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Fino a qualche anno fa l'area era una delle più degradate di Palermo, ma una recente riqualificazione ha restaurato diversi palazzi fatiscenti. Hanno aperto diversi locali, come piccoli bar e ristoranti. Dal punto di vista culturale è il quartiere della meravigliosa Fontana Pretoria e di due famose chiese arabo-normanne. Ma è anche terra di nascita del più grande scultore siciliano: Giacomo Serpotta.
Il percorso:
1- PIAZZA PRETORIA
2- LA MARTORANA
3- SAN CATALDO
4- CHIESA DI SAN FRANCESCO
5- ORATORIO DI SAN LORENZO
6- GIARDINO GARIBALDI
7- FORO ITALICO
1- PIAZZA PRETORIA
Questa piazza è dominata dalla superba FONTANA PRETORIA in marmo di Carrara, uno dei simboli di Palermo.
Fu progettata dallo scultore fiorentino Francesco Camilliani nel 1554 per la villa toscana di don Pedro di Toledo.
Morto però il committente, la fontana non venne mai impiantata nel giardino cui era destinata.
Il figlio di don Pedro preferì venderla al Senato palermitano nel 1573, che la acquistò con una spesa considerata proibitiva all'epoca.
Fu collocata di fronte a Palazzo Pretorio, con il fine di superare in bellezza la Fontana di Orione a Messina.
Le vasche sono disposte su diversi livelli e affollate di ninfe senza veli, tritoni e divinità fluviali.
Più che per i suoi nudi la fontana scandalizzò i palermitani per l'ingente somma pagata per acquistarla, in un'epoca di miseria, epidemie e carestie, tanto da essere ribattezzata "Fontana della Vergogna".
Nel 1737 fu recintata con una cancellata.
Oggi la fontana è uno dei monumenti più spettacolari della città.
La monumentalità e l'originalità della fontana fanno passare in secondo piano gli altri elementi della piazza, che meritano di essere ricordati.
Nella foto:
a destra Palazzo Pretorio, o Senatorio, sede del Comune, da cui prendono il nome piazza e fontana,
Nella foto:
a destra Palazzo Pretorio, o Senatorio, sede del Comune, da cui prendono il nome piazza e fontana,
sulla sinistra due palazzi baronali, Palazzo Bonocore e Palazzo Bardonaro,
a fronte la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.
Ed è il lato di questa chiesa che porta, attraverso un passaggio, in Piazza Bellini.
PIAZZA BELLINI
In piazza Bellini troviamo la facciata principale della Chiesa di Santa Caterina.
Sul lato orientale il mirabile Teatro Bellini.
Infine due bellissime chiese: la Martorana e San Cataldo, entrambe protette dall'UNESCO, inserite nel sito seriale della Palermo araba-normanna.
Sul lato orientale il mirabile Teatro Bellini.
2- LA MARTORANA
Questa splendida chiesa del 1140 circa, fu commissionata dall'ammiraglio siriaco di fede ortodossa Giorgio di Antiochia, della flotta di Ruggero II.Per questo si chiama anche Santa Maria dell'Ammiraglio.
Sarebbe bene dedicare un pò di tempo a questi interni, tanto sono ricchi.
Fu progettata come una moschea. L'impianto di epoca normanna è caratterizzato da una pianta a croce greca iscritta in un quadrato.
Le colonne fatimidi (architettura islamica) sostengono una cupola decorata con un Cristo in Trono circondato dagli angeli.
Nel 1433 la chiesa fu ceduta a un ordine di suore benedettine fondato da Elisa Martorana, da cui il nome.
L'ordine cambiò l'abside e l'esterno della chiesa in linea con lo stile barocco dell'epoca.
Purtroppo all'interno fu aggiunta una nuova cappella affrescata a spese di alcuni magnifici mosaici di maestranze greche.
Fra tutti i mosaici sopravvissuti, due sono notevoli:
- Giorgio di Antiochia inginocchiato dietro uno scudo ai piedi della Vergine Maria.
- Ruggero II nell'atto di ricevere la corona di Cristo (tra l'altro è l'unico ritratto di Ruggero II ad essere rimasto in Sicilia).
Negli anni 30 del Novecento la chiesa venne restituita alla comunità greco-ortodossa, che ancora oggi celebra il proprio rito.
3- SAN CATALDO
Anche la Chiesa di San Cataldo è del XII secolo.Una miscellanea di stili architettonici normanni e arabi:
cupole rosse, forma squadrata e delicati trafori.
La chiesa fu fatta costruire intorno al 1150 da Maione di Bari, grande ammiraglio della flotta di Guglielmo I, intenditore d'arte e mecenate.
Sorse come cappella privata di un sontuoso palazzo oggi non più esistente.
L'ammiraglio fu ucciso nel 1160 per le strade di Palermo ed è per questo che i lavori all'interno della chiesa non furono mai ultimati, il che spiega la mancanza di decorazioni.
Ne divenne proprietario l'ammiraglio Silvestro di Marsico, che nel 1161 vi fece seppellire la figlia Matilde, come testimonia l'iscrizione appesa alla parete:
"EGREGI COMITIS SILVESTRI NATA MATILDIS
NATA DIES MARTIS, MARTIS ADEMPTA DIE
VIVENS TER TERNOS HABUIT MENSES OBIITQUE
DANS ANIMAM COELIS, CORPUS INANE SOLO
HAEC ANNOS DOMINI CENTUM UNICIES SIMUL UNO
E DECIES SENIS HAC REQUIESCIT HUMO."
La chiesa divenne comunità benedettina di Monreale, poi i locali furono adibiti agli uffici della posta e infine l'architetto Giuseppe Patricolo, in un restauro ottocentesco, diede nuova vita all'edificio ripristinando le fattezze originarie, compresa la soluzione di colore delle tre cupolette, divenute oggi simbolo turistico culturale della città di Palermo.
Sebbene l'interno sia un guscio vuoto, rimane un luogo affascinante, con le lavorazioni in pietra sugli archi e nella cupola.
E un bel pavimento intarsiato.
Particolarmente elegante l'altare monoblocco, in marmo bianco, decorato a sottile incisione, con l'Agnus Dei incastonato in una croce greca circondata dai simboli dei quattro evangelisti.
Si nota alla finestra il simbolo crociato dei Cavalieri del Santo Sepolcro.
Un'altra lapide infatti ricorda l'acquisizione della chiesa nel 1937 da parte dei Cavalieri, che restaurarono e riconsegnarono al culto la cappella:
"ORDO EQUSCTIU SEPULCRI HIER
ALOYSIO CARD. LAVITRANO PROTEC
TORE COLMITE JOANNE LO BUE
DE LEMOS IN SICILIA LOCUMTE
NENTE RESTAURAVIT AC DIVINO
CULTUI RESTITUIT A.D. MCMXXXVII
4- CHIESA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI
In piazza San Francesco sorge questa bella chiesa del XIII secolo, che conserva una magnifica facciata tardo-romanica.All'interno notevoli sculture di Giovan Battista Ragusa e Giacomo Serpotta.
Molto interessante è l'arco della Cappella Mastrantonio, di arte rinascimentale, scolpito nel 1468 da Francesco Laurana e Pietro de Bonitate.
5- ORATORIO DI SAN LORENZO
L'Oratorio faceva parte del complesso della Chiesa di San Francesco.
Sarebbe meglio dire Oratorio dei santi Lorenzo e Francesco, perchè custodisce scene della vita di entrambi, illustrate dagli stucchi del maestro del barocco
GIACOMO SERPOTTA.
©Sicilarch |
L'artista nasce e muore a Palermo (1656-1732).
La sua fu una famiglia di scultori, ma lui si distinse nell'arte dello stucco.
Si deve a lui l'invenzione della tecnica detta allustratura, una particolare forma di levigatura e lucidatura che conferisce una lucentezza e una levigatezza tipiche del marmo.
La splendida decorazione dell'oratorio consiste in statue raffiguranti le virtù e piccoli teatri sulle pareti che raccontano le storie dei due santi.
A sinistra i teatrini dedicati a San Lorenzo, a destra quelli a San Francesco.
Gli stucchi mostrano il genio di Giacomo Serpotta, che probabilmente qui raggiunge il punto più alto della sua arte.
Vi ha lavorato dal 1699 al 1707.
Nella controfacciata, al centro è raffigurato San Lorenzo che subisce il martirio sulla graticola.
Notevole anche la seduta laterale con creazioni in legno.
L'Oratorio però non è solo Serpotta.
La sua fama è dovuta anche ad un'assenza:
per la congregazione Caravaggio dipinse la pala d'altare nel 1609 raffigurante la
"Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi".
Con un valore di mercato intorno ai 30 milioni di euro, risulta essere fra le dieci opere d'arte più ricercate dalle polizie di tutto il mondo.
6- GIARDINO GARIBALDI
A Piazza Marina si trova il piccolo Giardino Garibaldi, dedicato a "l'eroe dei due mondi".Il busto fu scolpito da Benedetto De Lisi nel 1868.
La particolarità di questo giardino è la conservazione dell'albero più vecchio della città: un gigantesco Ficus Macrophylla di oltre 150 anni, uno dei più vecchi e grandi d'Italia, con un'altezza di 30 metri e una circonferenza di circa 21 metri.
7- FORO ITALICO
Il Foro Italico è il lungomare panoramico di Palermo, sistemato nel 1582 dal vicerè Marco Antonio Colonna.
Nello stesso anno diede inizio alla costruzione di Porta Felice.
Ed è effettivamente Porta Felice l'ideale passaggio per arrivare al lungomare, punto in cui si conclude l'antico Cassero, oggi via Vittorio Emanuele.
Il lungomare nel '900 è stato perlopiù spoglio e abbandonato.
Venne utilizzato come campo rom, come sede per i circhi e un Luna Park.
La conferenza ONU sulla lotta alla criminalità organizzata che si tenne a Palermo nell'anno 2000, fu l'occasione per il sindaco Leoluca Orlando e il vicesindaco Emilio Arcuri di ottenere la concessione dell'area, si allontanarono le giostre e si avviarono i lavori di bonifica e riqualificazione.
Oggi il lungomare-giardino, interamente pedonale, è di circa 40.000 m², con piante, panchine, illuminazione notturna e una passeggiata panoramica lungo la costa.
→ LA LOGGIA
→ gli altri Diari di Viaggio
Bibliografia:
-Bell'Italia n. 79, novembre 1992, Editoriale Giorgio Mondadori.
-cartello esplicativo esterno chiesa La Martorana
-cartello esplicativo esterno chiesa San Cataldo
-S.Grasso, G.Mendola, C.Scordato, V.Viola - "L'Oratorio di San Lorenzo a Palermo", 2013, Euno Edizioni.
-Bell'Italia n. 79, novembre 1992, Editoriale Giorgio Mondadori.
-cartello esplicativo esterno chiesa La Martorana
-cartello esplicativo esterno chiesa San Cataldo
-S.Grasso, G.Mendola, C.Scordato, V.Viola - "L'Oratorio di San Lorenzo a Palermo", 2013, Euno Edizioni.
Sitografia:
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