Nel villaggio di Nazaret, c’è una casa scavata nella roccia che prende il nome di LagOmar.
Il progetto architettonico della villa all'interno di una vecchia cava di lava, fu avviato da César Manrique all'inizio degli anni '70, ma venne in seguito completato dal suo collaboratore e amico Jesús Soto, in seguito a divergenze tra Manrique e Sam Benady, promotore immobiliare di origine britannica residente a Lanzarote.
Fu lo stesso Benady a commissionare la costruzione dell’edificio, con l’intento di utilizzarlo come casa campione per promuovere lo sviluppo di residenze esclusive nella zona.
LE ORIGINI E IL MITO
Omar Sharif, celebre attore egiziano, divenne famoso grazie al film "Lawrence d’Arabia".
Ma la storia di questa casa inizia con un’altra pellicola, girata proprio a Lanzarote: "L’isola misteriosa e il capitano Nemo", ispirata al romanzo di Jules Verne.
Il film è un riassunto dello sceneggiato televisivo L'Île mystérieuse trasmesso in sei puntate.
In fuga dalla guerra civile, un gruppo di persone arriva su un'isola sconosciuta a bordo di una mongolfiera. Superando ogni genere di pericolo, i sopravvissuti incontrano presto il leggendario Capitano Nemo (Omar Sharif), che si è rifugiato lì di sua spontanea volontà e che è ancora al comando del suo leggendario sottomarino rivoluzionario Nautilus.
Siamo nel 1973, quando Sharif arriva sull’isola per le riprese del film. Colpito dalla bellezza e dall’unicità di questa casa scolpita nella lava, anche se non ancora ultimata, se ne innamora all’istante e decide di acquistarla, senza badare al prezzo.
Tuttavia, la vicenda prese una piega inattesa: Benady, poco dopo la vendita, si dichiarò pentito e propose a Sharif una partita di bridge, mettendo in palio la proprietà.
L’attore accettò la sfida, ignaro che il promotore fosse un esperto del gioco e, secondo alcune fonti, persino campione europeo.
La leggenda narra che Sharif perse la partita e, di conseguenza, la villa, lasciando Lanzarote senza mai farvi ritorno.
Non esistono, tuttavia, documenti ufficiali che attestino il passaggio di proprietà in favore dell’attore, circostanza che ha alimentato il dubbio sull’autenticità dell’episodio.
Molti ritengono si tratti di una costruzione narrativa funzionale alla promozione turistica del luogo, forse concordata con lo stesso Sharif.
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©britannica.com |
Ma a ricordare quella serata rimane ancora oggi la "stanza del bridge", e da allora la proprietà è conosciuta con il nome di LagOmar, "la casa di Omar Sharif".
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Dopo la celebre partita a bridge, la proprietà passò tra le mani di diversi proprietari.
Per un periodo divenne punto d’incontro per artisti dell’epoca e riferimento per i potenziali acquirenti di ville a Nazaret.
Nel 1984, un architetto tedesco, durante una navigazione tra le isole Canarie, rimase affascinato dalla magia di questo luogo. Inseguito il sogno di farla sua, riuscì ad acquistare la casa nel 1989.
Insieme alla moglie Beatriz Van Hoff, architetta uruguayana, intraprese una ristrutturazione, concentrandosi soprattutto sulla parte inferiore dell’edificio, dove vennero realizzati un bar e un ristorante.
Entrambi avevano maturato esperienze professionali negli Stati Uniti e in Inghilterra, ma fu la particolare topografia di Lanzarote a rappresentare per loro una sfida inedita.
Così nascerà un’architettura organica, in armonia con la natura."
La dimora iniziò così a vivere una nuova vita, diventando uno spazio aperto alla cultura, capace di accogliere mostre d’arte, eventi gastronomici, concerti e natura, in un’esperienza pensata per coinvolgere i sensi e valorizzare gli artisti locali.
Ecco com’è LagOmar, vista attraverso i miei occhi: un labirinto di stanze, terrazze, passaggi e silenzi.
1- INGRESSO E PRIMO COLPO D'OCCHIO
2- GALLERIA
3- LAGO
Accanto alla piscina si trovano:
.il ristorante LagOmar (13-22:30), con piatti locali e internazionali
.il cocktail bar La Cueva (18-24:00), situato all'interno di una grotta. L'aperitivo all'ora del tramonto è impagabile.
Nell'orario di apertura del museo (10-18), per accedere al ristorante è necessario il biglietto d’ingresso.
Dopo le 18, si può entrare liberamente senza acquistare il biglietto.
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Ristorante LagOmar |
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Ristorante LagOmar |
4- CUPOLA
Da qui posso ammirare la piscina dall'alto, ma dal lato opposto rispetto a quello da cui ero partita.
Così scopro la prima finestra a cielo aperto e intravedo il cocktail bar La Cueva, ricavato in una grotta, che raggiungerò alla fine del mio percorso.
5- TUNNEL DELL'ACQUA
6- CASA DI OMAR SHARIF
La cucina
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LagOmar 1970. |
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LagOmar 1970. |
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LagOmar 1970. |
Camera da letto
Bagno
Il soggiorno
CHI ERA JESÚS SOTO?
Jesús del Carmen Soto Morales nacque a Fuerteventura nel 1928, ma si trasferì giovanissimo a Lanzarote, dove fondò un’azienda di illuminazione e trascorse tutta la vita.
All’inizio degli anni Sessanta sviluppò un approccio estetico innovativo, integrando la natura vulcanica e selvaggia dell’isola nell’architettura, con l’obiettivo di favorire uno sviluppo turistico rispettoso dell’ambiente.
Nel 1964 gli fu affidata la progettazione della Cueva de los Verdes, il suo capolavoro artistico: ristrutturò l’interno del tunnel vulcanico, illuminandone strategicamente i due chilometri di estensione e realizzando un Auditorium che ancora oggi è considerato uno degli spazi con la migliore acustica al mondo.
Il successo dell’opera portò il consiglio dell’isola ad assumerlo stabilmente come insegnante d’arte, incarico che mantenne per il resto della vita.
Dal 1968 lavorò in stretta collaborazione con César Manrique: insieme furono protagonisti dello sviluppo artistico e culturale dell’isola.
Nonostante il ruolo fondamentale, il nome di Soto è oggi poco ricordato. Di carattere schivo e riservato, rifiutava l’esposizione mediatica e preferiva lasciare che fosse il suo lavoro a parlare per lui.
Nel 2002 gli fu conferita la cittadinanza onoraria di Lanzarote. Morì ad Arrecife nel 2003.
La stanza del bridge
Bar La Cueva
NOTE:
-L'itinerario descritto è stato effettuato lunedì 3 marzo 2025.
RIFERIMENTI:
Pannelli informativi casa-museo.