EX CONVENTO, oggi ISTITUTO RIZZOLI
LA STORIA
In seguito alla soppressione napoleonica del 1797 il convento venne utilizzato prima come caserma, poi come carcere e poi come residenza del legato pontificio e del re d'Italia.
Nel 1888, come già visto, fu la sede dell'Expo Emiliana ed infine acquistato dal chirurgo Francesco Rizzoli per 55.000 lire, e donato alla Provincia di Bologna. L'ospedale fu inaugurato nel 1896.
I monaci olivetani tornarono ad officiare nella loro chiesa nel 1933.
Il nuovo edificio a lato del complesso: la Palazzina Rizzoli.
Dal 2007 la Fondazione Cassa di Risparmio ha assunto la gestione delle parti monumentali: la chiesa, il chiostro ottagonale, la Sala Vasari.
Questi luoghi visitabili entrano così a far parte del percorso Genus Bononiae Musei nella Città.
Entro nella parte monumentale dell'ex Convento.
IL CHIOSTRO DI MEZZO
Costruito nel 1587, è semplice ed essenziale.I vialetti si incrociano ortogonalmente in quattro aiuole richiamando il simbolo della croce.
Al centro si trova il pozzo, "fons salutis", ossia sorgente di salvezza.
Oltrepassato il chiostro di mezzo, un lungo corridoio ci porterà al Chiostro Ottagonale.
Nel corridoio, significative e belle foto testimoniano il passato dell'Istituto, agli albori dello sviluppo della disciplina ortopedica in Italia.
L'officina ortopedica è stata capace di progettare e realizzare dispositivi ortopedici per l'attività medica.
Molto attiva nel primo dopoguerra per i mutilati di guerra ed in seguito per le prime protesi da lavoro.
©Officine Rizzoli - ©Monica Galeotti photo |
La sala da ginnastica era in un vasto locale, attrezzata con 34 macchine per la ginnastica meccanica secondo Zander, alcune di esse azionate da un motore elettrico per i movimenti passivi.
Oggi il locale è stato frazionato in piccoli settori per la fisioterapia.
©Officine Rizzoli - ©Monica Galeotti photo |
La fotografia documenta una ragazza affetta da scoliosi. Il fotografo, oltre a documentare, ha ricercato anche un effetto estetico.
La deviazione della colonna è messa in risalto da segni di matita.
Questa ragazza, quindicenne, affetta da torcicollo congenito fu operata nel 1905 con una tenotomia a cielo aperto dello sterno-cleido-mastoideo nei suoi due capi, procedendo attraverso un'incisione delle parti molli di 6 cm lungo la clavicola.
©Officine Rizzoli - ©Monica Galeotti photo |
Gli fu quindi applicato per 10 giorni un gesso contenitivo, seguito da fasciatura imbottita. Dopo circa un mese fu dimessa con la raccomandazione di tornare periodicamente per eseguire cure chinesiterapiche con le macchine, massaggi al collo e trazioni manuali. Doveva tenere costantemente un peso nella mano sinistra per migliorare la posizione della spalla.
©Officine Rizzoli - ©Monica Galeotti photo |
Un dono in pollame dei cittadini di Castenaso ai malati poveri dell'Istituto, nell'anno 1945.
©Officine Rizzoli - ©Monica Galeotti photo |
Apparato a pendolo per la cura della scoliosi cervicale, 1912.
©Officine Rizzoli - ©Monica Galeotti photo |
Questa macchina chinesiterapica, ideata da Alessandro Codivilla nel 1906, fu realizzata da Augusto Lollini nelle officine Rizzoli.
©Officine Rizzoli - ©Monica Galeotti photo |
2- CHIOSTRO OTTAGONALE (o dei CARRACCI)
La storia dell'Istituto Rizzoli è miscelata a quella del convento; attraversato l'interessante corridoio fotografico infatti, entro nelChiostro Ottagonale,
detto dei Carracci, unico per la sua insolita architettura, dove Ludovico Carracci e i suoi allievi Alessandro Tiarini e Lionello Spada dipinsero, in 37 scompartimenti, la storia di San Benedetto e dei santi Cecilia e Valeriano.
Di questa opera grandiosa non restano che pochi avanzi, esposti a totale, inevitabile rovina.
Ma fu anche il genere di pittura scelto dagli artisti la causa della rapida rovina.
3- SALA VASARI
Del convento la parte più conservata è la Sala Vasari, un tempo refettorio degli olivetani, interamente dipinta nel 1539 da Giorgio Vasari e i suoi scolari Cristofaro Gherardi e Stefano Veltroni.
Dipinsero intorno alla sala le vedute dei conventi dell'ordine.
4- MANICA LUNGA
Il corridoio dall'effetto cannocchiale.
Al secondo piano la lunghissima galleria di 162 metri chiamata "Manica Lunga", corridoio monastico su cui si affacciavano le celle dei monaci, oggi ambulatori del Rizzoli.Sul pavimento sono segnate le misure di lunghezza di alcuni edifici di Bologna.
Della bottega di Innocenzo da Imola il bellissimo orologio dipinto "Vergine col bambino e San Michele che scaccia il demonio".
L'orologio scandiva la vita dei monaci.
"Crocefissione", affresco attribuito a Bagnacavallo.
Notevole, per quanto assai danneggiato, è il grande frammento d'affresco di Onofrio da Fabriano, rappresentante la vestizione di San Benedetto, 1463.
Trasportato nel corridoio monumentale, un tempo si trovava nel chiostro ottagonale.
Il lungo corridoio è detto "IL CANNOCCHIALE DI BOLOGNA" o anche "ASTUCCIO DEGLI ASINELLI", perchè in grado di contenere la celebre torre.
Si tratta di un effetto ottico per cui nel punto più lontano dalla finestra la cima della Torre Asinelli appare grande, mentre rimpicciolisce mano a mano che ci si avvicina alla finestra.
©Michele Nucci, Corriere di Bologna. |
La meraviglia architettonica sta nel fatto che l'intero complesso è stato orientato con l'obbiettivo di mirare la torre Asinelli, già allora simbolo cittadino.
Quindi perfettamente orientato nord-sud, ma con l'asse leggermente inclinata verso est per puntare la torre.
San Michele in Bosco e la Torre degli Asinelli, uno sulla collina, l'altra nel cuore della città, 1400 metri di distanza in linea d'aria.
Sembrerà di poter toccare la torre con un dito.
Ciao Monica, mi sono affacciata piacevolmente al tuo ben documentato blog e ho assecondato la mia curiosità sul Complesso di San Michele in Bosco. Grazie :) Michela
RispondiEliminaSono felice che tu abbia trovato interessante il mio blog. Grazie mille per aver dedicato del tempo alla lettura! Monica
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