piazza San Domenico, 13 - BOLOGNA
aggiornato 2022
La Basilica di San Domenico è una delle più importanti chiese di Bologna, ed è la chiesa madre dell'ordine domenicano.
Piazza San Domenico, che accoglie la basilica, ha un aspetto irregolare, per gli edifici che la circondano, per le colonne e i sepolcri che la animano.
Sulla piazza si prospetta il fianco sinistro della chiesa.
GLI ESTERNI
Su una delle due colonne votive posa un San Domenico di rame fatto a Milano nel 1627.
Sull'altra una statua della Madonna del Rosario, sempre in rame (1632).
La statua si pone prospetticamente davanti all'abside esterna della Cappella del Rosario.
Notevoli i due mausolei appartenenti a giuristi bolognesi: il primo, a fianco della chiesa, di Rolandino de' Passeggeri, rende onore al maestro dello Studio che aveva tenuto testa, in duello epistolare, a Federico II, il quale minacciava di distruggere la città se non fosse stato liberato il figlio Enzo.
La città può vantarsi oltremodo di avere avuto fra i suoi cittadini Rolandino: fu tra i giudici che redassero la sentenza del Liber Paradisus, l'atto con cui vennero liberati circa seimila servi del contado di Bologna.
Il sepolcro è a due ordini di colonnine, primi anni del '300.
Il secondo mausoleo, accostato a una casa, più piccolo e modesto, appartiene a Egidio Foscherari, il primo laico che insegnò diritto canonico all'università di Bologna.
Intorno alla piazza alcuni alberi di Ginko Biloba in veste autunnale, la colorazione gialla di questo periodo è spettacolare.
La facciata ha un'immensa rosa a dodici colonnette.
INTERNI
A tre navate, pronunciata in lunghezza, la chiesa ha una classica eleganza settecentesca.
Quasi tutti i dieci quadri dipinti sui muri della navata maggiore sono di Vittorio Maria Bigari, pittore bolognese del 1700.
NAVATA DESTRA
LA CAPPELLA DI SAN DOMENICO
L'area più rilevante dell'intero complesso è la cappella di S. Domenico, a croce greca, sormontata da cupola.
Nel catino "La gloria di San Domenico" di Guido Reni.
Sotto si alza la splendida ARCA DI SAN DOMENICO, morto a Bologna nel 1221. Ne custodisce il corpo dal 1267 ed è composta da sculture di più artisti di epoche diverse: Nicolò Pisano, Nicolò dell'Arca, Alfonso Lombardi e Michelangelo.
Per la sua ricchezza merita una → pubblicazione dedicata.
Proseguendo, in fondo a destra, il quadro "San Tommaso d'Aquino", del Guercino.
Tommaso d'Aquino è stato il massimo teologo del pensiero domenicano, primo esponente della Scolastica, filosofia cristiana del Medioevo, prosecuzione dell'antica Patristica.
Il suo concetto educativo rappresenta la più alta e originale sintesi del pensiero di Aristotele e i motivi più validi di Platone, con il pensiero cristiano.
Sempre a destra, la porta di accesso al Chiostro dei Morti.
Da questo chiostro si può vedere il vecchio ed elegante campanile romanico-gotico e l'esterno della cappella di San Domenico, dove è custodita l'Arca.
Nel presbiterio il pregevolissimo coro ligneo intarsiato.
Vi lavorò da solo per 20 anni Fra' Damiano Zambelli da Bergamo, intarsiando nelle spalliere storie del Vecchio e Nuovo Testamento.
Il leggìo del coro, particolare.
Nel transetto a sinistra dell'altare maggiore la Cappella di San Michele, l'unica in stile gotico.
Il Crocifisso è di Giunta Pisano (1250), l'opera più antica contenuta in questa basilica.
Si tratta di un importantissimo crocifisso, uno dei quattro di Pisano, fondamentali nella storia dell'arte perchè sono i primi dove Cristo è raffigurato morente sulla croce: Cristo Patiens.
Il Cristo, piegato a sinistra, è rappresentato con maggiore realismo rispetto all'iconografia bizantina.
Anche lo sfondo a motivi geometrici è una novità.
All'epoca il crocifisso era appeso centralmente davanti ai fedeli, poi, con il Concilio di Trento, fu spostato in posizione più nascosta e coperto di pitture, poi rimosse.
Questa raffigurazione sarà fonte di fortissima ispirazione per Cimabue, che nel 1271 creerà il Crocifisso di San Domenico ad Arezzo.
Crocifisso di Cimabue - ©Senet Wikipedia |
NAVATA SINISTRA
CAPPELLA DEL ROSARIO
Fu terminata nel 1465 dal nobile Giovanni Guidotti per uso della sua famiglia.
L'attuale decorazione interna risale invece al 1654, affrescata da Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli.
Il vero tesoro qui contenuto è la decorazione per l'altare della Madonna del Rosario.
Intorno alla Madonna la cornice si presenta con le tavolette dei 15 misteri, dipinte da Ludovico Carracci, Guido Reni, Francesco Albani, Domenichino e Lavinia Fontana.
Partendo da sinistra, dal basso verso l'alto:
In questa cappella vi sono le tombe di Guido Reni e di Elisabetta Sirani.
Una curiosità: durante uno dei suoi viaggi in Italia, nel 1770, Mozart fu allievo di padre Giovanni Battista Martini per sostenere l'esame per l'aggregazione all'Accademia Filarmonica di Bologna.
Il 6 ottobre, in occasione della Festa della Madonna del Rosario, Mozart si esibì all'organo di questa cappella: aveva 14 anni.
Nel vestibolo successivo il Monumento ad Alessandro Tartagni, giurista, ritenuto ultimo della corrente degli scolastici. L'opera, di squisita eleganza, è di Francesco di Simone Ferrucci.
"Raimondo di Peñafort" di Ludovico Carracci.
Il religioso spagnolo, terzo maestro generale dell'ordine domenicano, è ritratto sul mantello mentre solca il mare.
Concludo la navata destra con il meraviglioso dipinto a fianco all'entrata principale:
"Arcangelo Michele fra i santi Domenico e Francesco", di Giacomo Francia, ascrivibile al primo quarto del XVI secolo, 1500-1524.
Domenico di Guzmàn scelse di predicare contro le dottrine considerate eretiche (catari, o albigesi) attraverso l'esempio di una severa ascesi personale, vivendo in povertà e mendicità.
Poichè per confutare le dottrine era necessario che i predicatori, oltre a essere esemplarmente poveri, avessero anche una solida preparazione culturale, i conventi domenicani divennero importanti centri di studi teologici e biblici.
Quelle di Bologna e Parigi, sedi universitarie, divennero le comunità più forti e influenti dell'ordine: Domenico assunse personalmente la guida del convento di Bologna.
La più antica immagine di San Domenico, di Vitale da Bologna.
©George Jansoones/wikipedia |
Al momento della morte, avvenuta a Bologna all'interno del convento, l'ordine contava circa 300 frati e una ventina di conventi, organizzati e sparsi tra Francia, Italia, Germania e Scandinavia.
"San Domenico", terracotta policroma di Nicolò dell'Arca, 1493.
©George Jansoones/wikipedia |
CONVENTO E BIBLIOTECA
Il Convento e la biblioteca sono accessibili solo con visita guidata.
Questa è la cella del convento dove si presume morì San Domenico.
Una cella non sua, perchè lui, il fondatore, non ce l'aveva.
SALA DELLA CONSULTA
(stanza dell'Inquisizione)
Domenico fu comunemente ma apocrificamente associato all'Inquisizione. Le fonti storiche dell'epoca non rivelano nulla del suo coinvolgimento: morì nel 1221 e l'ufficio dell'Inquisizione fu istituito nel 1231 in Lombardia e nel 1234 in Linguadoca.
A Bologna l'Inquisizione nasce nel 1233 in questa basilica, sede sia del Tribunale che della sala della tortura. L'uso della tortura fu autorizzato con la Bolla Ad extirpanda da Papa Innocenzo IV nel 1252.
In questa sala affrescata si celebravano i processi, un luogo che ha assistito a strazi e sofferenze.
Il Tribunale fu uno dei più violenti dell'epoca, in particolare nella caccia alle streghe.
Le bolognesi condannate per stregoneria erano astrologhe, erboriste, prostitute.
La Biblioteca
È un'area di ricerca e studi religiosi, con un patrimonio di 90.000 volumi.
L'atrio barocco dà su un'aula quattrocentesca a tre navate.
In queste sale si sono formati per secoli studiosi e teologi.
Al termine della biblioteca l'imponente Salone Bolognini, dove si tengono conferenze, di cui trasferisco un affresco.
L'ordine domenicano oggi è diffuso nel mondo con circa 7.000 membri.
Bologna (e l'Italia intera) testimone storica, artistica, architettonica, racconta secoli di storia 📷
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Bibliografia:
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", Ed.Alfa - Bologna - 1968, ristampa 1976
Sitografia:
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