(torna all'Albergheria)
Questo mandamento si trova a nord dell'Albergheria ed è caratterizzato da un intreccio di strade popolari. Anticamente era chiamato Seracaldio, dall'arabo sâri-al-qâdi (strada del Kadì) e abitato dagli Schiavoni, pirati e commercianti di schiavi. In quest'area si trova la Cattedrale e il Mercato del Capo.
Il percorso:
1- CATTEDRALE DI PALERMO
2- MERCATO DEL CAPO
3- CHIESA DI SANT'AGOSTINO
4- TEATRO MASSIMO
1- CATTEDRALE DI PALERMO
La Cattedrale di Palermo, nonostante i numerosi rifacimenti subiti nel corso dei secoli, rimane uno degli esempi più belli dello stile arabo-normanno, che rende unico il patrimonio architettonico siciliano.
Fa parte del Patrimonio dell'Umanità nell'ambito del sito seriale della Palermo arabo-normanna.
L'edificio fu costruito nel 1184 per volere dell'arcivescovo Gualtiero Offamilio (in realtà Walter of the Mill perchè inglese), tutore di Guglielmo II.
L'arcivescovo si sentì minacciato dal prestigio del Duomo di Monreale, ed avendo molto potere e risorse economiche, decise di dotare la città di una cattedrale altrettanto straordinaria.
(→ vedi Duomo di Monreale)
(→ vedi Duomo di Monreale)
ESTERNO
L'edificio fu eretto su una precedente moschea del IX secolo.
Dal 1191, anno di morte di Offamilio che non vide ultimata l'opera, ha subito diverse modifiche, alcune discutibili, altre molto belle.
Discutibile è, ad esempio, la cupola barocca, opera di Ferdinando Fuga, aggiunta sul finire del 1700, a giudizio degli esperti piuttosto sgraziata.
Un pregevole rimaneggiamento è invece la facciata sud-occidentale, realizzata fra il 1200 e il 1300, testimonianza dello stile gotico.
La modifica più bella è l'aggiunta del portico a tre arcate, che invita ad entrare nella cattedrale, capolavoro gotico catalano iniziato nel 1400 e terminato nel 1600, progettato da Antonio Gambara.
Le tre arcate ogivali sono sorrette da colonne provenienti dalla moschea.
Gli intarsi sopra le arcate raffigurano l'albero della vita, all'interno di una complessa composizione geometrica in stile islamico.
INTERNO
L'interno è imponente, ma meno spettacolare dell'esterno.
È a croce latina con tre navate, divise da pilastri con statue di santi, di Antonello Gagini.
Monumentali e originali le due acquasantiere a baldacchino in stile rinascimentale.
La seguente è opera di Giuseppe Spatafora e Antonino Ferraro, 1553.
La Cattedrale conserva le tombe reali normanne, contenenti le spoglie di due dei più grandi sovrani che la Sicilia abbia mai avuto:
È a croce latina con tre navate, divise da pilastri con statue di santi, di Antonello Gagini.
Monumentali e originali le due acquasantiere a baldacchino in stile rinascimentale.
La seguente è opera di Giuseppe Spatafora e Antonino Ferraro, 1553.
La Cattedrale conserva le tombe reali normanne, contenenti le spoglie di due dei più grandi sovrani che la Sicilia abbia mai avuto:
Ruggero II e Federico II di Svevia, oltre a quelle di Enrico VI e Guglielmo II.
Nella foto:
in primo piano la tomba di Federico II.
Nella foto:
in primo piano la tomba di Federico II.
©turismopalermo.it |
La cappella di Santa Rosalia, Santa Patrona di Palermo, cui è dedicata questa cattedrale, è un luogo di venerazione per i credenti palermitani.
Qui risiede la preziosa urna in argento che ne contiene il corpo.
Ai lati dell'urna sono raffigurati i momenti più significativi della vita della santa.
La parete di destra in bassorilievo (XIX sec., di Valerio Villareale), riproduce Santa Rosalia che intercede presso Gesù Cristo per salvare Palermo dalla peste.
Nella sagrestia c'è il Tesoro della Cattedrale, con gioielli di epoca normanna, fra cui spicca la corona duecentesca di Costanza d'Aragona, moglie di Federico II.
Nella cattedrale si trova anche la tomba di don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia il 15 settembre 1993.
Venne ucciso davanti al portone di casa, a Brancaccio, quartiere dove era nato e dove, dal 1990 era stato nominato parroco.
All'epoca il quartiere era comandato dai fratelli Graviano, legati ai Bagarella.
Don Puglisi iniziò la sua lotta alla mafia, rivolgendosi spesso ai mafiosi nelle sue omelie e togliendo dalla strada ragazzi già reclutati dalla criminalità mafiosa, trasmettendo la cultura della legalità.
Veniva considerato un ostacolo e questo fu il movente dell'omicidio.
Nel 2013 è stata effettuata una cerimonia di beatificazione e il corpo è stato traslato dal cimitero di Sant'Orsola alla Cattedrale di Palermo.
Sui terreni di Brancaccio confiscati alla mafia è in costruzione un santuario, dove la salma sarà collocata definitivamente.
Qui risiede la preziosa urna in argento che ne contiene il corpo.
La cappella è chiusa da una cancellata in ottone, sopra la quale sono appese sette lampade in argento.
La parete di destra in bassorilievo (XIX sec., di Valerio Villareale), riproduce Santa Rosalia che intercede presso Gesù Cristo per salvare Palermo dalla peste.
Nella sagrestia c'è il Tesoro della Cattedrale, con gioielli di epoca normanna, fra cui spicca la corona duecentesca di Costanza d'Aragona, moglie di Federico II.
© José Luiz Bernardes Ribeiro |
Nella cattedrale si trova anche la tomba di don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia il 15 settembre 1993.
Venne ucciso davanti al portone di casa, a Brancaccio, quartiere dove era nato e dove, dal 1990 era stato nominato parroco.
All'epoca il quartiere era comandato dai fratelli Graviano, legati ai Bagarella.
Don Puglisi iniziò la sua lotta alla mafia, rivolgendosi spesso ai mafiosi nelle sue omelie e togliendo dalla strada ragazzi già reclutati dalla criminalità mafiosa, trasmettendo la cultura della legalità.
Veniva considerato un ostacolo e questo fu il movente dell'omicidio.
Nel 2013 è stata effettuata una cerimonia di beatificazione e il corpo è stato traslato dal cimitero di Sant'Orsola alla Cattedrale di Palermo.
Sui terreni di Brancaccio confiscati alla mafia è in costruzione un santuario, dove la salma sarà collocata definitivamente.
2- MERCATO DEL CAPO
Il quartiere si identifica con il mercato che vi si tiene, acquisendone da tempo il nome, mercato aperto tutti i giorni della settimana.
Ci si trova di tutto: pesce, carne, coloratissime spezie, frutta e verdura.
Ma anche altre mercanzie, come stoffe e lampadari!
3- CHIESA DI SANT'AGOSTINO
La chiesa, edificata nel 1275, con l'adiacente convento agostiniano, è l'orgoglio di questo quartiere.Esternamente un incantevole rosone orna la facciata, unica parte originale rimasta.
È formato dall'intreccio di 12 semicerchi intersecanti, che formano un sostegno alla raggiera di 12 colonnine, il cui centro è rappresentato da un piccolo tondo dove è scolpito l'Agnus Dei.
L'interno, a causa di un incendio, fu rifatto verso la fine del 1600; in seguito sono stati aggiunti gli stucchi del grande artista siciliano Giacomo Serpotta, che qui è intervenuto dal 1711 al 1728.
Non sono le sue opere migliori, tuttavia il quadro d'insieme dell'unica navata è meraviglioso.
Il chiostro del convento è un rifacimento del '500.
4- TEATRO MASSIMO
In seguito all'Unità d'Italia il comune di Palermo diede il via alla costruzione di importanti opere architettoniche, come il teatro Massimo.Questo teatro lirico è il più grande d'Italia e uno dei più grandi d'Europa, dopo l'Opéra di Parigi e il Teatro di Vienna.
Nella stessa piazza Verdi due chioschi in stile Liberty.
Di gusto Neoclassico, il teatro ha richiesto oltre vent'anni di lavori e venne inaugurato nel 1897 con il Falstaff di Verdi.
Sul frontone della facciata si legge il motto "L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire".
Presenta un pronao corinzio esastilo, elevato su una monumentale scalinata.
Ai lati della scalinata sono posti due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia e della Lirica.
Su queste scale è stata girata la scena finale del film "Il Padrino parte III", che contrappone il contesto della cultura 'alta' insieme alla vicenda di criminalità.
Il teatro, da sempre sensibile alle istanze della comunità LGBT, dal 2015 riconosce il permesso matrimoniale ai propri dipendenti omosessuali.
Durante la settimana delle celebrazioni del Pride, illumina le potenti colonne della sua facciata con i colori della bandiera arcobaleno.
©Kemonia |
→ KALSA
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Bibliografia:
-Bell'Italia n. 19, novembre 1987, Editoriale Giorgio Mondadori.
-Bell'Italia n. 19, novembre 1987, Editoriale Giorgio Mondadori.
Sitografia:
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