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Il mandamento La Loggia è chiamato anche Vucciria, perchè ospita il mercato reso famoso dal quadro di Renato Guttuso. Ma è anche luogo dei due oratori più belli di Palermo, decorati da Giacomo Serpotta, della tomba di Giovanni Falcone e del Museo Archeologico, con una delle più ricche collezioni archeologiche d'Italia.
Il percorso:
1- LA CALA
2- MERCATO DELLA VUCCIRIA
3- CHIESA DI SAN DOMENICO
4- ORATORIO DI SAN DOMENICO
5- ORATORIO DI SANTA CITA
6- MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE ANTONIO SALINAS
1- LA CALA
La Cala è un arco di mare che corrisponde al porto più antico della città di Palermo.Il bacino era protetto e est dal Castello a Mare, edificato dagli arabi, del quale oggi non rimangono che pochi ruderi.
In virtù di questo antico castello, questa zona si chiama anche Castellammare.
Oggi il porto vero e proprio è più a nord, mentre La Cala si presenta come un porticciolo turistico a forma di "U" all'interno del centro storico.
Nel 2008 sono terminati i lavori che hanno ottimizzato la rete fognaria del centro storico, visto che buona parte di essa finiva all'interno della stessa Cala, creando situazioni di pessima igiene e cattivi odori.
Vi è inoltre un progetto di pista ciclabile per collegare quella già costruita al Foro Italico.
Su una parete dell'Istituto Nautico "Gioieni-Trabia", che si affaccia sulla Cala, il bellissimo murale in memoria di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, realizzato per volontà dell'Associazione Nazionale Magistrati.
Il grande ritratto dei due magistrati sorridenti e complici, ispirato al celebre scatto fotografico di Tony Gentile, è stato realizzato dagli street artist siciliani Rosk e Loste con spray, vernice e gru.
La conservazione, così come previsto dal progetto di realizzazione, è affidata agli studenti del Nautico, testimoni e custodi dei valori lasciati in eredità.
Riporto due importanti considerazioni proferite il giorno dell'inaugurazione:
"Questo murale deve ricordare a tutti che questa non è la città della mafia, ma la città di Falcone e di Borsellino" - parlamentare antimafia Rosy Bindi.
"Un'occasione per ricordare i 25 anni dalle terribili stragi del '92, ma al tempo stesso per ricordare tutti coloro che hanno dato la vita e hanno perso la vita per un recupero di identità. Credo che, simbolicamente, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino rappresentino il recupero, dalla vergogna all'orgoglio, dell'identità palermitana e dell'identità nazionale, sfregiate dalla mafia" - Leoluca Orlando.
2- MERCATO DELLA VUCCIRIA
Il retaggio storico della Vucciria colloca questo mercato nei siti di interesse turistico, anche per via del noto dipinto di Renato Guttuso "Vucciria di Palermo", conservato a Palazzo Steri, non lontano dalla zona di mercato.Il quadro esprime una delle tante anime della città siciliana, con un senso del colore che richiama il vocìo e la cantilena dei "vanniaturi", personaggi capaci di convincere la gente ad acquistare un determinato prodotto, attraverso una voce potente e una capacità di modulazione adeguata in base ai vari tipi di messaggi.
Il nome di questo mercato deriva dalla parola "bucceria", tratto dal francese "boucherie", che significa macelleria.
Inizialmente era infatti destinato al macello e alla vendita delle carni.
In seguito Vucciria in palermitano ha significato "confusione".
Una confusione amplificata dai vanniaturi.
Il mercato si trova in piazza Caracciolo e dintorni.
In realtà oggi vi sono pochi venditori, qualche carretto che vende stuzzichini e versa in uno stato di semi abbandono.
i locali per il cibo sono numerosissimi e una marea di giovani si riversano sulle strade fino a notte fonda.
3- CHIESA DI SAN DOMENICO
È la seconda chiesa di Palermo per importanza dopo la cattedrale, con una facciata in stile barocco scenografico, costellata da due alti campanili.Sono presenti molte statue in stucco che raffigurano santi e papi, alcune di queste inserite in nicchie, opera del nipote di Giacomo Serpotta, Giovan Maria Serpotta.
L'interno, molto ampio ed austero in pietra di Billiemi, è stato adibito a Pantheon dei siciliani illustri.
Vi sono numerose tombe, lapidi, cenotafi e targhe che commemorano il ricordo.
Fra le tante quella di Francesco Crispi, patriota e politico italiano.
Ma è soprattutto la tomba di Giovanni Falcone che rende importante questa visita.
Si trova nella sesta campata della navata destra, davanti al monumento commemorativo dedicato al giurista Emerico Amari ritratto sulla sua cattedra di diritto penale.
La bara di Falcone è stata portata in questa chiesa nel 2015, proveniente dalla tomba di famiglia del cimitero di Sant'Orsola.
"Eroe della lotta alla mafia", dice l'epitaffio sulla lapide.
Ai lati, due lapidi commemorative delle vittime delle stragi di Capaci e via d'Amelio, per rendere omaggio alla moglie del giudice, Francesca Morvillo, al magistrato Paolo Borsellino e agli agenti di polizia.
Anche ai parenti di Paolo Borsellino è stata proposta la traslazione in questo luogo, ma hanno rifiutato.
È possibile ammirare dall'alto la facciata della chiesa, salendo l'ultimo piano della Rinascente, dove il bar-caffè possiede una bella terrazza panoramica.
Un'austera facciata classicheggiante conduce a questo piccolo oratorio adiacente la Chiesa di San Domenico, realizzato nel 1568, che conserva magnifici stucchi di Giacomo Serpotta, eseguiti fra il 1710 e il 1717.
Dedicato alla Madonna del Rosario e a San Domenico, ha un bellissimo pavimento maiolicato a scacchi circondato da tele che rappresentano i Misteri del Rosario e, nella cappella, il capolavoro "La Vergine del Rosario con San Domenico e le Patrone di Palermo", di Antoon Van Dyck, 1627 circa.
Con l'obbiettivo di esaltare il significato teologico delle tele, fu dato incarico a Serpotta di realizzare l'apparato decorativo scultoreo, che fu sistemato al di sopra delle stesse dentro ad ovali di stucco ad altorilievo con episodi dell'Apocalisse.
Nelle nicchie tra i dipinti, realizzò statue allegoriche delle Virtù, vestite con pizzi e drappeggi dello spirito rococò dell'epoca, di derivazione francese.
Allegoria Puritas, Purità o Purezza.
Serpotta firmava spesso i suoi lavori con una lucertola ("serpuzza") o un serpente, a richiamare il suo cognome, come nel caso della colonna dorata su cui poggia l'allegoria Fortitudo, Fortuna.
5- ORATORIO DI SANTA CITA
È del Seicento ed è adiacente la Chiesa di Santa Cita. Vi si accede attraverso un portale sormontato da uno scudo marmoreo, un cortile, una scalinata e un loggiato interno.L'oratorio fu realizzato con l'obbiettivo di esaltare l'intervento della Madonna nella lotta fra cristiani ed infedeli al fine del proselitismo.
Serpotta, incaricato di decorare in stucco l'ambiente, vi ha lavorato per tre anni, dal 1686 al 1689 e, nonostante si tratti di uno dei suoi primi lavori su commissione, ha realizzato un autentico capolavoro:
"La Battaglia di Lepanto", sulla controfacciata, che raffigura la celebrazione retorica della vittoria dei cristiani contro i turchi.
Il bassorilievo è incorniciato da tendaggi sorretti da centinaia di putti, per i quali prese a modello i monelli di strada di Palermo.
Sotto al riquadro della Battaglia di Lepanto, sono raffigurati due giovani emaciati, simbolo degli orrori della guerra.
Sulle pareti laterali sono rappresentati i Misteri del Rosario, attraverso un raffinato ciclo plastico:
- teatrini
- angeli e putti che sembrano giocare fra di loro arrampicandosi sulla cornice della finestra, facendo capolino da ghirlande floreali, voltando le spalle in maniera irriverente.
- statue allegoriche che sorreggono vari oggetti dorati:
un liuto,
spada e scudo,
e l'immancabile firma dell'artista, il serpente.
L'altare maggiore è arricchito dalla bella tela di Carlo Maratta, "Madonna del Rosario", 1695.
6- MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE ANTONIO SALINAS
Il Museo Archeologico di Palermo si trova all'interno di un ex monastero rinascimentale, un tempo casa dei padri della congregazione di San Filippo Neri.Confluirono nelle sue sale collezioni appartenenti al museo dell'università di Palermo, reperti archeologici provenienti dagli scavi di Pompei donati dai sovrani borbonici e acquisizioni nel settore della numismatica.
Tuttavia si distinse dagli altri similari per merito dell'archeologo Antonio Salinas, che ne fu il direttore per oltre 40 anni, dal 1873 al 1914.
Oggi vi sono soprattutto reperti e manufatti dei popoli che hanno determinato la storia della Sicilia: fenici, punici, greci, romani e bizantini, ma anche altri popoli, come egizi ed etruschi.
È considerato uno dei più importanti d'Italia per la bellezza delle raccolte e particolarmente per i reperti di Selinunte.
Il busto di Salinas nel chiostro maggiore dello scultore Ettore Ximenes.
Pur possedendo una delle più ricche collezioni archeologiche d'Italia, testimone della storia siciliana in tutte le sue fasi dalla Preistoria al Medioevo, attualmente solo il piano terra è aperto al pubblico, il primo e il secondo piano sono in restauro dal 2009.
Si viene accolti dal primo suggestivo
CHIOSTRO MINORE,
ornato da una fontana con tritone, del '500.
Fra il chiostro minore e il chiostro maggiore la
SALA DIDATTICA.
IL CHIOSTRO MAGGIORE
Un secondo chiostro verdeggiante mostra una serie di statue e sarcofagi, dal mondo fenicio all'età ellenistica.
Sarcofago romano riutilizzato nel 1318 per la sepoltura del miles Nicola de Maida senior.
La cassa è del II-IIIsec. d. C., il coperchio è del 1318.
Entrando a sinistra diverse opere raggruppate per centri di rinvenimento.
raffigurato come di Giove Capitolino (Zeus), seduto e con in testa una corona civica di quercia, copia da un originale in marmo conservato al museo Biscari di Catania.
La parte più spettacolare di questo museo si trova al termine del secondo chiostro:
i fregi decorativi dei templi di SELINUNTE, di epoca arcaica e classica, collocati in uno spazio che era la terza corte del convento, oggi denominato "agorà".
Selinunte era un'antica città greca della Sicilia, V-III sec. a.C.
I ruderi della città costituiscono il parco archeologico più grande d'Europa.
Nel museo Salinas sono conservati elementi architettonici e decorativi appartenuti ai vari templi della città.
Gli edifici meglio conservati a Selinunte sono il tempio C e tempio E (il cosiddetto tempio di Hera).
Il tempio C.
Di questo tempio, nel sito archeologico, è visibile uno dei lati lunghi e il museo conserva la ricomposizione della decorazione del frontone:
la grande maschera della Gorgone.
©pjt56-wikipedia |
La maschera è stata ricavata dai disegni del 1926 dell'archeologo Ettore Gabrici (il più grande gorgoneion esistente nell'architettura greca).
Nell'agorà sono esposte anche le 17 gronde leonine del Tempio della Vittoria di Himera (Termini Imerese, Palermo).
Il tempio era stato costruito nel 480 a.C. per festeggiare la vittoria dei Greci sui Cartaginesi.
Il TEMPIO E (tempio di Hera)
Di questo meraviglioso tempio, il meglio conservato attraverso interventi di anastilosi (anche se oggi è in situazione di criticità), rimangono 4 metope intere conservate nel museo.
©AdiJapan-wikipedia |
Le metope sono gli elementi architettonici del fregio dell'ordine dorico dell'architettura greca e romana.
Si tratta di una formella di pietra, scolpita a rilievo, posta in alternanza con i triglifi, che sono tre scanalature verticali.
Del TEMPIO E si sono conservate 4 metope intere raffiguranti, da sinistra:
- Eracle che uccide l'amazzone Antiope
- le nozze di Zeus con Hera
- Atteone che viene dilaniato dai cani di Artemide
- Athena che uccide il gigante Encelado (ultima a destra).
Del TEMPIO C, oltre al gigantesco gorgoneion visto nell'agorà, si conservano 3 metope.
Da sinistra:
- la quadriga di Apollo (il dio era affiancato dalle figure di Elios e Selene: lacunose).
- Perseo alla presenza di Athena, decapita Medusa e conseguente nascita di Pegaso.
Il percorso prosegue con le metope dei templi Y ed F e altre sculture.
Trovo sia importante ricordare per questo museo la figura di Jole Bovio Marconi, archeologa, direttrice del Museo Nazionale di Palermo dal 1927 e poi Soprintendente di Palermo e Trapani.
Figura di spicco della cosiddetta Arte Liberata, quei capolavori salvati dalla distruzione della seconda guerra mondiale.
Accesa femminista, convinta che il suo essere donna sia stato un freno alla sua carriera, con fortissimo temperamento, con una assoluta noncuranza del pericolo riesce a realizzare un’impresa sensazionale che rappresenta solo un capitolo dei suoi meriti nei giorni della guerra: riesce a far trasportare dal Museo Salinas fino al convento di San Martino delle Scale, le Metope di Selinunte (una per ogni viaggio perché troppo grandi e pesanti), salvandole così dalla distruzione dei bombardamenti.
Questa operazione venne effettuata entro il 3 aprile 1943.
Il 5 aprile un bombardamento danneggia una parte del museo, lei rimane nei suoi uffici, affronta i bombardamenti, evita che la confusione e i danni provochino il saccheggio del museo, fa riparare i danni per quanto possibile, rincuora il personale.
Per gli sgomberi dei musei nel '39 fino al '43 riesce a organizzare il trasporto da Palermo di 220 casse di beni e di 135 gabbie.
Ed è sempre lei a collaborare da subito con i Monuments Men alleati sbarcati in Sicilia.
(a riguardo ricordo l’interessantissimo film omonimo per la regia di George Clooney, 2014).
Jole, in pieno fascismo, capovolge il luogo comune amato dal regime, delle donne sottomesse agli uomini persino negli uffici, dirige tutte le operazioni, stabilisce i tempi, sollecita l’amministrazione centrale per avere risorse economiche destinate agli imballaggi e ai trasporti.
Al termine della guerra si occupò della ricostruzione e risistemazione del museo, tanto che se Antonio Salinas è colui che creò il museo, Jole Bovio Marconi è considerata colei che lo ricreò nuovamente.
Dopo vari interventi, nell’aprile del '52 riuscì a portare a termine la sua opera e a riaprire il museo con una nuova e moderna esposizione delle collezioni.
Nel 1964 ricevette la Medaglia d’Oro al Merito della Cultura, dell’Arte e della Scuola del Ministero della Pubblica Istruzione e ricevette il titolo di Commendatore della Repubblica.
→ Teatro Politeama e MONDELLO
-Bell'Italia n.47, marzo 1990, Editoriale Giorgio Mondadori.
-www.palermo.repubblica/cronaca-20-07-2017
-www.wikipedia/vucciria-(renato-guttuso)
-www.ilgeniodipalermo/itinerari-oratorio-di-san-domenico
-www.wikipedia/oratorio-di-santa-cita
-www.wikipedia/tempio-C-di-selinunte
-www.wikipedia/statua-colossale-di-claudio
-www.wikipedia/metopa
-www.wikipedia/gorgoneion
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