Secondo le Nazioni Unite, dall’ottobre 2023 almeno il 90% dei palestinesi di Gaza è stato costretto a lasciare la propria casa una o più volte.
Le modalità degli ordini di evacuazione, imprevedibili, contraddittori e senza luoghi sicuri, insieme ai volantini intimidatori e alla distruzione delle infrastrutture, indicano una strategia mirata a esercitare pressione psicologica e a rendere impossibile la vita nella Striscia di Gaza.
Forensic Architecture ha analizzato oltre cento ordini di evacuazione emessi da Israele dal 2023, mostrando come lo sfollamento forzato sia stato guidato da comunicazioni confuse, spostamenti obbligati in più direzioni, bombardamenti su aree dichiarate sicure, trasferimenti verso zone inabitabili e la criminalizzazione di chi non poteva evacuare.
Volantino del 13 ottobre 2023
"Agli abitanti di Gaza City: le organizzazioni terroristiche hanno iniziato una guerra contro Israele, Gaza City è ora diventata un campo di battaglia. Dovete evacuare immediatamente le vostre case e trasferirvi a sud di Wadi Gaza".
Con questo volantino Israele ha ordinato a 1,1 milioni di abitanti di Gaza City di lasciare le loro case entro 24 ore e spostarsi verso sud.
Il nord è stato dichiarato zona proibita e il sud è stato colpito da attacchi aerei mentre i civili venivano indirizzati lì.
L’ONU e l’OMS hanno condannato questo ordine come uno spostamento forzato contrario al diritto internazionale umanitario.
Volantino del 15 ottobre 2023
"Residenti di Gaza City e della zona settentrionale di Gaza, nei giorni scorsi vi abbiamo esortato a trasferirvi nella zona meridionale per la vostra sicurezza. Desideriamo informarvi che l’IDF non effettuerà alcuna operazione lungo questo percorso dalle 10:00 alle 13:00. In questa finestra temporale, vi preghiamo di cogliere l’occasione per spostarvi verso sud dalla zona settentrionale di Gaza".
(@IDF Twitter/X)
Il messaggio, pubblicato in arabo e in inglese solo due giorni dopo, era rivolto sia ai palestinesi sia al pubblico occidentale, per mostrare un’apparente attenzione umanitaria. Lo stesso giorno, il portavoce dell’esercito israeliano ha diffuso un video in inglese sostenendo che "Hamas sta bloccando l’evacuazione dei civili".
La strada Salah al-Din, indicata come principale "via sicura" verso sud, è stata invece colpita più volte nei due anni successivi. Già il 13 ottobre un convoglio civile che seguiva le istruzioni di evacuazione era stato bombardato, causando settanta vittime.
Volantino del 18 ottobre 2023
L’esercito israeliano dichiara al-Mawasi una "zona umanitaria sicura" invitando i residenti di Gaza City a trasferirvisi per protezione. Questa zona è stata indicata più volte come destinazione sicura.
Tuttavia, nell’agosto 2024 era sovraffollata: molti palestinesi non trovavano spazio e non potevano trasferirsi. L’acqua e i servizi igienici erano scarsi, e la zona non era attrezzata per accogliere tante persone.
Al-Mawasi non era davvero sicura: è stata colpita da diversi attacchi aerei israeliani, il più grave nel luglio 2024, e i confini della cosiddetta "zona umanitaria" sono stati cambiati più volte.
Volantino del 22 ottobre 2023
"Chiunque scelga di non lasciare il nord della Striscia di Gaza per recarsi a sud di Wadi Gaza potrà essere identificato come complice di un’organizzazione terroristica."
Questo volantino lanciato dal cielo minacciava tutti i palestinesi rimasti nel nord di Gaza, facendoli sembrare terroristi. Lo stesso metodo è stato usato in tutti gli ordini di evacuazione dall’8 ottobre 2023 in poi: civili che non potevano o non volevano obbedire venivano considerati nemici. Così, gli ordini giustificavano di colpire aree civili confondendo deliberatamente obiettivi militari e civili.
Volantino del 2 dicembre 2023
"Agli abitanti di al-Qarara, Khuza’a, Abasan e Bani Suhaila: dovete evacuare immediatamente e recarvi nei rifugi di Rafah. La città di Khan Younis è diventata una pericolosa zona di combattimento."
Tra il 24 e il 30 novembre c’è stato un cessate il fuoco temporaneo. Il giorno dopo la sua fine, Israele ha di nuovo ordinato l’evacuazione di gran parte di Khan Younis in vista di un’invasione terrestre.
Le direttive sono cambiate: invece di spostarsi solo dal nord verso sud, centinaia di migliaia di civili già rifugiati a Khan Younis e nel sud della Striscia sono stati costretti a muoversi ancora più a sud, fino a Rafah, al confine della Striscia di Gaza.
Volantino del 18 gennaio 2024
"Oh popolo di Khan Younis, rinnegate Hamas. Stanno sparando dall’interno dell’ospedale, mettendovi in pericolo. Hamas sta agendo in modo sconsiderato nei vostri confronti e nei confronti del vostro futuro. E chiunque tra voi si allei con loro, allora è davvero uno di loro."
Il volantino è stato lanciato vicino al Nasser Medical Hospital.
Faceva parte della propaganda israeliana che accusava falsamente Hamas di condurre attività all'interno degli ospedali. Pochi giorni dopo, l’ospedale, il più grande del sud di Gaza, è stato assediato e bombardato, e a marzo era completamente fuori servizio.
Volantino del 4 marzo 2024
"Per contribuire a migliorare le condizioni umanitarie e l’accesso degli aiuti nella Striscia di Gaza settentrionale, fate spazio agli aiuti umanitari e astenetevi dal saccheggio, dal furto e dagli atti di caos, affinché il cibo raggiunga i bisognosi e i poveri in tutta la regione."
"O credenti! Non divorate illegalmente le ricchezze gli uni degli altri, ma commerciate piuttosto di comune accordo" (Corano, Sura an-Nisa 4:29).
"Tutto ciò che appartiene a un musulmano è proibito a un altro musulmano: il suo sangue, i suoi beni e il suo onore" (Maometto).
Il volantino, lanciato nel quartiere Sheikh Radwan a Gaza City, accusava i palestinesi di saccheggiare gli aiuti e citava il Corano e un hadith di Maometto per convincerli a rispettare le regole e lasciare il cibo ai bisognosi.
Volantino del 7 novembre 2024
"Cari residenti di al-Maghazi, il prezzo di una sigaretta prima del 7 ottobre: uno shekel e mezzo. Il prezzo di una sigaretta dopo il 7 ottobre: 150 shekel. Il motivo: Hamas opprime il popolo, ruba le sigarette e le vende ai commercianti a prezzi irragionevoli. Perché? Per finanziare i propri membri e le loro vite fastose. Siete stanchi dell’ingiustizia dei Mujaheddin degli hotel e delle jeep? Volete porre fine all’ingiustizia e andare avanti con la vostra vita?"
Nel campo di al-Maghazi (zona centrale di Gaza), l’esercito israeliano ha lanciato questi volantini, mostrando Yahya Sinwar sul fronte e accusando Hamas di rubare e aumentare i prezzi. Lo scopo è sempre quello di far sembrare Hamas responsabile della scarsità di beni e della sofferenza della popolazione.
Volantino del 9 settembre 2025
L’esercito israeliano ordina l’evacuazione totale di Gaza City, il più grande sfollamento dall’ottobre 2023.
Nello stesso periodo, gli attacchi aerei hanno colpito gli ultimi grattacieli residenziali ancora in piedi, tra le poche strutture che potevano ospitare migliaia di famiglie sfollate.
Centinaia di migliaia di palestinesi, tornati alle rovine delle proprie case durante il cessate il fuoco di inizio 2025, sono stati nuovamente costretti a fuggire verso la costa e poi a sud, in aree sovraffollate e prive dei beni essenziali per vivere.
Due cellulari esposti sul tavolo mostrano due filmati con piccoli atti quotidiani di resistenza: ordini di evacuazione riutilizzati come coni per falafel, e volantini raccolti da bambini come combustibile a Gaza City.
VIDEO "TRE GIORNI ALL'UNIVERSITÀ AL-AZHAR"
28–30 gennaio 2024
Su un lato della sala è installato il video del 2025 di Forensic Architecture (12:35 min.), un'indagine che segue la storia di Nadia e Ahmad, una giovane coppia di Beit Hanoun, per mostrare l'uso distorto degli aiuti umanitari, cioè gli ordini di evacuazione in presunte "zone sicure" (come si è visto dai volantini) che hanno costretto i palestinesi di Gaza a spostarsi continuamente in aree senza condizioni minime di vita e spesso bombardate.
La storia mostra come questa "violenza umanitaria" si vive sul campo.
Voce narrante: Teju Cole
Registrazioni e fotografie: Susan Abu Lhawa
Ringraziamenti speciali: Raz Segal, Amos Goldberg
IMMAGINI AEREE PRECEDENTI ALLA NAKBA
Le fotografie aeree mostrano i villaggi di al-Lydd e al-Ramla tra il 1917 e il 1948, provengono da tre raccolte storiche e hanno tutte origine militare.
All’inizio del Novecento, la fotografia aerea serviva per mappare territori e controllarli.
Tra il 1917 e il 1918, la Squadriglia Aeronautica Bavaria fotografò al-Tira, al-Lydda e al-Ramla per monitorare l’esercito britannico durante la Prima guerra mondiale. Tra il 1920 e il 1948, anche la Royal Air Force britannica fece ricognizioni aeree in Palestina per mappare il territorio.
Le immagini di al-Tira del 1944 e di al-Lydd e al-Ramla del 1947-1948 furono raccolte dall’Haganah, il precursore dell’esercito israeliano, nel progetto "Village Files".
Lo scopo era ottenere informazioni dettagliate sui villaggi palestinesi per preparare l’occupazione, culminata nel Piano Dalet e nell’espulsione di massa dei palestinesi nel 1948, ad opera delle forze sioniste.
Precursore degli ordini di evacuazione di oggi a Gaza, un volantino fu diffuso a luglio 1948 nei villaggi palestinesi di al-Lydd e al-Ramla, indirizzato "a tutti i musulmani":
"Se non vi arrenderete immediatamente, vi esporrete ai pericoli e agli orrori della guerra, e i vostri leader saranno responsabili dello spargimento del vostro sangue e della distruzione delle vostre case".
Entrambi i villaggi furono evacuati con la forza durante l’Operazione Dani, che provocò anche la morte di molti civili.
VIDEO "MORTE PER MILLE TAGLI"
Il video di Forensic Architecture è stato realizzato nel 2025, con materiali provenienti da account social, e ha una durata di 2:31 minuti.
Si vede la raccolta degli ordini di evacuazione lanciati dall’esercito israeliano su Gaza, da ottobre 2023 a oggi.
Il titolo Morte per mille tagli può essere letto come una metafora della sofferenza graduale e cumulativa: ogni ordine di evacuazione, diffuso tramite volantini intimidatori dall’esercito israeliano, contribuisce a un danno continuo.
Questo ricorda simbolicamente la pratica storica cinese del Lingchi, la cosiddetta Morte dai mille tagli, anche se il riferimento non è indicato dagli autori.
Lingchi non era solo un'esecuzione: era uno spettacolo progettato per spezzare il corpo e la mente del condannato... lentamente.
I volantini lanciati dall’alto contengono messaggi intimidatori o derisori, e diventano uno strumento di paura. Nei video girati dai palestinesi, la loro caduta può sembrare quasi innocua, ma nella realtà generano panico e insicurezza.
Il modo in cui vengono diffusi questi ordini ricorda le pratiche del 1948, quando Israele lanciò volantini sui villaggi palestinesi per minacciare i civili e costringerli ad andarsene, con l’obiettivo di provocare uno sfollamento permanente.
Con la distruzione diffusa di edifici e infrastrutture civili, l’obiettivo appare quello di rendere Gaza invivibile: spingere i palestinesi ad abbandonarla definitivamente e non lasciare loro nulla a cui tornare.
SUONI IPPOCRATICI: SEI NOTTI AL NASSER MEDICAL CENTER
In una sala successiva, una finestra riproduce suoni registrati per sei notti nell’ospedale di al-Nasser di Khan Younis a Gaza: qualcuno che russa, qualcuno che piange, le bombe.
Nel 2024 il chirurgo americano Chandra Hassan ha lavorato nell’ospedale, dove il personale è costretto a vivere per l’impossibilità di spostarsi in sicurezza.
Anche quando finiva i turni, il dottor Hassan ha scelto di continuare a fare da testimone. Ogni sera lasciava il telefono acceso per registrare i suoni della notte che entravano dalla finestra della sua stanza.
Ha poi condiviso decine di queste registrazioni con Earshot, che le ha unite in una sequenza e trasformate in un’installazione in 3D: la stanza da cui quei suoni provenivano.
Anche in un luogo pensato come sicuro, la realtà è tutt'altro, e questo rimane un documento sugli attacchi agli ospedali, usati anche come rifugi, mostrando come Israele sperimenti i limiti della propria impunità.
Informazioni su Earshot
Earshot, fondata da Lawrence Abu Hamdan, è un’organizzazione che usa l’audio come prova nelle indagini sui diritti umani, trasformando materiali sonori in testimonianze precise e utili a rivelare abusi.
L’organizzazione lavora con comunità colpite da violenze statali, aziendali o ambientali e trasforma materiali sonori molto fragili, messaggi vocali, video tremolanti fatti col telefono, registrazioni ottenute in situazioni difficili, in prove sonore di alta qualità, molto più dettagliate di quanto può mostrare una telecamera.
RITORNO AD AL-MA'IN
La parte finale della mostra è dedicata a un progetto che unisce ricerca storica, ricostruzione e testimonianza.
In questa grande sala viene presentato un video che racconta la storia di al-Ma’in (o Ma’in Abu Sitta), un villaggio palestinese che si trovava nella zona di Beer al-Saba.
Durante la Nakba del 1948 e negli anni successivi, il villaggio fu completamente distrutto: sparirono le case, le fattorie, i frutteti, le strade, le scuole, i pozzi e le dighe. Al suo posto oggi ci sono quattro kibbutz israeliani: Magan, Nirim, Ein Hashlosha e Nir Oz.
Il video, di 31:04 min., è il prodotto di un'indagine di Forensic Architecture in collaborazione con il dott. Salman Abu Sitta, storico palestinese (Palestinian Land Society).
Al-Ma’in è il villaggio natale di Abu Sitta, che ha dedicato la sua vita a ricostruire la storia della sua terra.
Per farlo ha raccolto mappe, fotografie, testimonianze orali e documenti che coprono gli ultimi due secoli.
In collaborazione con lui, Forensic Architecture ha realizzato un modello di al-Ma’in com’era negli anni Quaranta, mostrando l’avanzata tecnologia agricola già presente all’epoca e mettendo in discussione la narrativa secondo cui tali innovazioni sarebbero arrivate solo con i coloni israeliani.
Come accade per il caso di al-Dawayima, dove le tracce della vita precedente sono state cancellate, questa ricostruzione restituisce memoria e contrasta le narrazioni che cercano di riscrivere la storia.
La ricostruzione di al-Ma’in non è solo un’operazione storica: sostiene anche le richieste della comunità palestinese per il diritto al ritorno nei territori da cui è stata allontanata.
Dopo la visione del film su al-Ma’in, il visitatore può seguire la discussione che si è svolta al termine della prima proiezione, organizzata da Forensic Architecture al Curzon Soho di Londra il 14 maggio 2025, con Eyal Weizman, direttore di Forensic Architecture, e Salman Abu Sitta, protagonista del film (video, 2025, 1:14:16 ore).
Congratulazioni a tutti i componenti !
RispondiEliminaGrazie Alex, il loro lavoro merita davvero attenzione.
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