BOLOGNA
2 - DANIELLE UDOGARANYA
Palazzo Paltroni
(Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna)
Via delle Donzelle, 2
©safeinourworld |
Danielle Udogaranya, nota come Ebonix, è un'artista britannica, creatrice di contenuti, esperta di gaming e 3D autodidatta. Si impegna a creare avatars digitali per rappresentare le persone trascurate nel mondo virtuale.
Mossa dalla frustrazione per la mancanza di diversità e rappresentazione nei giochi come The Sims, celebre gioco di simulazione, ha imparato da sola la modellazione 3D e ha creato capelli, abbigliamento e accessori che riflettevano la sua visione di rappresentazione.
Attraverso i suoi progetti di creazione di contenuti, Danielle è diventata una fervente sostenitrice della diversità e della rappresentanza nei videogiochi. Ha ricevuto riconoscimenti su piattaforme come Apple, BBC, e altri. Nel 2020, è stata la prima donna britannica nera a diventare partner di Twitch e ha fondato Black Twitch UK, una piattaforma per promuovere gli streamer neri britannici. Questo ha portato alla creazione del primo team di streamer neri su Twitch nel Regno Unito.
La missione di Danielle è creare spazio e aumentare la rappresentanza positiva per neri, donne e non uomini nell'ambito dei videogiochi. La rappresentanza è il fulcro del suo lavoro e ha guidato come relatrice molte delle sue campagne e attività di consulenza.
LA MOSTRA
Seeing me, seeing you, seeing us
Questi contenuti hanno rapidamente attirato l'attenzione della comunità dei giocatori, portando Danielle a collaborare proprio con The Sims per introdurre oltre 100 tonalità di pelle, capelli afro e unghie. I suoi progetti hanno segnato un cambiamento generazionale nel mondo dei giocatori, offrendo a tutti la possibilità di creare un Sims che li rappresenti.
Questo universo virtuale ha un ruolo complesso che mescola attivismo, design e produzione artistica, creando ritratti realistici attraverso avatar.
Il lavoro di Danielle riflette il mondo reale e promuove l'auto-riflessione senza paura. La mostra presenta un futuro luminoso e dinamico, offrendo un'istantanea di un presente intriso di futuro.
Qui scopriamo che l'attivismo sociale che si batte per l'inclusione ora si riflette anche nel mondo digitale, dove si stanno combattendo lotte tutt'altro che passeggere.
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3- LINDA FREGNI NAGLER
Palazzo Boncompagni
via del Monte, 8
©italianacademy.columbia |
È nata a Stoccolma e vive a Milano, dove si è diplomata nel 2000 all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, fra queste la 55ª biennale di Venezia.
Nel 2007 ha ricevuto il New York Prize della Columbia University. Nel 2008 ha vinto la residenza della Dana Foundation di Parigi.
Dal 2010 al 2015 ha insegnato fotografia all’Accademia Carrara di Bergamo; dal 2015 insegna fotografia al master dell’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 2017 al master in Photografy and Visual Design alla Nuova Accademia delle Belle Arti a Milano.
LA MOSTRA
Playgrounds
(Parchi giochi)
Playgrounds
(Parchi giochi)
Playgrounds rappresenta uno dei primi progetti fotografici di Linda. Avviato nel 2006, questo lavoro consiste in una serie di fotografie di parchi giochi scattate di notte, sia a New York, dove ha avuto inizio, che in Italia, dove l'artista vive e ha continuato la sua ricerca.
La particolarità di queste fotografie è che sono scattate in analogico con l'uso di un banco ottico.
Sono catturate nell'oscurità e la pellicola deve rimanere esposta per lunghi periodi di tempo, senza che Linda abbia una comprensione precisa di ciò che è incluso nell'inquadratura, rendendo la posa un processo di pura attesa, a volte con inquadrature parzialmente casuali. La scoperta del soggetto e dei suoi dettagli avviene durante lo sviluppo del negativo.
Attraverso questa disciplina, l'artista mantiene per sé una parte del senso di sorpresa e meraviglia che i parchi giochi suscitano nei bambini, il suo pubblico privilegiato, e lo trasferisce agli osservatori attraverso una rappresentazione che si discosta dall'idea convenzionale di questi luoghi.
Nelle immagini dei parchi giochi mancano infatti due elementi chiave: il colore e l'energia dei giovani utenti che li popolano. Privati della loro funzione originaria, i parchi giochi diventano quasi architetture estranee, abbandonate, con un'atmosfera diversa e più cupa rispetto alla loro allegria consueta.
In "Playground," Linda non solo utilizza la fotografia come mezzo espressivo ma la esplora profondamente. Sperimenta con la luce, riducendo la sua intensità e osservando le reazioni dei materiali.
Questa foto ad esempio è stata catturata con un'esposizione di due ore, rendendo necessario abitare questo parco giochi di notte.
Il progetto omaggia le origini della fotografia, quando le esposizioni erano lunghe e qualsiasi movimento risultava invisibile, per i materiali fotosensibili ancora molto lenti.
Ricorda un'iconica immagine di → Louis Daguerre del 1838, che ritraeva una strada parigina deserta, trasformando il reale in una visione surreale.
Linda segue questa tradizione, creando immagini che sfidano gli osservatori, trasformando il reale in un'esperienza visionaria.
Le foto al centro della meravigliosa Sala del Camino di Palazzo Bentivoglio sono realizzate con una tecnica altrettanto singolare.
Il soggetto è il gioco, l'artista parte con una fotografia, che può essere una sua creazione o presa dagli archivi. Successivamente, prende una carta da lucido e ricopia manualmente il soggetto, isolandolo dal contesto circostante. Questa carta viene poi utilizzata come negativo nella stampa. Nella camera oscura, lo pone sopra una carta fotosensibile e regola i tempi di esposizione per ottenere il risultato desiderato.
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Bibliografia:
-pannello informativo mostra "Seeing me, Seeing you, Seeing us".
-pannello informativo mostra "Playgrounds".
-resoconto visita guidata organizzata dalla Fondazione MAST.
Sitografia:
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