BASILICA DI SAN DOMENICO
Piazza San Domenico, 13 - BOLOGNA
L’arca è il monumento sepolcrale realizzato per Domenico di Guzman, fondatore dell'Ordine dei Domenicani, morto a Bologna il 6 agosto 1221.
Si trova nella cappella a lui dedicata, lungo la navata destra della Basilica di San Domenico e, per l’incredibile bellezza, rimane la più importante opera d’arte di questa chiesa ma anche una delle più importanti di Bologna.
L’aspetto attuale è frutto di diversi interventi effettuati fra il 1200 e il 1700.
È una vera e propria sintesi teologica, va letta dall’alto verso il basso, riporta la gerarchia della Chiesa e la successione cronologica degli eventi:
alla sommità Dio padre,
sotto il suo creato, ovvero la terra, l’aria e il mare.
All’interno del creato c’è la redenzione, l’annunciazione e la passione di Cristo.
Sullo stesso livello i quattro evangelisti che diffondono il messaggio della redenzione.
Ad un livello ancora più basso l’opera della Chiesa rappresentata dagli otto santi patroni di Bologna e l’ordine dei frati predicatori il cui capostipite è Domenico celebrato nell’arca e conservato al suo interno.
DESCRIZIONE
1- NICOLA PISANO
Il primo cui fu commissionata l’opera fu Nicola Pisano nel 1264.
Egli realizzò sei pannelli marmorei decorati ad altorilievo e descriventi sei scene della vita del santo, concludendo il lavoro nel 1267.
I sei pannelli decorano i quattro lati del sarcofago parallelepipedo.
I pannelli sono separati da sei statuette e che vedono il Cristo Redentore, la Vergine con bambino e i quattro santi legati all’ordine domenicano.
Cronologicamente la storia di San Domenico parte dal pannello di destra, posto sul lato lungo del sarcofago parte anteriore.
Quindi si procede verso sinistra in senso orario.
Le sei scene hanno un notevole valore documentario, oltre che artistico, in quanto raffigurano episodi narrati dai frati dell’ordine che avevano conosciuto Domenico quando questi era ancora in vita.
Per la minuziosa descrizione di ogni tavola rimando al seguente → link
2- NICCOLÒ DELL’ARCA
Dal 1469 al 1473 Niccolò da Bari, che dopo quest’opera fu soprannominato Niccolò dell’Arca, eseguì la decorazione della cimasa sopra il sarcofago e realizzò l’angelo ceroferario (reggicandelabro) di sinistra.
La sommità della cimasa vede Dio padre, dominatore del mondo che infatti si trova sotto i suoi piedi.
Allo stesso tempo ama l’oggetto del suo dominio perché sorregge un’altra raffigurazione del mondo con la mano sinistra tenendolo vicino al cuore.
Più in basso i simboli della creazione: i festoni di frutta simboleggiano la terra.
I due putti simboleggiano il cielo e gli otto delfini il mare.
Ai piedi della creazione Gesù Cristo morto in mezzo a due angeli, quello dell’Annunciazione e quello della Passione.
Alle estremità i quattro evangelisti, Matteo, Marco, Luca e Giovanni, che hanno diffuso al mondo intero il messaggio di Gesù Cristo.
Dopo la rappresentazione del padre e del figlio viene lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo non ha immagini quindi Nicolò dell’Arca lo rappresenta con i suoi effetti e cioè i santi protettori di Bologna.
Vi sono otto statue, sei di Niccolò e due di Michelangelo:
nella parte anteriore San Francesco, San Petronio (Michelangelo), San Domenico e San Floriano.
Nella parte posteriore Santa Agricola, San Giovanni Battista, San Procolo (Michelangelo) e San Vitale.
3- MICHELANGELO
Nel 1494 un giovane Michelangelo contribuì con alcune piccole statue: quelle appena evidenziate e l’angelo reggicandelabro di destra.
Questo perché nel 1494 Niccolò dell’Arca morì e alcune sculture erano rimaste probabilmente abbozzate o da realizzare.
Michelangelo in quell’anno si trovava a Bologna, a seguito della cacciata dei Medici da Firenze, accolto dal nobile Giovan Francesco Aldrovandi il quale, per la sua intercessione, gli commissionò i tre lavori.
Michelangelo, all'epoca diciannovenne, venne influenzato dallo stile di Jacopo della Quercia (facciata di San Petronio) e da Niccolò dell'Arca, dato che il volto e il braccio di Gesù nella Pietà Vaticana richiamano il Gesù del Compianto sul Cristo Morto, conservato alla Basilica di Santa Maria della Vita a Bologna.
Nel San Procolo di Michelangelo si nota la corta tunica, in uso nei soldati, i calzari alti e un mantello portato in spalla.
La critica vede nell'espressione fiera ed eroica del San Procolo quell'intuizione embrionale che si svilupperà nel famoso David.
4- ALFONSO LOMBARDI
Nel 1532 Alfonso Lombardi eseguì la stele sotto il sarcofago raffigurante l’adorazione dei Magi e scene della vita del santo.
Ai lati della stele di Alfonso Lombardi vi sono i due angeli reggitorcia già nominati.
5- JEAN BAPTISTE BOUDARD
Infine nel 1768 Jean Baptiste Boudard realizzò il bassorilievo sotto l’altare con la morte di San Domenico.
Dietro la tomba è conservato il reliquiario con il capo di San Domenico.
Nel 1383, a distanza di un secolo dalla morte, si volle che il santo si potesse trasportare ed esporre nelle processioni quindi fu incaricato l'orafo Jacopo Roseto a realizzare un reliquiario che stupisse per il disegno e la ricchezza dei metalli usati.
Attorno all’arca, tutte le sere i frati domenicani del convento si riuniscono per pregare il loro padre fondatore.
Poche opere di scultura riuniscono, come l'arca di San Domenico, tante diverse abilità e maniere, tutte però concordanti a innalzare un altissimo canto di bellezza.
Non resta che entrare nella:
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Bibliografia:
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", Ed.Alfa - Bologna - 1968, ristampa 1976
Sitografia:
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