Sembra impossibile, ma Bologna, città non bagnata dal mare, di porti ne ha avuti 5, forse addirittura 6, grazie al potere ingegneristico dell'uomo, che creò una rete di canali, di derivazione fluviale.
©bentivogliopaese.it |
Vediamoli uno ad uno cronologicamente:
1- PORTO DI SELVA DI PESCAROLA (Piscariola) - sul Reno, anno 905.
Nel libro "Il sistema delle acque a Bologna dal XIII al XIX secolo" di Angelo Zanotti, si legge che fra il 898 e il 905 Berengario I re d'Italia concede alla Chiesa bolognese, attraverso un diploma, il porto delle navi sul Reno presso il mercato della Selva Piscariola:
<<ubi mercatum noviter fieri debet in silva que dicitur Piscariola proprietas eiusdem ecclesie>>.
Dove si trovasse esattamente questo porto sul Reno e il mercato della Selva Piscariola non è possibile stabilirlo con esattezza.
Si può fare l'ipotesi che si trovassero al limite della navigabilità del fiume Reno, cioè poco a nord del ponte della via Emilia.
Più che indice di navigabilità del Reno, indicava la presenza di barche passatorie.
Il commercio con le altre città era attraverso la navigazione palustre.
Oltretutto, essendo il Reno un fiume di carattere torrentizio alimentato da piogge stagionali, nei mesi estivi, allora come oggi, andava in secca e la navigazione non era possibile tutto l'anno.
1 bis - PORTO DI GALLIERA, sul fiume Reno, inizi del 1200.
Galliera, comune della città metropolitana di Bologna (zona di Malalbergo), era difesa da fossati, da palizzate, munita di una torre, di un posto di guardia, e fornita di porto.
Si trattava di un collegamento paludoso con il Po.
Alla fine del 1300 Galliera non è più citata fra i porti.
Questo porto, similare a quello più antico della Selva di Pescarola, per il tipo di approdo e di navigazione palustre che caratterizzava tutta la zona, farebbe salire a 6 il numero dei porti di Bologna, ma tutte le fonti, escluso il libro di Angelo Zanotti, non lo citano, e i porti vengono attestati a 5.
Per questo motivo, al momento, lo inserisco come 1 bis.
2- PORTO DI CORTICELLA - sul Canale Navile, 1221.
Dopo l'anno 1000 viene creata la rete dei canali bolognesi, con le acque di derivazione dai fiumi Reno e Savena, che andavano a formare il Canale Navile a nord della città.
Nel 1208 vennero avviati i lavori per l'escavazione di un primo abbozzo del nuovo Canale Navile, alimentato dal Cavaticcio e, nel 1221, venne creata definitivamente la canalizzazione che, a partire da Porta Lame, alimentava il Navile, il cui porto era attestato a Corticella.
Ancora oggi si possono notare tracce delle sue antichissime strutture.
Se teniamo conto del fatto che si è trattato di un porto ben strutturato e importantissimo, oltretutto non completamente scomparso come i porti di Pescarola e Galliera, possiamo considerarlo come primo vero porto di Bologna.
Di acqua oggi ve n'è poca, ma un tempo era un grande specchio d'acqua, tanto da chiamarsi Pelago di Corticella.
Qui la merce dei barconi, che arrivavano dal Po e da Venezia, veniva scaricata per essere trasferita via terra, a periodi alternati, a causa dei frequenti interramenti naturali del canale, che creeranno problematiche importanti durante tutto il periodo di navigabilità.
In seguito alla creazione dei successivi porti (Maccagnano e di Bologna), la navigazione poteva arrivare fino alla città, spostando le merci in barche più piccole, trainate dai cavalli in salita.
Viceversa, provenienti da Bologna, a Corticella le merci venivano caricate in barche più grandi e proseguivano il viaggio verso l'Adriatico e Venezia.
Va ricordato che dal Porto di Corticella verso Venezia la navigazione era in palude.
Più avanti, quando il canale fu allungato fino a Malalbergo, la navigazione in palude iniziava da lì.
Il Pelago, ex porto di Corticella e l'ex casa del custode.
3- PORTO DEL MACCAGNANO - sul Canale Navile, 1284.
Per avvicinare la navigazione il più possibile alla città, vennero intrapresi diversi interventi nel tempo.
A poca distanza da Porta Lame in località Bova, dove confluivano le acque della rete urbana, fu aperto il Porto del Maccagnano, il cui utilizzo fu imposto in sostituzione del Porto di Corticella, pena una sanzione pecuniaria di dieci lire.
In questo modo le barche potevano partire a arrivare fin qui, togliendo diversi chilometri via terra per arrivare con le merci fino a Corticella.
Nell'antica foto, con la visuale verso il ponte di via Bovi Campeggi, la zona della Bova dove all'incirca poteva trovarsi il Porto del Maccagnano.
Al foto-confronto di oggi il ponte appare nascosto dalla vegetazione.
Appare integra la conca di navigazione del Sostegno della Bova, costruito successivamente nel 1594.
In una notizia riportata dallo storico Ghirardacci, sembrerebbe che il Porto del Maccagnano iniziasse ad essere abbandonato già dal 1293, a causa delle eccessive spese per le opere di manutenzione del porto e del Navile, che si interrava in diversi punti, e il porto tornò a Corticella.
Nel 1403 il porto tornava ad essere al Maccagnano per una questione legata ad un certo ingegnere Guglielmo da Siena, che ottenne il permesso di costruire alcuni mulini, rendendo navigabile il Navile nuovamente dalla città, a sue spese.
Così rimase fino alla metà del '400, poi fu abbandonato nuovamente, e il porto tornò a Corticella.
4- PORTO DI GALLIERA - 1491
In piena signoria dei Bentivoglio, fu dato incarico all'architetto Pietro Brambilla di Milano, di realizzare un nuovo porto in prossimità del Castello di Galliera, quello distrutto per ben 5 volte dai cittadini, l'ultima delle quali nel 1511 (vedi ↝ La Montagnola).
Fu costruito davanti a Porta Galliera, dove passano, oggi interrati, Canale delle Moline e Torrente Aposa.
I lavori furono imponenti, l'inaugurazione sfarzosa, ma pochi decenni dopo il nuovo porto era già interrato e fu abbandonato.
A metà del '500 venne chiusa la darsena e, per l'ennesima volta, a fare da scalo tornò ad essere il Porto di Corticella.
Un'antica cartolina mostra l'esterno di Porta Galliera nel 1817, quando il porto non esisteva più da un pezzo, ma l'acqua scorreva ancora alla luce del sole.
Il ponte faceva da passerella e sovrastava il fossato.
©biblioteca digitale dell'Archiginnasio |
Oggi, davanti a Porta Galliera, rimane poco di non interrato, ma si possono osservare dall'alto i resti di qualche antica struttura muraria.
5- PORTO DI BOLOGNA - sul Canale Cavaticcio, 1548.
Progettato dal Vignola, fu inaugurato nel 1550.
Il porto è stato completamente demolito nel 1934 (unico edificio superstite La Salara) e il Canale Cavaticcio interrato.
La riqualificazione del luogo, avvenuta dalla fine degli anni '90, ha mantenuto gli spazi originari per riuscire a ricreare una sorta di immagine che rimanda al passato e l'acqua che scorre sopra è una fontana a specchio d'acqua, il vero canale scorre in sotterranea.
Oggi si organizzano Festival e Concerti estivi.
Le vicende di questo porto sono indissolubilmente legate al Canale Navile.
Il nuovo porto costituì un vero centro commerciale urbano, dotato di infrastrutture per lo stoccaggio dei materiali, una dogana e il magazzino del sale.
Di tutti i porti sorti a Bologna questo fu il più redditizio.
Al foto-confronto visto in direzione sud (centro storico):
negli anni '30 e oggi, a distanza di 80 anni.
Negli anni '30 il porto era completamente disattivato; interessante notare come le vecchie case centrali (con l'Osteria della Barca) siano state demolite.
Qui invece un foto-confronto del porto visto in direzione nord (Bova) in un disegno del '700, quando era in pieno fermento, e una foto di inizio '900, ormai in disuso.
Per tutto l'800 il Porto e il Navile rimasero in attività, andando a costituire una valida alternativa al trasporto via terra.
Con la costruzione della ferrovia, i trasporti via acqua vennero gradualmente abbandonati, rimanevano più economici ma molto più lenti.
Il piano regolatore del 1889 contemplava anche la chiusura del Porto, ciò nonostante l'attività del Navile continuò fino agli anni '30 del '900.
Fra il 1934 e 1935 il complesso del Porto di Bologna, ormai in disuso, venne completamente disattivato e demolito.
Per approfondire → Il Canale Navile
→ Il Canale Cavaticcio
Ringraziamenti:
-Mauro Tolomelli, del "Comitato Salviamo il Navile", per il suo apporto sulle notizie riguardanti la costruzione del Porto di Corticella e la documentazione storica attraverso le pagine del libro di Angelo Zanotti.
Bibliografia:
-Carlo Garulli e Valerio Montanari, "Castel Maggiore tra Storia e Memoria", ed. Pendragon, 2007 (pag. 31-32, 173).
-Angelo Zanotti, "Il sistema delle acque a Bologna dal XIII al XIX secolo", Editrice Compositori (pag. 60-63, 243).
-Mauro Tolomelli, del "Comitato Salviamo il Navile", per il suo apporto sulle notizie riguardanti la costruzione del Porto di Corticella e la documentazione storica attraverso le pagine del libro di Angelo Zanotti.
Bibliografia:
-Carlo Garulli e Valerio Montanari, "Castel Maggiore tra Storia e Memoria", ed. Pendragon, 2007 (pag. 31-32, 173).
-Angelo Zanotti, "Il sistema delle acque a Bologna dal XIII al XIX secolo", Editrice Compositori (pag. 60-63, 243).
Sitografia:
Mi complimento per il servizio molto dettagliato, ben fatto, ed esplicativo. Spiace costatare una cosa che non si tacere, ma leggendo la storia degli ultimo secol, non si può non notare che negli anni 30, in questa città, non si è pensato neanche minimamente a mantenere le testimonianze del porto di Bologna, importante opera del Vignola, che avrebbe meritato di essere conservata e valorizzata, e invece hanno demolito e cancellato, questo non è ne' saggio, né intelligente, e ne tanto meno rispettoso.
RispondiEliminaGrazie per i complimenti.
EliminaÈ vero ciò che scrivi, il porto negli anni '30 è stato demolito, un vero peccato.
Purtroppo in quella fase storica (ventennio fascista) non vi era la cultura dell'edificio storico ma quella dell’edificio vecchio rudere che andava abbattuto e sostituito. La stessa cosa, negli stessi anni, è stata fatta nella bellissima via Marconi dove le vecchie case sono state sostituite da architettura razionalista fascista.
Aldilà del periodo fascista, all’inizio del '900 sono state abbattute le mura della città e tre delle cinque torri di piazza di Porta Ravegnana, per far posto a strade e palazzi commerciali.
Se oggi Bologna avesse le mura, le torri, i porti e i sostegni, sarebbe la più bella città del mondo, anche se per me lo è ugualmente.
In questi tempi moderni, grazie ad una maggiore educazione culturale, sembra ci sia più rispetto verso il bene pubblico, sembra....