Immortalata da Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nel film di Fellini "La dolce vita",
1- FONTANA DI TREVI
è la più grande e la più famosa delle fontane romane.
Esuberante opera rococò di Nicola Salvi, mette l'intera facciata di un palazzo come sfondo a divinità marine. Raffigura Oceano trainato sul carro da cavalli marini, uno selvaggio, l'altro docile, a rappresentare gli umori del mare, guidati da tritoni.
Svettante, aereo coronamento, lo stemma papale (opera di Paolo Benaglia).
Oceano trainato dal cavallo docile e dal tritone.
Come vuole la leggenda, gettare una moneta nella Fontana vi farà tornare a Roma.
I turisti lo fanno e i circa 3.000€ che vengono pescati dalla fontana ogni giorno vanno alla Caritas.
Il percorso di Trevi:
1- FONTANA DI TREVI
2- LA "MADONNELLA" DELLA PIETA'
3- FONTANA DEL TRITONE
4- FONTANA DELLE API
5- CHIESA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
6- PALAZZO BARBERINI (Galleria Nazionale d'Arte Antica)
2- LA "MADONNELLA" DELLA PIETÀ
Vicino alla Fontana di Trevi, in alto, in Vicolo delle Bollette, c'è una piccola immagine dipinta: è la "Madonna della Pietà", una delle più importanti MADONNELLE di Roma.
Nel centro storico sembra ce ne siano circa 730, agli angoli delle strade o sui muri esterni dei palazzi storici.
Molte di queste sono precedenti al cristianesimo; tra i pagani infatti era d'uso costruire piccoli altarini votivi in onore dei Lari, ovvero gli spiriti degli antenati che proteggevano coloro che passavano di lì.
Quando i cristiani cominciarono ad officiare i loro culti, nel IV secolo, non fecero altro che dedicare questi altarini alla loro religione.
Le piccole madonne non erano solo un balsamo per l'anima, svolgevano anche una funzione di pubblica utilità: fino a quando non vennero introdotti i lampioni (a metà 800) le candele e le lampade accese davanti alle loro immagini erano l'unica fonte di illuminazione delle strade del centro.
3- FONTANA DEL TRITONE
PIAZZA BARBERINI è intasata dal traffico, ma vede al centro una delle più belle fontane di Roma : la Fontana del Tritone.
La creò Gianlorenzo Bernini nel 1643 per papa Urbano VIII (un Barberini), ed usa per la prima volta il travertino al posto del marmo.
Il Tritone soffia un alto getto d'acqua attraverso una buccina (conchiglia adattata ad uso di tromba, proprio come facevano la sera i pescatori del litorale romano), accosciato sulle valve di una conchiglia aperta, sorretta da quattro delfini.
A Norimberga ce n'è una copia, non proprio perfetta.
Copia della fontana del Tritone, a Norimberga - ©Fondazione Zeri Università di Bologna |
4- FONTANA DELLE API
Bernini scolpì anche questa fontana, all'angolo della piazza con via Veneto, sempre per la famiglia Barberini, il cui stemma nobiliare raffigura proprio tre api in volo.
A significare il fastidio per la potenza di quella grande famiglia, i romani la chiamarono la "fontana delle mosche", rappresentazione del male.
5- CHIESA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
Dietro alla Fontana delle Api, all'inizio di via Veneto, qualche gradino per accedere all'entrata.
La chiesa non ha nulla di particolarmente pregevole, ad eccezione di due opere:
l'affresco sulla volta, "L'Assunta", di Liberio Coccetti (1796).
"L'Arcangelo Michele che caccia Lucifero", di Guido Reni.
L'attrattiva principale della chiesa è sicuramente la Cripta dei Cappuccini, dove ogni cosa, cornici candelabri archi, è fatto con ossa umane. Per quattro secoli i monaci cappuccini hanno utilizzato le ossa di 4000 confratelli deceduti, per creare questo ambiente inquietante.
Il senso di tutto ciò è nel messaggio scritto sull'ultima cripta: "Quel che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo, voi sarete".
Cripta dei Cappuccini - ©Wikipedia |
6- PALAZZO BARBERINI
A completare la visita della zona Trevi la delizia architettonica del sontuoso Palazzo Barberini, il più ingente segno della passata potenza della famiglia Barberini, sede di una splendida collezione d'arte con capolavori del Caravaggio, Raffaello e Holbein: la GALLERIA NAZIONALE D'ARTE ANTICA.
Commissionato da papa Urbano VIII (quello della fontana del Tritone) per celebrare l'ascesa al soglio pontificio della famiglia, nel 1623.
Le scale a sinistra, a pozzo quadrato, sono del Bernini.
Le api, simbolo di operosità, si trovano sui muri.
Tra le opere più note basta citare "La Fornarina" di Raffaello, il seducente ritratto di una donna, spesso indicata come l'amante del pittore, ma probabilmente si tratta di Francesca Ordeaschi, moglie di Agostino Chigi, protettore di Raffaello.
©Raffaello - ©Monica Galeotti photo |
La casta ed eterea "Annunciazione" di Filippo Lippi.
©Filippo Lippi - ©Monica Galeotti photo |
Il "Ritratto di Enrico VIII" il giorno delle quarte nozze con Anna di Cleves, dipinto da Hans Holbein.
Un magnifico Caravaggio, "Giuditta taglia la testa a Oloferne", capolavoro cruento e pervaso da una straordinaria luce teatrale.
©Caravaggio - ©Monica Galeotti photo |
"Saul contro Davide", del Guercino.
©Guercino - ©Monica Galeotti photo |
L'immenso salone ideato dal Bernini, al primo piano, occupa in altezza due piani del palazzo.
Pietro da Cortona è l'autore dell'affresco sulla volta: "Il trionfo della divina provvidenza", che è anche il trionfo della potente famiglia Barberini; il suo stemma araldico con le api è infatti sorretto dalle figure allegoriche che rappresentano la virtù.
Il camino dell'immenso salone.
Nel XVII secolo i Barberini sono stati fra i maggiori mecenati nella Roma barocca. Il modo in cui, però, riutilizzarono le opere dell'antichità in maniera egregia per i loro scopi è all'origine del detto "Quod non facerunt barbari, facerunt Barberini" (Ciò che non fecero i barbari fu fatto dai Barberini).
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