La città di Bolzano colpisce subito per i palazzi ben tenuti e un centro cittadino curato e pulito.
Secondo le statistiche è una delle città italiane in cui si vive meglio perché la qualità della vita è alta.
Qui si mescolano due culture, quella italiana e quella tedesca, lo si percepisce anche dall’architettura degli edifici: nel centro storico lo stile tipico tirolese e, poco oltre, lo stile razionalista edificato negli anni del fascismo.
Gli avvenimenti storici aiutano a capire meglio la città, composta, divisa e unita dai due patrimoni culturali.
LA STORIA
Anticamente la città, in seguito a campagne di guerra medievali, conosce un passaggio pacifico con gli Asburgo nel 1363.
Da qui in poi Bolzano si sviluppa economicamente e continuativamente per secoli.
Grazie anche all'immigrazione dalle aree meridionali della Germania e dell’Austria, il ceto dei ricchi mercanti si concentra nel vecchio nucleo cittadino dei portici.
Con la Rivoluzione Francese, la sconfitta dell’Austria e la pace di Presburgo, la città cambia diverse appartenenze nel giro di pochi decenni:
-annessione alla Baviera (dal 1805 al 1809)
-annessione al Regno d’Italia (dal 1809 al 1813)
-annessione all’Impero Austroungarico (fino al 1918)
-annessione all’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale (il fascismo rende italiano in maniera massiccia il territorio, precludendo l’accesso al pubblico impiego e alle fabbriche la popolazione di lingua tedesca e vengono eliminati i toponimi tedeschi)
-durante la Seconda Guerra Mondiale Bolzano è inclusa nella Zona d’Operazione delle Prealpi, creata da Hitler, e ne diventa il capoluogo.
-dopo la Seconda Guerra Mondiale la città rimane all’Italia con un accordo di autonomia per il Trentino Alto Adige: la minoranza di lingua tedesca residente riceve precise e forti garanzie.
Nonostante il ripristino del bilinguismo gli abitanti di lingua tedesca non accettano l’arrivo di immigrati e il centralismo del Trentino.
Nasce la lotta armata terroristica del BAS (comitato per la liberazione del Sud Tirolo).
Per porre fine alla lotta, le garanzie vengono ulteriormente aumentate da una liberatoria in sede ONU, dove Italia e Austria si accordano per la tutela della minoranza della comunità tirolese e ladina.
Il percorso:
1- PIAZZA WALTHER
2- DUOMO
3- VIA DEI PORTICI
4- PIAZZA DELLE ERBE
5- MUSEO ARCHEOLOGICO DELL'ALTO ADIGE (ÖTZI)
6- PIAZZA DELLA VITTORIA
7- STAZIONE DEI TRENI
8- FONTANA DELLE RANE
1- PIAZZA WALTHER
Realizzata nel 1808, le fu dato il nome di Maximilianplatz, per via del dominio bavarese, mentre nel 1814 il dominio asburgico le cambiò nome in Johannesplatz.
Oggi si chiama Piazza Walther in onore di Walther von der Vogelweide, il più famoso poeta tedesco medievale vissuto fra il 1170 e il 1230.
Il poeta viene rappresentato dalla statua posta al centro della piazza, scolpita nel 1889 dall’artista austriaco Heinrich Natter.
È questa la piazza che ospita uno dei famosi mercatini di Natale dell’Alto Adige.
2- DUOMO
Il duomo è dedicato a Santa Maria Assunta ed è un considerevole edificio gotico.
Superba costruzione del XV secolo eretta sui resti d'una chiesa paleocristiana.
Colpiscono il bel campanile, alto circa 65 m, e il tetto, con i suoi disegni a rombo bianchi e verdi.
La facciata a capanna possiede un portale romanico con protiro e leoni stilofori.
All’interno vi sono tracce di mura antichissime, le fondamenta di altre tre chiese, venute alla luce durante il restauro del 1948 in seguito ai danneggiamenti dei bombardamenti alleati del 1944:
-una basilica paleocristiana del IV secolo,
-una chiesa altomedievale dell’ VIII secolo
-una prima chiesa medievale dell' XI secolo.
L’attuale costruzione è stata completata nel 1519.
L’interno vede la divisione in tre navate con pilastri quadrati.
L’altare maggiore è stato progettato da Jacopo Antonio Pozzo e realizzato dall’architetto Ranghieri.
In arenaria grigia è il pulpito tardo gotico, con i quattro padri della Chiesa e i simboli degli Evangelisti, scolpito da Hans Lutz.
Nella Cappella delle Grazie, in pratica un allungamento del coro dietro all’altare, si trova una statua romanica raffigurante la Madonna della Palude.
Nella navata meridionale si conservano magnifici affreschi gotici, espressione della pittura trecentesca bolzanina.
Mi dirigo verso la Via dei Portici attraverso Piazza del Grano, che nel XIII secolo ospitava il mercato delle granaglie.
L'edificio che spicca per bellezza e storicità è la CASA DELLA PESA, di impianto romanico, fino al 1780 sede della pesa pubblica.
3- VIA DEI PORTICI
La Via dei Portici, Laubengasse, è il cuore della città di Bolzano.
È proprio qui infatti che secoli fa si concentrarono i ricchi mercanti, andando a costituire l’antico nucleo cittadino.
Ancora oggi questa via, con i suoi lunghi portici, è un concentrato di attività commerciali.
Questi palazzi storici, costruiti e abitati da mercanti italiani e tedeschi, sono del periodo tardo gotico: le facciate strette possiedono i caratteristici bovindi, piccoli balconi chiusi con finestre che servivano ai mercanti per controllare la via.
La passeggiata è breve, sono 370 metri in tutto, dall'estremità orientale della Porta Inferiore a quella occidentale della Porta Superiore.
Le facciate sono strette ma gli edifici all'interno si sviluppano in profondità, con cortili e magazzini.
Come questo passaggio, attraverso il camminamento interno dell'edificio "Residenza Troilo", originaria dimora
dell'omonima famiglia di mercanti di Rovereto.
"È nella Laubengasse che i grandi mercanti del Nord trattavano l’importazione del vino trasportato per via d’acque e di terra dalle valli dell’Adige, dal Veneto e dalla pianura Padana.
È ancora qui che arrivavano i grani della Val Venosta, e lo squisito olio del Garda, e il sale dell’Adriatico: il traffico del sale, che da Bolzano raggiungerà i più sperduti villaggi delle Alpi orientali, era una fonte di ricchezza tra le più sicure, anche perché il mercante poteva sempre scegliere tra quello che veniva dal mare e quello che veniva dalle miniere di Innsbruck, così che il costo, per lui, era sempre il minore.
Altro scambio senza rischio di crisi era quello delle stoffe: i pesanti e indistruttibili panni-lana delle tessiture tedesche e fiamminghe contro quelli, più fini, di Prato, i damaschi di Venezia contro i broccati del Brabante, e ancora i cristalli di Boemia e le ceramiche di Faenza, le armi di Brescia e i legnami pregiati della Carinzia, il ferro, il rame, l’argento, loro, non c’è bene di consumo, dal più modesto al più prezioso, che non debba passare di qui, sulle strade che risalgono fino all’estremo Nord dell’Europa e discendono, attraverso Venezia, fino ai favolosi mercati dell’oriente.
Lavoro e serietà, questo il segreto.
Nei pressi della Porta Inferiore, all'inizio della Laubengasse, un caratteristico Erker tirolese, lo sporto dal quale si poteva osservare il via vai della strada senza sporgersi dalle finestre.
Gli affreschi intorno rappresentano personaggi dell'artigianato tirolese: tessitori, decoratori e, in basso a destra, un pittore.
I temi degli affreschi sulle facciate sono generalmente riservati al soggetto sacro o al lavoro dell'uomo.
Serietà e operosità portate ad esempio."¹
Uno scorcio della facciata al 46 della Laubengasse, decorata con motivi di stucchi.
©foto scattata 8 dicembre 1996 |
4- PIAZZA DELLE ERBE
Se Piazza Walther rappresenta la cultura letteraria, Piazza delle Erbe rappresenta la cultura della tradizione. Qui infatti le donne degli antichi villaggi arrivavano a vendere i prodotti delle loro malghe.
Ancora oggi è piazza di mercato, aperto tutti i giorni, con banchetti di frutta, verdura, fiori, e spezie naturalmente, a rappresentare il nome della piazza.
Il percorso è suggestivo, accompagnato dalle mura degli edifici tirolesi del centro storico.
5-MUSEO ARCHEOLOGICO DELL'ALTO ADIGE (ÖTZI)
Ho visitato questo museo diversi anni fa, in quell’occasione non feci neanche una foto, ma impossibile non segnalarlo.
La sua importanza è grande.
Molti lo chiamano il Museo di Ötzi, il cacciatore dell’età primitiva ritrovato nelle nevi della Val Senales, per questo chiamato anche Iceman, l’uomo venuto dal ghiaccio.
Questo ritrovamento ha cambiato la storia: una delle mummie più antiche al mondo, si pensa possa avere oltre 5000 anni.
Grazie all'ascia di rame che portava, si è potuto retrodatare di 1000 anni L'Età del Rame, che subentrava a quella della pietra.
È stato ritrovato nel 1991 da alpinisti tedeschi, Erika e Helmut Simon, nei pressi del Giogo di Tisa, sulle pendici del ghiacciaio del Similaun, a quota 3210 m.
Per soli 92 metri il corpo si è trovato entro i confini italiani, ad un passo dal confine austriaco, per questo si trova a Bolzano, decisione arrivata certo non senza controversie.
©ilfattostorico.com |
Il corpo mummificato, visibile attraverso un oblò, viene conservato a temperatura e umidità costante.
Il percorso illustra e ricostruisce la vita di Ötzi.
Ötzi è considerato il primo essere umano tatuato: sul suo corpo si trovano 61 tatuaggi. Per questo è diventato famoso fra i tatuatori di tutto il mondo.
La tecnica di quel periodo era diversa da quella di oggi, non venivano usati aghi, ma carbone vegetale inserito in piccole incisure della pelle.
Non è solo per questo che l’interesse delle persone e l’entrata al museo è salita esponenzialmente:
l'attore Brad Pitt si è fatto tatuare sull’avambraccio la mummia di Ötzi, e l’uomo di ghiaccio è diventato ancora più famoso.
©wikipedia - thilo parg photo |
6- PIAZZA DELLA VITTORIA
L’arco di trionfo di questa piazza fu sistemato dal regime fascista nel 1926 per celebrare la vittoria sull’impero austroungarico.
Indica marcatamente quale sia la divisione della città, quella tirolese e quella italiana.
All’interno si trova un percorso espositivo ad entrata libera intitolato “Bolzano '18-'45. Un Monumento, una città, due dittature".
L'esposizione nel 2016 è stata insignita di un premio internazionale (special commendation) per la promozione di valori umanitari, di tolleranza e democratici.
7- STAZIONE DEI TRENI
Anche la stazione, con una facciata rielaborata nel 1927, possiede un'architettura in chiave monumentale e razionalista.
8- FONTANA DELLE RANE
Situata di fronte alla stazione, la bellissima Fontana delle Rane, del 1930, venne restaurata dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 2014 si era spenta finendo in uno stato di degrado; è stata ripristinata nel 2017.
Sullo sfondo il Gruppo del Catinaccio.
Le foto dei ricordi
Fontana delle Rane, con mia sorella Paola, 1973.
→ GRIES
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Bibliografia:
-¹Giuseppe Grazzini, "La via dei portici a Bolzano", rivista Bell'Italia speciale Alto Adige, I luoghi e le città, n.6, Editoriale Giorgio Mondadori, p.99.
Sitografia:
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