Il MUSEO CORRER è uno dei più importanti, illustra l'arte, la civiltà e la storia di Venezia.
Il museo ha origine con il lascito del nobile veneziano Teodoro Correr, morto nel 1830.
La sede originaria fu Palazzo Correr, poi il Fondaco dei Turchi, oggi sede del Museo di Storia Naturale.
In seguito, nel 1922, definitivamente, vi fu il trasferimento nell'attuale sede presso l'Ala Napoleonica e le Procuratie Nuove, cioè l'ex Palazzo Reale.
Bernardino Castelli, "Ritratto di Teodoro Correr".
Per capire al meglio la collocazione del museo è bene sapere cosa siano le Procuratie:
sono gli imponenti edifici che avvolgono su tre lati Piazza San Marco, così chiamate perchè vi alloggiavano i procuratori di San Marco.
Osservando gli edifici dalla Basilica, il lato destro è occupato dalle Procuratie Vecchie, al lato sinistro le Procuratie Nuove, al centro l'Ala Napoleonica (o Procuratie Nuovissime) che chiude la piazza a ferro di cavallo.
Napoleone fece abbattere una chiesa su Piazza San Marco per costruire l'Ala Napoleonica e creare una grande sala da ballo.
Ma prima che il suo palazzo fosse completato dovette cedere Venezia all'imperatore asburgico Francesco Giuseppe (non prima di sottrarre alla città tutti i capolavori d'arte che si potevano trasportare).
Francesco Giuseppe completò i lavori agli inizi del 1800.
Egli era il marito dell'imperatrice Sissi, la quale fece arredare in modo sontuoso una serie di stanze.
Il museo ricopre un'area molto vasta: l'Ala Napoleonica e le Procuratie Nuove, in pratica l'intero ex Palazzo Reale, prima di Napoleone, poi degli Asburgo.
Nel tempo la collezione si è ampliata, tanto da andare a creare e inglobare il Museo Archeologico Nazionale di Venezia nell'ala delle Procuratie Nuove.
Ma procediamo con ordine:
L'Ala Napoleonica possiede un primo piano, al quale si accede mediante un monumentale scalone d'entrata.
In questa ala si trovano:
1- la SALA DA BALLO
e parte delle
2- SALE NEOCLASSICHE.
Venne progettato da Lorenzo Santi nel 1822 e decorato da Giuseppe Barsato nel 1838.
I lati brevi della sala hanno logge che poggiano su colonne corinzie in stucco con capitelli dorati, concepite per accogliere l'orchestra.
In fondo alla Sala da Ballo si accede alle
Questa sezione museale raccoglie il legame di ANTONIO CANOVA con Venezia, sua città d'elezione.
Canova nasce a Treviso nel 1757 e muore a Venezia nel 1822, in una casa a pochi metri dal Museo Correr.
E' a Venezia che lo scultore inizia la propria formazione classicista, incontrando i primi sostenitori e committenti, che lo portano sulla scena internazionale.
Per questo la Fondazione dei Musei Civici ha deciso di valorizzare l'opera del Canova allestendo una meravigliosa statuaria negli ambienti dell'ex Palazzo Reale.
Orfeo ed Euridice, 1776.
L'artista, appena diciottenne, crea la sua prima scultura 'in grande'.
Le statue si trovavano originariamente sui pilastri del cancello della villa del senatore Falier ad Asolo.
Dedalo e Icaro, 1779.
Pochi anni dopo crea il capolavoro che gli permise di andare a Roma ed avere la definitiva consacrazione.
Nella splendida sala stile impero "Sala delle Vedute", del pittore Giuseppe Borsato, la scultura "Dedalo e Icaro" fu realizzata per il procuratore Pietro Vettor Pisani e il suo Palazzo Pisani sul Canal Grande.
Il padre Dedalo, col dubbioso volto contratto, sta assicurando le ali, formate da penne tenute insieme con la cera, alle braccia del figlio Icaro, che lo asseconda con tranquilla fiducia, pregustando la gioia del volo che lo farà fuggire dal labirinto e dalle minacce del Minotauro.
Dopo la sua morte Canova divenne personaggio di culto, come testimonia il Mobile Canova, allestito dal ricco commerciante veneziano Domenico Zoppetti, che riunisce strumenti di lavoro, disegni e cimeli personali appartenuti all'artista.
Incontriamo la "Venere Italica", 1804-1812, calco in gesso sempre del Canova, conservato in marmo alla Galleria Palatina di Firenze.
L'opera fu realizzata come compensazione per il trasferimento in Francia della "Venere de' Medici", rastrellata dai napoleonici (verrà poi recuperata con la Restaurazione, oggi si trova agli "Uffizi").
Qui si esploreranno:
1- LE SALE IMPERIALI
2- LA CIVILTA' VENEZIANA
3- LA QUADRERIA
4- IL MUSEO ARCHEOLOGICO
Oggi il Museo Correr conserva le varie sezioni della storia di Venezia; quel che rimane e ricorda i vecchi fasti del Palazzo Reale, sono la Sala da Ballo e le Stanze dell'Imperatrice Sissi, riportate allo splendore originario dopo dieci anni di restauri.
Le decorazioni di questi spazi risalgono al 1838, quando arrivò l'imperatore Ferdinando I, incoronato re del Lombardo-Veneto.
Ma soprattutto in funzione della visita di Stato dei giovani sovrani Francesco Giuseppe ed Elisabetta detta "Sissi", durata 38 giorni, nel 1856.
L'imperatrice poi abiterà qui nel 1861 per sette mesi e il marito la raggiungerà in treno da Vienna una decina di volte.
Sala dei Pranzi Settimanali.
Di evidente gusto neoclassico era la stanza dei pranzi non ufficiali.
Alle pareti affreschi policromi a candelabra.
Sala del Trono Lombardo-Veneto.
Si realizza in previsione dell'arrivo dell'imperatore Ferdinando I.
Gli eleganti mobili impero sono originali.
Il lampadario in vetro con fiori policromi è muranese del secolo XVIII.
Sala delle Udienze.
L'ultimo degli ambienti 'pubblici' risale all'epoca della Repubblica di Venezia, quando queste sale erano sede dei Procuratori di San Marco.
Per il soggiorno di Sissi e Francesco Giuseppe si rinnovano il pavimento in legno e la tappezzeria in rosso e crema.
Le dieci poltrone veneziane settecentesche conservano i broccati in velluto originali.
Il dipinto è di Pietro Menegatti, "Il Giuramento del Primo Doge Paolo Anafesto", 1845.
Il lampadario è di Murano.
Boudoir dell'Imperatrice.
Questa piccola stanza da toilette è in finissimo marmorino grigio-azzurro, con intrecci di stucchi a ghirlanda.
In omaggio alle preferenze di Sissi spiccano ovunque mughetti e fiordalisi.
Sulla parete la "Toeletta di Venere".
Camera da Letto dell'Imperatrice.
Il rinnovamento del 1854 comporta la posa della ricca tappezzeria neobarocca in blu e oro.
Scomparso il letto a baldacchino dell'imperatrice, oggi la camera è ricordata con il letto da riposo in puro stile impero del figliastro di Napoleone, Eugenio di Beauharnais.
In queste sale sono illustrati i diversi aspetti della civiltà veneziana: i ritratti di alcune personalità della Repubblica, la raccolta di monete, le piantine acquerellate dell'Arsenale.
Un aspetto importante è quello del rapporto che Venezia ha sempre avuto con il mare: una fortunata posizione geografica fra Oriente e Occidente.
Nelle sale modellini di navi, strumenti di navigazione e della vita di bordo.
Sulle pareti dipinti evocativi di grandi battaglie navali veneziane contro i turchi.
Un bellissimo dipinto del XII secolo è lo "Schieramento delle Flotte Veneziana e Turca".
Le sale intitolate alle Arti e ai Mestieri fanno riferimento alle Corporazioni di Mestiere alle quali erano iscritti gli artigiani e i commercianti fino alla caduta della Repubblica.
Nelle vetrine vari oggetti, esempi della produzione artigianale, fra cui curiose calzature da donna (zoccoli o calcagnetti), molto alte per non sporcarsi sulle strade fangose.
Zoccoli intarsiati in osso, manifattura veneziana, XVI-XVII sec.
Un meraviglioso porta parrucche in legno dipinto, dell'arte dei Petteneri (parrucchieri), sec.XVIII.
Tutto il museo si trova al primo piano. Un'unica zona si trova al secondo piano ad è La Quadreria, 19 sale con celebri dipinti in un allestimento di Carlo Scarpa.
Il ragazzo che si toglie una spina dal piede (scultore veneto, statua in bronzo, anno 1500 ca.) è la celebre riproduzione dello "Spinario", I secolo a.C., conservato ai → Musei Capitolini.
Il percorso delle collezioni d'arte antica si conclude con la Biblioteca della Quadreria, con armadi in radica di olmo del 1700 con libri antichi di varia epoca e provenienza.
Le sculture antiche qui conservate sono un'insieme di donazioni a partire da quelle della
→ famiglia Grimani, che fin dal 1523 lasciò in testamento alla città di Venezia il frutto degli scavi eseguiti nei loro possessi romani.
Sono qui allestite dal 1923.
Molte opere meravigliose degli scultori greci, come Prassitele e Skopas, sono andate perdute; le loro opere sono conosciute quasi esclusivamente attraverso copie romane, disseminate nei musei europei e spesso riconducibili ad un archetipo perduto, che gli archeologi hanno potuto identificare confrontando gli originali descritti dalle fonti.
Ecco allora alcune splendide sculture:
"Dionisos e Satiro", copia romana di un originale forse ateniese, seconda metà del II sec. a.C. (collezione Giovanni Grimani).
I tre Galata, copie romane di originali di Pergamo, II sec. a.C. (collez. Domenico Grimani):
-il Galata in atto di cadere
- il Galata in ginocchio
- il Galata morto
"Statua di Eros che incorda l'arco", copia romana dell'originale di Lisippo, 320 a.C. (collez. Giovanni Grimani).
Il palazzo della Biblioteca Marciana fu costruito nel 1537, progettato da Jacopo Sansovino e completato nel 1588 da Vincenzo Scamozzi.
La Sala Monumentale costituisce il termine del percorso del Museo Correr e vi si accede direttamente dal Museo Archeologico.
Le sale di lettura sono state ricavate nell'adiacente Edificio della Zecca, costruito anch'esso dal Sansovino.
E' una delle più grandi biblioteche italiane e la più importante di Venezia.
Grazie a questa raccolta, Venezia fu il più importante centro dello studio dei classici greci, attirando i più grandi studiosi umanisti.
La Sala Monumentale è decorata da tele di Tiziano, Tintoretto, Veronese e altri pittori del Rinascimento.
Attualmente è sede di mostre.
Oltre a esemplari importanti di volumi antichi, manoscritti e codici, la biblioteca conserva una notevole collezione di mappe e atlanti, storici e attuali.
Inoltre conserva il Globo di Coronelli, abitualmente esposto nelle sale museali, oggi in restauro in modalità di cantiere aperto, per evitare i rischi legati al trasporto lagunare e permettere ai visitatori di seguire l'andamento.
Coronelli (1650-1718) fu un francescano italiano, cartografo ed enciclopedista.
L'intervento è finanziato grazie alle erogazioni liberali per il sostegno della cultura, tramite la piattaforma "Art Bonus".
Bernardino Castelli, "Ritratto di Teodoro Correr".
Antonio Canova (foto da Wikipedia) |
Per capire al meglio la collocazione del museo è bene sapere cosa siano le Procuratie:
sono gli imponenti edifici che avvolgono su tre lati Piazza San Marco, così chiamate perchè vi alloggiavano i procuratori di San Marco.
Osservando gli edifici dalla Basilica, il lato destro è occupato dalle Procuratie Vecchie, al lato sinistro le Procuratie Nuove, al centro l'Ala Napoleonica (o Procuratie Nuovissime) che chiude la piazza a ferro di cavallo.
Francesco Giuseppe completò i lavori agli inizi del 1800.
Egli era il marito dell'imperatrice Sissi, la quale fece arredare in modo sontuoso una serie di stanze.
IL PERCORSO
Il museo ricopre un'area molto vasta: l'Ala Napoleonica e le Procuratie Nuove, in pratica l'intero ex Palazzo Reale, prima di Napoleone, poi degli Asburgo.
Nel tempo la collezione si è ampliata, tanto da andare a creare e inglobare il Museo Archeologico Nazionale di Venezia nell'ala delle Procuratie Nuove.
Ma procediamo con ordine:
ALA NAPOLEONICA
L'Ala Napoleonica possiede un primo piano, al quale si accede mediante un monumentale scalone d'entrata.
In questa ala si trovano:
1- la SALA DA BALLO
e parte delle
2- SALE NEOCLASSICHE.
Lo Scalone.
1- LA SALA DA BALLO
Il sontuoso e ricco salone da ballo è un classico dello Stile Impero.Venne progettato da Lorenzo Santi nel 1822 e decorato da Giuseppe Barsato nel 1838.
I lati brevi della sala hanno logge che poggiano su colonne corinzie in stucco con capitelli dorati, concepite per accogliere l'orchestra.
2- SALE NEOCLASSICHE,
che iniziano nell'Ala Napoleonica e finiscono alle Procuratie Nuove.Questa sezione museale raccoglie il legame di ANTONIO CANOVA con Venezia, sua città d'elezione.
Canova nasce a Treviso nel 1757 e muore a Venezia nel 1822, in una casa a pochi metri dal Museo Correr.
E' a Venezia che lo scultore inizia la propria formazione classicista, incontrando i primi sostenitori e committenti, che lo portano sulla scena internazionale.
(foto www.wikipedia) |
Per questo la Fondazione dei Musei Civici ha deciso di valorizzare l'opera del Canova allestendo una meravigliosa statuaria negli ambienti dell'ex Palazzo Reale.
Orfeo ed Euridice, 1776.
L'artista, appena diciottenne, crea la sua prima scultura 'in grande'.
Le statue si trovavano originariamente sui pilastri del cancello della villa del senatore Falier ad Asolo.
Dedalo e Icaro, 1779.
Pochi anni dopo crea il capolavoro che gli permise di andare a Roma ed avere la definitiva consacrazione.
Nella splendida sala stile impero "Sala delle Vedute", del pittore Giuseppe Borsato, la scultura "Dedalo e Icaro" fu realizzata per il procuratore Pietro Vettor Pisani e il suo Palazzo Pisani sul Canal Grande.
Il padre Dedalo, col dubbioso volto contratto, sta assicurando le ali, formate da penne tenute insieme con la cera, alle braccia del figlio Icaro, che lo asseconda con tranquilla fiducia, pregustando la gioia del volo che lo farà fuggire dal labirinto e dalle minacce del Minotauro.
Dopo la sua morte Canova divenne personaggio di culto, come testimonia il Mobile Canova, allestito dal ricco commerciante veneziano Domenico Zoppetti, che riunisce strumenti di lavoro, disegni e cimeli personali appartenuti all'artista.
Incontriamo la "Venere Italica", 1804-1812, calco in gesso sempre del Canova, conservato in marmo alla Galleria Palatina di Firenze.
L'opera fu realizzata come compensazione per il trasferimento in Francia della "Venere de' Medici", rastrellata dai napoleonici (verrà poi recuperata con la Restaurazione, oggi si trova agli "Uffizi").
Le PROCURATIE NUOVE
L'itinerario prosegue interamente alle Procuratie Nuove, cioè l'edificio che va dall'Ala Napoleonica fino al Campanile San Marco.Qui si esploreranno:
1- LE SALE IMPERIALI
2- LA CIVILTA' VENEZIANA
3- LA QUADRERIA
4- IL MUSEO ARCHEOLOGICO
1- LE SALE IMPERIALI
Oggi il Museo Correr conserva le varie sezioni della storia di Venezia; quel che rimane e ricorda i vecchi fasti del Palazzo Reale, sono la Sala da Ballo e le Stanze dell'Imperatrice Sissi, riportate allo splendore originario dopo dieci anni di restauri.
Le decorazioni di questi spazi risalgono al 1838, quando arrivò l'imperatore Ferdinando I, incoronato re del Lombardo-Veneto.
Ma soprattutto in funzione della visita di Stato dei giovani sovrani Francesco Giuseppe ed Elisabetta detta "Sissi", durata 38 giorni, nel 1856.
L'imperatrice poi abiterà qui nel 1861 per sette mesi e il marito la raggiungerà in treno da Vienna una decina di volte.
Sala dei Pranzi Settimanali.
Di evidente gusto neoclassico era la stanza dei pranzi non ufficiali.
Alle pareti affreschi policromi a candelabra.
Sala del Trono Lombardo-Veneto.
Si realizza in previsione dell'arrivo dell'imperatore Ferdinando I.
Gli eleganti mobili impero sono originali.
Il lampadario in vetro con fiori policromi è muranese del secolo XVIII.
Sala delle Udienze.
L'ultimo degli ambienti 'pubblici' risale all'epoca della Repubblica di Venezia, quando queste sale erano sede dei Procuratori di San Marco.
Per il soggiorno di Sissi e Francesco Giuseppe si rinnovano il pavimento in legno e la tappezzeria in rosso e crema.
Le dieci poltrone veneziane settecentesche conservano i broccati in velluto originali.
Il dipinto è di Pietro Menegatti, "Il Giuramento del Primo Doge Paolo Anafesto", 1845.
Il lampadario è di Murano.
Boudoir dell'Imperatrice.
Questa piccola stanza da toilette è in finissimo marmorino grigio-azzurro, con intrecci di stucchi a ghirlanda.
In omaggio alle preferenze di Sissi spiccano ovunque mughetti e fiordalisi.
Sulla parete la "Toeletta di Venere".
Camera da Letto dell'Imperatrice.
Il rinnovamento del 1854 comporta la posa della ricca tappezzeria neobarocca in blu e oro.
Scomparso il letto a baldacchino dell'imperatrice, oggi la camera è ricordata con il letto da riposo in puro stile impero del figliastro di Napoleone, Eugenio di Beauharnais.
2- LA CIVILTA' VENEZIANA
In queste sale sono illustrati i diversi aspetti della civiltà veneziana: i ritratti di alcune personalità della Repubblica, la raccolta di monete, le piantine acquerellate dell'Arsenale.
Un aspetto importante è quello del rapporto che Venezia ha sempre avuto con il mare: una fortunata posizione geografica fra Oriente e Occidente.
Nelle sale modellini di navi, strumenti di navigazione e della vita di bordo.
Sulle pareti dipinti evocativi di grandi battaglie navali veneziane contro i turchi.
Un bellissimo dipinto del XII secolo è lo "Schieramento delle Flotte Veneziana e Turca".
Le sale intitolate alle Arti e ai Mestieri fanno riferimento alle Corporazioni di Mestiere alle quali erano iscritti gli artigiani e i commercianti fino alla caduta della Repubblica.
Nelle vetrine vari oggetti, esempi della produzione artigianale, fra cui curiose calzature da donna (zoccoli o calcagnetti), molto alte per non sporcarsi sulle strade fangose.
Zoccoli intarsiati in osso, manifattura veneziana, XVI-XVII sec.
Scarpe femminili, manifattura veneziana, 1770-80.
Un meraviglioso porta parrucche in legno dipinto, dell'arte dei Petteneri (parrucchieri), sec.XVIII.
3- LA QUADRERIA
Tutto il museo si trova al primo piano. Un'unica zona si trova al secondo piano ad è La Quadreria, 19 sale con celebri dipinti in un allestimento di Carlo Scarpa.
Il ragazzo che si toglie una spina dal piede (scultore veneto, statua in bronzo, anno 1500 ca.) è la celebre riproduzione dello "Spinario", I secolo a.C., conservato ai → Musei Capitolini.
Il percorso delle collezioni d'arte antica si conclude con la Biblioteca della Quadreria, con armadi in radica di olmo del 1700 con libri antichi di varia epoca e provenienza.
4- IL MUSEO ARCHEOLOGICO
Le sculture antiche qui conservate sono un'insieme di donazioni a partire da quelle della
→ famiglia Grimani, che fin dal 1523 lasciò in testamento alla città di Venezia il frutto degli scavi eseguiti nei loro possessi romani.
Sono qui allestite dal 1923.
Molte opere meravigliose degli scultori greci, come Prassitele e Skopas, sono andate perdute; le loro opere sono conosciute quasi esclusivamente attraverso copie romane, disseminate nei musei europei e spesso riconducibili ad un archetipo perduto, che gli archeologi hanno potuto identificare confrontando gli originali descritti dalle fonti.
Ecco allora alcune splendide sculture:
"Dionisos e Satiro", copia romana di un originale forse ateniese, seconda metà del II sec. a.C. (collezione Giovanni Grimani).
I tre Galata, copie romane di originali di Pergamo, II sec. a.C. (collez. Domenico Grimani):
-il Galata in atto di cadere
- il Galata in ginocchio
- il Galata morto
"Statua di Eros che incorda l'arco", copia romana dell'originale di Lisippo, 320 a.C. (collez. Giovanni Grimani).
LA BIBLIOTECA MARCIANA
Il palazzo della Biblioteca Marciana fu costruito nel 1537, progettato da Jacopo Sansovino e completato nel 1588 da Vincenzo Scamozzi.
La Sala Monumentale costituisce il termine del percorso del Museo Correr e vi si accede direttamente dal Museo Archeologico.
Le sale di lettura sono state ricavate nell'adiacente Edificio della Zecca, costruito anch'esso dal Sansovino.
(foto da www.quadricottero.com-indicazioni arancioni dell'autrice) |
E' una delle più grandi biblioteche italiane e la più importante di Venezia.
Grazie a questa raccolta, Venezia fu il più importante centro dello studio dei classici greci, attirando i più grandi studiosi umanisti.
La Sala Monumentale è decorata da tele di Tiziano, Tintoretto, Veronese e altri pittori del Rinascimento.
Attualmente è sede di mostre.
Oltre a esemplari importanti di volumi antichi, manoscritti e codici, la biblioteca conserva una notevole collezione di mappe e atlanti, storici e attuali.
Inoltre conserva il Globo di Coronelli, abitualmente esposto nelle sale museali, oggi in restauro in modalità di cantiere aperto, per evitare i rischi legati al trasporto lagunare e permettere ai visitatori di seguire l'andamento.
Coronelli (1650-1718) fu un francescano italiano, cartografo ed enciclopedista.
L'intervento è finanziato grazie alle erogazioni liberali per il sostegno della cultura, tramite la piattaforma "Art Bonus".
Con la biblioteca si chiude il percorso museale, un percorso articolato che mi colpisce specialmente per la statuaria greco-romana e quella neoclassicista del Canova.
Nel mondo classico l'uomo temeva, più che la morte, la dimenticanza di sè e delle proprie opere, quindi l'arte scultorea conserva un'idea filosofica.
Poi nell'Umanesimo e nel Rinascimento gli aristocratici, i principi e i cardinali scoprirono il gusto del collezionismo.
I musei ci raccontano anche questo: uno stimolo per indagare e comprendere passato e presente, un'eredità culturale, patrimonio di tutti.
prosegui → Sestiere San Marco parte seconda
Bibliografia:
-legende Museo Correr
Sitografia:
-www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sitoMiBAC/Contenuti/Mibac
-www.correr.visitmuve.it/it/il-museo/percorsi-e-collezioni/civilta-veneziana/
-www.wikipedia.org/wiki/Venere_italica
-www.wikipedia.org/wiki/Biblioteca_nazionale_Marciana
-www.artbonus.gov.it/cose-artbonus.html
-www.wikipedia.org/wiki/Venere_italica
-www.wikipedia.org/wiki/Biblioteca_nazionale_Marciana
-www.artbonus.gov.it/cose-artbonus.html
Nessun commento:
Posta un commento