I divi, l'umanitarismo e l'uso politico della celebrità
MANUEL LAMBERTINI
Un saggio "illuminante".
Dal falso mito di Buffalo Bill al fascino di Lyda Borelli.
Conosco la storia dell'attrice a seguito della visita della Casa di Riposo a lei intitolata a Bologna e dopo aver letto una breve biografia.
Dal falso mito di Buffalo Bill al fascino di Lyda Borelli.
Conosco la storia dell'attrice a seguito della visita della Casa di Riposo a lei intitolata a Bologna e dopo aver letto una breve biografia.
Conosco anche la storia del marito, Vittorio Cini, dopo aver visitato la Fondazione Giorgio Cini, intitolata al figlio di entrambi, all'Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia.
Non conoscevo l'analisi di Gramsci sulla diva Lyda Borelli (p.28), che avrebbe riguardato in seguito tante altre attrici, e ho messo insieme un puzzle, quella considerazione che mi mancava: ecco perchè il marito era così geloso!
(durante il loro matrimonio cercò di far sparire dalla circolazione tutti i suoi film, e la figura di attrice venne quasi del tutto dimenticata).
Ho scoperto che la partecipazione affettiva (ego involvement) p.57, è l'esatta definizione di ciò che mi aveva colpita, quella sorta di innamoramento verso il personaggio Rustin Cole (M. McConaughey) in True Detective.
Un'analisi precisa e inesorabile di Bono Vox, mia icona giovanile, già da tempo appannata, che mi ha chiarito definitivamente le idee.
Infine lo Storytelling delle Celebrity Advocacy, che cela un pericoloso risvolto sociale non immaginabile.
C'è molto altro nel libro, un'analisi profonda a partire dagli antichi miti fino ad arrivare alle nostre star politicizzate, svecchiate dai social media.
Bravissimo e grazie.
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Infinito Edizioni, 2019.
Grazie infinite e complimenti a te per il tuo blog!
RispondiEliminaGrazie! Il tuo libro costituisce un'ottima analisi della storia del divismo, mi ha aiutata a capire molte cose...
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