lunedì 25 agosto 2025

LA CASCATA DI CAVALESE e l'inizio della Val Moena

CAVALESE
lungo la Strada Provinciale 232

Una facile escursione ad anello a bassa quota: la Cascata di Cavalese e il primo tratto della Val Moena, tra boschi, una strada panoramica e un albero monumentale: El Pezo del Gazolin.


Cascata di Cavalese immersa nel verde della Val Moena, punto di partenza del percorso escursionistico.


COME ARRIVARE

La Cascata si trova a valle sotto l'abitato di Cavalese.

Arrivando dal centro di Cavalese, si attraversa la Strada Provinciale 232 e il ponticello sull'Avisio dove passa una macchina per volta.

Subito dopo si trova un ampio parcheggio a ridosso del torrente, punto di partenza per l’escursione.


ITINERARIO AD ANELLO
Difficoltà: T
 Tempo: ore 2:30
Dislivello: 333 m
Lunghezza: 8 km

Mappa GPS 3D con il tracciato dell’escursione alla cascata di Cavalese e Val Moena.
Escursione GPS Relive 3D – didascalie Monica Galeotti



L’escursione è molto facile e panoramica, perfetta per muovere le gambe e restare in forma in vista di percorsi più impegnativi.

Parcheggiata l’auto alla Cascata di Cavalese, rimango a contemplare il loro imponente salto d’acqua: qui il Rio di Val Moena termina il suo corso prima di confluire nel torrente Avisio.

Cascata di Cavalese immersa nel verde della Val Moena.



Inizio a salire lungo la strada forestale a ovest, dove ha inizio la Val Moena.

Inizio dell’escursione lungo la strada forestale che entra nella Val Moena.



Dopo qualche tornante, raggiungo un bivio a quota 930, segnalato da una palina con l’indicazione: "Abete monumentale a cinque minuti".

Sarà la strada del ritorno, mentre ora proseguo sulla strada a destra, percorrendo la Val Moena.

Tratto di strada forestale che attraversa la Val Moena, con paesaggio naturale.







Panoramica della strada forestale in Val Moena con ingresso nel bosco.



Ponte Tabià lungo la Val Moena con i segni della tempesta Vaia.
Ponte Tabià lungo la Val Moena con i segni della tempesta Vaia.



Risalgo la strada forestale fino ai Baiti di Tabià, a 1095 m: due costruzioni di proprietà del Comune di Cavalese, circondate da tavoli e spazi per grigliate all’aperto.

Arrivo alla Baita Tabià, punto di sosta lungo l’escursione in Val Moena.




Dettaglio architettonico in primo piano della Baita Tabià in Val Moena.


La posizione è splendida, molto curata, ideale per un picnic; è qui che consumo le mie solite mandorle.

Tavoli da picnic sopra la Baita Tabià, immersi nel bosco della Val Moena.


Salgo ancora lungo la Val Moena fino a raggiungere l'incrocio con la strada forestale Tabià-Salanzada.

Qui lascio la salita alle spalle e inizio a scendere lungo il percorso ad anello verso valle.

Strada forestale immersa nei boschi lungo l’escursione nella Val Moena a Cavalese, catena del Lagorai.



 Quando la strada corre orizzontalmente lungo il limite del bosco, si apre un’ampia vista panoramica sulla Valle di Fiemme.

Panorama montano dai prati di Salanzada visto dalla panchina lungo l’itinerario escursionistico di Cavalese.


Ad un certo punto arrivo al passaggio sulla sinistra con lo stradello che attraversa i prati di Salanzada, con il baitino omonimo visibile in fondo.

Ampi prati verdi di Salanzada a Cavalese.

È qui che prosegue il mio percorso, ma volendo ci si può allungare di pochi metri verso sud fino all’Agritur Malga Salanzada, una fattoria tradizionale con stalla, animali e prodotti locali.

Agritur Malga Salanzada immerso nei prati sopra Cavalese.
Agritur Malga Salanzada


Attraverso i prati fino a raggiungere il baitello e mi inoltro nel bosco, seguendo il Rio di Val Moena con le sue piccole cascatelle.

Tradizionale baitino in legno nei prati di Salanzada a Cavalese, lungo l’itinerario escursionistico.




Ponte in legno sul Rio di Val Moena lungo il percorso escursionistico nei boschi sopra Cavalese.
Il ponte sul Rio di Val Moena


Acque limpide del Rio di Val Moena che scorre tra rocce e boschi nella catena del Lagorai.
Rio di Val Moena

Ed ecco finalmente l’albero monumentale, a chiudere in bellezza questo percorso:

EL PEZO DEL GAZOLIN,

un imponente abete rosso alto 30 m e con una circonferenza di 4,5 m.

Si stima che sia nato nel 1798, quindi ha più di 200 anni!

L’albero monumentale El Pezo del Gazolin a Cavalese, un imponente larice secolare nato nel 1798.


Un tempo, un altro grande abete gli faceva compagnia sul lato opposto del sentiero: insieme formavano un suggestivo "cancello naturale", noto come Le porte del bosco di Fiemme.

Dettaglio del tronco e cartello dell’albero monumentale El Pezo del Gazolin a Cavalese.


La foto di rito serve a rendere l’idea della sua maestosità.

Monica Galeotti accanto all’albero monumentale El Pezo del Gazolin a Cavalese, per mostrare la maestosità del larice secolare.


Penso a una riflessione di Erri de Luca nel suo vademecum Accorgimenti alpestri:

"Fa bene imparare i nomi degli alberi del bosco che si sta attraversando. Distinguendoli, si percepisce il luogo con maggiore definizione. Lo stesso vale per fiori, animali e le montagne intorno. La geografia è parola greca che significa scrittura della terra. È bene percorrerla da lettori."


Proseguo fino a raggiungere un’ampia radura, attrezzata con tavoli e panche da picnic.

Ampia radura a Cavalese con tavoli e panche da picnic lungo il percorso escursionistico della Val Moena.

A breve incontrerò nuovamente la forestale percorsa in salita all’andata: da qui si completa il percorso ad anello, che mi riporta all’auto parcheggiata.



Questo sentiero fa geograficamente parte della catena del Lagorai.





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NOTE:
-L'itinerario descritto è stato effettuato mercoledì 6 agosto 2025, consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.

-Tutte le foto sono di Monica Galeotti.

-La mappa iniziale è stata creata utilizzando l'app Relive, che registra i miei spostamenti in tempo reale tramite GPS.
I nomi delle località sono stati aggiunti successivamente.

-Carta topografica Tabacco - Val di Fiemme Lagorai Latemar 014 - 1:25.000

-Per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi
Dolomiti presentazione

-Le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna
Prudenza in montagna


Mappa con traccia GPS del percorso escursionistico dalla cascata di Cavalese alla baita Tabià e ritorno.




lunedì 18 agosto 2025

RIFUGIO VELO DELLA MADONNA

SAN MARTINO DI CASTROZZA (TN)


Il Rifugio Velo della Madonna (2358 m) si trova su un terrazzo roccioso alla base della Cima della Madonna (2752 m), affacciato sulla Valle del Cismon. Il suo nome si deve allo Spigolo del Velo, una delle vie alpinistiche più belle e famose delle Dolomiti.

Veduta del Rifugio Velo della Madonna tra le nuvole ai piedi della Cima della Madonna.


COME ARRIVARE

Arrivando da Passo Rolle, supero San Martino di Castrozza e proseguo sulla statale principale fino al secondo tornante, poco prima di Valmesta.
In mezzo al tornante imbocco la strada forestale Civertaghe che attraversa il torrente Cismon: la carreggiata è stretta e quando si incrociano altre auto bisogna fermarsi nei pochi spazi disponibili.
Un tempo si poteva parcheggiare anche a Malga Civertaghe, oggi invece solo al parcheggio della Casa forestale delle Laste, punto di partenza del sentiero 713.
Da San Martino fino a qua sono circa 20 minuti in auto per 8 km. (clic sulla foto per ingrandire nitido)
Mappa con tragitto in auto da San Martino di Castrozza alla Casa forestale delle Laste, tracciato GPS Relive.
Tracciamento in auto GPS Relive – didascalie Monica Galeotti


ACCESSI

Le vie più brevi per raggiungere il rifugio sono tre:
- dal parcheggio Casa forestale delle Laste – sentiero 713, circa 2h30
- da San Martino di Castrozza – sentiero 724 + 713, circa 3h
- da San Martino di Castrozza – sentiero 721 + 713, circa 3h


IL MIO ITINERARIO

Segnavia: 713
Difficoltà: EE (per il notevole dislivello)
Tempo totale: 4h30 (andata e ritorno)
Dislivello: 895 m
Lunghezza: 7,4 km
Mappa del sentiero escursionistico dal parcheggio della Casa forestale delle Laste al Rifugio Velo della Madonna.
Escursione GPS Relive – didascalie Monica Galeotti

La difficoltà di questo percorso non è il tratto attrezzato che incontrerò più avanti (non occorre imbragatura) ma è il notevole dislivello positivo e negativo: occorre una buona preparazione fisica.
Dal parcheggio imbocco il sentiero 713, subito ripido e impegnativo.
Parcheggio per il Rifugio Velo della Madonna accanto alla Casa forestale delle Laste.
Parcheggio casa forestale.


Cartello con indicazioni del sentiero 713 per il rifugio Velo della Madonna nelle Pale di San Martino.



Il primo tratto attraversa il bosco e raggiunge Campigol di Sora Ronz (1575 m).
Cartello con indicazione Campigol di Sora Ronz a 1575 metri di quota.


Da qui si stagliano bene alla vista il Sass Maor e la Cima della Madonna, mentre il punto rosso rappresenta all'incirca la posizione del rifugio.
Vista di Sass Maor e Cima della Madonna, durante la salita al rifugio Velo della Madonna.


Dopo circa mezz’ora un nuovo tratto nel bosco lascia presto spazio a paesaggi rocciosi: il sentiero si fa ancora più pendente e il panorama sulle montagne è spettacolare.
Monica Galeotti sul sentiero ripido verso il Rifugio Velo della Madonna fuori dal bosco




Monica Galeotti osserva le maestose montagne dal sentiero su roccia verso il Rifugio Velo della Madonna.



A quota 2050 metri sono al Cadin di Sora Ronz.
Cadin Sora Ronz 2050 m, a un'ora dal Rifugio Velo della Madonna.


Le pareti verticali che mi circondano sono maestose.
Monica Galeotti ammira le montagne imponenti lungo il sentiero 713 verso il Rifugio Velo della Madonna.


Segue un tratto attrezzato non proprio breve, con corde e scalini metallici: non richiede imbragatura, ma attenzione e passo sicuro.
EscMonica Galeotti percorre il tratto attrezzato con cavo metallico sul sentiero 713 delle Pale di San Martino.


Superato il passaggio, raggiungo Cadinot (2280 m), uno spettacolare anfiteatro naturale che precede l’ultima salita di 10 minuti.
Monica Galeotti cammina con bastoncini dopo aver superato il tratto attrezzato sul sentiero 713.



Cartello escursionistico a Cadinot 2280 m che indica l’ingresso all’anfiteatro roccioso delle Pale di San Martino.




Rifugio Velo della Madonna, Monica Galeotti al termine dell’anfiteatro roccioso, con il sentiero esposto in costa visibile sullo sfondo.


L'ultimissimo tratto, come spesso accade prima di un rifugio, è ripido e faticoso, in questo caso più o meno lo è sempre stato, dall'inizio alla fine!
Il rifugio rimane nascosto fino all'ultima curva, ora appare per la prima volta. 
Ultimo tratto del sentiero che porta al rifugio Velo della Madonna, tra rocce e prati alpini.
Ultimo tratto del sentiero


E finalmente eccomi davanti al rifugio, per riposare e per ripercorrerne la storia.
Monica Galeotti seduta sul prato con il rifugio Velo della Madonna e la cima omonima sullo sfondo


STORIA DEL RIFUGIO

La storia inizia nel 1966, quando la sezione SAT di Primiero–San Martino di Castrozza installò qui un bivacco fisso con 10 posti letto.

Bivacco SAT installato nel 1966 – ©rifugiovelodellamadonna/lastoria

In occasione dell’inaugurazione, il CAI-SAT pubblicò un bollettino dedicato alla storia dello Spigolo del Velo:

>le 12 pagine del bollettino.

Nel 1980 venne inaugurato l’attuale rifugio, costruito dalla SAT e dotato oggi di 54 posti letto.


STORIA ALPINISTICA 

La Cima della Madonna, alta 2.752 metri, insieme al Sass Maor a est segna l’estremità meridionale della parte centrale del gruppo delle Pale di San Martino.

È considerata una vetta di grande rilievo alpinistico, soprattutto per la sua via nord-occidentale, nota come Schleierkante, Spigolo del Velo, dal quale il rifugio prende il nome.

Il rifugio si trova ai piedi della parete ovest.

Rifugio Velo della Madonna in primo piano con alle spalle la cima della Madonna


Dopo la prima ascensione lungo la via normale nel 1886, la montagna conquistò fama internazionale grazie allo Spigolo del Velo (V+), compiuto per la prima volta nel 1920 da Langes e Merlet.

Fu proprio Langes a coniare il nome Schleierkante (Spigolo del Velo), colpito dalla somiglianza del profilo della montagna a una statua della Madonna, con la cresta a rappresentarne il velo.

Spesso descritta come una delle più belle salite alpinistiche di media difficoltà delle Dolomiti, se non dell’intero arco alpino calcareo.

Nella foto: Sass Maor, Cima del Velo e Rifugio Velo della Madonna.

La via tracciata in rosso è lo Spigolo del Velo.

©rifugiovelodellamadonna/lastoria


Nella seconda metà del Novecento furono tracciate altre vie di maggiore difficoltà, come la via Messner (VI-) aperta da Reinhold e Günther Messner nel 1968.

Negli anni successivi, uno dei principali protagonisti fu Maurizio Zanolla, detto Manolo, che nel 1978 e nel 1988 riuscì a salire due nuove vie di difficoltà ancora superiore, la via dei Piazaroi (VII grado) e la via Pigrizia Intestinale (6b+).

Bandierine himalayane colorate appese alla facciata del rifugio Velo della Madonna


Dopo aver ripercorso le imprese alpinistiche della Cima della Madonna, rapita dal fascino di quelle avventure, torno alla realtà e mi soffermo a guardare il panorama:

San Martino di Castrozza e la Catena del Lagorai.

Monica Galeotti osserva le montagne davanti al rifugio Velo della Madonna nelle Dolomiti trentine.



Panoramica dalle rocce delle Pale di San Martino su San Martino di Castrozza e catena del Lagorai.



Nel prato la Genziana Blu, un fiore bellissimo che fiorisce durante l’estate qui sulle Alpi, ed è una specie protetta.

Genziana blu fiorita nei prati attorno al rifugio Velo della Madonna


Poi il silenzio delle montagne viene interrotto dall'arrivo di un elicottero dei Vigili del Fuoco di Trento: quando atterra al rifugio scopro che ha appena lasciato sulla Cima della Stanga due geologi per effettuare rilevazioni. Qui ne scarica altri due per continuare il lavoro sui terreni intorno al rifugio.

Dopo una breve sosta, l’elicottero torna a recuperare i due tecnici rimasti sulla Cima della Stanga e si dirige verso il Rifugio Pradidali per proseguire con ulteriori rilievi.

Queste operazioni fanno parte di un programma di monitoraggio delle Alpi, per raccogliere dati su instabilità del terreno, frane e altri fenomeni naturali, fondamentali per la protezione civile e la gestione del territorio montano.




Elicottero dei Vigili del Fuoco fermo nell’area di atterraggio del rifugio Velo della Madonna.
Elicottero dei Vigili del Fuoco fermo nell’area di atterraggio del rifugio.


Mentre siedo su un masso alla base dell’imponente montagna, un geologo è intento a compiere rilievi davanti al rifugio.

Monica Galeotti sotto la cima della Madonna nelle Pale di San Martino.



Geologo esegue rilevazioni davanti al rifugio Velo della Madonna con vista sulla catena del Lagorai.


E il rifugio si mostra in tutta la sua bellezza, adagiato sul terrazzamento naturale.

Rifugio Velo della Madonna visto dall’alto con la catena del Lagorai sullo sfondo.



Il rientro segue la stessa traccia di salita...

Mirco Bianchi scende lungo il sentiero 713 di ritorno dal rifugio Velo della Madonna.


 ... insieme a un piccolo dettaglio che cattura lo sguardo: un fiore che spunta fra le rocce, la Sassifraga delle Dolomiti, come un dono di queste montagne a chiudere il mio percorso.

Sassifraga delle Dolomiti con fiore bianco a stella tra le rocce calcaree alpine.




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NOTE:

-L'itinerario descritto è stato effettuato martedì 5 agosto 2025, consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.

-Tutte le foto sono di Monica Galeotti, ad eccezione di due del sito Rifugio Velo Della Madonna (copyright indicato).

-Le mappe iniziali sono state create utilizzando l'app Relive, che registra i miei spostamenti in tempo reale tramite GPS.
I nomi delle località sono stati aggiunti successivamente.

-Carta topografica Tabacco - Pale di San Martino 022 - 1:25.000


-Per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi

Dolomiti presentazione


-Le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna

Prudenza in montagna




RIFERIMENTI:

Siti web:

-rifugiovelodellamadonna.it

-cimadellamadonna/wikipedia

-sassmaor/wikipedia








Questo sentiero fa parte del SISTEMA DOLOMITICO UNESCO NUMERO 3, sezione Pale di San Martino.






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IL COMPAGNO DI VIAGGIO


Mirco Bianchi davanti al rifugio Velo della Madonna, compagno di viaggio di Monica Galeotti.