Questo palazzo rinascimentale così importante si riconosce dalla facciata incompiuta: da via Barberia si vede solo il portico. Oggi è sede del DAMS, Dipartimento delle Arti, Musica e Spettacolo.
Custodisce una storia medievale di distruzione e saccheggio.
A partire dal 1501, attraverso una serie di vicende e di vendette fra i Bentivoglio e i Marescotti, venne distrutto prima lo splendido Palazzo chiamato Domus Aurea, poi il Palazzo dei Marescotti.
Più tardi, a definire la cacciata dei Bentivoglio e chiudere la faccenda, intervenì il cardinale legato Francesco Alidosio, il quale costrinse, anche facendo uso della forza e della tortura, gli amici dei Bentivoglio a pagare forti somme per la ricostruzione del Palazzo Marescotti, ma pensò di tenersene una buona parte, ed è per questo che mancarono i soldi per terminare il palazzo.
Questa preziosissima storia si trovava presso la superstite famiglia che ne permise un copia per la biblioteca universitaria, e poi a Giuseppe Guidicini.
Il tutto nel 1508, anno in cui fu inserito il bellissimo portale, probabilmente del palazzo dei Bentivoglio.
Ma sarà l'ultimo discendente del ramo senatorio della famiglia, l'ambizioso e colto Raniero Marescotti, nel 1680, a ristrutturare, nei sette anni a seguire, gli spazi interni dell'edificio così come oggi li vediamo, decisamente barocchi, secondo lo stile dell'epoca.
Doveva ricalcare una architettura residenziale autocelebrativa.
Raniero approfittò della ricca dote ricevuta a seguito delle nozze avvenute nell'anno precedente tra Filippo Marescotti, suo nipote, ed Elena Pepoli.
Naturalmente, nella ristrutturazione vennero inseriti anche gli appartamenti per i novelli sposi.
Superato il portone medievale, all'interno una loggia e un ampio cortile.
Fu l'architetto Gian Giacomo Monti, il più celebre e apprezzato del momento, già esperto per aver lavorato alla corte degli Estensi e dei Gonzaga, e a Bologna artefice dei Portici di San Luca, ad inserire il grande scalone scenografico, illuminato da grandi finestre che hanno dipinte prospettive illusionistiche.
Due rampe simmetriche si fronteggiano.
Questa preziosissima storia si trovava presso la superstite famiglia che ne permise un copia per la biblioteca universitaria, e poi a Giuseppe Guidicini.
Il tutto nel 1508, anno in cui fu inserito il bellissimo portale, probabilmente del palazzo dei Bentivoglio.
Ma sarà l'ultimo discendente del ramo senatorio della famiglia, l'ambizioso e colto Raniero Marescotti, nel 1680, a ristrutturare, nei sette anni a seguire, gli spazi interni dell'edificio così come oggi li vediamo, decisamente barocchi, secondo lo stile dell'epoca.
Doveva ricalcare una architettura residenziale autocelebrativa.
Raniero approfittò della ricca dote ricevuta a seguito delle nozze avvenute nell'anno precedente tra Filippo Marescotti, suo nipote, ed Elena Pepoli.
Naturalmente, nella ristrutturazione vennero inseriti anche gli appartamenti per i novelli sposi.
Superato il portone medievale, all'interno una loggia e un ampio cortile.
Fu l'architetto Gian Giacomo Monti, il più celebre e apprezzato del momento, già esperto per aver lavorato alla corte degli Estensi e dei Gonzaga, e a Bologna artefice dei Portici di San Luca, ad inserire il grande scalone scenografico, illuminato da grandi finestre che hanno dipinte prospettive illusionistiche.
Due rampe simmetriche si fronteggiano.
Lo scalone permise di realizzare al piano nobile accessi indipendenti per gli appartamenti e un vasto atrio con balconata per il salone delle feste.
Vediamo con ordine le cinque sale affrescate:
1- SALA DEL CAMINO
Un tempo Sala delle Udienze, nel 1682 viene dipinto il soffitto con"Felsina (Bologna) tra la Guerra e la Pace incoronata dalla Fama",
ad opera di Marcantonio Franceschini.
Sotto Felsina, un leone e un agnello rappresentano un augurio di pace.
Le quadrature intorno al dipinto sono di Enrico Haffner.
2- CAMERINO DA TOILETTE
Un tondo a monocromo con "Tre Putti reggenti la Chioma di Berenice", all'interno di una variopinta cornice di Haffner.La Chioma di Berenice, elegìa del poema greco di Callimaco (300 a.C.), ben si addice a questa sala da toilette.
La versione latina di Catullo (I sec. a.C.), fu
→ tradotta dal Foscolo nel 1803.
La cornice di Haffner, particolare.
3- SALA DELL'ALCOVA
"Venere che ha disarmato Cupido", del Franceschini.4- SALA DI DIONISO
Fa da anticamera al Salone da Ballo e vede l'affresco "Giove che affida Bacco fanciullo a Mercurio", di Domenico Maria Canuti, 1682.
Allude all'allontanamento di Raniero da Bologna.
Il contributo più importante nell'opera decorativa del palazzo arriva dai fratelli Antonio e Giuseppe Rolli, rispettivamente quadrista e figurista, che li vede al lavoro nel Salone da Ballo (oggi sala didattica).
5- SALONE DA BALLO
Insieme allo scalone monumentale, il salone è il pezzo forte del palazzo.
"Esaltazione della Casa Marescotti" è il grande affresco nel soffitto.
Al centro le Allegorie "Sapienza" e "Gloria" a sostenere una Piramide.
Il Cerchio sulla piramide simboleggia l'Eternità.
Le Allegorie sono circondate da Putti con i simboli del potere militare e delle cariche religiose ricoperte dalla famiglia.
Nei medaglioni ovali, agli angoli del dipinto, figure femminili rappresentano quattro luoghi:
1- la Scozia, regione dalla quale ritenevano di discendere i Marescotti.
Le città dove risiedevano i vari rami della casata:
2- Bologna,
4- Siena.
Nel 1709 Giovanni Battista Caccioli dipinse ritratti di famiglia sulle pareti.
Nel 1947, estinta la famiglia, il palazzo fu acquistato dal Partito Comunista Italiano, il quale, dopo averlo ristrutturato, vi collocò la storica sede del PCI, l'Istituto Gramsci e la Redazione dell'Unità.
Il PCI era il primo partito in città dopo la caduta del fascismo.
A seguito della caduta del muro di Berlino e conseguente scioglimento del PCI, nel 1991 diventa sede del giornale satirico "Cuore", diretto da Michele Serra, giornale divenuto indipendente e non più allegato al quotidiano dell'Unità.
Nel 1997 il palazzo passa all'Alma Mater Studiorum, che lo restaura dal 2003 al 2007.
Oggi i 5200 mq del palazzo ospitano il DAMS, Dipartimento delle Arti, Musica e Spettacolo, che qui ha la sua sede centrale.
Un vero privilegio assistere a lezioni universitarie in aule così belle.
Per concludere: all'esterno, sotto al portico del palazzo, si nota la bella Madonnina della Provvidenza nel muro di chiusura, affrescata da ignoto.
Questa visita è stata possibile grazie alle giornate FAI di primavera 2019; normalmente si può accedere a piccoli gruppi facendone richiesta alla pagina dell'Università.
A seguito della caduta del muro di Berlino e conseguente scioglimento del PCI, nel 1991 diventa sede del giornale satirico "Cuore", diretto da Michele Serra, giornale divenuto indipendente e non più allegato al quotidiano dell'Unità.
Nel 1997 il palazzo passa all'Alma Mater Studiorum, che lo restaura dal 2003 al 2007.
Oggi i 5200 mq del palazzo ospitano il DAMS, Dipartimento delle Arti, Musica e Spettacolo, che qui ha la sua sede centrale.
Un vero privilegio assistere a lezioni universitarie in aule così belle.
Per concludere: all'esterno, sotto al portico del palazzo, si nota la bella Madonnina della Provvidenza nel muro di chiusura, affrescata da ignoto.
Bibliografia:
-Tiziano Costa, "Bologna raccontata strada per strada", collana C'era Bologna, anno 2014, Costa Editore.
-foglio informativo del FAI
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", 1976, ed. Alfa Bologna
-resoconto visita guidata FAI
Sitografia:
-www.bolognawelcome/palazzo-marescotti-brazzetti
-www.baroqueart/discover
-www.originebologna/via-barberia-4
Nessun commento:
Posta un commento