All'epoca dell'Impero il colle del CAMPIDOGLIO, il cui nome latino Capitolium deriva da caput (capo), era un luogo importante a livello politico e religioso.
Ancora oggi è un centro di potere pubblico: qui ha sede infatti il comune di Roma.
In cima al colle vi erano due templi: uno dedicato a Giove Capitolino, dove i generali vittoriosi andavano a deporre le spoglie trionfali, e l'altro dedicato a Giunone Moneta, dove ora c'è la Chiesa di Santa Maria in Aracoeli.
Veduta del Campidoglio in età arcaica - ©Musei Capitolini - ©Monica Galeotti photo |
PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO è considerata da molti come la più bella di Roma.
Commissionata da papa Paolo III, fu progettata da Michelangelo nel 1538.
Si raggiunge anche dal foro, ma il modo più spettacolare per arrivarvi è salire la Cordonata, la bella scalinata che porta all'alta piazza.
In cima alla scalinata sono collocate due statue ritrovate presso il Ghetto, raffiguranti Castore e Polluce (Dioscuri), i gemelli nati da Leda e da un seducente cigno, le cui spoglie celavano in realtà Giove.
I gemelli erano considerati i salvatori di Roma perchè erano apparsi in un momento decisivo nella battaglia del lago Regillo, all'inizio dell'epoca repubblicana (vedi Tempio dei Dioscuri al foro Romano).
La sorellastra divina di Castore e Polluce, Minerva, che uscì già adulta dalla testa di Zeus, è raffigurata sulla fontana, alla base della scalinata del Palazzo Senatorio.
Minerva, fontana Palazzo Senatorio |
Ai suoi lati ci sono le statue colossali del Tevere a destra
e del Nilo a sinistra.
In mezzo alla piazza la copia della statua equestre in bronzo di Marco Aurelio, il grande imperatore e filosofo del secondo secolo.
L'originale, rimasto nella piazza dal 1538 al 1981, è ora custodito ai Musei Capitolini.
Tre palazzi circondano la piazza rinascimentale:
- Palazzo Nuovo
- Palazzo Senatorio
- Palazzo dei Conservatori.
Plastico di Piazza del Campidoglio, Musei Capitolini |
Il Palazzo Senatorio è la sede del Municipio di Roma, mentre gli altri due ospitano i Musei Capitolini.
MUSEI CAPITOLINI
Il museo risale al 1471, quando papa Sisto IV donò alla cittadinanza alcune sculture in bronzo, gettando i semi di quella che oggi è la più raffinata collezione italiana di arte, in particolar modo per il periodo greco e romano.
Sono stati successivamente aperti al pubblico nell'anno 1734 e sono considerati il primo museo al mondo, inteso come luogo dove l'arte fosse fruibile da tutti e non solo dai proprietari.
Il patrimonio artistico accumulato nei secoli a Roma ha subito un drastico ridimensionamento per le devastazioni belliche, per i terremoti, e anche per opera dei romani, a cominciare dagli imperatori che spogliavano l'Urbe per abbellire Costantinopoli, poi, nel Medioevo e oltre, si gettavano i marmi nelle fornaci per farne calce.
Tuttavia il patrimonio era così ingente che una parte cospicua è giunta fino a noi, nonostante parecchie opere "ritrovate" siano finite all'estero, per ornare musei e grandi dimore d'Europa e d'America.
Ora a Roma la superstite statuaria è suddivisa in parecchie sedi, fra le quali i Musei Vaticani, il Museo Archeologico (il più importante), e i Musei Capitolini, che nel loro contesto appaiono i più suggestivi.
L'entrata principale è nel PALAZZO DEI CONSERVATORI.
Prima di salire il primo piano prendetevi un attimo e ammirate i frammenti di una testa, una mano e un piede giganteschi:
facevano parte di una statua di Costantino alta 12 metri, che un tempo si trovava nella Basilica di Massenzio al Foro.
L'impressionante volto dispone i lineamenti con l'imponenza dello sguardo che sembra mirare oltre il visibile.
L'indice alzato verso il cielo sembra un ammonimento.
Su questa mano non vi sono dati certi, forse apparteneva ad una statua colossale del IV sec. d.C., epoca a cui risale anche quella di Costantino.
Al primo piano l'Appartamento dei Conservatori e la bellissima sala degli Orazi e Curiazi, nella quale furono firmati, prima i Trattati di Roma che istituivano la CEE (Comunità Economica Europea) e l'Euratum (1957) e, successivamente, la Costituzione Europea (2004), poi ratificata nel testo.
In fondo alla sala uno dei grandi affreschi di Giuseppe Cesari, "Il ritrovamento della lupa" (1596) e una statua in bronzo di Algardi che raffigura Innocenzo X Pamphjli (1650).
Nelle foto seguenti (Sala degli Orazi e Curiazi):
la firma del trattato che istituiva la CEE, 1957.
©Wikipedia |
La firma per l'istituzione della Costituzione Europea, 2004.
©Wikipedia |
Nella sala attigua la scultura più famosa, quella della Lupa Capitolina, simbolo di Roma, realizzata da un artista etrusco intorno al 500 a.C.
I gemelli Romolo e Remo furono invece aggiunti solo nel Rinascimento.
Un'altra opera molto amata è lo Spinario, delicata statua in bronzo di un bambino che si toglie una spina dal piede, risalente al I secolo a.C.
Nella Sala delle Oche: Testa di Medusa, rappresenta Costanza Piccolomini Bonarelli, opera di Gian Lorenzo Bernini. Medusa, la più bella e unica mortale delle Gorgoni, è colta nel momento transitorio della sua metamorfosi.
Il busto di Michelangelo Buonarroti di Daniele da Volterra.
Nella Sala delle Aquile: la dea Diana-Artemide di Efeso con i simboli della fertilità.
Lasciato l'Appartamento dei Conservatori, la visita continua con l'importante Collezione Castellani, vasi in ceramica importati dalla Grecia, con pezzi che vanno dal VIII al IV sec. a.C.
Cavallo in bronzo dal Vicolo delle Palme.
Appartiene alla scultura greca classica, datato IV sec. a.C., fu rinvenuto in uno scavo a metà dell'800 in vicolo delle Palme, oggi vicolo dell'Atleta, a Trastevere. Sul dorso un'apertura destinata alla figura del cavaliere.
Il cavallo è rappresentato nel momento precedente alla partenza al galoppo, trattenuto dalle redini, tirate dal cavaliere.
Suggestiva l'esedra con il tetto in vetro, dove è conservato l'originale della statua di Marco Aurelio posta nella piazza.
Al secondo piano la Pinacoteca Capitolina con molti dipinti importanti.
Nella sala dei pittori ferraresi:
"L'Annunciazione" di Garofalo, 1528.
"San Sebastiano" di Ortolano, 1515.
Sala dei pittori bolognesi:
"San Sebastiano" di Guido Reni, 1815.
"Anima Beata" di Guido Reni, 1642.
Sala dei pittori veneti:
"Battesimo di Cristo" di Tiziano, 1512.
In un paesaggio boscoso avviene il Battesimo di Cristo alla presenza del committente del quadro, il mercante spagnolo Giovanni Ram con casa veneziana, ritratto in basso a destra.
Nella sala Petronilla due opere del Caravaggio:
"San Giovanni Battista", 1602
(in copia identica lo stesso ritratto, prodotto lo stesso anno, è conservato alla Galleria Doria Pamphilj),
e "La Buona Ventura", 1595, prima versione (una seconda è al Louvre).
Il soggetto è una zingara che, mentre legge la mano al cavaliere, gli ruba l'anello che porta alla mano.
L'indagine radiografica del 1985 mise in luce il dettaglio delle dita della zingara, che sfilano l'anello all'ingenuo giovane ben vestito, che oggi nel dipinto, malgrado i restauri, non è ben visibile.
Oltre che "scena di genere", il dipinto può essere letto in chiave moralistica e dunque come ammonimento nel non riporre fiducia nei falsi adulatori.
Con la Pinacoteca si conclude la visita al palazzo dei Conservatori, ma prima di scendere e passare a Palazzo Nuovo con la seconda parte dei musei, consiglio una sosta al → Caffè Capitolino e alla sua bella terrazza panoramica.
Al terzo piano.
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