lunedì 19 ottobre 2020

GIUDECCA E ISOLA DI SAN GIORGIO


La Giudecca è quella striscia di isola a forma di mezzaluna di fronte al Sestiere di Dorsoduro, di cui l'isola fa parte dal punto di vista amministrativo. In realtà è un insieme di otto isole collegate fra loro. I veneziani considerano la Giudecca come un settimo sestiere. 


Giudecca




L'ORIGINE DEL NOME

Alcune fonti attestano la derivazione del nome dalla presenza di una antica comunità ebraica, quando ancora si chiamava Zudechà o Zueca.
Altre affermano la derivazione dal termine veneziano zudegà (giudicato), in riferimento alle famiglie ribelli qui esiliate nel corso del IX secolo. 

Pochi metri d’acqua separano la punta est della Giudecca dal piccolo isolotto di San Giorgio Maggiore, celebre per la chiesa del Palladio, situato in linea d'aria di fronte a Piazza San Marco. 

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©google earth - ©Monica Galeotti mapping 





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IL TEMPO PER LA VISITA

Se l’approccio è superficiale e si limita alla passeggiata e all’osservazione esterna degli edifici, le due isole si visitano in mezza giornata. 

Una visita approfondita e sicuramente più appagante, necessita di una mezza giornata per l’Isola di San Giorgio e una giornata intera per l'Isola della Giudecca. 

Ho alloggiato un paio di giorni alla Giudecca e, ad un primo approccio, mi è sembrato di essere a Venezia, passeggiando fra calli e corti. 
In realtà è molto diversa: pochi palazzi storici e qualche chiesa. 
I pochi siti visitabili fanno di quest’isola una sorta di oasi, lontana anni luce dal turismo di massa di Venezia. 

Ho messo piede all’ora di pranzo sull’isola e ho deciso di sfruttare al meglio il biglietto del vaporetto.
Il biglietto ha una durata di 75 minuti, costa 1,50 € per i residenti e 7,50 € per i viaggiatori. 
Ho appoggiato la valigia, ho ripreso il vaporetto e sono sbarcata all’ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIORE.

 
Da questa piccola isola inizia il mio percorso:

1- BASILICA DI SAN GIORGIO MAGGIORE 

2- FONDAZIONE CINI


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©google earth - ©Monica Galeotti mapping






1- BASILICA DI SAN GIORGIO MAGGIORE

Dall’ormeggio di Piazza San Marco è una delle basiliche più fotografate di Venezia.

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L’isoletta di San Giorgio è interamente occupata da questa splendida basilica e il suo ex monastero, oggi trasformato in Fondazione Cini. 

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LA FACCIATA

La basilica, progetto capolavoro del Palladio, vede un frontone triangolare di stile classico su una chiesa che prende a modello i grandi edifici termali della Roma antica.

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Sotto il frontone, una navata centrale molto ampia e due navate laterali più basse. 

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In cima al frontone il Cristo Redentore.

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In cima alla cupola San Giorgio.

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Davanti alla basilica il panorama su Piazza San Marco e Palazzo Ducale.

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Entro nella basilica.

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GLI INTERNI

Ammirando l’esterno si può immaginare la monumentalità degli spazi interni. 

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Gli elementi preziosi si trovano vicino all’altare. 
Una grande sfera dorata si poggia su nere sculture. 
Ai lati dell’altare due opere tardive del Tintoretto. 

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Le statue in bronzo sono di Gerolamo Campagna, rappresentano i Quattro Evangelisti che sostengono il mondo e Dio. 

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Alla sinistra dell'altare "La Raccolta della Manna", 1592.
Tintoretto aveva già dipinto questo soggetto per la
 → Scuola Grande di San Rocco, un dipinto a soffitto meraviglioso che mi aveva particolarmente colpita: "La Miracolosa Caduta della Manna nel Deserto". Rispetto a questo primo dipinto, dove appunto la caduta della Manna è rappresentata come evento miracoloso, qui Tintoretto ambienta l'episodio in ambiente bucolico che trasmette pace e serenità, con personaggi popolari impegnati in faccende quotidiane. 

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A destra "L’ultima Cena", 1592.
Non prevale "il tradimento", come nell'opera di Leonardo, ma "l'Eucaristia". La cena è ambientata in una sorta di taverna veneziana, in quanto il Tintoretto desiderava adattare la cena nell'epoca in cui lui stesso viveva.
Il pavimento di questo dipinto è stato copiato dal Tintoretto da quello del coro dietro l’altare. 

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Un coro da ammirare nella sua spettacolarità. 

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IL CAMPANILE

È possibile salire sul campanile con un ascensore a pagamento. 
Il campanile fu edificato da Benedetto Buratti e riedificato nel 1791 dopo un crollo.
Quindi non è quello che si vede nei quadri del Canaletto.

"La chiesa di San Giorgio Maggiore", 1740, Canaletto - ©wikimedia commons



Nell'eleganza del campanile ricostruito si nota la policromia, come nel campanile di San Marco:
la verde cuspide conica, la bianca cella campanaria, la rossa canna sottostante. 

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In cima il panorama è magnifico.

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Se l'alloggio del viaggiatore è alla Giudecca e il primo motivo per iniziare l'itinerario nell'Isola di San Giorgio è l'ottimizzazione del costo del vaporetto, il secondo valido motivo è il Campanile della Basilica: permette l'individuazione aerea delle zone che si andranno a visitare in seguito alla Giudecca.  

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In senso orario: il panorama su Venezia.

Punta della Dogana.

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Piazza San Marco.

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Chiesa di San Giorgio dei Greci, riconoscibile dalla pendenza del suo campanile.

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L'Arsenale.

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Un ultimo sguardo e lascio il campanile.

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Mi dirigo verso la → FONDAZIONE CINI 



    → Venezia
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Bibliografia:
-Bell'Italia n.82, febbraio 1993, Editoriale Giorgio Mondadori.


Sitografia:


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