venerdì 30 agosto 2024

FORCA ROSSA: ANELLO VALFREDDA e FUCIADE

PASSO SAN PELLEGRINO
(Moena - Falcade)


L'anello di Forca Rossa è un'escursione di grande fascino, perché poco frequentata e immersa in un panorama splendido.
Il percorso, impegnativo, include un tratto esposto che attraversa un ghiaione.


Si attraversano 2 alpeggi: i Casoni di Valfredda nell'Alta Via dei Pastori, e il Fuciade, oggi frequentato rifugio.

Queste due vallate spettacolari, la Valfredda e il Fuciade, sono incorniciate dalle cime meridionali del gruppo della Marmolada.


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COME ARRIVARE
Si raggiunge il Passo San Pellegrino partendo da Moena o Falcade.
Io provengo da Moena, supero il passo, ignoro la salita a sinistra verso il Fuciade, e proseguo oltre il parcheggio della funivia Col Margherita.
Poi, giro a sinistra seguendo le indicazioni per il Rifugio Flora Alpina.
Proseguo su una piccola strada asfaltata e, prima della discesa al rifugio Flora Alpina, trovo due parcheggi:
mi fermo al secondo, in località Col de Mez, vicino alla malga omonima.

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Escursione GPS Relive 3D - didascalie Monica Galeotti





ITINERARIO
Segnavia n.694 (Alta Via dei Pastori)
670-694-693-607
Difficoltà: EE
 Tempo: ore 4:30
Dislivello: 710 m
Lunghezza: km 11,9

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Escursione GPS Relive 3D - didascalie Monica Galeotti






Parto da Col de Mez, dove alcuni ciuchini pascolano tranquilli.

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Seguo il sentiero 694, l'Alta Via dei Pastori, che inizia qui, e mi inoltro nel bosco.

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Raggiungo i Casoni di Valfredda, antichi alpeggi in parte trasformati in case private.
Le strutture in legno, eleganti e curate, ricordano un villaggio incantato.

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Alla fine del villaggio trovo il Capitello dedicato al beato Pier Giorgio Frassati (2075 m), studente impegnato nell'assistenza ai poveri e appassionato di alpinismo.
Sono ben 22 i sentieri che il CAI gli ha intitolato in varie regioni d'Italia.
Morì a soli 24 anni nel 1925 e fu beatificato nel 1990.

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Supero il Rio di Valfredda e proseguo salendo tra ampi pascoli verdi.

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È stata istituita la Compagnia della Montagna di Valfredda per tutelare questa area di grande interesse geologico, faunistico e botanico.
Un cartello informa i visitatori dell'importanza naturale di questi luoghi, per sensibilizzare alla conservazione di questo patrimonio per le future generazioni.

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I pendii sono tappezzati di Aconito Napello, una pianta estremamente bella ma altrettanto velenosa: diffusa principalmente nelle aree montuose delle Alpi, non deve essere toccata a mani nude, poiché il suo veleno può essere assorbito attraverso la pelle, con casi di avvelenamento mortale già segnalati.

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La Campanula, simbolo del Trentino Alto-Adige.

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I Casoni di Valfredda dall'alto.

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Ad Anter le Aive, 2088 m, l'Alta Via dei Pastori 694 devia a destra, ma scelgo di continuare sul sentiero 670, allungando leggermente il percorso per riunirmi all'Alta Via più avanti.
 Questo perché il sentiero 670 mi offre la possibilità di attraversare una zona denominata "La Banca", dove pascolano i cavalli avelignesi (vedi mappa inizio pagina).

Il sentiero 670 può essere utilizzato anche per il ritorno da Forca Rossa verso Fuciade, evitando il sentiero 693 con il suo tratto esposto.

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Sono arrivata all'ampio pascolo sotto le pendici del Sasso di Valfredda, dove i cavalli brucano nell'erba.

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Ed ecco i magnifici cavalli avelignesi, fra i prati e le roccette di "La Banca", sotto la cima omonima.

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Quasi dispiace interrompere la loro quiete al mio passaggio.

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Arrivo a una radura chiamata Pian de la Schita.

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Da qui, vedo chiaramente il tratto esposto alle pendici del Pulpito di Fuchiade, che dovrò affrontare nella seconda parte del percorso, dopo aver raggiunto la Forca Rossa.

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Risalgo il promontorio e mi volto a guardare l'immensa bellissima radura.

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Proseguo tra verdi pendici e scorci naturali.

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Infine, passo dopo passo, arrivo alla base dell'ultima salita, caratterizzata da pietre color ferro che danno il nome alla forcella.

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Qui, sulla Forca Rossa a 2490 metri, il punto più alto dell'itinerario, ammiro le Cime d'Auta.

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 Le Pale di San Martino, oggi coperte dalle nuvole, sarebbero splendide da vedere chiaramente; nel 2021 ero proprio lì (→ Monte Mulaz).

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 La Valfredda vista dall'alto, con il sentiero appena percorso.

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La Valle di Franzedas dall'altra parte, che conduce a Malga Ciapela.

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Tutta l'area fu teatro di guerra (vedi anche → Passo delle Selle), e questo passo fu cruciale durante la Prima Guerra Mondiale, occupato dal Battaglione Corverde per il controllo del territorio, essendo la principale via di comunicazione tra Malga Ciapela e il Passo San Pellegrino.

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Dopo una necessaria pausa con leggero pranzo al sacco (per me, sempre mandorle), intraprendo il sentiero 693 in leggera discesa, lasciando il Passo Forca Rossa.

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Percorro un sentiero suggestivo tra roccette e fiori di Rododendro.

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Raggiungo il ghiaione esposto dell'escursione fra tappeti di fiori gialli.

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Il tratto è abbastanza lungo e lo attraverso con cautela in leggera salita.

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Finito il ghiaione, è tutta discesa fra prati verdi ripidi.

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La vista è sulle maestose montagne meridionali del Sistema Marmolada.

Il Sasso di Valfredda.

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Palon di Jigolé, Cima dell'Uomo, Sasso di Tasca.

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La lunga discesa si svolge lungo il Rio Jigolé.

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Giungo al Bivio di Jigolé (Le Pale) e mi inserisco nel segnavia numero 607, che proviene dal Palon de Jigolé e dal Rifugio Contrin.

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Da qui in avanti, la discesa fino al Fuciade segue il sentiero 607.

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Il Fuciade in lontananza, con le Pale di San Martino sempre avvolte dalle nuvole.

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Arrivo al Fuciade, che oggi è afflitto dal fenomeno dell'overtourism.
L'afflusso eccessivo di turisti ha un impatto negativo sulla qualità dell'esperienza, spesso causato dalla promozione sui social media e dalla facile accessibilità del luogo.
Dal Passo San Pellegrino infatti ci si arriva con una strada sterrata adatta a tutti.

Il Fuciade ha mantenuto solo il nome di "rifugio": oggi è diventato un ristorante pluripremiato e molto alla moda. 

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La conca del Fuciade è un'area di straordinaria bellezza.

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Ricordo con affetto questi luoghi da una vacanza del 1975, quando raggiunsi il Fuciade con i miei genitori dal Passo San Pellegrino: in quegli anni le Dolomiti erano quasi incontaminate.

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Mia sorella Paola sullo sfondo dei casoni/fienili del Fuciade (oggi risistemati)
con panorama verso le Pale di San Martino - ©foto Paolo Galeotti, 1975.




Il rifugio, irriconoscibile, venne aperto negli anni Sessanta e ristrutturato negli anni Ottanta.

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Il Rifugio Fuciade (o Fuchiade) - ©foto Paolo Galeotti, 1975.





Infine seguo le indicazioni per il Rifugio Flora Alpina, che mi riportano alla località Col de Mez, dove concluderò l'anello.

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Note:

-l'itinerario descritto è stato percorso personalmente lunedì 29 luglio 2024 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.


-carta topografica Tabacco - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 06 - 1:25.000


-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi

 → Dolomiti presentazione


-le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna

 → Prudenza in montagna






Questo sentiero fa parte del SISTEMA DOLOMITICO NUMERO 2 Marmolada.







IL COMPAGNO DI VIAGGIO



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2 commenti:

  1. Complimenti Monica! Percorso straordinario, che ho conosciuto personalmente in piccola parte, ma di straordinaria bellezza. Bellissima la foto del passato di tua sorella
    , in questi luoghi, allora incontaminati

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  2. Grazie mille! È davvero un piacere sapere che anche tu hai apprezzato questi luoghi meravigliosi. Il legame con il passato e i ricordi in quei tempi sono qualcosa di molto speciale per me. Sono felice che la foto abbia suscitato queste emozioni. Grazie ancora per le tue belle parole!

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