(torna al Parco di San Michele in Bosco)
Il complesso sorge sui primi colli bolognesi e domina la città.
Per salire al panoramico piazzale si sale dalla via San Mamolo e a sinistra in via Codivilla, dove esiste un ampio parcheggio a lisca di pesce.
Poi a piedi dalla strada che porta al Rizzoli (via Pupilli) dove si accede alla parte monumentale dell'ex convento.
Oppure dal Parco di San Michele in Bosco, dove si arriva al Santuario.
Dal piazzale antistante la chiesa si gode uno dei più bei panorami sull'abitato e sulla pianura di Bologna.
Nel corso dei secoli il belvedere è stato illustrato da dipinti e disegni e descritto da visitatori celebri come Stendhal che disse: "Una delle viste più estese dell'universo".
Nel 2010 il restauro del sottostante parco, riportato alle forme tardo-ottocentesche, ha liberato il belvedere ostacolato dalle chiome degli alberi, permettendo nuovamente la vista sulla città.
I fondatori di questo pregevole complesso monumentale furono i monaci di monte Oliveto, dell'Ordine Benedettino, qui stabilitisi nel 1364 sull'area di un cenobio testimoniato fin dall'inizio del XII secolo.
Nel 1455 vi edificarono la chiesa, poi ricostruita nel 1523.
Nel 1883, prima dell'invenzione dell'automobile, raggiungere San Michele in Bosco era facilitato da una tramvia a vapore che collegava la città con la chiesa. Il tratto urbano veniva percorso in 15 minuti e il biglietto aveva un costo di 15 centesimi.
Successivamente la tramvia a vapore arriverà per tappe a Casalecchio e a Vignola.
Tramvia a vapore, 1883 - ©mondotram.freeforumzone.com |
Nel 1888 fu realizzata una funicolare a cremagliera a doppio binario, che portava in soli 2 minuti 30 persone alla volta, dal viale sottostante (oggi via Codivilla) fino al piazzale della chiesa.
Fu creata in occasione dell'Expo Bologna di quell'anno, Esposizione Emiliana per l'Agricoltura e l'Industria, la Musica e le Belle Arti, realizzata a spese dell'ingegner Ferretti, in cambio dell'esclusiva di un ristorante posto nel piazzale di San Michele in Bosco, oltre ad una campagna pubblicitaria a spese del comune.
La funicolare del 1888 - ©amarevignola.it |
Il Complesso è molto vasto, ricco di storia e avvenimenti che ne hanno cambiato l'utilizzo nel tempo.
Da sinistra si distinguono:
- la CHIESA.
- l'EX CONVENTO e i suoi 3 chiostri, oggi occupati dall'Istituto Rizzoli.
- la nuova PALAZZINA RIZZOLI, collegata a margine.
San Michele in Bosco - ©eors2016.org |
La quantità degli artisti che vi operò è sbalorditiva: praticamente tutta la scuola bolognese di pittura, scultura e architettura.
LA VISITA AL COMPLESSO:
1- LA CHIESA DI SAN MICHELE IN BOSCO
2- CHIOSTRO OTTAGONALE
3- SALA VASARI
4- MANICA LUNGA
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1- LA CHIESA DI SAN MICHELE IN BOSCO
Iniziamo ad ammirare l'elegante facciata rinascimentale, con un portale in pietra d'Istria disegnato da Baldassarre Peruzzi.
L'entrata, sotto il porticato laterale, è attraverso un portone dal notevole ornato di Andrea Formigine (1525).
Ornato di Andrea da Formigine.
INTERNO
L'interno è a una navata.
L'area è suddivisa con una parte inferiore per i fedeli e il presbiterio un tempo riservato ai monaci, nettamente sopraelevato.
Preziosa la decorazione ad affresco del 1600 che riveste completamente le pareti, di vari autori.
I quattro medaglioni ad affresco, come "Putti ai fianchi di un medaglione con un papa che implora l'immagine del bambino contro la peste", sono di Carlo Cignani, considerato il più grande pittore bolognese.
Nel presbiterio rialzato la cupola emisferica e l'abside semicircolare, dove spicca
"La glorificazione della vergine", di Domenico Maria Canuti (1681).
Nella navata quattro Cappelle laterali.
La Cappella di San Carlo Borromeo, dipinta nel 1615 da Alessandro Tiarini, con episodi della vita del santo.
Qui è sepolto Vittorio Putti (1880-1940) che, insieme a Codivilla e Rizzoli, fu artefice dello sviluppo dell'ospedale ortopedico.
Assai più grande delle altre, la Cappella di Santa Francesca Romana, eretta nel 1532 a spese della famiglia Cospi.
Sull'altare della Cappella, il bel dipinto di Alessandro Tiarini "Santa Francesca Romana che tiene il libro fra le mani", 1614.
Accanto ad essa l'angelo custode e alla sua destra un cesto di pane che fa riferimento alla carestia del 1402, quando la santa riuscì a moltiplicare il grano.
Qui sono sepolti Francesco Rizzoli e Alessandro Codivilla.
Le finestre sono ornate da spettacolari vetri colorati con il motto dei monaci benedettini olivetani "Ora et Labora", che sintetizza lo spirito del lavoro e della preghiera.
SAGRESTIA
Vi si accede dalla sinistra del presbiterio ed è di per sè una chiesa autonoma, disposta parallelamente alla navata della chiesa.
E' formata da un'ampia aula rettangolare con un'impianto decorativo dove prevale il lavoro di Girolamo da Carpi.
Suo è l'affresco che rappresenta la "Trasfigurazione di Cristo", 1526, di ispirazione raffaellesca (copia in parte della famosissima di Raffaello).
"Trasfigurazione di Cristo", 1513, Raffaello.
La Pala d'Altare è conservata alla → Pinacoteca dei Musei Vaticani.
"Trasfigurazione di Cristo", Girolamo da Carpi, particolare.
Di Girolamo da Carpi anche le figure dei santi alle pareti.
La chiesa è aperta al pubblico tutti i giorni, dalle 9 alle 12 e dalla 16 alle 19.
Bellissimo articolo, complimenti! :)
RispondiEliminaGrazie mille.
EliminaComplimenti per l'ottimo articolo
RispondiEliminaGrazie!
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