mercoledì 12 febbraio 2025

ALEXANDROS DEVETZOGLOU: UN GIOVANE CANTAUTORE GRECO A BOLOGNA


Alexandros Devetzoglou, per gli amici Alex, nasce al Pireo nel 1945, ha vissuto a Bologna negli anni '60 e '70, suonando e cantando nelle osterie, in un primo periodo, insieme a Francesco Guccini.
La sua storia è un frammento prezioso di quella Bologna fatta di musica, incontri e resistenza culturale, una città che oggi non esiste più ma che rivive nei suoi ricordi e nelle sue esperienze.
Raccontarla significa dare voce a un'epoca che ha lasciato un segno profondo.
Ho chiesto ad Alex di poter raccontare la sua storia, e lui ha accettato di condividere con me i suoi ricordi di Bologna e della Grecia.

ritratto di Alex Devetzouglou a Bologna
A Bologna, fine anni '60 - inizio '70
 ©foto Alex Devetzoglou


A Bologna Alex arriva nell'ottobre del 1962 e si iscrive alla facoltà di ingegneria meccanica.
Prosegue negli studi ma, nell'estate del 1966 visita la Grecia per l'ultima volta, poichè il 21 aprile 1967, il colpo di Stato dei colonnelli instaura un regime di dittatura militare, noto anche come la Giunta.

Trascorrono altri dieci anni prima che possa tornare nella sua città natale, il Pireo, nel 1976, nonostante la dittatura sia caduta nel 1974.
Il motivo affonda le radici in ciò che accade in quegli anni.

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Per motivi di studio Alex aveva ottenuto una proroga di sei anni dal servizio militare.
Con l’avvento della Giunta, però, il permesso gli viene revocato e viene richiamato in patria per l'obbligo di leva.
Chi non si fosse presentato entro i termini stabiliti rischiava una punizione con un’estensione della leva da 24 a 48 mesi.
Molti ragazzi greci che studiano all'estero scelgono di non tornare in patria perchè rientrare significa, di fatto, riconoscere e sottostare al regime dei colonnelli.
Tornando, dovrebbero svolgere il servizio militare sotto un governo autoritario, che usa l'esercito anche come strumento di propaganda e repressione.
Inoltre, la dittatura perseguita gli oppositori politici, studenti e intellettuali, e molti temono di essere arrestati o controllati.

Alex decide dunque di restare a Bologna e il consolato greco gli ritira il passaporto, impedendogli così di rinnovare il permesso di soggiorno.

Per lui cambia tutto:
da ragazzo venuto a studiare in Italia, si ritrova a vivere come esiliato.
Ma restare all'estero è una forma di resistenza e rifiuto della dittatura.

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Alla fine del 1967, insieme ad alcuni amici greci, inizia a frequentare le osterie di Bologna per distrarsi da quella situazione e divertirsi.
È in quel periodo che scopre la trattoria Gandolfi, che poi si chiamerà Il Moretto.
Lì stringe amicizie e conosce un giovane Francesco Guccini e Deborah Kooperman, statunitense, appassionata musicista che si trova a studiare a Bologna con una borsa di studio.
Per circa due anni, fino al 1969, suonano al Moretto, un locale sempre più frequentato da giovani italiani e studenti stranieri.
Molti si radunano anche fuori, lungo la strada, con un bicchiere in mano.
Infastiditi dal rumore, i vicini di casa arrivano a chiamare i carabinieri anche 2-3 volte nella stessa notte per far sgomberare la folla, creando un rischio soprattutto per gli stranieri con permessi di soggiorno non in regola.

In seguito si trasferiscono al Club 37 in Strada Maggiore, dove continuano a esibirsi per altri due anni, approfittando di spazi più ampi.

È un periodo fecondo per la creatività e la libertà di pensiero: le canzoni dei tre riescono a raccontare con profondità e semplicità della vita quotidiana, dell’amore e, soprattutto, della Libertà.


Per un paio d'anni si ritrovano il giovedì, e in questo contesto tengono anche due o tre concerti, sempre in un clima amatoriale, a sostegno delle famiglie dei greci deportati sulle isole.


Qui sotto, il disegno realizzato da un giovane ragazzo che, ogni giovedì, frequenta il Club sedendo sempre in prima fila con il suo piccolo registratore.


ritratto di Alex Devetzouglou a Bologna
 ©foto Alex Devetzoglou



Al quinto anno di ingegneria Alex inizia a sentirsi stanco degli studi scientifici.
Si appassiona sempre più alla letteratura, alla filosofia e, in generale, all'arte.
Così, quando nel 1971 viene aperto il primo anno del DAMS, decide di iscriversi e frequenta i primi due anni.

Il 1971 diventa un'altro anno cruciale.

Scrive da tempo canzoni d'amore ispirandosi a Fabrizio de Andrè, Luigi Tenco, Sergio Endrigo, e altri artisti italiani e francesi dell'epoca, ma dal colpo di Stato in Grecia, inizia a comporre anche brani di protesta contro la dittatura.

Nello stesso periodo incontra Stathis Panagulis, fratello di Alexandros.
Insieme vengono invitati a vari raduni organizzati dai giovani del partito Socialista Italiano a Milano, Torino e Genova, dove Stathis racconta al pubblico le torture subite dal fratello, le sue condizioni di prigionia e la situazione politica in Grecia, mentre Alex canta le sue canzoni contro il regime.


L’INCONTRO CON MIKIS THEODORAKIS

Mikis Theodorakis (1925-2021) è stato un compositore, politico e attivista greco, celebre per le sue colonne sonore (Zorba il Greco, Serpico) e per il suo impegno contro la dittatura dei colonnelli (1967-1974).

Arrestato, torturato ed esiliato, divenne un simbolo della resistenza greca, e trovò rifugio in diversi paesi, tra cui l'Italia.


Nel 1971 è appena stato scarcerato e, già noto al pubblico italiano, compie una tournée nel nostro paese durante il suo esilio.


Durante una tappa a Bologna, per un concerto allo Stadio Comunale, ascolta le canzoni per la libertà di Alex.

Colpito, scrive parole di elogio sul suo taccuino.

"Amico Alex, voglio esprimerti le mie calorose congratulazioni per le tue canzoni, sicuro che seguendo la nostra musa popolare, continuerai ad esprimere i sentimenti di lotta per la Libertà e la Democrazia del nostro eroico popolo".


A seguire, alcune foto di quei momenti.


Alex Devetzouglou allo stadio comunale di Bologna con Mikis Teodorakis
 ©foto Alex Devetzoglou



Alex Devetzouglou allo stadio comunale di Bologna con Mikis Teodorakis
 ©foto Alex Devetzoglou




Alex Devetzouglou allo stadio comunale di Bologna con Mikis Teodorakis
 ©foto Alex Devetzoglou



UN DISCO UNICO, IN TUTTI I SENSI


La Casa Editrice Ricordi lo scopre e Alexandros pubblica "Alex", il suo unico album.
La Ricordi gli offre un contratto di cinque anni con un compenso mensile considerevole per quei tempi.

Grazie a questo, diventa economicamente indipendente, dato che il nuovo regime proibisce alla sua famiglia di inviargli il sostegno per gli studi.




 Sceglie di esprimersi direttamente in italiano, una scelta insolita per un cantautore: la lingua materna, infatti, è solitamente il veicolo privilegiato per chi compone musica d’autore, ma lui adotta l’italiano, dimostrando una sensibilità rara verso il paese che lo ospita.

Nonostante l’apprezzamento di Theodorakis e le indubbie qualità artistiche, il disco passa quasi inosservato.


Ecco la tracklist:

Lato A

1. Ora Che Non C’è Più – 3:15

2. Lacrime Amare – 3:42 - (Brano di Elton John e Bernie Taupin, The Greatest Discovery, del 1970, reinterpretato in italiano. Ascolta il brano originale su YouTube).

3. Per I Tuoi Vent’anni – 2:50

4. Clepsan To Mai – 2:11 - (in lingua greca)

5. Tutto È Chiaro – 2:30

6. Il Mio Lamento – 3:30 - (solo bouzouki)


Lato B

1. Vorrei – 3:05

2. All’Amore Che Viene – 3:13

3. Io La Chiamai Libertà – 3:55

4. Quando Risplenderà Il Tuo Sole – 2:15

5. A’ Cristin – 3:50

6. E Tu Mi Manchi – 2:24





Il disco si distingue per la poesia e per le atmosfere che mescolano malinconia greca e melodie italiane.

"Io la chiamai libertà" e "Quando risplenderà il tuo sole" trasmettono forti messaggi contro la guerra, parlando di speranza, lotta per la libertà e il desiderio di un mondo migliore, lontano dalle violenze e dalle ingiustizie. 


L’album è diretto da Natale Massara, e include arrangiamenti in cui Alex suona anche il bouzouki.


Sul retro di copertina le parole di Theodorakis.






LA CANZONE "21 D'APRILE"

Uno dei brani più significativi di Alex è una canzone antifascista scritta nel 1971, ispirata dal colpo di Stato dei colonnelli in Grecia del 21 aprile 1967, e non contenuta nell'album "Alex".

La canzone, registrata originariamente in greco e poi in greco e italiano, riflette il trauma vissuto dagli studenti greci esiliati, tra cui Alex stesso.

È un invito a riflettere, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla situazione in Grecia, ma la casa discografica sceglie di escluderla dal disco.


21 D'APRILE

Vent’un d’Aprile il mattino ci svegliò
Con spari di un cannone
Con gridi ci offendevano
I falchi al Partenone

Il fumo si alza e verso il cielo lento va
Come la peste l’odio cresce forte
Piromani senza pietà
Ci accendono la morte

Ferita al cuore cara nostra libertà
Ora la barca resta senza prua
Ti spezza un fulmine a metà
Qui proprio in casa tua

E’ come il fango quando avvolge la città
Questo silenzio che nasconde rabbia
Bestie feroci in libertà
E le parole in gabbia

Vendono il male a chi lo ha comprato già
Questi fantasmi della nostra vita
Sotto una triste oscurità
Si allarga la ferita

Fiumi di corpi ora si versano nel mar
Il prezzo è caro per stare sempre in storia
Morir nel buio e nel dolor
Viver nella memoria



Analizzando il testo di 21 d'Aprile e il riferimento ai piromani del Partenone, ho trovato una forte similitudine con i piromani moderni, responsabili degli incendi che hanno devastato la Grecia negli ultimi decenni: anche loro, spinti dall'ingordigia e dalla crudeltà, si sono rivelati assassini.


In seguito inizia quello che lui chiama il periodo di piombo, segnato da minacce provenienti da ambienti fascisti, sia locali che greci.
Alla fine del '71 lo avvertono che, se non cambia atteggiamento, riguardo le sue attività in pubblico, verrà rispedito con la forza in Grecia, dove alle frontiere pende su di lui un mandato di cattura, come fosse un criminale.

Questo è il motivo per cui non segue Francesco Guccini all'Osteria delle Dame.
Durante l'inaugurazione del locale, infatti, scoppia un forte litigio tra i presenti, che rovina la serata.
Quella è l'ultima volta in cui canta in pubblico.

Da allora deve agire con prudenza, muovendosi con cautela e frequentando solo piccoli gruppi in luoghi tranquilli.



IL RITORNO IN GRECIA DA LIBERO CITTADINO

Il regime militare dei colonnelli crolla a seguito della crisi politica interna e dell'invasione turca di Cipro, che mise in difficoltà la Giunta.

Il 24 luglio 1974, l'ex primo ministro Kostantinos Karamanlis fu richiamato dall'esilio in Francia per guidare il ritorno alla democrazia.


Nonostante la caduta della dittatura, Alex deve attendere fino al 1976 per rientrare in Grecia.

Nel 1974, con la caduta della dittatura, si forma un governo di coalizione per preparare le elezioni.

In Europa c’erano più di 3.000 greci che, per motivi politici, legali o perché privi di passaporto, non erano tornati in patria durante la Giunta.

Nel 1975, aiuta un'amica iscritta al Politecnico di Milano con alcuni disegni; il suo interesse si sposta gradualmente verso l'architettura e, con il tempo, decide di iscriversi alla facoltà.
Sarà una disciplina che lo assorbirà completamente.

Sempre nel 1975, il governo greco emana una legge, entrata in vigore all’inizio del 1976, che concedeva un condono ai cittadini greci all’estero che avevano avuto problemi con la giunta militare.
Chi poteva documentare le persecuzioni subite era esentato dalle sanzioni e, nel caso della leva, avrebbe dovuto prestare solo sei mesi di servizio anziché 24 o 48.
Alex e altri esiliati si recano spesso al Consolato Greco di Venezia per richiedere il certificato necessario, che attesta la revoca del passaporto e lo stato di apolide, ma si sentono rispondere che non c'è l'autorizzazione a rilasciare tale documento.
Per comprendere l'origine dell'ordine, è necessario tornare in Grecia e verificare se sia stato trasmesso anche ai posti di frontiera.

Durante questa ricerca, riceve l'aiuto di Alexandros Panagulis, deputato del Partito di Centro Democratico.

ALEXANDROS PANAGULIS

Panagulis (1939-1976) è considerato un eroe nazionale nella Grecia moderna.
In prigione subisce spietate torture dopo il tentato omicidio del capo della Giunta e della sua scorta, avendo piazzato della dinamite nell'unico tratto di strada che percorre ogni mattina.

È un rivoluzionario impegnato nella resistenza contro la dittatura dei colonnelli.

Divenne noto in Italia e nel mondo grazie al libro Un Uomo di Oriana Fallaci, sua compagna dal 1973 al 1976.
Dopo la caduta del regime, da politico, contribuì al rientro in patria di migliaia di esuli politici, garantendo loro documenti e libertà di ritorno.

Fra questi c'è anche Alex e, nel giugno del 1976, dopo dieci anni di lontananza riesce finalmente a rientrare in Grecia e riabbracciare la sua famiglia, colmando un'assenza che era sembrata interminabile.
Usufruendo della nuova legge, si presenta per svolgere il servizio militare ridotto a sei mesi.

Nella primavera del 1977, torna in Italia.

Avendo frequentato i primi due anni di Architettura a Milano, nel luglio del 1977, si iscrive al terzo anno.

In quel periodo, gli esami si svolgono in gruppi di progetto, e lui, avendo la possibilità di lavorare a distanza, decide di trasferirsi a Udine, dove, dopo i terremoti del 1976, c’era molta richiesta di lavoro e un architetto molto noto in città gli aveva chiesto di lavorare nel suo studio.
Qui sviluppa una nuova prospettiva sull'arte creativa.

 Si reca a Milano ogni due settimane, dal venerdì sera alla domenica, per coordinarsi con il gruppo.
Durante gli ultimi tre anni di corso si occupa principalmente dei disegni per i progetti universitari.


IL RITORNO DEFINITIVO

Nel luglio del 1980 si laurea e ritorna definitivamente in Grecia.

Pur trasferendosi a Udine, Bologna resta per lui come una madre adottiva: ricca, generosa, ospitale e protettiva.

È la città che segna la sua formazione culturale, la sua maturità e il suo sviluppo creativo, mentre per quel che riguarda l'architettura, ciò che lo arricchisce maggiormente è il lavoro nello studio di Udine.
Fu questa una vera fortuna.

Ricco di tutte queste esperienze per la prima volta si sente con "tutte le carte in regola" per tornare in patria e iniziare una nuova avventura di vita.

Già nel 1976, al suo primo ritorno dopo dieci anni di lontananza, capisce che, non solo lui è cambiato, arricchito da esperienze e maturità: anche la sua terra non è più la stessa.

Trova una Grecia profondamente trasformata, sia dal punto di vista sociale che da quello urbano.


Gli speculatori edilizi, con la complicità di autorità precarie, avevano stravolto l’assetto delle città: il disordine architettonico e la mancanza di criteri estetici avevano preso il sopravvento, con l’unico scopo di formare una classe media consumatrice e priva di riferimenti culturali solidi.


In questo contesto cerca di ricostruire la propria vita e di trovare il suo posto, evitando di lasciarsi coinvolgere nella frenetica speculazione edilizia.


La maggior parte delle costruzioni era nelle mani di ingegneri, che realizzavano edifici uniformi, mentre gli architetti si rivolgevano soprattutto ai nuovi ricchi per progettare ville nei quartieri alti.

Per alcuni anni si dedica a lavori di recupero e piccoli incarichi per garantirsi la sopravvivenza economica. Molti dei suoi progetti rimangono sulla carta e non vengono retribuiti, un’esperienza frustrante per chi, come lui, aveva lavorato per tanti anni in uno dei più importanti studi di architettura d’Italia.




IL PROGETTO DEL 1988: L'INIZIO DI UN FUTURO PROFESSIONALE STABILE

Nel 1988 un artista benestante, seguace di filosofie buddiste, gli commissiona il progetto di una villa innovativa, caratterizzata da forme sferiche all’esterno e passaggi curvilinei all’interno.


A seguire, le foto originali del progetto.








Dopo averlo approvato, gli chiede anche di realizzarlo personalmente.







Questa villa si trova sul Monte Pentelikon, in Attica, lo stesso luogo da cui gli antichi greci estraevano i marmi per il Partenone.


Alex realizza questo progetto fino al 90% del completamento, prima che problemi di salute nella famiglia del proprietario ne interrompano i lavori.

Restano incompleti alcuni dettagli, come le cupole esterne, le vetrate a cascata, il giardino e la piscina.


 Nonostante ciò, il progetto attira nuove commissioni e segna l'inizio di una nuova fase professionale.






Se fino ai 44 anni la sua vita era stata un pò incerta, caratterizzata da diverse convivenze, decide di mettere ordine nella sua vita, oltre che nella professione: sente di aver raggiunto una stabilità.

A 48 anni è pronto per costruire una famiglia, che diventa la sua priorità.


Alex arriva al matrimonio con la persona adatta e insieme hanno due figlie.

Sua moglie è chimica ambientale e impiegata presso lo Stato, rientra a casa nel tardo pomeriggio, mentre lui, dopo il cantiere, si occupa delle bambine, prelevandole da scuola ogni giorno alle 14:00 e trascorrendo con loro il resto del pomeriggio, fino al ritorno della madre.

Il suo studio si trova nella propria abitazione e non si avvale mai di una segretaria.

Con un progetto e una costruzione alla volta, non ha mai realizzato più di 15 case in 25 anni di carriera, mantenendo un ritmo di circa una ogni due anni.


Oggi Danae, la figlia maggiore, ha 28 anni ed è architetto. Dopo essersi diplomata ad Atene, ha lavorato per due anni a Parigi nello studio dell' architetto giapponese Kengo Kuma e attualmente esercita come libera professionista ad Atene.


Ariane, la più giovane, ha 24 anni ed è laureata in storia e archeologia all’Università di Atene. Negli ultimi due anni ha fatto esperienza nella Pinacoteca e nella Biblioteca Nazionale di Atene e, infine, svolge quattro mesi di pratica al Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos ad Atene.

Ora sta valutando un master e ha presentato domanda sia all’Università di Parigi che a quella di Bologna, quest'ultima un’eventualità che il padre spera possa concretizzarsi!


Nel luglio scorso Alex ha compiuto 80 anni e, come ama dire lui stesso: "Grazie a Zeus, sono ancora integro!". Da dieci anni è in pensione e vive al Pireo.

Dal 1980 non scrive più canzoni, fatta eccezione per qualche "anatema" contro le ingiustizie del mondo contemporaneo.


ritratto di Alex Devetzouglou in Grecia
 ©foto Alex Devetzoglou


Fino a dieci anni fa, la famiglia ha trascorso ogni vacanza in roulotte.

Diffidando delle banche, sceglie di investire i suoi risparmi in terreni panoramici sulle isole greche, prevedendo il declino economico e le difficoltà causate dalle politiche antisociali europee.


 Quindi trascorre i tre mesi estivi nelle isole di Lefkada e Corfù, affacciate sull’Adriatico e, non a caso, proprio di fronte all’Italia.


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La seconda parte della sua vita in patria, quella descritta in queste ultime righe, sicuramente più serena, è quella dell'Alex "scomparso", di cui Guccini parla, nel senso che non aveva più avute notizie di lui.

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IL CERCHIO SI CHIUDE: IL 21 D'APRILE CHE HA UNITO DI NUOVO LE STRADE

Nessuno ha più saputo nulla di Alex dopo che è partito per la Grecia, nemmeno Guccini, il quale nel 2023, nell'album Canzoni da Osteria, ha inserito il brano di Alex, intitolandolo 21 Aprile, mantenendo una strofa in greco per preservare l'autenticità del pezzo.

 Ha sperato che, reinterpretando la sua canzone, potesse in qualche modo avere notizie di lui.


E così è stato.


In qualche modo Alex è stato rintracciato e invitato all'Università degli Studi di Milano, per la presentazione del disco, il 10 novembre 2023, nell'Aula Magna.

 Per rendere l'esperienza ancora più speciale, ha voluto che fossero presenti anche le sue due figlie.

Qui nella foto in basso a sinistra.

L'incontro è disponibile per l'ascolto in una → registrazione di 1h 30' su YouTube.

Alex Devetzouglou alla presentazione del disco di Guccini università di milano
Presentazione del disco "Canzoni da osteria". A sinistra, Alex.


Durante quei giorni ci sono stati anche momenti di festa: le foto che seguono sono tratte dal → video ufficiale di "Bella Ciao", dove sono contenute immagini della presentazione del disco a Milano e della grande festa all'osteria.

Alex descrive la festa come un'esperienza unica e indimenticabile per tutti!

In Bella Ciao cantata da Guccini ci sono frasi in greco e farsi.

In questa interpretazione mescola diverse lingue per evocare un senso di universalità e di lotta contro l'oppressione, rifacendosi alla tradizione di resistenza che la canzone rappresenta.

Alex Devetzouglou e Francesco Guccini alla festa dell'osteria da Vito a Bologna


Alex Devetzouglou e Francesco Guccini alla festa dell'osteria da Vito a Bologna
A sinistra, alle spalle di Guccini, Alex.

 


Alex Devetzouglou e Francesco Guccini alla festa dell'osteria da Vito a Bologna



Alex Devetzouglou e Francesco Guccini alla festa dell'osteria da Vito a Bologna
Alex alla chitarra.



Le canzoni scritte in un periodo di grande fermento e significato, hanno reso Alex una figura centrale, oggi però quasi sconosciuta, nella generazione del cosiddetto '68 bolognese, perchè a Bologna, come in altre città italiane, i movimenti studenteschi e operai si erano schierati contro ogni forma di oppressione politica, si solidarizzavano anche con le lotte di altri popoli oppressi, tra cui quelli della Grecia, come parte di una visione internazionale di lotta contro il potere autoritario.

L’Università di Bologna, cuore pulsante delle contestazioni, divenne luogo di dibattito su questi temi.


L'omaggio di Guccini dimostra quanto il ricordo di Alex e delle sue canzoni sia ancora vivo, utile a riscoprire anche quel piccolo gioiello dimenticato, l'album "Alex", un disco che merita di essere ascoltato, non solo per la sua unicità linguistica, ma anche per la profondità con cui racconta l’essere umano, la libertà e il dolore di un’epoca segnata da lotte e speranze.


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OSTERIA GANDOLFI (OGGI IL MORETTO)


TRATTORIA DA VITO


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Note:


-ringrazio Alex per la sua disponibilità nel riferire e condividere i suoi preziosi racconti.


-i brani non pubblicati su disco, sono ora raccolti nel suo blog → Geopolitisalex, come:

-"Figlia del Sole" - 1972

-"Torni a casa" - 1973

-"Terra, Fuoco, Pioggia, Vento" - 1973


Altri, registrati con piccoli registratori a cassette Philips, si trovano su Youtube, come:

-"Hanno rubato Maggio" - 1967