lunedì 14 settembre 2020

MARMOLADA

Dolomiti

(torna a Dolomiti presentazione)



La Marmolada è la vetta più alta di tutte le Dolomiti: 3343 m di altezza. 


Sulla sua cima vi è un grande ghiacciaio dove i soldati austriaci, durante la Grande Guerra 1915-18, scavarono al suo interno una rete di gallerie.


Il suo nome potrebbe derivare dal latino “marmor“, cioè marmo, in riferimento alle sue pareti rocciose.
Altre fonti ci dicono invece derivi dal greco “marmar-“, che significa splendere, in riferimento al ghiacciaio.


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La Marmolada è il SISTEMA NUMERO 2 UNESCO. 

Il suo massiccio da solo costituisce un sistema protetto per la sua particolarità. 

Marmolada-UNESCO
©dolomitiunesco.info





LA STORIA GEOLOGICA

La conformazione di questo massiccio è nota per avere due pareti completamente diverse. 
La parete sud è verticale. 
La parete nord è un pendio ricoperto di ghiaccio. 

Marmolada
©poster pubblicità Marmolada - ©Monica Galeotti photo



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La sua roccia è specifica e si distingue da tutti gli altri sistemi individuati dall'UNESCO. 
In questo caso infatti non ci troviamo di fronte alla dolomia, cioè a quella roccia costituita principalmente di minerale dolomite (carbonato doppio di calcio e magnesio), ma a calcare bianco compatto derivato da scogliere coralline, con inserti di materiale vulcanico. 

Quando al posto delle cime dolomitiche vi era un ambiente tropicale con bacini d’acqua non molto profondi (Formazione di Contrin), si susseguì il periodo dell’Anisico, che vide il rapido sprofondamento di quest’area e la nascita di due isole: il Sasso di Valfredda e la Marmolada, separate da un mare profondo. 

Nel periodo del Ladinico, circa 200 milioni di anni fa, avviene una grande attività vulcanica, anche sottomarina, documentata dai filoni di rocce scure che attraversano la roccia per tutto il suo spessore. 

Al termine dell’attività vulcanica iniziò la fase erosiva, con lo smantellamento dei vulcani, che andò a costituire la potente successione di conglomerati e arenarie. 
Questa successione prende il nome di CONGLOMERATO DELLA MARMOLADA. 

Ecco la particolarità di queste scogliere: non sono state dolomitizzate, quindi conservano la composizione minerale originale e la documentazione fossile su questo tipo di roccia. 

Lo scontro fra le placche ha portato le due scogliere, che erano separate da un grande tratto di mare, a scorrere una sull’altra. 
I sedimenti e le lave che si trovavano nel tratto di mare hanno formato una fascia molto evidente che si trova alla base della parete sud della Marmolada. 
Questa fascia la si può vedere lungo la Valle Ombretta percorrendo il sentiero che da Malga Ciapela porta al Rifugio Falier. 

La parete nord della Marmolada invece conserva, per il momento, il suo ghiacciaio, che è un ghiacciaio di pendio, alimentato solo dalle nevicate. 
Negli ultimi anni si è enormemente ridotto, tanto che i geologi hanno previsto che sarà destinato a scomparire nel corso dei prossimi 15 anni. 
Un indicatore preciso del cambiamento climatico in montagna.




LE CIME PRINCIPALI

Il massiccio presenta una lunga cresta con numerose elevazioni, le principali sono 24 e le più conosciute sono:

Pizzo Serauta 3035 m - secondo tratto funivia
Punta Rocca 3309 m - ultimo tratto funivia
Punta Penia 3343 m - cima più alta della Marmolada

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©dolomitiunesco.info



LA STORIA ALPINISTICA ESSENZIALE

Per tutto il 1800 la conquista della Marmolada è stata il sogno di tanti alpinisti.

I primi a riuscire nell’impresa sono stati l’austriaco Paul Grohmann e le guide di Cortina, Angelo e Fulgenzio Dimai, il 28 settembre 1864. 
Conquistarono il ghiacciaio. 

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Paul Grohmann - ©wikipedia



La parete sud, la mitica “Parete d’Argento“, più rilevante dal punto di vista alpinistico, è stata aperta da Cesare Tomè insieme alla guida Santo de Toni e il portatore Luigi Farenzena, il 22 agosto 1897. 

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Cesare Tomè - ©wikipedia




A seguire, un’impresa ancora più difficile la compì una donna, l’inglese Barbara Tomasson. Dopo alcune ricognizioni riuscì a decifrare la via più logica fra camini e strapiombi della Parete d'Argento, fino a Punta Penia. 

Beatrice Tomasson 1883 
©wikipedia


Ai piedi di questa mitica parete sud il Rifugio Falier.
Da qui gli scalatori più esperti partono per cimentarsi in arrampicate sulle vie passate alla storia: la Via del Pesce, la Via degli Elfi, la Vinatzer.
Quest'ultima fu ripetuta nel 1969 in solitaria da Reinhold Messner.
Sempre nel 1969 Messner ha aperto la Via dei Sudtirolesi.



IL PERCORSO DELLA FUNIVIA 🚠 

L’impianto di risalita della Marmolada è fra i più spettacolari: vince un dislivello di oltre 1800 m tra Malga Ciapela e Punta Rocca. 
È stato completamente ricostruito nel 2004.


PRIMO TRATTO 
Da Malga Ciapela (1450 m) a Coston d’Antermoja (2350 m)

SECONDO TRATTO
Da Coston d’Antermoja (2350 m) a Serauta (2950 m)

TERZO TRATTO 
Da Serauta (2950 m) a Punta Rocca (3265 m).

Punta Rocca si trova di fianco a Punta Penia, la cima più alta delle Dolomiti, 3343 m.

Marmolada






PRIMO TRATTO 

Da Malga Ciapela (1450 m) a Coston d’Antermoja (2350 m).
Per l'epoca (1963-1965 la fase di progettazione) la funivia della Marmolada era qualcosa d'incredibile, tanto che alla vista dei disegni Dino Buzzati disse:
"Un giocattolino appeso ad un filo sopra gli abissi".

Marmolada





Marmolada





Marmolada





SECONDO TRATTO

Da Coston d’Antermoja (2350 m) a Serauta (2950 m).
A Serauta si trova il Museo della Grande Guerra.

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La terrazza panoramica intermedia di Serauta.

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MUSEO DELLA GRANDE GUERRA

Il biglietto della funivia comprende anche la visita al museo più alto d’Europa, si trova all’arrivo del secondo tratto, a 2950 m di quota. 
Da un'idea di Mario Bartoli e Bruno Vascellari che lo realizzarono nel 1990, è stato ristrutturato nel 2015 in uno spazio di 300 m². Uno sguardo sulla guerra in alta montagna, che umanamente colloca la vita dei soldati in primo piano. 

La cartellonistica iniziale infatti scrive: "Al di là di qualsiasi ideologia politica e di confine, qui si ricordano e si onorano tutti i combattenti che, sotto opposte bandiere, soffrirono, combatterono e morirono sulla Marmolada.
La cruda dimostrazione della vita del combattente in alta montagna, mostrata in questo museo, vuole essere una esortazione alla pace e all’amicizia tra i popoli."


Frammento di targa austro-ungarica.

La parte mancante si trova ancora attaccata alle rocce nei pressi di Forcella Marmolada.
L'iscrizione completa recitava:
"Heilige Barbara bitte für uns"
(Santa Barbara prega per noi).

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La Marmolada fu teatro della Grande Guerra, occupata dagli austriaci.      Qui sono esposti gli equipaggiamenti che i soldati usavano per il grande freddo. 
Inoltre le armi e i cannoni che venivano trascinati lungo le dure salite. 

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Molto interessante è la ricostruzione della
CITTÀ DI GHIACCIO, la ‘Eisstadt’. 
Si tratta di un labirinto di 12 km di gallerie, dove vivevano 200 militari austro-ungarici. Progettata all'interno del ghiacciaio della Marmolada dall'ingegnere tedesco Leo Handl, le gallerie permettevano di eludere le sentinelle italiane e portare rifornimenti e armi. 

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Città di ghiaccio - ©Museo della Grande Guerra




Dai finestroni del museo si vede la
ZONA MONUMENTALE SACRA di Punta Serauta, per ricordare tutti gli uomini che combatterono sulla Marmolada durante la Prima Guerra Mondiale. 
Per chi lo desidera è possibile effettuare un itinerario escursionistico di ca. 1-2 ore alle postazioni belliche, attraverso un percorso attrezzato, munendosi di attrezzatura e vestiario appropriato.

Una colonna riporta la frase "La guerra li divise, il ricordo li unisce", in italiano e in tedesco. 

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TERZO TRATTO 

Da Serauta (2950 m) a Punta Rocca (3265 m).
La stazione di Punta Rocca fu l'opera più complessa e ardita, pioneristica per quei tempi.
La portata era di 400 persone all'ora.

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GROTTA DELLA MADONNA

Quassù si trova la statua della Madonna, simbolo di pace, consacrata da Giovanni Paolo II in occasione della sua visita sulla Marmolada il 26 agosto 1979. 

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Mostra "I 50 ANNI DELLA FUNIVIA 1967 - 2017"

(oggi 2020 ↝ 53)
Nel 2017 la Funivia della Marmolada ha compiuto 50 anni e per l'occasione è stata inaugurata la mostra che ricorda la sua costruzione e i momenti storici importanti.
Prima del '67, il turista non sarebbe mai potuto salire così in alto.

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1965: la squadra del cantiere e le cuoche Maria e Cristina Dalla Torre.
Il dinamometro applicato alle corde e i morsetti usati per la stesatura delle funi.
La messa in pratica del progetto non fu agevole: neve, freddo e vento accompagnarono gli operai che dal 1965 lavorarono alla costruzione delle stazioni.







Maggio 1966: Malga Ciapela sta iniziando a prendere forma.
L'idea della funivia fu di Furio Bianchet, che coinvolse Bruno e Giorgio Vascellari come finanziatori del progetto e l'appoggio del sindaco di Rocca Pietore, Dino Riva.
Con la costruzione dell'impianto si voleva sviluppare il turismo in Val Pettorina e in tutto l'Agordino.
La funivia avrebbe migliorato la vita dei concittadini e portato ad un arresto del doloroso fenomeno dei flussi migratori in uscita.

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1968: cabina in partenza da Malga Ciapela.
Nel 1969 sarà completato anche il secondo tratto fino a Serauta.

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1970: completamento dei lavori del terzo tratto di funivia fino a Punta Rocca.

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LE FOTO VINTAGE DEI RICORDI


Malga Ciapela 1973

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©foto Paolo Galeotti - 1973




Ghiacciaio della Marmolada.
Vacanza ribattezzata "Le pedule queste sconosciute".

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©foto Paolo Galeotti - 1973






Ghiacciaio della Marmolada con scarpe Superga.

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©foto Paolo Galeotti - 1973







TERRAZZA PANORAMICA DI PUNTA ROCCA

 La terrazza regala immediatamente una magnifica vista del ghiacciaio dall'alto.

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E una veduta su Punta Penia, la cima più alta. 

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La terrazza, inaugurata il 16 luglio 2011, è in cima alla stazione della funivia di Punta Rocca.

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Foto vintage dei ricordi: la stazione di Punta Rocca senza la terrazza.

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©foto Paolo Galeotti - 1973





La vista a 360° regala un panorama meraviglioso sulle Dolomiti circostanti.

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A nord, da sinistra: il Gruppo del Sassolungo e il Gruppo del Sella.

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Gruppo del Sassolungo.

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Gruppo del Sella.

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Piz Ciavazes.

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Sass Pordoi.

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Piz Boè.

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Una lunga striscia verdeggiante divide i due supergruppi, Sassolungo e Sella, dalla Marmolada: è il Belvedere di Canazei.
Salendo a quota 2382 m con la funivia (Canazei → cabinovia Belvedere → Pecol → Col de Ross) si può percorrere la cresta con il sentiero n. 601 Viel del Pan, che conduce fino a Passo Fedaia, circondati dalle spettacolari montagne dolomitiche.

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Continuo con la visuale alpina dalla terrazza panoramica della Marmolada:
 a nord-est, dopo il Gruppo Sella intravedo il Sasso di Santa Croce della Val Badia e le Tofane.

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Il Sasso di Santacroce con la sua caratteristica croda a ferro di cavallo.

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A sud (al momento della mia visita una nebbia improvvisa) le Pale di San Martino e la Catena del Lagorai.

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Scendo dalla terrazza e percorro un tratto della cresta panoramica, per ammirare dall'alto la famosa Parete d'Argento della Marmolada, facendo attenzione agli affacci non protetti.

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Dalla parete osservo alcune vette lato sud del Gruppo Marmolada.

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Da qui si può raggiungere Punta Penia, la cima più alta, lungo le Creste della Regina, ma è consigliata a chi ha capacità alpinistiche su roccia e ghiaccio: difficoltà EEA.

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Si conclude il racconto sul maestoso scenario della Marmolada; manca però un tassello importante: il Lago Fedaia.

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Il Lago Fedaia, ai piedi del ghiacciaio, sarà il protagonista della prossima pubblicazione.

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Note:

-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.


-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi  Dolomiti presentazione




Sitografia:



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