L'Orto Botanico si trova in via Irnerio nel cuore della zona universitaria. L'entrata è gratuita ed è aperto tutti i giorni.
E' gestito, insieme all'erbario, dall'Università di Bologna, e occupa una superficie di circa 2 ettari.
LA STORIA
Fondato nel 1568 da Ulisse Aldrovandi, è uno dei più antichi d'Europa, anche se la sede attuale è dei primi anni del secolo scorso.Inizialmente infatti l'orto si trovava a Palazzo d'Accursio, in un cortile che corrisponde approssimativamente alla Sala Borsa, ed era costituito da una serie di aiuole per mostrare agli studenti di medicina "i semplici", cioè le piante da cui si preparavano i medicamenti dell'epoca.
In seguito, nel 1587, fu ingrandito e ospitato anche in un edificio a Porta Santo Stefano, nell'attuale via San Giuliano (che diventerà abitazione invernale del prefetto della Gabella, l'antica dogana di Bologna, e oggi rimane casa privata).
Solo nel 1803 il giardino viene spostato definitivamente dove si trova oggi quando, a seguito delle riforme napoleoniche, l'Università acquistò un'ampia area agricola fra Porta Mascarella e San Donato, comprendente anche la Palazzina della Viola.
Vengono quindi riunite le collezioni di Palazzo d'Accursio e di Porta Santo Stefano.
Nei primi anni del 900 subisce un periodo di trascuratezza e viene coperto da un fitto bosco naturale.
Verrà gradualmente ristrutturato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il giardino si divide in due zone all'aperto, divise dalla palazzina del Museo Botanico che accoglie
l'ERBARIO.
L'erbario conserva una ricca collezione di piante pressate, essiccate e successivamente montate su fogli di carta, raccolte a partire dal XVI secolo con un patrimonio stimato in circa 110.000 esemplari.
L'entrata è riservata ai visitatori per motivi di studio scientifico previo appuntamento.
La Palazzina dell'Erbario, di E. Collamarini, 1916.
Davanti alla Palazzina dell'Erbario incontriamo:
- un giardino ornamentale, prospicente via Irnerio, con alberi imponenti come il ginko biloba, la sequoia e la magnolia grandiflora, e una fontana.
Dietro la Palazzina:
- un giardino con la ricostruzione di una foresta di latifoglie, un giardino roccioso e uno stagno.
Qui sono collocate le Serre e l'Orto dei Semplici.
Le serre, contengono piante grasse, piante carnivore e tropicali, fra le quali molte specie rare e minacciate di estinzione.
La pianta carnivora Sarracenia possiede un imbuto in grado di intrappolare insetti, ed enzimi per digerire le prede. Gli insetti sono attratti sia da una secrezione nettarina sia da una combinazione di colori e profumi.
LA COLLEZIONE DELLE SUCCULENTE
E' la più importante dell'Orto Botanico e una delle più complete d'Italia.
La serra è intitolata al Prof. Giuseppe Lodi, che iniziò la collezione nel 1922 e per decenni contribuì ad ampliarla.
Il primo esemplare è stato un Echinocactus grusonii: quando Lodi lo acquistò in Liguria era minuscolo, un centimetro e mezzo, oggi il suo globo spinoso ha un diametro di oltre mezzo metro.
La pianta è nota come cuscino della suocera, appartiene alla famiglia dei cactus e deriva dal greco echinos, porcospino, per via delle numerosissime spine che ricoprono il fusto.
Proviene dal Messico.
L'esposizione della serra comprende due grandi aiuole, suddivise secondo un criterio geografico:
in quella quadrata le specie di origine americana, in quella rettangolare le provenienti dal continente africano, dal Madagascar e dalle Canarie.
Le Cactacee globose o allungate (i celebri cactus), ad esempio, costituiscono una famiglia originaria delle Americhe.
Le succulente, note a tutti come "piante grasse", hanno la capacità di immagazzinare acqua per sopravvivere a lunghi periodi di siccità.
Ma per rispondere al medesimo problema hanno evoluto caratteristiche anatomiche molto diverse fra loro: fusti carnosi, foglie carnose o spine, superfici pelose o radici molto sviluppate.
E' proprio questa varietà che colpisce estimatori e appassionati e questa serra è stata inaugurata nel 1988 in occasione del IX Centenario della fondazione dell'Università di Bologna, pensata per l'esposizione al pubblico.
Fra le tante, la pianta grassa Gymnocalycium, della famiglia dei Cactus, originaria del Sudamerica.
L'ORTO DEI SEMPLICI
È il giardino con le erbe medicinali, da cui tutto partì a Palazzo d'Accursio.
IL PICCOLO STAGNO
Circondato da piante che amano l'acqua, alcune hanno radici e fusti sommersi.
Gli ambienti palustri, un tempo diffusi nella Pianura Padana, ora sono ridotti in numero e dimensioni.
Ciò ha determinato la totale scomparsa o la rarità di molte specie un tempo comuni. Così alcune di esse sono diventate specie protette per legge.
IL GIARDINO ROCCIOSO
Le piante del giardino roccioso sono a crescita lenta, perenni, non necessariamente di origine alpina o montana, accumunate selettivamente da un ambiente scarso di acqua.Il lavoro dell'orto botanico è rivolto principalmente all'attività didattica dell'Università, con funzione di aula all'aperto, ma anche alle scuole di ogni ordine e grado.
L'Orto svolge attività di ricerca in campo botanico e di tutela e propagazione di specie rare.
Un esempio recente di progetto universitario è stato quello per la conservazione del Dittamo e dei suoi impollinatori.
La sua storia è bellissima ed è la protagonista della prossima pubblicazione ↝ Il Dittamo
Elenco delle fonti consultate/utilizzate per la ricerca.
Bibliografia:
Bibliografia:
-C. Ricci e G. Zucchini, Guida di Bologna, edizioni Alfa Bologna, 1976.
-Emilia Romagna, Touring editore, 2010.
-Informazioni situate all'interno del parco.
-pieghevole "Orto Botanico", a cura del Centro Villa Ghigi, serie Parchi e giardini bolognesi n. 13, allegato a "La Repubblica", maggio 1992.
-"I luoghi del conoscere - i laboratori storici e i musei dell'università di Bologna", a cura della Banca del Monte di Bologna e Ravenna in occasione del IX Centenario, 1988.
-Informazioni situate all'interno del parco.
-pieghevole "Orto Botanico", a cura del Centro Villa Ghigi, serie Parchi e giardini bolognesi n. 13, allegato a "La Repubblica", maggio 1992.
-"I luoghi del conoscere - i laboratori storici e i musei dell'università di Bologna", a cura della Banca del Monte di Bologna e Ravenna in occasione del IX Centenario, 1988.
Sitografia:
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