venerdì 9 ottobre 2020

VÂGH ÍN UFÉZZÍ - Osteria

 via de' Coltelli 9/c - Bologna


In via de' Coltelli, dentro le mura di Bologna, c’è un'antica osteria:
 VÂG ÍN UFÉZZÍ. 
Vado in ufficio, per i non bolognesi. 
Oggi i tempi sono cambiati, ma qualche decennio fa l’uomo frequentatore di bar e osterie declamava: "A vâgh ín ufézzí!".
 Come a dire: "Vado in Osteria, fate conto che sia in ufficio, quindi non disturbatemi!".


vagh-in-uffezi-bologna



L'IDEA DELL'OSTERIA A TEMPO

L’osteria, per fare fronte alle limitazioni anticovid che potrebbero vederla sparire, si è reinventata, con un’idea presa in prestito dal passato: l’osteria a tempo. 
Nella Bologna di oggi, è la prima.

18 € a persona escluso il bere per un’ora a tavola. 
26 € a persona se le ore prenotate diventano due. 
L’acqua è compresa nel prezzo. 

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Nell'importo ci sta una cena completa, dall’antipasto al dolce; alla fine si può chiedere il bis, ma bisogna esserne capaci, perché se rimane qualcosa nel piatto viene aggiunto un supplemento.
Questa ultima nota viene sottoscritta solitamente dai ristoranti "all you can eat". Attenzione: Vagh in Ufezzi ha raccolto dalla formula solo questo dettaglio. 

I gestori dell’Osteria, Mirco e Antonella, tengono a precisare che la trasformazione non sarà paragonabile ad un "all you can eat". 
Le porzioni dei piatti non saranno più piccole per aggiungere alla tavola una marea di piccoli piattini. 
Non vogliono stravolgere la loro cucina, hanno solo bisogno di ottimizzare il tempo. 

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La formula sarà quella di sempre: la cucina è quella da sempre proposta, i piatti non cambieranno, le porzioni saranno uguali.

Il menu cambia ogni giorno, a parte i loro piatti forti, crescentine e salumi e tomino con pere e mosto cotto: quelli ci sono sempre. 
Mirco, come le zdaure di una volta, va a fare la spesa tutte le mattine e, in base a quello che offre il mercato o che ispira, acquista, torna a casa, decide il menù, si mette in cucina e lo prepara.
Antonella scrive il menu sui foglietti che si trovano appesi all’osteria.

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Su questo si può stare tranquilli: si mangia bene spendendo il giusto. 
La conferma arriva dalla bontà dei piatti. 
Nella mia giornata ho trovato:
tagliatelle e finferli. 

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Spezzatino di tacchino con patate e peperoni. 

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Degustazione di formaggi. 

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Mousse di mascarpone all’amaretto con mosto cotto.

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LE TRE REGOLE

Il metodo da seguire per usufruire del servizio in questa osteria è semplice:
-la puntualità. Il ritardo comporta un minor tempo nell’uso del tavolo. 
-non si possono ordinare più piatti contemporaneamente.
-infine la già citata regola, fondamentale contro gli sprechi, dell’ordinare tutto ciò che si può finire, perché se rimane qualcosa nel piatto c’è un sovrapprezzo. 


GLI ORARI

La cucina è aperta dalle 18 alle 24.
 Dalle 24 alle 2 solo il bere. 

La prenotazione dell’ora prevede quindi sei passaggi per ogni tavolo. 
La prenotazione per due ore sarà possibile nei tre passaggi: 18/20 - 20/22 - 22/24. 



LA STORIA DI VÂGH ÍN UFÉZZÍ 

In questo luogo si faceva ristorazione già nel 1935. 

Negli ultimi decenni diverse gestioni, poi nel 2005 nasce Casa Carati, dal nome dello chef Mirco Carati, un ristorante con cucina mediterranea.
 La moglie Antonella ai tavoli. 

Mirco e Antonella decidono nel 2013 di cambiare, trasformando il ristorante in osteria, così nasce "Vâgh ín Ufézzí" (ustarî). 

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Il locale è piccolissimo, pochi posti a sedere (prima del covid 25/30, allo stato attuale 12/14) da qui nasce l’esigenza e l’idea di proporre l’osteria a tempo. 

A Roma esiste già un ristorante che dal 2017 propone la cucina a tempo; si trova all’aeroporto di Fiumicino ed è stato aperto dallo chef Heinz Beck. 
Un servizio di alta cucina con una formula a tempo programmata per i passeggeri in transito. Un menu veloce a 30 minuti e un menu per 60 minuti. 

A Roma già da alcuni anni, nell'attesa di prendere l'aereo.
A Bologna dal 5 ottobre 2020, per far fronte alle restrizioni da coronavirus: distanza e dimezzamento dei tavoli.

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LA STORIA DELLE OSTERIE A TEMPO A BOLOGNA

Le uniche notizie riguardano l’osteria di Ghitton, fin dagli anni '50 in via del Pratello, dove si mangiava la pasta e fagioli a ore. 
Ve ne erano altre dove il trattamento era a tempo, ma le testimonianze si sono perse.

Quando si parla di vecchie osterie vien sempre fuori Guccini, ed è inevitabile citarlo, perchè nel suo libro "Non so che viso avesse", scrive: "A noi studentelli intellettuali non bastava, il bar; ci sembrava (forse talvolta vittime di quelle famose battute spaccadenti) troppo rozzo, e la voglia di giocare a Francesco Villon appena scoperto a scuola era come sinfonia.
Qui a Bologna sentivamo parlare, o leggevamo, di osterie leggendarie, ma le cercammo inutilmente: non c'era più evidentemente ai nostri tempi l'Osteria di 'Ghitton', "margheritone", dove si diceva i cucchiai erano legati al banco con una catenella (tanto per la fiducia), e si poteva mangiare pasta e fagioli a tempo, cioè uno ne comperava poniamo per cinque minuti e, pentola davanti, poteva mandar giù tutto quello che riusciva in quel tempo".

Un modo di dire a Bologna, quando in casa si sparecchiava in fretta, era: "Oh! A sem brisa da Ghitton!".



Un simile trattamento oggi è impensabile, ma l'osteria di Ghitton ha fatto venire in mente a Mirco Carati l'idea del tempo limitato a tavola, adeguandosi alle esigenze di oggi e alle necessarie misure anticovid che opprimono il periodo. 

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Una gestione del tempo a tavola, senza per questo rinunciare alla buona cucina, per fare altre cose durante la stessa serata o semplicemente per una cena veloce perché non si ha voglia di cucinare.

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Vagh in Ufezzi è aperto tutte le sere tranne la domenica.

051 - 2961446













Bibliografia:
-Francesco Guccini, "Non so che viso avesse", ed. Mondadori, 2010


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