgo greco, riminese di adozione, del I secolo d.C., quando fu distrutta da un incendio, sigillandone i resti fra le macerie del crollo.
I resti archeologici della casa, si trovano esterni al museo, nella adiacente Piazza Ferrari.
Le ricerche hanno portato alla luce il più ricco corredo chirurgico-farmaceutico mai scoperto dell'età romana, oltre a dettagli architettonici, permettendo una fedele restituzione delle stanze, con mosaici, affreschi e arredi accuratamente replicati.
La Stanza di Orfeo, in cui è stata rinvenuta la collezione di strumenti chirurgici e dove si trova il mosaico pavimentale raffigurante Orfeo tra gli animali.
Il cubicolo, ambiente provvisto di un letto dedicato al ricovero dei pazienti.
La scoperta archeologica ha permesso di definire gli ambienti e la figura del chirurgo Eutyches, un professionista versatile e competente che esercitava varie branche della medicina.
Il suo vasto set di strumenti includeva attrezzi per interventi ortopedici, odontoiatrici, urologici e per la trapanazione cranica, custoditi in contenitori specializzati.
Curava personalmente la preparazione e la somministrazione dei farmaci, utilizzando strumenti come bilance e spatole.
6 - DOMUS DEL CHIRURGO
Piazza Ferrari, 30
La Domus del Chirurgo, un'abitazione romana risalente al I secolo d.C., è stata scoperta nel 1989 e resa accessibile al pubblico nel 2007.
Durante i lavori di sistemazione dei giardini di Piazza Ferrari e lo sradicamento di un albero, furono scoperti dei frammenti di mosaici intrappolati nelle radici.
Questo portò all'intervento della soprintendenza archeologica e del museo cittadino, che condussero scavi rivelatori.
Le indagini interessarono un’area di 700 m².
Il sito ha rivelato mosaici, affreschi e reperti, tra cui una serie completa di strumenti chirurgici romani, ora esposti nel Museo della Città, come già visto.
Inoltre, il sito archeologico mostra stratigrafie successive offrendo una sintesi storica delle strutture della città dal I secolo a.C. all'età moderna.
Oltre alla Domus del Chirurgo quindi, la planimetria complessiva dell'area archeologica di piazza Ferrari comprende:
. le mura imperiali . una residenza palaziale risalente dalla tarda romanità all'età gotica e . una parte di casa bizantina alto medievale.
La struttura museale archeologica permette al pubblico di esplorare i reperti camminando su piattaforme trasparenti sospese.
Gli studi indicano che in passato l'edificio si trovava direttamente sul mare, nella parte settentrionale della città, ora ritiratosi di 1,5 km.
Nel plastico esposto al museo è possibile vedere la struttura originale della Domus del Chirurgo:
. il vestibolo, cioè l’ingresso.
. la prima stanza, usata come prolungamento dell'ingresso.
. il cortile giardino
. il corridoio, che metteva in collegamento la prima stanza con le restanti e dava sul cortile.
. il triclinio, ambiente dedicato ai pasti caratterizzato dalla presenza di tre letti disposti intorno a una mensa centrale.
. la taberna medica, che fungeva da ambulatorio dove il chirurgo visitava i pazienti, li operava e talvolta li ricoverava.
Questa è composta da:
a. il cubicolo, ambiente provvisto di un letto dedicato al ricovero dei pazienti, dotato di una finestra che si affacciava sul corridoio e di una porta che collegava alla Stanza di Orfeo.
b. la Stanza di Orfeo, in cui è stata rinvenuta la collezione di strumenti medici fra cui anche quelli chirurgici e dove si trova il mosaico raffigurante Orfeo tra gli animali.
b. la Stanza di Orfeo, in cui è stata rinvenuta la collezione di strumenti medici fra cui anche quelli chirurgici e dove si trova il mosaico raffigurante Orfeo tra gli animali.
c. una sala di ricevimento, soggiorno.
d. locali di servizio: una latrina con caditoia di scarico e un Calidarium (zona calda).
La stanza Calidarium disponeva di un laconicum, un ambiente riscaldato per provocare sudorazione, con riscaldamento pavimentale a ipocausto (circolazione di aria calda all'interno di cavità situate nel pavimento e condotti in laterizio (tubuli) nelle pareti).
Gli scavi archeologici della casa del chirurgo: è la struttura principale, in ottimo stato di conservazione.
I mosaici ritrovati furono principalmente realizzati con le tecniche dell'opus tessellatum e dell'opus reticulatum. Tra essi, il mosaico più notevole è quello della Stanza di Orfeo nella taberna medica, raffigurante Orfeo che incanta gli animali con la musica della lira.
Orfeo è al centro, circondato da sei animali (un leone, un fagiano, un pappagallo, una pernice, un daino e un'aquila). Ai quattro angoli una coppia di pantere e una di cerbiatti.
I mosaici del palazzo tardoantico (V secolo).
7 - PIAZZA CAVOUR
Piazza Cavour è il nucleo politico ed economico di Rimini sin dal XIII secolo.
Ospita importanti edifici storici:
. PALAZZO DEL PODESTÀ e PALAZZO DELL'ARENGO
. PALAZZO GARAMPI
.TEATRO GALLI
. FONTANA DELLA PIGNA
. STATUA DI PAOLO V
. VECCHIA PESCHERIA
. PALAZZO DEL PODESTÀ E PALAZZO DELL'ARENGO
. Il Palazzo del Podestà, risalente al 1330, è la residenza del signore della città ed è caratterizzato da merlature e archi gotici, incluso un arco centrale usato per le impiccagioni.
. Il Palazzo dell'Arengo, costruito nel 1204 per le assemblee cittadine, presenta uno stile romano-gotico e una torre campanaria utilizzata anche come prigione.
Nel portico sottostante i notai tenevano i loro banchi e vi era amministrata la giustizia.
Un tempo era presente una grossa pietra su cui i debitori insolventi dovevano battere per tre volte il sedere nudo.
. PALAZZO GARAMPI
Palazzo Garampi, sede attuale del Comune, fu edificato nel 1562 e ricostruito nel 1687 dopo un terremoto.
Nuovamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato riportato fedelmente allo stato originale.
.TEATRO GALLI
Si trova sul lato corto della piazza.
È il principale teatro della città, inaugurato nel 1857 da Giuseppe Verdi con la rappresentazione di "Aroldo".
Danneggiato gravemente dai bombardamenti nel dicembre 1943, è stato restaurato nel 2018 dall'architetto Luigi Poletti, assumendo uno stile neoclassico con un portico su colonne ioniche all'ingresso.
Durante i lavori di restauro, sono stati scoperti un quartiere medievale, un complesso sepolcrale e i resti di alcune domus romane, visibili durante le visite guidate nel piano interrato del teatro.
All'interno, si possono ammirare i 71 palchi coronati da un loggione.
. FONTANA DELLA PIGNA
La Fontana della Pigna, al centro della piazza, menzionata anche da Leonardo da Vinci, possedeva una statua di San Paolo.
Nell'Ottocento la statua fu sostituita con la pigna.
. STATUA DI PAOLO V
La statua, eretta nel 1614, mostra il pontefice seduto su un trono, con le chiavi della città nella mano sinistra e una benedizione con la mano destra, sebbene a Rimini dicono che non stia benedicendo il popolo ma che stia chiedendo tre soldi di saraghina alla vicina pescheria.
Sullo schienale della sua sedia c'è la Rimini del Seicento.
. VECCHIA PESCHERIA
La capriata della pescheria richiama l'attenzione sul carattere marittimo di Rimini, spesso dimenticato quando ci si trova in centro.
Si vendeva pesce e vi erano anche le postazioni delle triccole per la vendita di uova, formaggi, cacciagione, e delle camangiarole con erbe e verdure della campagna circostante.
La zona della vecchia pescheria conserva ancora il suo carattere, ora popolata da lounge bar e cantinette, ma un tempo era attraversata da strette viuzze come quella delle Tavernelle, luogo di incontro e commercio nel Medioevo.
La pescheria settecentesca fu costruita per regolare e igienizzare la vendita del pesce, e la piazzetta circostante prende il nome popolare delle "poveracce", cioè le vongole, simbolo di modestia e povertà, poichè il loro commercio rendeva pochi soldi.
Recita una massima locale: "Povero chi le pesca, povero chi le vende, povero chi le mangia".
Abbandono questa bella piazza per dirigermi verso Piazza Malatesta e il Castel Sismondo, situato proprio dietro il Teatro Galli.
8 - PIAZZA MALATESTA E CASTEL SISMONDO
Piazza Malatesta ha subìto una trasformazione significativa, passando da essere un'area quasi periferica a essere integrata nel centro cittadino.
Castel Sismondo, nonostante la riduzione nel corso dei secoli, si erge maestoso su ciò che una volta era campagna.
Oggi, la rocca e la piazza adiacente, recentemente riqualificata, sono punti focali del museo diffuso dedicato a Federico Fellini.
Il Bosco dei nomi e le lanterne di Tolstoj.
Da una certa prospettiva, Piazza Malatesta diventa il cortile esterno del Fellini Museum, accogliendo il suggestivo "Bosco dei Nomi" ideato dal poeta Tonino Guerra.
Questo boschetto ha dei fiori di pietra su cui sono incisi i nomi di celebri personaggi del cinema, illuminati da tre grandi lanterne dedicate a Lev Tolstoj.
Le lanterne di Tolstoj, in ferro battuto, sono un omaggio di Tonino Guerra al grande poeta russo, morto di polmonite in una sperduta stazioncina nel lungo viaggio in treno che da Mosca lo portava in Crimea per raggiungere i suoi allievi.
Tonino Guerra immagina le lanterne dei capistazione che avevano illuminato gli ultimi passi di Tolstoj, per farle diventare simbolicamente dei fari che illuminano i ricordi e le strade di ciascuno di noi.
Il teatro Galli si osserva dalla piazza con i suoi lati e la parte posteriore.
Il paesaggio, evocativo delle scene rurali di Amarcord, simboleggia il confine tra campagna e città, con una disposizione degli aceri insieme al grande platano dei Malatesta che conferisce ordine, mentre la vegetazione spontanea aggiunge dinamismo ai percorsi.
Il grande platano dei Malatesta, 130 anni, 22 metri di altezza, 30 metri con la chioma.
Il castello
Castel Sismondo è una magnifica opera voluta e realizzata da uno dei più controversi signori del Rinascimento italiano.
Con un progetto che vede la collaborazione di Filippo Brunelleschi, rappresenta una delle grandi opere d'Italia.
I lavori iniziarono nel 1437 e durarono quasi 10 anni, dando vita ad un palazzo-fortezza straordinario, circondato da un fossato.
Sigismondo Malatesta è stato un visionario che ha reso Rimini celebre.
Oggi il castello ospita il Fellini Museum, conferendo ad un altro visionario, un maestro del cinema, una delle sedi permanenti del progetto museo diffuso.
9 - CHIESA DI SANT'AGOSTINO
Mentre mi dirigo verso Porta Montanara, noto la maestosa chiesa di Sant'Agostino, costruita nel XIII secolo in stile romanico-gotico, decisamente imponente.
Il suo campanile di 55 metri, con una cuspide piramidale, è il più alto della città e ha servito anche come faro per lungo tempo.
10 - PORTA MONTANARA
Costruita nel II secolo a.C. sotto Silla, segna uno dei quattro ingressi dell'antica Ariminum all'estremità del cardine massimo.
Distrutta nel 1943, è stata recuperata e ricollocata nel 2003, dopo essere stata temporaneamente sistemata nel cortile della diocesi di Rimini vicino al Tempio Malatestiano, tornando così a segnare l'ingresso alla città da monte, ed è proprio per questo motivo che assume tale denominazione.
Con l'arrivo a questa porta, ho completato il primo itinerario.
Ora ritorno verso il nucleo centrale della città e mi appresto ad esplorare il secondo percorso domani, che mi condurrà dalle antiche vie del centro storico fino al mare.
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"L'aria
L'aria è quella roba leggera
che ti gira intorno alla testa
e diventa più chiara quando ridi."
Tonino Guerra
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Bibliografia:
-pannello informativo in loco Borgo San Giuliano
-pannelli informativi Museo della città Luigi Tonini
Sitografia:
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