BOLZANO
L'altopiano del Renon, situato tra 900 e 1300 metri d'altitudine e delimitato dai fiumi Isarco e Talvera, è accessibile da Bolzano con la funivia.
Le due principali attrazioni dell'altopiano sono:
-lo STORICO TRENINO che collega i principali centri abitati del Renon.
-le PIRAMIDI DI TERRA DI LONGOMOSO.
COME ARRIVARE
Per raggiungere le Piramidi, potrei anche arrivare in auto sull'altopiano, ma il viaggio con la funivia e il trenino storico è un'esperienza imperdibile.
A pochi minuti da Piazza Walther, si trova la Funivia del Renon, con un parcheggio auto a pagamento su tre piani.
Il biglietto combinato funivia + trenino fino a Collalbo costa 15 € andata e ritorno.
La funivia raggiunge Soprabolzano in 12 minuti, superando un dislivello di circa 1000 metri.
Da lì, il trenino, con corse frequenti, attraversa prati e colline fino a Collalbo, ultima fermata di una storica ferrovia del 1907.
Dal Collalbo una breve esursione mi porterà alla Piramidi di Longomoso.
Salgo quindi con la funivia e in un attimo mi ritrovo ad osservare Bolzano dall'alto.
Esco dalla stazione a monte a Soprabolzano.
Trovo subito il trenino e... si parte!
Il trenino del Renon, ispirato ai modelli svizzeri della Belle Époque, è oggi l'ultimo treno a scartamento ridotto in Alto Adige, e salirci mi ha regalato un'esperienza che evoca il passato.
IL TRAGITTO DEL TRENINO
Tempo: 17 minuti
Lunghezza: km 5,3
Un treno a scartamento ridotto è un tipo di treno che viaggia su binari con una distanza tra le rotaie inferiore allo standard ferroviario internazionale, che è di 1.435 mm (1,435 metri). Nello scartamento ridotto, questa distanza è minore, variando tra 600 mm e 1.067 mm.
L'uso di uno scartamento ridotto offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di costruire ferrovie in aree montuose o con terreni difficili, poiché richiede meno spazio e può gestire curve più strette.
Questo tipo di scartamento è spesso utilizzato in ferrovie storiche, linee turistiche, o in regioni remote dove una costruzione ferroviaria a scartamento standard sarebbe troppo costosa o impraticabile.
Una delle 6 stazioncine: Lichtenstern - Stella.
L'anima particolare del Renon è quella che si è sviluppata negli ultimi due secoli: divenne residenza estiva per la borghesia locale, soprattutto i ricchi commercianti di Bolzano, prima dell'era del turismo montano.
Durante tutto l'Ottocento, questo processo portò a un'edilizia residenziale unica.
Lungo questa linea ferroviaria si concentrano ville signorili e masi-fattorie eleganti.
Una volta scesa dal treno a Collalbo, mi fermo per un caffè nella caffetteria liberty della stazione: merita!
Successivamente, seguo le indicazioni che trovo davanti alla stazione per le piramidi di terra.
Seguo il sentiero che, passando per il paese di Collalbo si addentra nel bosco, per poi uscirne.
Fuori dal bosco eccomi entrare a Longomoso.
La Chiesa di Santa Maria Assunta a Longomoso.
Gli edifici sono in gran parte rifatti, ma l'andamento urbanistico è ancora quello di un passaggio fortificato.
Dopo aver lasciato il paese, seguo un tratto lungo la strada asfaltata.
Sono accompagnata da una vista mozzafiato sullo Sciliar, Gruppo del Sassolungo, Gruppo delle Odle.
Come afferma Fabio Amodeo: "Più che un altopiano, il Renon non è altro che un grande balcone naturale.
Si apre su un panorama straordinario: le più belle montagne che esistano.
Da un'altitudine media di 1000 metri, queste montagne offrono una prospettiva diversa rispetto a quella del fondovalle, diventando presenze costanti che emergono dietro ogni curva e dalle quali non ci si può sottrarre."
L’escursione si addentra nuovamente nel bosco, e posso scorgere le piramidi di terra in lontananza.
Dei tre siti presenti sul Renon — la Gola del Rio Rivellone sotto Soprabolzano, la Gola del Rio Castro ad Auna di Sotto e la Gola del Rio Fosco a Longomoso — queste ultime sono le più facilmente raggiungibili.
Il sentiero è adatto a tutti.
Durante il percorso, posso osservare la vista panoramica sulle piramidi da diversi punti, ma solo da lontano.
Non è possibile infatti avvicinarsi come in quelle di Collepietra.
Sullo sfondo la Chiesetta di San Niccolò a Monte di Mezzo.
In tutti i continenti della Terra esistono piramidi di terra. Quelle del Renon sono le più alte e morfologicamente meglio sviluppate in Europa.
Come quelle di Perca, Terento, Dobbiaco, Monguelfo e Collepietra, anche queste piramidi sono protette come monumenti naturali di interesse geologico.
Le piramidi di terra in realtà non sono vere piramidi: sono imponenti pinnacoli conici che sostengono enormi massi in un apparente precario equilibrio.
Questo raro fenomeno naturale si manifesta in tutta la sua maestosa bellezza: i pinnacoli ricordano la Sagrada Familia creata da Gaudì o i preistorici Dolmen.
Non create da un architetto ma dalla natura stessa, queste formazioni richiedono particolari condizioni climatiche e moreniche.
La natura le crea, modella, modifica e infine distrugge, per poi generarne di nuove:
piogge concentrate ma moderate, venti leggeri e sole. La pioggia erode il terreno, creando una rete idrografica che scolpisce il giacimento fino a formare crinali e pinnacoli che possono raggiungere i 40 metri di altezza.
Ho impiegato 40 minuti per arrivare ai balconi panoramici delle piramidi, partendo dalla stazione di Collalbo.
Poi ho continuato per altri 10 minuti in salita, attraversando un ponte di legno sopra il Rio Fosco, pensando ci fossero punti di osservazione dall'alto sull'altro versante.
Per scoprire che si arriva soltanto alla fermata dell'autobus, da cui parte il percorso opposto per visitare le piramidi.
Nonostante questo sforzo non necessario, la vista qui è davvero splendida.
Ripercorro il medesimo cammino, fra il guizzare delle lucertole nel bosco, finchè non faccio ritorno alla piccola stazione di Collalbo.
→ DOLOMITI
→ MONTAGNE
___________________________________
Note:
-l'itinerario descritto è stato percorso personalmente martedì 30 luglio 2024.
Bibliografia:
-"Balcone imperiale", di Fabio Amodeo, rivista Bell'Italia n.52, Editoriale Giorgio Mondadori, agosto 1990.
-"Gotico naturale", di Enrico Pugnaletto, rivista Bell'Italia n.1, Editoriale Giorgio Mondadori, maggio 1986.
-cartellonistica in loco
Bellissimo Monica! Marina
RispondiEliminaGrazie mille!
RispondiElimina