TERZO PERCORSO
aggiornato novembre 2020
Il terzo e ultimo percorso:
1- I FRARI
2- SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO
3- CASA GOLDONI
4- CHIESA DI SAN POLO E Campo San Polo
I primi due siti sono strettamente connessi con l'epidemia di peste che colpì l'Europa alla fine del 1500.
Venezia sembra sia stata la prima al mondo ad adottare la quarantena, con ispezioni a bordo delle navi e un'attesa di 40 giorni presso l'Isola del Lazzaretto per gli equipaggi in arrivo.
Questa tecnica divenne uno standard per la salute pubblica, che nel corso dei secoli ha salvato moltissime vite.
1- I FRARI (Basilica di Santa Maria Gloriosa)
I Frari (frati minori francescani) intitolarono questa basilica a Santa Maria Gloriosa, cioè alla credenza dell'Assunta.
Contiene il monumento funebre di Tiziano Vecellio, che a questa chiesa ha dato inestimabile contributo.
La sua sepoltura rimane un mistero tutt'ora irrisolto.
Il campanile è del 1386.
Contiene molti capolavori:
in primo luogo la pala d'altare di Tiziano dipinta nel 1518, "L'Assunta", al momento della mia visita in restauro e sostituita da una copia.
La Madonna è dipinta mentre lascia gli spazi terreni e si eleva verso il cielo.
L'Assunzione di Maria in cielo è una credenza di alcune chiese cristiane, secondo la quale Maria vive in cielo non solo con l'anima ma anche con il corpo.
Il Coro
Gli stalli del coro presentano un meraviglioso lavoro di intaglio.
La Sacrestia
Il trittico di Giovanni Bellini "Madonna in Trono con Bambino", 1488, è un incanto.
Cappella Corner
"San Marco assiso in Trono", 1474, di Bartolomeo Vivarini.
Altro capolavoro, il Monumento funebre a Canova, un mausoleo piramidale in marmo bianco di Carrara, 1827.
Antonio Canova faceva parte della Massoneria e la piramide è il simbolo del Grande Architetto dell'Universo (la divinità suprema per i Massoni).
Antonio Canova faceva parte della Massoneria e la piramide è il simbolo del Grande Architetto dell'Universo (la divinità suprema per i Massoni).
Venne eretto dai discepoli su disegno e modello che il Canova aveva preparato per Tiziano nel 1794.
La piramide ha una porta aperta che conduce alla camera mortuaria.
Sopra la porta due angeli sorreggono l'effige dello scultore circondata dal serpente, simbolo dell'immortalità.
Davanti alla porta si vedono avanzare figure di donna che rappresentano la scultura piangente, la pittura e l'architettura.
A sinistra il genio del Canova con la torcia spenta
e il leone di Venezia desolato.
La piramide ha una porta aperta che conduce alla camera mortuaria.
Sopra la porta due angeli sorreggono l'effige dello scultore circondata dal serpente, simbolo dell'immortalità.
Davanti alla porta si vedono avanzare figure di donna che rappresentano la scultura piangente, la pittura e l'architettura.
A sinistra il genio del Canova con la torcia spenta
e il leone di Venezia desolato.
Il monumento funebre di Tiziano si trova sulla destra appena varcato l'ingresso.
Tiziano morì di peste nel 1576, a novant'anni.
Le rigide regole dell'epoca per la quarantena non permettevano la sepoltura in chiesa, forse per Tiziano chiusero un occhio, ma non vi sono certezze e il luogo di sepoltura dell'artista rimane un mistero.
2- SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO
Nella seconda metà del Duecento, nell'Italia centro-settentrionale, nacquero confraternite laiche religiose, con finalità di culto e di mutuo soccorso.
A Venezia queste confraternite erano chiamate Scuole.
I loro membri appartenevano alla borghesia i quali, essendo esclusi dal governo oligarchico della Repubblica, potevano rivestire un ruolo di prestigio nella società veneziana.
Nel '400 vi erano vari tipi di scuole e pian piano, quelle artigiane, quelle di nazionalità (membri di nazionalità straniera) e quelle di devozione, andarono a formare le Scuole Piccole.
Quelle di devozione dei Battuti, che praticavano l'autoflagellazione pubblica come atto di penitenza, assunsero un ruolo dominante e divennero le Scuole Grandi, che erano 6.
La Scuola di San Rocco nacque nel 1478 come scuola dei Battuti e la profonda venerazione popolare nei confronti del santo, protettore degli appestati, lasciava ricche elemosine e la scuola divenne la più ricca confraternita veneziana.
A Venezia queste confraternite erano chiamate Scuole.
I loro membri appartenevano alla borghesia i quali, essendo esclusi dal governo oligarchico della Repubblica, potevano rivestire un ruolo di prestigio nella società veneziana.
Nel '400 vi erano vari tipi di scuole e pian piano, quelle artigiane, quelle di nazionalità (membri di nazionalità straniera) e quelle di devozione, andarono a formare le Scuole Piccole.
Quelle di devozione dei Battuti, che praticavano l'autoflagellazione pubblica come atto di penitenza, assunsero un ruolo dominante e divennero le Scuole Grandi, che erano 6.
La Scuola di San Rocco nacque nel 1478 come scuola dei Battuti e la profonda venerazione popolare nei confronti del santo, protettore degli appestati, lasciava ricche elemosine e la scuola divenne la più ricca confraternita veneziana.
La facciata, disegnata da Antonio Scarpagnino, ha cornici di marmi intarsiati, e dai capitelli sporgono figure scolpite.
Se la Basilica I Frari vede in primo piano Tiziano, la Scuola Grande di San Rocco ha come protagonista Tintoretto, che impiegò 23 anni per concludere il ciclo di dipinti che qui sono conservati.
La grande Sala Terrena è circondata da grandi dipinti dedicati ad episodi della vita della Vergine e dell'infanzia di Gesù.
La grande Sala Terrena è circondata da grandi dipinti dedicati ad episodi della vita della Vergine e dell'infanzia di Gesù.
Le tele, dipinte dal Tintoretto, riguardano scene di disperazione e redenzione fra i sopravvissuti.
Qui i veneziani potevano andare a pregare per essere liberati dall'epidemia.
Il ciclo inizia dalla parete sinistra con "L'Annunciazione", dove gli angeli entrano attraverso un muro sgretolato mentre Maria è intenta a cucire.
Il ciclo si conclude con l'Assunzione di Maria, una versione scura e opprimente rispetto a quella brillante di Tiziano custodita a I Frari.
Salendo lo scalone dello Scarpagnino
si raggiunge la Grande Sala Superiore (detta la "Cappella Sistina" del Tintoretto) il cui soffitto è coperto di dipinti con scene dell'Antico Testamento.
si raggiunge la Grande Sala Superiore (detta la "Cappella Sistina" del Tintoretto) il cui soffitto è coperto di dipinti con scene dell'Antico Testamento.
Vi sono specchi a disposizione del visitatore per ammirare il soffitto.
Sopra le sedute numerose sculture allegoriche in legno, di Francesco da Pianta, realizzate a metà del 1600.
Fra le tante si notano: a sinistra l'allegoria della Scultura, impersonata dal grande oratore Cicerone e, a destra, l'allegoria della Pittura, ovviamente impersonata da Tintoretto con i suoi pennelli.
Fra le tante si notano: a sinistra l'allegoria della Scultura, impersonata dal grande oratore Cicerone e, a destra, l'allegoria della Pittura, ovviamente impersonata da Tintoretto con i suoi pennelli.
Attigua a questo grande salone, la Sala dell'Albergo, dove domina "San Rocco in Gloria" di Tintoretto, circondato dall'allegoria delle quattro stagioni con Felicità, Generosità, Fede e Speranza.
La Speranza si appoggia sul gomito, provata dalla Peste, viva per miracolo.
Tintoretto si aggiudicò la commissione del dipinto giocando d'astuzia: presentò un pannello per il soffitto dedicato al santo cui la scuola era intitolata, contrariamente ad altri che producevano una serie di schizzi.
In questa sala si conclude il Nuovo Testamento con La Crocifissione.
Salendo ancora le scale si aprirà la sala chiamata del tesoro, dove è custodito il Gioiello di San Rocco: un candelabro realizzato con un ramo di corallo.
La CHIESA DI SAN ROCCO, attigua alla Scuola, possiede una bella facciata barocca, con un grande portale e statue di Giovanni Marchiori.
Oggi la Scuola ha circa 300 confratelli fra uomini e donne, è attiva e persegue gli antichi compiti caritativi, oltre a curare il suo notevole patrimonio artistico.
Laureato in Giurisprudenza, conosce attori e registi, chiamati allora comici e capocomici, e inizia a scrivere come poeta e compositore di testi teatrali.
Questa fu la sua casa natale, in seguito visse in numerose case a Venezia e all'estero.
Al piano terra una scala con colonnine in pietra d'Istria, inserita in una piccola corte, porta al primo piano, dove vengono ripercorse le tappe della sua vita.
Aperta al pubblico negli anni '50, è anche centro di studi teatrali.
Gli attori all'epoca avevano la tradizione della Commedia dell'Arte, teatro di strada di stampo medievale, con l'uso di "canovaccio" e improvvisazione. Si inventavano le battute recitando con una maschera e muovendosi in maniera acrobatica (nascono da qui le maschere di Arlecchino, Balanzone, ecc...).
La riforma di Goldoni, considerato padre del teatro moderno, è quello di avere inventato un "carattere", dando identità al personaggio, che non usa più la maschera e il solo canovaccio, ma utilizza un "copione".
I suoi testi possiedono un illuminismo popolare, che critica ogni forma di ipocrisia, dando importanza alla classe sociale dei piccoli borghesi.
Goldoni aspira ad un pacifico mondo razionale (matrice razionalistico-illuminista), conscio dei conflitti che possono sorgere fra le varie classi, convinto che un uomo si può affermare indipendentemente dalla classe cui appartiene, attraverso l'onore e la reputazione di fronte all'opinione pubblica.
L'intera sua opera racchiude tutta la vita della Venezia di quel tempo e dell'Italia contemporanea, attraverso un moderno realismo.
Il suo testo più importante è "La Locandiera", rappresentata a Venezia nel 1753.
E' la storia di una giovane locandiera, Mirandolina, che ha molti ammiratori e li tiene in sacco.
Molto bello il teatro dei burattini e delle marionette, naturalmente del Settecento.
Non la si nota, ma una volta entrati si capisce perchè valeva la pena rintracciarla.
Costruita in mattoni, è di origine bizantina, IX secolo.
"L'Ultima Cena" del Tintoretto.
Ma è la Sagrestia a colpire con il ciclo della Via Crucis, di Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista.
Molto bello il dipinto con il Cristo dalle vesti strappate, deriso da spettatori.
Sul soffitto la "Resurrezione di Cristo"
e "La Gloria degli Angeli".
Campo San Polo prende il nome dalla chiesa omonima ed è la piazza più grande di Venezia dopo quella di San Marco.
Qui si concludono i Sestieri San Polo e Santa Croce, attraverso tre itinerari.
Tra calli, campi e campielli:
Venezia, città unica al mondo.
→ Venezia
Tintoretto si aggiudicò la commissione del dipinto giocando d'astuzia: presentò un pannello per il soffitto dedicato al santo cui la scuola era intitolata, contrariamente ad altri che producevano una serie di schizzi.
In questa sala si conclude il Nuovo Testamento con La Crocifissione.
Salendo ancora le scale si aprirà la sala chiamata del tesoro, dove è custodito il Gioiello di San Rocco: un candelabro realizzato con un ramo di corallo.
La CHIESA DI SAN ROCCO, attigua alla Scuola, possiede una bella facciata barocca, con un grande portale e statue di Giovanni Marchiori.
3- CASA GOLDONI
Il commediografo veneziano Carlo Goldoni è stato colui che meglio rappresentò vizi e virtù della società veneziana del Settecento.Laureato in Giurisprudenza, conosce attori e registi, chiamati allora comici e capocomici, e inizia a scrivere come poeta e compositore di testi teatrali.
Questa fu la sua casa natale, in seguito visse in numerose case a Venezia e all'estero.
Al piano terra una scala con colonnine in pietra d'Istria, inserita in una piccola corte, porta al primo piano, dove vengono ripercorse le tappe della sua vita.
Aperta al pubblico negli anni '50, è anche centro di studi teatrali.
La riforma di Goldoni, considerato padre del teatro moderno, è quello di avere inventato un "carattere", dando identità al personaggio, che non usa più la maschera e il solo canovaccio, ma utilizza un "copione".
I suoi testi possiedono un illuminismo popolare, che critica ogni forma di ipocrisia, dando importanza alla classe sociale dei piccoli borghesi.
Goldoni aspira ad un pacifico mondo razionale (matrice razionalistico-illuminista), conscio dei conflitti che possono sorgere fra le varie classi, convinto che un uomo si può affermare indipendentemente dalla classe cui appartiene, attraverso l'onore e la reputazione di fronte all'opinione pubblica.
L'intera sua opera racchiude tutta la vita della Venezia di quel tempo e dell'Italia contemporanea, attraverso un moderno realismo.
Il suo testo più importante è "La Locandiera", rappresentata a Venezia nel 1753.
E' la storia di una giovane locandiera, Mirandolina, che ha molti ammiratori e li tiene in sacco.
Molto bello il teatro dei burattini e delle marionette, naturalmente del Settecento.
4- CHIESA DI SAN POLO e Campo San Polo.
Non la si nota, ma una volta entrati si capisce perchè valeva la pena rintracciarla.
Costruita in mattoni, è di origine bizantina, IX secolo.
"L'Ultima Cena" del Tintoretto.
Ma è la Sagrestia a colpire con il ciclo della Via Crucis, di Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista.
Molto bello il dipinto con il Cristo dalle vesti strappate, deriso da spettatori.
Sul soffitto la "Resurrezione di Cristo"
e "La Gloria degli Angeli".
Campo San Polo prende il nome dalla chiesa omonima ed è la piazza più grande di Venezia dopo quella di San Marco.
Nel 1493 il campo venne interamente pavimentato e venne sistemato il pozzo al centro. Dopo la pavimentazione venne utilizzato come luogo di mercati, fiere e grandi riunioni.
A Campo San Polo nasce, nella grande casa di famiglia, Franco Basaglia, psichiatra e riformatore della grave situazione dei manicomi in Italia con la legge n.180 (vedi ↝ ex Ospedale Psichiatrico Roncati, Bologna).
Qui si concludono i Sestieri San Polo e Santa Croce, attraverso tre itinerari.
Tra calli, campi e campielli:
Venezia, città unica al mondo.
→ Venezia
Bibliografia:
-plico informativo "La scuola grande di San Rocco"
-plico informativo "La scuola grande di San Rocco"
Sitografia:
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